Critica Sociale - Anno XXV - n.4 - 16-28 febbraio 1915

CH.ITICA SOCIALE 57 blocco aus,t1:o·-1.ccÌesco, che sa~·ebb_ela_m;iggiore jat– ~ur::iper t1?1, è fatale ehc I.a ~erh1a g11111gal rna,re.. E .ancora_ m nos~1·0 potere rare che Pssa v1 giunga come amica dcli Italia, legai.a n qursta da ricono– S(·cm.a, oltre che da inkressi com11ni, o come ne– n~ic~~i1Teconcilinhile, avang1wrdia d.i 11<·111iri mng– g1or1. · * ** ~cli.a sua lunga PSperirnrn di polili<•,a<'Stcr.n,i·rn– gl11ltcrra. I!·" ;,apitl<~:3l'g"Uil·(' lllla regola c-hc' pol.rt• m– lllO dire d1 buon , 1e11ialo .. \oc.unto ai suoi poss,m ,si, sempre più vasl.i, 11.1 lasciaLo vive1•,c e s,·il11pparsi, spes_so sotto La su:3 protezione,_ gli a!Lri paesi, specie se eh second'o ordmc. (·osi l'es1s·tenza del suo Impero è _oonsicLerat.a,quasi da per Lull.o,com<•ima g,1ranzia più che un per1_coln. Il Hegrw Ll11iLo ha potuto, nel– l'entrar-e in gue1T.1, asserire gius-tnrne-nlc ch0 il suo ormai secolare domini-o del mare è st.11-0skumento di libertà e cli giusl.izia pd tuU-o il mond·o. _La Germ.1nia srhi,1cc.i.1 o slritola, dove posa il piede, forra·to; cd ha alrnl1izio11i didlinratr di cI.01hin-io 1111ii,-~,1·salc. w conseguenza è l'isvlament,o morale, e l'.111!:ipatiaragionata dei colti ed ist,inli\'.1 di tutl.i gli all.r1, che la c1rcond.1 nella sua impre~a hndrnrica (l). La Gei1na-n. i.a. ha ancora spalle solide, per soppo-r– t.wc l'.:.1-nlip. ~rl.ia gen e·ra le, ma rn1 paese pircolo, po– vero e non for te, c he s,ollcvasse·inlnrno alla propri.a politica avversioni di 1~1Igenere, f.11>rbh1• cosa in– san.a adcliril-Lunt. Niente Ia~-0 ital-iano, dunque. L'ftali.1 non. deve f.fro la polit.Lcadel monopolio, ma ddl.1 porta aperta nell'Adnial.ico, e trarre argomento di forza dalla li– mitazione cl.elle sue ri1·cndicazio11i t.crrit.oriali a re- gioni, ed a spiagge, :inncgabilmcnt.c ital-iane.. _ A giustificare le ambizioni di c.onquis-ta sull':1llra sponda, pr9p1·ic. dei nazionalisti rrl imperialisti, Ar– turo Labriola ricorse acl una t.eoria, che cl.a un po· di tempo va ripetendo con mollo compiacimcnl.o. Se– cond,o questo scrittore, le due rive opposte di un mare interno esercitano un'attrazione rccipro·c.a,, e devono passare, infine, sollo l,o slcsso dominio.' Chi non soggioga, è soggiogato·. Non è fa-c·ile,però, com– pre~dere, su qu~le es1?-crienza st_orica s:i regga In teoria. _Per quant.,, seO?h, dal Merito Evo ad oggi, la cosi.a llrrena deH ILaliia e quell.a seU,entrion:ale del– J'J\frica (2) hanno avulo 11110 sviluppo "torico indi-· pendenbe l'una dall'altra? Eppure, questo lungo pe– riodo comprenc),e anche l'epoca in cui l'Italia dava al mondo la su.a seconda civillà, precorrendo gli :li- tri paesi d'Europa. · · · Pr-oprio J.c due coste cieli'Adria·L.iooebbero storia ncltamente separata. L'influenza di Venezia, così for– lem,enLesentita