Critica Sociale - Anno XXV - n.4 - 16-28 febbraio 1915
CRITICA SOCIAL:! 1 I NODI ALPETTINE IHCASA ff 06TBA Passando ad esaminare imparzjalmente· i n,odi venuti al pettine irto e pungente della guerra, nel nostro Partito, int endo ri ferirmi più assai al modo e alle forme della nost.ra azione, che non al merito e alla soslam.,a de l nostro atteggiamento. La neutralità, appoggia-la, p~opugnata, sostenuta da noi socialisti, è, secondo il mio avviso, piena– mente conforme ai dìoveri tl'el Partì.lo, come agli interessi del proletariato e dell'Italia, socialistica- . mente concepita, c011siderat.a, ed « amata». Il convincimento è pt'ofondo, meditato,. maturo, e a rjba,dirmelo nell'animo (se ve n,e fosse stato bi– sogoo) a,v1,e.bbecontribuito lo spettacolo del panct:e~ mo1ùo mentale e politico offerto dalle svariate fa– langi intervenzìoniste, e il contegno e le a-rmi ado– perate dalla maggi-or parte di queste - sopratutto da quelle a noi più vicine -- per difeirdere .ha loro tesi e s·configgere la nostra. L'àssunto, 'dunque, e la posizionoe politica cl.clno– stro Partito, erano eccellenti. Il modo come l'ha so– stenuto e difeso, ha corrisposto alle deficienrte e ha rivelat,o alcuni mali, antichi e recenti, del Socialismo italiano. Primo e più radicato di tutti, il teoricismo. Il · quale_non significa - tutt'altro! - avere delle <Leo– rie, a,v,ere una teoria, una dottrina, un'idea gene.– raie, chiara, dìigerita, capace di illuminare e gui– dare: ma significa la smania del teorizzare l'inteo– nizzabile, la fretta di improvvisare un dogma, una formula, un'astmzi,one, dove c'è il fatto, palese, elo– quente, convincente per sè. Quindi, appena affermata la neutralità, si sentì i.I bisogno di farne un canone dottrinale, mentre era un criterio pratico. Neutralita (pareva evid1ente) si– gnificava che noi non vedevamo nè prevedevamo rag.ioni cl:iguerra, per gli interessi ciel proletariato e "dell'Italia vista attraverso i sacri interessi ciel suo popolo - il che è come dire, d:ella nostra patria. Oibò! Ciò era troppo semplice: .ed ecco la ga-ra .a.tL appiccicare alla neutralità gli epiteti e i codicilli, le spe,cie e le sottospecie, l'assoluto, il relativo, il vigile._ ... e il suo c·ontrario (che avrebbe ad essere, logicamente, l'addormentato), per ottenere cli isti– tui11eun'accademia dei Discordi là dove occorreva un.a concorde e univoca propaganda tra la, popo- 1-azione, p,e,r d~ffondere ·le ragioni socialiste della nostra neutralità. Le ragioni socialist-e (dissi) della nostra 111eUtralità: il che significa, una propagand'a netta, precisa, « intransigente »: che leV'asse su, alto, il problema, e la bandi'era neut,ralista da' npi brandita,, distinguendola non solo dalle ragioni pa,r– ticol!ari dell'altrui neutralità, clericale, reazi,onari•a, borghese, ma dai motivi antisocialisti d'el neµtral:i– smo d1elvolgo, fondati soltanto su istinti meno ele– vati. I quali meritano anch'essi oonsid,erazione, in quanto esistono, e meritano pure rispetto, riflettendo al perchè esistono; possono e debbono essere una fona su cui far leva, ma a patto che si riallaccin'o alle ragioni superiori, politiche e uma:ne, del no– stro atteggi.amento, a patto che si illuminino e si nobiLitino con tutta int,era la luce cloUrinal,e e mo– ra le del nostro principio. Da questa voglia del teorizzare sull'arena, venne quella tcista, deprimente discussione sui limiti diella neutralità, e sulla guerra difensiva, che fu un ca– ratteristico episodi-o della -tendenza nostra a legi– ferare sull'ignoto, a codificar l'imprevisto, ami, il non mai visto. Chissà come se la immaginano, quei 1110Stri compagni antipatrioti.. .. a paro,le (proprio come sono patrioti