Critica Sociale - Anno XXV - n. 5 - 1-15 marzo 1915

CRITICA SOCIALE .77 di pace - meglio· fa a dire oome. d:is,se·nell'86 ·quel– l'Andrea Sperelli, creatura di un altro romanziere che allora peccava sul TfWere ed oggi si batte la guancia e il petto su la Senna : « Per quattrocento (<> 400.000 o 4.000.000) bruti morti brutalmente!». E in fatti, non aver voluto ieri apporre la firma a tutte quelle idee di umanità, di pace, di fratel1anza, ed .oggi cascar dalle nuvole perchè la gente si sbu– della, non è, anche. per· un romanziere, un.a vem e propria contraddizio.ne? E ·ques1,o ·sia détto non per censura : tanto più che, d'opo la recente predica' di Padre Papini su la con- · 'traddizion,e, il tim,ore di contraddirsi - che ·prima poteva parere od essere il pudore de!La ragione umana vergognosa. della prop•ria fallibilità o il ri– morso. della coscienzà intellettuale d~gnitosa e netta -:- il timore dii contraddirsi oggi erklaren wir fur eitel Possen, come diceva W agner del v-ecchio (e sempre nuovo!) m,etodo di fare gli uomini; o, in ' lin,,uuagg,iomeno tedescofilo e più tos,c;ano, il timore del contraddirsi dev'essere dichiarato. un.a bische– rata, Ùn fallo veniale, dopo il quale basta toccare l'acqua santa del menimpipismo per ç,ttenere la per– donanza della dimenticheria croruica del genere umano. E quindi non c'è nessun male se in uno Stato che non più là cli due anni prima, sentend'osi · soffoca-re nel Mediterraneo, era andato a fare la sua guerra là dove Giaufré Rude! andò a cerca.re la sua morte (ragione p,er cui i Balcanici, sentendo•si sof– focare, fecero subito appresso la loro guerra: in conseguenza di che la Germania, sentendosi soffo~ care, ha dato quello strappo e fa la 9Ua guerra, ecc.), niessun male .c'è se -- come raccon1-a il Pan/lini .a p.ag . 27 - nel suddetto Stato il Miruistr.odella P. S. (così è scritto, ma sarà per e-rro•re di stampa, in_... veoe di P. I.: perchè quale Mini-stero· potrebb'es-– sere •qiJ~llo della P. S.? pubblica salute, non è il caso•; pubblica sapienza, ah questo poi no!) nel feb– braio 1914 invitava con circolari i. professori a fare le conferenze su la Pace Universale. Non c'è alcun male, perchè il con:traddire alle proprie parole è alle proprie azioni non è, dunque, un _peccato con– tro lo spirito : ma non vi pare che fosse spetta,co,lo buffo e un po' anche gesuitico il far pnediiche su la Pace Universale proprio noi che avevamo, con Ui11.3.· guerra particolare, dato più d'un grane-JLo,di polvere insanguinata allo, scoppi.o della conflagra– zione universale? Dove si vede che S. E. il Mini– stro della P. I., se mandava fuori di' tali circolari, non d'Oveva·esseré stato informato dal suo Princi– pale· sli quelle· tali intenzioni pacifiche manìfestate da ima potenza alleata nell'agosto 1913; · e se ne. dediuce che; anéhe·. n'éi Ministeri,' la mà·h:o,sinistra o il suo dito mignolo (con che mi piace 'raffigurare la Pubblica Istruzione senza voler portar via il suo posto all'Agricoltura) non deve sapere quel che sta mulinando, la destra. Ma il· professore Panzini firmava le circo.Jari re– canti l'ordi,n,e delle conferenze scolastiche su la Pace Universale e, quanto a sè, non ne faceva nulla. Alcuni suoi. colleghi, si, · riposavano, nella siturtà della impossibilità perpetua d~lla guerra. Ne rif~ risce .a pag. 7 i discorsi, oggi umoristici. Però, an– che ft1;0,rdiel senno del poi, vien fatto di doman– dare: in che mondo vivevano costoro•? Non eravamo già in guerra da qualche anno? Le minaccie dei co– lossi ogni giorno più armati non erano, continue e reciproche? Nel 1911 non s'era mossa anche la gran– de proletari.a, mostrando, dicono, un magnifico slan~ ciò di b,elJico-sità?La nevro,si nazionalista non scat– tava tutti i giorni _in convuJsioni · e logorree su la bellezza e, la moirahtà. della guerr:a? E aooo-r.a: Max Nordaill non aveva predetto nei Paradossi: « Il ven~ ·tesim,q seoolo difficilmente passerà se-nza avere assi– stito ~Jla catastrofe di questo dramma universale, igtiotécaGino Bianco mondiale;. fi11Jo, a. quel