Critica Sociale - Anno XXV - n. 5 - 1-15 marzo 1915

76 CRITICA SOCIALE scrivere molto; è probabile, comunque,· che non qui stia, intera, la spiegazion~ del suo contrib~t~, relativamente esiguo, alla scienza che, pure, mt1- mamente conosceva. Luigi Majno era un " coscienzioso,, e ciò vuol dire• che egli non intendeva trattare un argo– mento di cui non fosse, rigorosamente, signore e di cui non avvertii;,se l'utilità; così è che l'elenco dei suoi lavori non va al di là - ch'io mi sappia - di. parecchi articoli del Monitore dei Tribunali da lui condiretto; di alcuni ,iell' Archivio di psichiatria dei primi anni; di qualche altro in varie Riviste; dei celebrati Ricors_i per Chiesi, Romussi, Turati, De ,\.ndreis; del Commento al Codice penale; rlel segnito al Commento di Procedura penale (Vol. VII dal § 2389) di Bprsani e Casorati; e delle allega– zioni forensi poco rlivulgate, Com'è che, ad onta di una sì limitata schiera di " titoli ,,, Egli ha conquistato la maggio~e estima– zione dei competenti e ha raggiun~o una fama assai superiore a· quella di''quasi_ tutti 'i docenti! della materia, delle nostre Univet'sità? · Uomo di mente aperta e di universale coltura, Luigi l\fajno ha compreso subito, all'affacciarsi del positivismo penale, che, quali che fossero i secornlari 'errori delle nuove rlottrine e la petulanza di alcune affermazioni e la deficienza di altre, nelle eresie <li Lombroso, di Ferri, di Garofalo c'era un con– tenuto intimo di verità. L'aver egli accordata la sua solidarietà ai no– vatori, che altri perseguitava fuori di ogni onesto criterio di misura, gli assicurò una viva simpatia, documentando la in<ìipendenza del suo pensiero e la capacità sua a comprendere atteggiamenti giu– rirlici non conformisti. Io ricorrlo con eh~ gioia Cesare Lombroso mi lesse nel 1890 (se non erro) quella mirabile prolu– sione al Corso di Diritto penale che il Majno - allora incaricato a Pavia - pronunciò su Il nuovo Codice penale e la Scuola positiva, ricordando nei puQ.ti più originali l'intnizione di Cattaneo sui rapporti fra la scienza penale e la medicina. Contro Maj.no si rintuzzava il rimprovero dei più risoluti avveri<ari del positivismo, che i suoi fau– tori, cioè, non avessero preparazfone giuridica. · L'illustre perduto era un tipico giureconsulto, secondo · il concetto romano un po' enfatico ed iperbolico - ma sostanzialmente esatto - della giurisprnrlenza: " divinarurn et hurnanarum rerum notitia; fusti atque injusti scientia ,,. · ~gli aveva, infatti, quella nozione generale del sapere, quel senso della vit11,~ il cui difetto rende così estranea al mondo la cate?.bria degli accademici. . E, del suo tè'mperamento 'di giurèconsulto, ha dato prova nel Commento al Codice penale, che ·non è ancora superato ed al quale ricorrono av– vocati e giuclici, nel cimento delle quotidiane con– troversie, giucliziarie. C'è un po' di rlisprezzo nei "teorici ,, per questi commenti lontani rlalle costruzioni sistematiche, le qua.li, per essere <lifficilissime, affrontate da inetti s.ono, geaeralmente, <lelle povere ·cose, di gran presunzione e di minimo vantaggio. Il Commento del Majno va oltre questo disdegno: esso è chiaro, perspicuo, organico; sostituisce il trattato e<lè, più di esso, vioino alle esigenze della " pratica ". - Giacchè Majno fu un p1·atico, alla stregua di tutti i più eminenti criminalisti italiani. - Uno che non sia un pratico, che non abbia ac– costato imputati e testimoni, giudici e oancellieri, che non conosca il diritto positivo, sarà sempre un incompleto cultore del Diritto penale. . E', appunto, dalla sua esperienza "pratica " che ii