tanti deU'altra riva!), urua inv.a~ sione straniera? Nelle lunghe discussioni che si fecero, nella Fet00- razione Reggiana, su questa materia, l'.a•rgomento più pratico fu recato d•a un muratore ch'era stato in Alsazia, e ch,e dipinse in quattro parole la con– c\'izi.onecli un popo.J.ogovernato da un .altro p.opolo•: nella quale al consueto giogo della clàsse si as– somma quello della nazionalità, e alla servitù ec·o– nomiica e politica comune, si .aggiun:ge una sopra– ta,ssa cJtiservitù che è politica ed economi-ca anche essa, ma· c-on un contorno e un co·rteo,·di oppres– sionj militari, religiose, linguistiche, coordinate aUa conquista. Ma chi ne sa nulla, cli coloro che son tmppo gi•o– v.ani per ricordarla- in patria, o non ebbero modo cLivederba in atto altrove? I più si a,tte,ng.onoa cl~lle formule, si inc•aparbiscono in una negazione su– perba. Quante assurd·ità, quante esagerazioni, quante « po se-» mentali e morali - da parte •di intdl:et– t.ua, lissinù e eia,parte di incolti, compiacentisi 'quasi cli o stel1it.aree g:onfiare la propria ignoran2,a e roz– z,ezza! - si sentirono in questi ult,imi tempi, su questo tema•! E quante riflesS'ioni tristi sulla imma– turità deUa coscien2,a socialista, sulla impreparn– zione d 1 eUa psiche proletaria .... e non pro-Leta·r~a,a ragionare, a meditare, a pensare cl~ritto, cruiaro, preciwJ · · Eppure era questo, per l'appunto, il còmpito no– stro pnincipàlissimo. Tutti i-partiti, su per giù, per– dlettero la testa e la tramontana sotto l'influsso, della guerra. Noi dovevamo conservarcela. Esaminare la realtà, dove altri s'esaltavano; formulare il giudizio dove altri vociava la frase; tener accesa -la ragione d'ove per altri divampava• il sentimentalismo. Occorreva essere « socialisti»: nè di più, nè di meno, - dando .a questo più e meno il senso oon– venzi·on.ale dell'uso, del giudizio, o del pPegiudizio comune. Ma sotto l'emozi•one della gu~rra, molti •fanno co– me i cantanti nell'orgasmo d'una première: credono di dover «forzare» o tendono (anche sen2,a pre– meditazione) .a forzare: e stonano. Stonano, per l'illusione di far più effetto: stonano, per l'illusione cli far più paura alk1 borghesia. Vec– chi.a, inguaribile malattia rivoluzionaria: radice pro~ · fond!a della· distin2,ione di tendenze: la mania di fare i terribili !}er parere forti, e con la speranza clii essere forti .... Ed ecco il socialista proletario negare, bestem– mi,are, maledire la.<<p9rca Italia», cred:enclo di far dispetto alla borghesia, e senz'accorge.rsi cli fare una confusione b.alo,rda fra borghesia e Italia: la quale, poveretta, è un'entità geografica, storica, lin– guistica, nazionale, del tutto irresponsabile - essa come ·essa - del1e nequizie del sistema borghese, esistenlll dapp,ertutto, in Inghilterra come in Ger– mania, e più gravi in Italia, se mai, per La min:01:e forza elle!proletariat,o troppo poco evoluto e scar– samente cosciente. Ecco il socialista• intellettuale sillogizza,re e teo– rem:izzare per a,rta, con elcg.anti sofismi, per. sta– bi-Lir,e che, essendo il pro.Jetar.iato una classe, e !:a sua caiusa e la sua guerra una questiione di classe, e essend'o il Socialismo una negazione dei p11ece– denti si&temi filosofici e politici, la patria era fac– cenda t00l tutto estranea al prole-tari.alo• stesso : il quale ,evidentemente viv,e anche lui (come quei tali beoremi) per aria; non ha nulla di comune con l'am– bi,en~e, non ha rapporti con esso, esiste, mangi.a,· d:orme, 1-otta per conto suo, in un mondo• .... frnori del mondlo; abita in I~alia, così, per combinaz~one, d'i passaggi.o, come un viaggiatore all'albergo; ma •
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy