Critica Sociale - Anno XXV - n. 5 - 1-15 marzo 1915
CRITICA SOCIALE -vengono riformati ovve1·0 dichiarati i •i1,edibili - altra immorale istituzione, che ha per effetto di ridurre il servizio da due anni ad uno e a cui -si dovrebbe ovviare trasferendo il rivedibile alla classe di leva successiva alla-sua originaria. Tanto più che anche queste esenzioni vanno in gran parte .a beneficio delle classi ricche, nelle quali, come le statistiche dimostrano (1), è maggiore il numero dei riformati, specialmente per certe '' infermità ,, assai discutibili, come deficienza toracica o di -statura, oligoemia, miopia, ecc. · Non parliamo poi della facoltà, ora concessa agli studenti universitari, di ritardare il servizio sino al 26° anno di età: sfacciato privilegio pei figli della borghesia - di cui fortunatamente molti .studenti s,iegnosamente respingono la concessione - che ha per effetto di sall'are dal pericolo di richiami lo studente e <li farlo assurgere, dopo il periodo di istruzione e un breve congedo, ai tranquilli ozì della milizi,a mobile, mentre il la– voratore, che a vent'anni lavora sul serio più dello studente e contrib1iisce 'àssai meglio 'alla vita e allo sviluppo della economia nazionale, -clave in sostanza fare sei anni di più di servizio. Che dire perciò della proposta, avanzata proprio in questi tempi di guerra patriottica - mentre gli studenti d'Italia corrono ad arruolarsi volon– tari - da due egregi deputati liberali lombardi, -di estendere tale facilitazione anche agli studenti delle scuole secondarie? Persino i nazionalisti - -e va data loro lode - sono insorti sdegnosamente contro tale .... disinvoltura, che -- mentre il ca-po -del partito liberale proclama il_ sacro egoismo della nazione - dimostra la degenerazione del _qrande partito (?) liberale verso le forme più ab– biette del più sordido egoismo di classe. Almeno gli aristocratici di Francia nell'89 avevano più -coraggio! · Il servizio complementare. Da questo principio di universalità discendono alcuni corollarì. E anzitutto: chi, per le proyrie condizioni fisiche, non può prestare servizio nelle armi combattenti, clovrà venire utilizzato in funzioni sedentarie e comode, permettendo cosi a tutti gli uomini va– lidi di (are 'oeramente il soldato. Si istituisca, cioè, il cosidetto servizio militare compleinentar·e, come ha luogo in Svizzera, da applicarsi a moltissimi di coloro che oggi sono riformati. • Purtroppo oggi il contingente' di leva è malis– simo utilizzato. Si incomincia ad errare nella asse– gnazione delle' reclute alle varie arlrii, assegnando proprio alla fanteria, l'arma principalissima ed -essenziale, l'arma che richiede le doti più difficili -di forza, di resistenza, di sangue freddo e di sa- crificio, gli elementi di scarto, assegnando invece gli uomini più robusti e aitanti all'artiglieria (là -quale, tranne la specialità da montagna, richiede fatiche e disagi incomparabilmente minori, e mi– nimi addirittura nella specialità da fortezza) e .alla cavalleria (I.a quale oggi, essend_o il suo còm– µito ridotto principalmente alla esplorazione, ri– -chiede sopratutto leggerezza, sveltezza, agilità e non forza o resistenza). E molti elementi validis– -simi vengono assegnati a reparti di sanità e sus– sistenza. Ma, peggio ancora, nel seno degli stessi reg– gimenti delle armi combattenti si verifica una enorme inu tilizza zione de gli elementi validi. E' il cauchem.ai · degli uff:l.ciali subalterni e dei sottuf~ (I) Su questo punto; comi, sugli altri successivi, rimando lo stu– <lloeo al mio lavoro su "L'/11 rosta mluta,·e ·111 Italltr • In Rivista cli Diritto Pubblico, 1914. ibliotecaGino Bianco ficiali, che devono, com~ si dice nel ger etere la /bi·za delle compagnie, il vedere mini disponibili per l'istruzione ridotti. poniamo, a 50, perchè il rimanente va dispers le innumerevoli e sempre crescenti cariche • ciali : attendenti (che si potrebbero e dovrebben, abolire), pill,ntont, scritturali, cucinieri, telefonisti, uomini di polizia o di guardia, e infinite altre che si potrebbero sostituire appunto con soldati s~mi– invalidi che prestino il servizio complenientare. Introdotto tale servizio, per coprire tali cariche speciali e i servizi amministrativi, di sanità, sus– sistenza, ecc., sarebbe possibile utilizzare piena– mente per le armi combattenti tutti gli uomini atti alle armi, di cui i più robusti dovrebbero entrare nella fanteria (di linea, granatieri, alpini e bersaglieri), nell'artiglieria da montagna e in alcune specialità del genio (zappatori, pontieri, lagunari, ecc.), lasciando ai meno robusti fa con– .solazione d.i irniossare la elegante divisa del ca– valleggero o dell'artiglie1'.e a ca,vallo. . 'li L'impostamilitare. ' ' Altro corollario del principio dell'universalità del servizio .militare è la necessità e la g.iustizia dell'applicazione di una speciale imposta militai·e a quei cittadini che, per qualunque motivo, non prestano servizio militare. Tale tributo. conside– rato a torto come militarista, mentre l~a un ca– rattere prettamente democratico -- e infatti ebbe le sue origini in Francia e in Inghilterra, pure se applicato in modo più perfetto negli Stati Germanici (specie nei meridionali, Baviera e Wur– temberg) e in Austria - dopo varie modalità di applicazione, tende ora ad assumere la forma scientificamente e politicamente più perfetta, di una vera e propria sovraimposta, elastica e pro– gressiva, sul reddito. Non ci dilunghiamo sui particolari .tecnici, rinviando lo studioso alle belle indagini del ·Ferraris - l'unico autore che studiò seriamente tale materia in Italia - riassunte nel nostro studio citato. Ci limitiamo a notare che tale imposta, mentre coi suoi proventi - che, con una energica tassazione dei forti redditi, po– trebbero oltrepassare i 10 milioni ·e anche i 15 - renderebbe possibile l'attuazione di più larghe e intense provvidenze sociali a favore dei richia– mati poveri e delle loro famiglie, avrebbe .anche il significato, egualmente• bello e dal punto di vista nazionale e da quello social-democratico, di ripartire in modo più equo il peso del servizio , rnilitare, colpendo anche gli. innumerevoli fì,gli di papà, in gran parte borghesi e aristocratici che, per ironia non fortuita delle cose, mUitano quasi sempre nei partiti più fervidamente guerrafondai. Il problemadell'ufficialità. Il princ1p10 dell'universalità del servizio mili– tare, inteso nel senso " che ognuno deve servii·e la collellività secondo le sue /oi·:.e ", ha per conse– guenza logica anche quella che si potrebbe chia– mare la appt-icazione del principio di prog1·fssivilà anelte alle prestazioni pei·sonali del cittadino, ossia il principio che, come tutti i cittadini sono obbligati a servire la collettività colle loro brac– cia, così i cittadini forniti• di maggio-re cultura, di speciali req nisiti tecnici o intellettuali, lleb– bano, e non solo possano, diventare non solo sol– dati, mà ufficiali. Abolito il volontariato di un anno, si dovrebbe imporre a tutta la gioventù colta di frequentare · i corsi allievi ufficiali di complemento. Si otterrebbe così il risultato di fornire aH'esercito i quadri occorrenti e che in
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