Majno trasse -1a forza della interpretazione della . . BibliotecaGino Bianco legge; non farneticò di istituti astratti, di tutte quelle minuzie, che, sia detto per. incidente, sono state uno dei maggiori danni dell'influenza della " coltura tedesca·,, sulla piana, lucida scienza giu– ridica italiana. Giureconsulto, egli fu versatissimo nella proce– dura, che non è solo l'imboscata dei legulei, è essenzialmente garanzia; e, della sua perizia come proceciurista, diede dimostrazione giornaliera nel suo ufficio di avvocato ed anche nel seguito, ci: tato, del Commenta1•io di Borsani e Casorati. A proposito, anzi, .di procedura, mi sia lecito rjchiaID:armi all'ultimo breve. colloquio che ebbi, ·nell'ottobre del 1913, per una via di Milano, ,con Luigi Majno, sul nuovo Codice processuale. Egli non si. palesò troppo convinto della bontà di tutta la riforma, ed accennandomi allà parte– cipazione, di fatto, che egli avrebbe desiderato di poter più ampiamente dare alla Commissione di coor<linamel)to, dellit quale fu nominato membro, mi dichiarò che aveva sul progetto stilato un duècento 'cinquan\;a paginé di appnrlti. I" I • E manifestò l'intenzione di non tenere per sè lè sue osservazioni. Io non voi'rei, oggi, mentre tento di recare-il mio modesto tributo alla sua venerata memoria, usare inciiscrezione; ma, se veramente· fu sua vo– lontà quella di pubblicare sul nuovo Codice le sue merlitazioni, io confido che quelli che egli ch:ia– mava semplicemente appunti potranno servire an• che a noi di ammaestramento e di guida. (Pisa). ADOLFO ZE.RBOGLIO. IL ROMANZO DELLAGUERRA (A proposito del "Romanzo della guerra ti diA.Panzini) Questo roman;z,o (che ha già avuta ima bonne presse: Ilfl'n par:lo. di que_lla.dello, ~tàrr_ipator:e)si potrebbe· anche mtitolare 11 1Ibro, dei d1scors1 che corrono con in più le ei,ettiv:azioni (orri~i.1e v,oca.bolo della semeiotica psichiatrica che inscriV'O qui sulla porta d',ingresso di quest'articolo quasi a, disto,gliere la gente dal l,eggerlo, non essendo riuscito a disto·– glier,e me stesso. dalla vanità di scriverl-0) : con in più le eiettivazioni della varia sensibilità amabil– mente sovraeccitata dell'illustre Aùto,re. Da Milan.o a Bolo&"n,a Bella,ria e vicevers,a lo si sentie da ogni parte trar guai: ohimè, ch'egli non trova, requie in akun luogo: a pag. 56. pass,a, una notte insonne, ,fl pag .. ~ il suo :siistema nervoso non, regge a _questi . estermmn um:am, a pag. -70 un.a funerea tr1i,tezza lo vince,. a p.ag . 72 ha un.a. visione maca·bra di or– gani di .animali, organi di uomini e perciò non rie– sce più ad andare dal maoollaio per la spesa, a pag. 73 prega:. occhio del sote, spegniti per sem– pre, a p.a:g. 123 gli viene il convulso e questo gli aocade sing.olarmente in cospetto dei socialisti ... In:somma l'il,lustre Autore ha un poco i nervi : ed é la sua fort,un.a d'artista, perché senza i nervi sco– perti non si fa "dell'arte ed egli ne fa (d:icon quelli che se ne intendono) d,e,lla eccellente. Ma, guardando il contenuto a lume, p.e.rcosi dire, di ragion pura, vien fatto di domandarsi ( oiò che del resto fa egli s~so) : perché vuol darsi tanta pena e vivere in tanti affanni e perturbato da tante commozioni, o, per dire con, sue pairole, che bi– sogno ha egli di pigliarsela oosì ca.Ida, se egli - , come dichiar.a a pag. 27 - « non ha mai voluto ap– porre la sua firma a tutte ·qu.el1e idee di uma,nità, di frateLl,an,za,di pace che hanno avuto oggi il fall-i– mento più clamoToso »? Meglio...:...quando uno è oosl puro di tutte quelle idoo _diumanità, di fratellanza,

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