tempo una gr'an parle diel– l'_Europ.a vedrà miserie grandissime e molta effu– sione di sangue.: .i po-poli si sentiranno, .assaliti con rabbia feroce, razze intere si troveranno schiaccia– ~. ecc. »?. Bebe·l a .St0;cca•rda n:on ha preso• la pa– nola pe,r annunciare. che sarebbe scoppiata hen pre– sto una catastrofica guerra mondiale? A me, pe,r esiempio-, una ·pulce nell'oreochi•o l'a– v,eva.mes,sa,-&n dal -secolo ·passato, Giosuè Carducci quando, aveva scritto: « ... sul capo e alle spalle della civiltà germanica e latina urge e urla l'elemento slavo·, che, o czarista e o,rtodosso, o nihilista e anar– chico, odia, e ha freddo e fame. E dietm la minac– cia slava presente c'è il .nebulo,so e fosco avvenire dell'Asia». Da allora ho sempre creduto che fosse dovere degli uomip.i di buona volop,tà deprecate,. fin che• fosse possibile, iii flagello dal _capo dei_ nostri figli. Non, mi facevo molte illusioni, ·perchè io sono un pessimista, come dicono i miei tre amici. Spe– ranza non c'era se non nell'affrateHamento interna- zional,e deUe .masse. . · , Ora ecco che,, di.aJ.cuni ridenti e inriocenti bozzetti popo:Laréschi, che ingemmano questo• roma.n,zo della guerr:a, il pathos nazionalista d,el signor Valori,, ~c- . cellente traduttore di Swift e critico del Resto cl4e[ Carlino,_ adombra. Perchè una lattaia --e rie)l'a$'Col-. tare il racconto, che un cantoniere le fa ghignando, dii violentaz~oni seriali commesse da v,enti tedeschi sop-ra una donna· - salta fuori a dire che lei dei tedeschi se ne sbatterebbe anche trenta o quaranta-, perchè _lei è burrascosa e·non civilina, per ciò, e per ~!tre chiacchiere di un gàrzone maoell.aio e di un. vetturinò, .il critico del Carlino giudica e sentenzia. sev,eramoote: « Certi disco,rsi sono un diplmna · di bassezza tradizi,on:ale pel nostno p-opo.Jo.Donne pron– te a tutte ·le vi,oLazioni, uomini disposti a tutte le sign,0;ri-e.La schiavitù secolare ribadita e resa cinica dalle teorie speciose dell'Internazionale». · Ah! di– menticheria cronica del genere. umano! Come presto han dimenticato questi scrittori le lodi enfatiche che essi han celebrate su le- virtù del· p,op,ol,oal temp,o de.JI -aLibia! Ma ,che_ci vuol fare J'eg·regio critico? Il po,polo · ha sempre p;arlato così e nel p.aese del Faust e in quel di Zola e in quello, di Burns e in quel di To,lstoi. Si' immagina\113egli di udire dalla bocca del popolo,· qualche bel recitativo, di que.Jli che possono esalare da belle anime nazio,naliste? f: molto più facile che il popolo, senza aver letto i Classici del Ridere, faccia' su questa guerra· rifles- sioni come _quelle dli Padron Ca:v:alk>! · , Le teorie speci,ose dell'Internazionale! Ma' quelle d~~ 1 be_Lle o}:he_, !e .9.lJ-~li, a pag: 80 Ai• questo ~o~anz,~, P'."5?an,òes_aLando, la 1oro a~ 1mah.ta, t~an.qmll~ e c1- ruca sotto un bel coltrone d1:grasso coi fiocchi, nelle pairol,e: « Vedrai come ce La godiamo bene orn che c'è poca gente! Sai? Quest'anno, dicono che_con la guerra non verrà mica la rriod.a da Parigi!» - quelle due be11e signore borghesi e, al discorso, bolognesi sono state forse rese ciniche, ,o signor Valori, dalle teorie, del!' lntérnazionale? Ma che Internazioruale ! Gl'internazionalisti siete voi, che avete governate le cose im modo che questa gente se n'è dovuta andare supergiù come l'abate che lascia'léa il suo presbite– rio: Fuyons ce lieu! allons, n'imporle où, vivre! - e ha impa~ato, che la patria è là dove si vive bene. La propaganda d,el cattivo internazionalismo l'Iran f.aii.ta le classi dirigenti, quando han lasciato propa– gandare tutta questa merce proletaria per tutti i mer– cati dieJmondo,: gli uomini a tutti i servaggi, le dònne a spremere il succo: sacro della mammella rig-onfia ìn. tutte 1e bocche del1a obliqua prole della plutocra-' zia transalpina! E, com:e diceva Goethe, su p~tto romano il Barba,ro impera - il •p,icwlo Barbaro prepotente, urlante e- succhiante! · -Siate uin pd giusti· e ·ric-ordatev.i quel fiero run-

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