Critica sociale - Anno XXV - n. 6 - 16-31 marzo 1915
CRITICA SOCIALE 91: g.ano talune categorie di spese e coJ.o,ro che 1e go– dono; di modo che, mentre i. prim~ tendono a con– sidera<rle completam ente inutili o superflue, i se– conili le giudica.no vantaggiosissiime. Così, se nel Ravennat e non esis t,esse la fi.o-nitura di Cooperative operaie che cost.ituisce la speciaJ.ità d-i quella re– •giorue e se esse non ilispornesser.o di una rilevante forza ciò. p'ressi,one sul ·poter,e centrale, probabilmente non tutti i lav,ori pubblici là eS!eguiti sa-rebhero si.ali rioonosciuti necessari. E questo un .alL110k'lto politico, non trascu.mbùle della qu.estj.one, e troppo ingenuamente l'J.acirui af– fermiaiv.aiche le .opere pubbliche non devono essere « nè monarchiche, nè repubbli cane , nè conserv.a:tive, nè radi.cali », inspirandosi a ,J.la oo,pcezio,né dj uno Stato paterno che ormai è tr amon tata da un pezzo. Nel fatto, anch'egli doveva rioon,oscere che in questa materia « regna il più spaventoso particolarismo >l nè s'è formata, un'opinione pubblica inspirata da un'idea veramente nazionale. Qw sta la ragione che ad alcurui rende preferibile, nell'interesse generale del Paese, un.a po-litica di sgravii ad, una politica ili la-vor.i pubblici. La prima 1;eca un beneficio sen– sibile a Lutti, sia pure in p:arca misura; la sec_ond:a un beneficio che talo-ra è tanto più ipotetico qu.anLo più appare impo,rtan:te, spesso è irnpo,nderab-ile, ruon m:ai equamenLe cli$tribwto, anche ·quando sembra tale. Così una me<lesàma ferrov~a, che alLraversi più regioni, rende nelle regioni dove il traffico è sviluppato, non rende do,ve le industrie e i commerci sono sul n:ascere o,, per condizioni nalurali, non potraniliO a,ve,re mai un grande sviluppo; e una bo– nifica è utile cl .ove le terre coltivate hanno asso,rbito tutto il capita.le di cui sono capaci e i I'Ìsparmi do– mandan o nuovi invest-irnenti; non è utile d·o-ve il capitale scarseggia e .già abbonda,n,o le terre colti– vate susoet'bibili di ulteTiore intensificazione. Anche nei casi, poi,· in cui i lavori sono veeamente neces– &aTi, è d~fficile evitare le eccessive larghezze e 'gli sperperi. Paesi, ma.ga- ri di poche amme, che &i son.o .accontentarti pe r secoli di vie mul:attie1-e, si agitano oggi per àvere strade carrozzabili e per averle più ampie di quelle-_progettate dal Geni-o Ciy;i,le, e v-o– gliono tracciati più comodi anche se di spesa spro– porzionatamente_ maggiore, e pretendono- che nelle strade rientrino le pi-azze ,e le sistemazioni interne degli abitati, e reclamano tante altr.e oose, anche di semplice ornamento, s-econdo quanto riconosce lo stesso Mi,nistel"o dei Lavori PubbJ.ici in una recente relazi,one (1). * ** La questio,ne d'ell'utilità o meno deUe opere pub– bliehe ha unia gna-ndle importaw..a per qu a,nto ri– guarda il modo dii provvedere aUe spese relatri.ve . Invero, se. non effiste-sse il pericolo dri s -p.erperi, sarebbe indifferente provvedere o con i mposte ·silra– ordinarie o con debiti, quando le ri.so ,rse orclinarie del bilancio non bas.tino. Erronea mente imposte e debiti vengono considemti antitetici di per se stessi. Come dimosbra con la consueta limpidezza l'Einaudi nell'opera ci'tata, imposta e debito si equivalgono da uh punito d,i vista contabile e fìnq;nziari-o, anzi, se mai, il secondo, è più conveniente della prima; nè sussiste affatto, tra l'altro, che l'imposta gravi solo sulle generazioni presentii e il debito a,nch,e su quelle future. Ma, pohitic.amente ·p.arliando, il pro– blema è ben iliverso, giaechè il debi,to faeilita le spese inutili, essendo meno gravo&o nel momento -in cui le spese si chiedono e si decidono-; men'Lre l'imposta str.aiordin:aria induce il legisJat:0re a ben (!) Ml!USTERO DEI LAVORI PUBBLICI (Direzione Gonerale del servizi speciali): Le opere pubb'llcl1e in