Critica sociale - Anno XXV - n. 6 - 16-31 marzo 1915

92 CRITICA SOCIALE L'obbligo del contributo rende cauti i prop•rietari d,al far premure per-oltenere l'esecuzione dell'opera; c.autola che non esiste affatLo quando l'esecuzione debba essere a tutto carico dello Stiato o degli ernti looa,l1i.Ma perchè il contributo potesse megl.io fun– zi,onare quale foeno a-ll'i·ncremento di opere pu bbli– che, oowrrerebbe focilit::rrne l'applicazione, che og– ai è consentita solo per le opeee dichiarate cliipub– blica utilità con legge speciale, quaf!-dO siano ese~ guiLc a cura dello Stat,o, delle Proyrn_cie, dei Comu~1 e dei Conso1-li. Qua,le assurdo coslltuisca questa hm1- ta1Ji-once di quante ingiustizie sia fonte è dimostr.at ,o, olLl'Cche ndla càtn,ta opera. dell'Einaudi, in uno st u– dio magistnale sull:a legge deJ.le espropriazioni do– vuto all'avv. Luigj PinLor (1), il quale soslliene co11 acut,e e profonde osservazioni la necessità che sia wnsenLito d,i impo,rre il contribuLo mediante de– creto reale, anche per le opere che si eseguano scnw un'esplicita clichiarazrione di pubblica utilità, siano dovute all'iniziativa di enti pubblioi o a quella di priv~ti intnaprendiLori. Sostiene egli inoltre che il oontf!ibuto dovrebbe gravare su tutti co,l,o,110 i quali, espropria,ti o no, traggono dall'ope ra u n partico– Lare beneficio, assoluto o relativo, sia.no essi com– presi o no, nel suo àmbito topograf ico e anche se si trovino materialmente distanti. Anche l~ leggi sulle opere idrauhche e suJ.Lebo– nifiche ammettono il sis,tema del contributo, m\'.l in misura- fissa stabilita a priori, mentre, a.Imeno per le o,perc di bonifica, non sarebbe forse male ten– tare il ribo,rno•all'antico concetl:o della plusvalenza, scconcl,o l'aVV'iso espress,o altra volta a quest.o pro– posito dall'on. Sacchi (2). Qua ,n.to si è osservalo sopra sul debito propria– monte elet to vale a maggior ragione per il debito improprio-, ci,oè per quella forma di p,restiti, che, mcmtre si ammanita so-t-tosimpatica viesle, è più oo– slosa e più pericolosa della forma consueta. Teni– denw. moderna, già affermatiasi in alcune leggi (vedasi, a<l esempio, l'art . 15 del testo uni co delle leggi pe,r La sisbemazi,one idr:aulico-foresta.le dei ba– oini montaru, approvalo con decreto reafo 2 1 mar– zo Hll2, n. 442), è quella di sostituire il più che s.ia ()Ossibile all'appalto di opere la concessione, col la– scia,re che gl,j en!li locali (Provincie, Comun:i, Con– so,rzì) od anche la privata speculazione esegua-no i la– rnri a Loro spese, ricorrendo ad operaz,ioni di credito cd altencliendo che lo Stato rimborsi gradualmente i I suo- contributo in un lung,o giro di anni. Sarebbe quosto, j[ .sistema ideale, seconcLo molti, per dare elasticità al bilancio dello Stato; 1T1JU è da cLoman– da,rsi se oon converrebbe piuttosto che ·to Stato ri– corresse di.rettamente al debito, mediante emis,sione di consolida,Lo, che p uò c.olL oc,arsia basso interesse,· an1.ichè acwrclare a priva.ti od enti locali suse,idii che ven gon,o sconitat i dalle B anche a tassi più one– rosi. A t.al, e obiezione è staLo riSIJ)osto•che oon è prudente far nuove emissjoni di consolidato, perchè l'.al1La qu.otazi-on~ della nostra rendj~a dipende, oltre rhc clall..1, sua d1ffusione tra, i più modesti capita,listi dalla meditata sobrietà dello Stato nell'emettere con~ soliclato e t.itoti colLaterali (3); ma noi, anche su queSlto punto, siamo d'accordo con i finanzieri ri- (Il Tale studio rorma oggetto di una Reiazione, sulle Rlce,·che pre– tlmlriarl per la rlfo,·ma della legge sulle espropriazioni, presentata al Ministro del lavori pubblici dal Direttore Generale comm. avvo– cato Carlo Marzouo nel febbraio 1912. (2) S1<11a ,·1(01•,na del!" legblazlone pe,· le bonifiche. Discorso te– nuto 1130 giugno 1911 alla Commissione per le bonlflche. Roma, t91J (Tipografia della Camera del deputati). - v. anche lii. Rum, : La legl– slazlo11e Italiana delle bonifiche, In Leglslaztone Nuova. Roma, 1903. (S) Vedasi