Critica Sociale - Anno XXV - n.4 - 16-28 febbraio 1915
C1:UTICA ·SOOfALE ·58 c_r :u.in ,. che ncr,omp,agnano la ins11rrczi,onc interven- 1.,_st.a,: e la francheggiano d'un'aura rornnnLicrr Lt·ach– zt~n.ale: sè"nt.imr,nl,i lutt.'. all.ro rhe incompatibili con. I~ illus.ion,e ri,·oh1zionari.1, che la guerm, in gene,re, risolva m-911.cc.ose, e che questa guerra, in ispecie_, sia g,~wida d'.avvenire e cli rinnovarnent,0-. · l,ramrl! mat~riinl,e e m,oral-e eh o-gni gi,orn,o, e al,le pa– trie s,t,ess-e. Gli uni e l'altra t:i riport.a.n.o a q110lla nèbulo1'a, verso la quale noi,· rhe scrivi.1mo, de1111nciarnmo indir-izzato il ~oci.a-lisrno italiano, ad -op,cra di Mus- · solini prinripalmonte, ma non di lui solo, fin dalk prime manjfestazioni « rivolùzionarie ». Si t,orna in– <l-i ,rt.ro - dic.evamo: .si crede accentuare il Sociali– !,IITIO, e si rr-t.rocedc all'.aì1.archisrno, al repubblica- n,ismo, alla stess.'1 Democrazia. · E q,u,e&Lagwe1Ta, -econo,mica, clogrn1,al0, [inarnzi:uia è già a:nàri:Ln, ta,n,t'oll-re, è giù m'l'ivnta· a- 111nosi.ad io così acuto, che meril,n aJbenzio-n-e alm,e:no quanto l'al · t,m, p-itì :,pparis·Òerit,è, pi1ì f,n,cil-ealla1 cro-na,ca, più ac– cessibi,l,e nll'imq?r•e~sione e a.l,l'emozi,one po,pohlQ'e. Chi può as!-\i·curat'e ·che le s-Òrli d-e·i pn,esi in. lolla sa.ranno J.e,cisi cl:::Ì:ll'u,na piuUoslo che d•all'altr0 gue,1·ra·>. Oram,ai al punto in C'Ui si tl'ovan-b 1-e. COM~, spoci,al– menle in al,cuni paesi,. il que,sito e il dubbio si im'. pong,o,no. Ora,rn,ai risulta somtYre più eviden.to ciò .eh.:.· sc;rive 1 vamo, qualche .bempo fa su queste co,I;o·n.n,e,01· l,o,rchè prey,e,d,ev.amo che Laguer•ra smebb-e stata lung.a, o ,che i,l .s,uo proh1ngar-si avrebbe cl,ato-efficienza p,ro– g1,e-ss-ùvamente maggi•ol'e ad_eleme-nti estr 1 ane·i alla con– d-o,tta e, ai successi parzi,ali della guerra, e che sul p•rin– cip,i,o p,a,revano non averne àbbastanza. L'od,icrno « blocco rosso» in.I.orno .ali.a handiet·a tlcll'inl,P.rV('nl,o, ci dù ben pronta ragione. Qua-nlo .ai mezzi per impeci-ire la guerm, poclrn parol,c bastano, a rilevare il solito, errore che si pa– lesa. Ci si ,osi.in.a a spav,enlare la gente con un grosso fucik vuolo, in.vece di conl.enliarsi d,i una pisbola, ma carica. Le minaccie guascone, che a priori· si sa rhr non si mantcrl'.anno, sono scarnhial-e per se– gmi cli f.0,1-1.n.Si ha paura d'esser cleboli, a confes– sarsi non abbasbanza forti per domina rie gli evenl.i. YP.ro è che il -Serrati dice: - Se la. forza normale ri manca, non è del.lo che, per confluenza di circo– stanze, non si crei una forza d'eccezi,onc, capace cli ,,ffclli .inaUcsi! - Ma egli stesso laV'om .1 eliminare quelle circost.rnze « es,;Los_ive », perchè combatte La disoccupazi,ome e il rincaro·, sitirn-ol.a e ammonisce i 1 Governo a provvedere·. E allora?· Se non si ha il coraggio di di110-: « Tanto peggio_, lanto· meglio >), non è pjù sempljce Lasci,are ad altri parl\li i sogni insurreziona"li, e rimanere so6.alisli, ·senza vergognarsi della dleb-0lezza, la quafo non è nei metodi, ma neUa r,ealtà e nella efficienz,a dei -no– stri eserciti proLetarì, ancor.a scarsi e dispersi? Non è più onesto procl1amare I.a verità cli quel che po– Lremo e dli quel che non polremo fare, s,en,,a esporre il popolo agli sbaragli e il Partilo alla disfatta? Sincerità ve1·so gli altri, verso noi stess,i·: questa è ancora La virlù, la fona suprema, che dòbbiarno apprendere. GIOVANNI ZIBORDI. LE DUE GUERRE Quale sarà Ia 1 più ,risolutiva? A man.o a miano che la guerra pro,cede ineso,r-a-bile e clistrug,gitri-oe, es~a aUunga le sue pTopaggini mo– struo-se in tutte . I-edir-ezio.ni. Da principio fu oombiai– Lu,ta, ,rucca,n,iit.a, selvaggia, d:i,spera-ta, s-ul oampo; po,i ri-sooLLe,o ri,pre,s,e a Lr.atti la furia feroce-, pe-r p,re,pa– rairsi fors,e a tentare i S'lllp,remi a ,s.sa ,lti deJlà