Calabria. Prima relazione sull'ap– plloazlone <lene leggi speoll\11 <\Ili 80 giugno 1906 al no giugno JOIS. - Ber1amo, 1918. ioliotecaGino Bianco riflettere sull'utililà delle spese che vuol eseguite e desta l'a,llenzione di quei cont,rjbuenti che, n-on es– sendo direitamen,t,e interessati alla grande politica dei lav,ori, si dimoslrano i piiù restJii a sopportarne gli o,ne-ri. P,er questi molivi i rigidi econ,omislu, pur ricono– scendo l'o,pportuh,ità del debito per grandi opere pubbliche, ra,ocomand.ano di non abusarne. I Lavori pubblici - nio~a tr.a gli altri il Lero,y-Beaulieu ·_ qua.n,do, sono br,ne intesi e condotti oon economia, .::mmen-ta:no, le fori.e .vive deJ p:aese in pro-porzione p-iù consicLere-vole d,i quell-o che non ne diminuiscano 11 capi-ta\,e cimolante. In lai caso i presti-ti possono essere consigliabili, specie se ammortizzabili in pe– ri-odo bneve, da 50 a 70 anni. Avvenuto l'ammorta– mento, la naz,'Ìooe si trova a g-od ere gralui~m enle dii -ope·re considerevoli che l'hanno trasforma.ta, ma– gari, da b.a:rbar.a ,in civile. « Il convient, néammoins, de résiste,· aux entraine– ments en parei/le matière. Les travaux publics doi– vent étre entrepris. i0vec discernement et exécut_és peu à peu; • sinon le gaspillage est inévitabl-e ,et on . f ua des oeuvres d'ostentation, Òn /era sans étude suffisante des travaux superfT.us. Les Etats, comme les particuliers, pfos méme que les particuliers, ne peu– vent échapper à la prodigalité, quand'ils· ont entre /es mains e/es sommes énormes » (]): Pe-r evitare· la p-rodiga,lità 1l Lemy-Beaulieu dà il sa:ggio oons,iglio cli contempemre in og,nù caso le imposte coi debiti « meme pour les travaux /es-plus productifs l>, e plll'e l'Einaudi è cli quest'avviso, so– sitenrendo egli che alle opere pubbliche (ferrovie, bonifi.che, po•rti, risanamenti, rimboschimen6,. ecc.) si d'eve pvovvedere in notevole parte coj proventi ' dell-e, imposte, &ebbene il debito sii raccomandi in taE casj per 1a celebra,ta produttività deH'opera pub– blica. <e Po,iohè siffatta p,rodul\Ji.vità - scriv-e l'Eirua:udi - è sp,eisisosoltanto p-retesia od imma,ginari,à e IlJOIIl _ef– f,erttu:a,l,e,, tr,attand-0si di opere pubbhche e-1,ett<;>mali · e sb~gli,ate 1e quali soino i,ncapiaci di fo.r.ni <re = r,ed– dito ug,ua1ei al costo, ad ,assicurare s,e stes s o, oonlro il ,p,e,ri,co-lo d'er,ra,pe il l.egisliatore pr.uden.be usa chi-e– dwe a•11'i.mposLa parte ,co spicua delle somme neoes– sarIJe iac COIIIllpi,eir,e l'op ,e.ra .pubblica. Così si vede se essa, è d.es ~deirata s1:1lserio od è -solo umo sbrumento d'i,llru. siio,r ne e.!,e,t,torale,; e ne-I temp-0·ste-ss-0,si ev.i,taano Stato di dp!V'ell' pagar-e itnteres·s.i,ed amm-ortament.i d·i somme ohe ,nOIJ 1 dlmn:o.reddito sufficiente.. Non eviiw.no i c10nlribue.nrti di dove·r pagare siffo:t,ti i,ntemessi sul d-elYi<to piri,v;atoche contr,assero p,er ,pagair,e l'-imp-osla stroord'i•ruairia; mia ben sta loro., chè fu:ronÒ ,aryy,ell',titi co!L'imp!O,&La d•eilda.nino imminente·». Un, ~ltro buon s.is1teo:rm ·per jndt1rre gli interessai.i a vagliare_ in tempo l'utilità delle opere pubbliche è quello del contributo, di cui tratta a .lungo l'Ei– naucli nel suo Corso di scienza delle finanze (2). Per la 1'egge 25 giugno 1'865, n. 2359, sulle espropria– zi,01111i (art. 9) è ammess·a l'imposizione di un contri– buto dii miglil(wi,a a carico dei proprieta-ri dei fond,i ocmfina.nti e contigui ad un'·opera dichiarata di pub– bloica ubiliità; ,imposizione che, ove manchino norme speciali, è fissata dalla legge stessa (art. 77 e 78) ne,Ha rrietà d,el . maggior valor,e risul:!Jan,te dall'ese– cuzi,one dell'opera. (I) PAUL LEROY IlE.!.ULrnU: T,·alt~ àe lii Scieuce ,les fl11a11ces j tome li, pag. 277 (Parigi, 1888). (21 Torino, 1014 1 2• o,llzlone, piig, lr,J ·e se.g.
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