sull:n spond:a orientale, fu quasi nulla per tutta La cosi.a italiana. · La Manica è meno di un mare chiuso, è w1 oac. n.aLc,eppure la sua esistenza rese :impossibiJ.e il per– durarc del dominio continentale dei re inglesi, e, per 11iflcsso,.cementò l'uniià n,azio-naJ.cinglese, accomu– nando i Normanni e gli Anglo-sasso,ni. E non è possibile, allo stesso mori-o, spiegarsi lo– gica.rnente questa influenza taumaturgica di una spon– cLa sull'altra. Il mare è una via più facile cd aperta che la terra, e noi siamo più vicjni ai paesi da cui ci separano alcune miglia di mare, che a quelli cLa cui (1) Per questo, anche, la Germania non potrà mal essere la domi• natrlce del mondo. Sull'odio non si costruisce. Roma e l'Inghilterra, In ciò pari, hanno saputo dare al loro soggetti t'Idea, non solo della loro. potenza, ma anche degli olTettl beneflol del loro dominio, e della lealtà e generosità del loro procedere. I.a conquldta aveva, cosi, anche una consacrazione di superiorità morale. Nella fedeltà con out Intllanl ed Arabi servono l'Inghilterra, vediamo qualcosa del aentlmento con cui I re tributari si vantavano di essere amici di Roma, e si sentivano sicuri all'ombra della pot•nza romana. (9) Il Labrlola contò questa teoria, per la prima volta, a g1ust1fl_ca• zlone dell'Impresa di Tripoli. Poi l'ha ripetuta. per l'Adrlalloo. "bHoteca Gino 81anco c·i d:ividc una cgiiaJ.c esle11sio-ncdi terra. Ma la scpn– r.azi,on,c,csisLc, ccl è sempre pi(1 spicca-ta clic se i d11c pa,csi f.osscro a conta-tt.o immcdinto. Se ammcl– l<'ssimo d1e l,c due sponde cli un mnre in-terno 11011 potessero .appnrlcncn' a ['ncsi indipcndrn-ti, d-01Tcm– mo ril.cncrc, rt for.l.iori, che due p.acsi .i111mNli.ala– menLc confìn.anti, senza osLacoli ·n,a-turali insonnon- 1.abili, non p,ossn11-0 av,•1·vilaindipcndcnlt-" pncifìca. Con qualcuno, per mare· o per lc·na; sa1·ù sem– pn: necessario C'o11fina1·<·. I~, po,icliù og11i ,·i <·.iw1m. a puù avere i su-o.i pr1·il'oli, o ~ ~noi ineo-11,·,1 '11icn.ti , la dot!Lrinasuesposta port.1 drit,lo aJ dominio 111 1i,·crsal- r. L:t' Gcrn1a~1,i,1 è logica. J\fn.dietro il ~ogno d<'ll'lm– pcro universale può esser<' invece la rovina irrepa– rabile, ch,e·giù si dclinen, e che nuspichiamo l'0H l.111.iri i I cuore, per l'Ii,npcro teutonico (I). Occo1·1·equak,osa d:i più scrio e di piì1 1·<:sis t.cnt.c alla critic.a elcmenLare che la teoria i111 ·cnl.al, a dal Labriofo, per spiµg,c1·e 1u1paese alle :1vvcnl .1irc r .di" ostilità contro pop(•li che ha ogni inl<'r<'~sr" lt·n◄'rsi ,nmi-ci (:2). Non si riesrc. µoi il rnpirc che 1·azw di J>t't'Ìt'olo poi.t'ebbe mi1wccinrc 1·11aliase la 1.:ost.1 01·ic•nt.alc l,cl– l'i\d1·iatico foss,c occupala d,i nazioni slavc:l'u ò d.rrrsi ('.IH' q11ei popoli abbiano realmcnlc le q11nl ·it.it < 'sp,1-n– s.ivc di cui mos<Lran,ocl-i1weocc.11p;1rs.i dc1 mi n -ost.ri