vibl!, e della moll"te ne·IJe ore p,iù propizie. Ora s,e11nb,rache l'or<a dei -0onflitti più giganteschi si·a per scoooo-re: sui campi d,ella Polonia e de!La Prussia o·riental,e e sui Oarpazi è già scoocata,. Ma l:e propaggini del'l'a gueirr.a van'llo più lungi. Non è so,lo lo• scontro de,gli -eserci•ti, ,l'i-ra bellui·na dle,gli uomini, ohe si annientano col fel'ro e oo,l fu,ooo, lo strozio della ruatuira più in– cLern,e,ntee de·i morbi suLle carni e su],l'!.tnima dei com– batteiniti, e J;e, angoocie DllOrLalid-ei lontain,i; c'è a-rwhe u.ita guerra, che non uccide violentemente, ma ehe.' 'str.inge e avvi,luppa nellie sue ·spiT-e, e min;aociia I.a .stretta soffooolrioe a coloro stessi eh~ non comlbat– tono, ri,masti. nella paitrj,a a continu,a,r a tess,eme la · a Gino Bianco . . • f Ade.ss9 poss1,am,o -anchel prev-ed,el'e con qu,1il-che p,i·o- b,aibili,tù che, pe,rdurand-o e aggravandosi l,e c,ondizio-n_i a,ttuali di-questa guerea nella gu-èrra, di sif'f,aUa guer– ra· eco,n:omic.a., [inanzi.aria, clog.anal-e, l-e ripe-rcus-si,oni di •es·sa non s·aranno incliffer-enti ali-a s-o-luzione dei gigantesco conflitto, nè cli li-c-v,ec,onto rispetto ,alla · s_ua durata rn,agigi,or-e o mi,no,re.. Alt-a guerria econo,mi•ca tra i bel,ligel'an·ti - e qui si.a u,n,o d,ei suoi aspetti più cara-tte-rist.i,ci - pm'le,ci– pa,no,; s,i,a pure forzatamente, ,;n,che i ne,utrali, i qu,alli, mùtu-ra,lme,nte, si limi-lano 1t1. ri.rrian,e,re,_fin ·eh-è p,o,sso– n,o,.... su1ll.a difensiva. In tale senso è v-era la propo– sizi-orue,c;he cieli.a guerra s-entono le cons,eguenze e- gli òrueri a,ruche i p.ae- si neutrali, co-s-tr-etti 0 subir-e la \:eig,ge cl-i un mercato inoternazio·n.a,l•e, che la gueTl'><.1 h,a p•I'o,f,o,nclameintemutato e sconvolto; me,n,Lre rima,ne pwr semp-r,e arbi.lrm·io e ,assurdo inferirne I.a c,onclu– si-on.e cihe, non ci si,a quindi a-ltro da fm,e che inabi-s– s,arsi in pieno nella vorogine ap-erta dialla conflagrn– zione. e•l.lll'Op-ea. Ma la co,inp,et.izione mortal,e è, diretlJamente, tra gli al-Lri; e ,j. ne-ubri ne- subisconio sol.tanto i rifle,ssi. E trn gl,i ailtri: ,e ,tra essi può cli,venire da u.n miomento· al– ]',ruH,l'ove1,amente m,ortal,e. Navi, oa,nn-9,ni e, uomini oomlbattono del p,ari questa guerra di affiama,m,ento , degli stomac.i, dell,e i'nciustn:i,e e dei oommerci; questn gu= di tutto un pa,es-e contro t.utto u-n ailtro, pa,es,e, ed eis,sa è con,d,o-tk'l. ,con q-uell,a stessa p1,eparaz,io-ne e ci.wa strotegica, che p,resiecl,e alla gu.etTa Cl'tie,nta tra g,li esercì-ti .. E, s,egu1endo l'ans,ia li'emienda con cui· i popoli n,e,m,ici si spiano a vi,cend,a, si guakino a tria– v,erso i c0-nfin.i, si misurano, re-cip,rocame.nte, gli ap– pr-01Vvi1gi,on.ame,nti e i bi,so,gni, ne-llo spazip e· n,e-1 tem– po•, e.rig-0,1110 i l,o,ro cail-co,li sulhe c,onsta,tazi-o,ni e sul!,e probabilità, mi-ra,no i,n,di a ·dirige.re la sorveglianza i1n,supera,billlllenlte proibitiva S'll tutte le p.o,s,s-ibi!-ivie d•ei -rif,o,i,ni.rnenti, ,e, dov,e si apre La po,rta di un neutro v-erso, l'in,irni-co, circuis,cono qùes•t'u,llirno di blarudiz,i,e, di promes-se o di minacde, 0pp•ena velate o•netta,m,e,nte p,al1esi; e assistendo ai risultali già bal-enanti o per– sp,icui, in la.l'Uni p,a,esi, cli buil,a ootest.a o ,pe.ra immane ,e m,i1nuzios.a ne,\l,o s-tesso temp,o•, dove ,pos-so,no avere urua im,po,rtanza estr,ema, co-s~ l'avveni.mento g-randi'oso · oome .la e-sritta p-ercezione cl.et pa,rtico-lam più minuto. 111e1l congegno gener,ale di un bl-oc.co effe,ttivo, a,nche s,e non dichia,r.ato•, si è portHti a chi,ecleirsi a,nCJo•ra,e di oon.timw,. qua1e deHe· due _g,uerr:17 ,sprà la, più ri·so- 1,wti,v.a, e a dar-e un v•a,l,or-e pr:e-sso che. ugua,le al co:r•s<Ì, ,a'll,e fasi ,e agli i,ncider'll;i d~ll'Ùin~ e ·d,e.li_'al~1;a,,-., ..
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