G, CORNI.un: Tendenze va,·1e nel lavori pl4bbllcl, in Nuova .Antologia, 191!1, pag. &21. BibliotecaGino Bianco gidi, seco,n,do, i qu.1li, interesse pubblico non è che i titoli di debit,o giù emessi d.all,o St,a,Logodano dj alte quotazioni, bensì che essi abbi.ano procisamente la qu-0taz.ione corrispondente al loro frutto cd al tusSK>di interesse corrente sul mercato. E su ciù no,n p,ossiamo che riferirci .a quanbo• ha scrilto l'Ei-_ naudi, nelle opere citale, a pnoposit,o del dcbit,o lair– vat.o con annualità e sussidì ad enti pubblici o pri– vati. Il debito improprio non solo è più 01wroso dd d!ebito proprio, ma è infin 1 itumente più pericoloso, perchè sfugge maggiormente all'attenz.ione dei con– tribuenti e meno li induce a quell'esam·e circ.a l'.ef– fettivia ut,ililà deUc o-pere pubbliche, di cui s'è p 1 ar– laLo. Le" annuali,Là, a cui si sobbarca lo Sta,t,o per conseguire la sospirata elasticità del bilancio, hanno l'inae,nuo aspetLo cl.i somme stanziale per servizi pubblici forniti ai contribuent.i cl.i an1110-i•n anno, mentre costituiscono il rimhorso del cosLo di un'o– per.1 eseguita in precedenza. Pa,rl,amento cd opi– ni,one pubblica - osserva anc.ora l'Einaudi - non s.i c'bm1nuov,ono dina,nzi a ques,ti pi-eco-li debiti, oo– mc si oominoverebber,o di fronbe a un grosso de– bito « apert.o », che fosse proposLo per il medesimo soopo. Chiamandoli oon nomi diversi di annua,lità, sus,sidi chi-lornetrici, concorsi, ooc., ecc., la sostanza vera del fatto, che è il debit,o, vi,eM oscurata. N,e,lla più parile ctei casi, (}nÌ, i debiti larvati veJ1gono con– tratti per soddisfare a richieste di Comuni, Provin– cie, Consorzi, ecc., i qua]j desiderano il compi– mento• di un'-opera pubblica, senza so-pport.rirne al- cun sacrificio. · « S,e tutte queste ri,chi,este - sorive l'Ei,nauùi - do,\nessero e,ssere· soddi.sf.atte con la, oo,noess,i,un,edi un su,s,sid'io-in unn somma immiediia,ta,peir urna volta tanto, 1'eno.rrni,tà delle richieste sp·ave,n!Jerebibea:noho i più spe,ns,ierati Ministri, de-i Gov,e~·niparlomentari. SpendeI'e 300 rni1lioni in un amno, pe.T J ,a.vo- ripubblici nuovi, peir conce,s,si,on,idi f.erI'01Viie1 di porti, di linee au.tomobili.s,Lichoe, di caseTme, di palazzi unive.i,siwri $•emboor-ebbeonere s·paventoso per u,no Stato, il cui bi,lainciion,orma1'esia di 2 milim,d,i. foveoo p,romebteire una >:l!nnualitàdi 13.965.000 lire per 50 ain,ni, s,p,aiv-enta .assai meno, sov,ratu.tto se il sussidio comp1'es,s,i1Vo è s•p,airpiag,li<ato pe,r 3 milioni sul bilancio dell'istruzione (scuole), per 2· su queUo cieli.a gu~l"I'a (catSerm,e,),per 1 su, quello degli- intemi (ca,rceri, rifomro.to ,ri) e pe,r 7.965.000 li:re sul bi.lancio dei lavori puoblici.. Sono piocoli incrementi i quali sfugg,ono in un esame f:ret– bolooo de,! bi1an.cilo. J,n sostanza si sono spesi 300 mi– lion,i e si ~ pe,rCiò contratto un, debito di a!Lretlia111,to al 4 %, ma i1 fatto, non è evidente. Se iLcJ.amore ·degJ,i enti Loooli è alto, re questi promettoruo di <Xl!Iltribui,re pe:r una qoorLa, una quinta o una decima parte nelLa spes,a, s-e si è alila vigilia di un.a eLe'/JiKme g,e.neraLe, se il Min,i,siiroama aoc.atlia,repop,olaTità, è facile c,h,e si· prom.e,t,tano,sussidi •pe,r un va,Jo,reoapita.Le imm,e– di,a,todoppio o triplo della somma che s,i s,airebbe sul seri:o, disposti a sp,eindere se la si dov,e,s,s,e, imp.o,,c;tare subito e,d i,n.te.rame,ntenel bi.Jancio dell'anno. Si pu.ò perciò ooncludeire che il metodo del d,e,bito p,er an– nu.ali,i.àosa.c,e,rbahl vizio della corru,tt,e,1apo,liti,oo, che è irusito ne,!metodo del de.bito; onde esso aip,pare pe,r– ruioi-ooissim.o e conten,nendo ». E tale do-vette apparire, nei tempi che furono, an– che a qualche Mmistro dei Lavori Pubblici, se è vero che l'Ja,eilllÌ, volendo risolvere il problema stradale, pensò non gjà di far anticipare Le somme necessa!rie dagli enti locali, secondo le idee dell'og– gi, ma viceversa di addiveitire « ad una vasta com-

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