c·o1111nzionnrì. ,\fa css.i 11011 vai·<·.hc1•rhhernosti Jmcnlo il n~al'? per questo. Oggi l'emig1'.:1zio11,i pnt·.ifirn h:1 sos,l.11.mLo per sempre I.a migrazione violr11t.:1 d('·i po– poli. L'it-ruzion.c tedes1C.ane·l Belg,io, che• r-inn-orn lr fo1·mc diell,enntichc invasioni barbarid1r. i• JH'r<> 11n fenomeno di n.a<turaassolut.amcnt.c clivrrs.,1, 11.:1~c'('11l1· eia ragio,n,i di dominio di e.asi.a e 11-on d:i dislirnll.i clc– mogt'.afici. E chic· vcrl'ebb-ero a fare gli Sl.nv:ii-n It.ak1, parsr pov,cro e pieno, con popolaz.i-0110sov1·:1hho11d.nnlc, coslrcLt.a css.n stessa ad emigrare; paese in r.11i Tari.<' cl,i far figli n-on pare si din~cnticherit e.osi pr esto, e• in cui quo-Ila eh crear la ricchezza, per dimr.ol :là n.a-t.11- rali e &toriche e per malgoverno an t-ico e m ccnt.e, è cosi cLiffi.c,ihe, da ri-chiedere virtù quasi sovrumane? Possiamo esser t,rnnq11il1.i,dunque, n co11s:icl.e1·m· chimerico- il p.erico-1-o slavo sulla cosla 01·i0nl.:tlrrlel– l'i\dria!Lico. li pericolo è uno solo: quello cli 1111:1 Ge·rnrnnia vincitric,e che prema da nord e di un'Austria ri nvi– g-orita che si estenda ad oriente. E non s·i vince c.he organizzando loro cont1·0 un intero sisLemn di f orze. Pallcggia,rc co-n gli Imperi J,e piccole cess·ioni terri– toriali, come misurare invidiosamcn·Le ogni p almo di terra al le nazi-oni giov ani che 1,ossano fa.re argine all_'A_us,t.ria, s-arebqe cec ,i.tà politica e gr cLt9z w bo,t– Lcga1a. L' Italia d,cvc png.arc La Iiberlà e il 1·isp<'Ll.o per sè e.on eguale libcrtù per le nazioni minori che si affac– ciano alla vii.a dc-Il.acivilt/1 eu ropc.a. l·'.c l ò fot.nlilù bcned-et1.a,questa, perchè snida inscpar.ab -ilmenlc la causa ciel pacs,e nostro con q11 elln dcll'ind iprnrlcnza dei popoli. · . La politica dello Stato italiano può, anzi deve es– sere, nella grande ora, politica garibnldi1rn. E. C. LoNG011.1no1. (I) Vnllona è un esempio eloquente delln catena che tlen cllet.road un primo passo In territorio nnn nazionale. Si è affermato che pos– seder Vallona è necessario RII!\ sicurezza della spl!\ggla pugliese. Orn si comincia a sostenere elle l'Albania è garanzia lndlspensoblle al possesso di Vallona. Se si proseguisse, si troverebbe che li posso• dere zone più Interne è necessario al sicuro dominio dell'Albnnla. E oosl all'lnflnlto. (2/ Il Labrlola stesso, In altro momento, oonslgllava nll'Jtalia di raro I ·1n1z1atrlce di accordi oon la Grecia, ed altre nazioni medller– ranee di second'ordlna, per Impedire, In questo modo, Il predominio delle potenze maggiori. Inoltre, dopo le Incertezze del primi mo– menti, Il La·brlola è stat-0 uno del più oonvtnoentl àssertorl delta necesellà, per Il mondo olvlle In genere, e per lo nazioni latine In .lepeole, di sottrarsi alla minacciante egemonia germanica.

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