Critica Sociale - Anno XXV - n. 3 - 1-15 febbraio 1915

38 '.fHTlCA SOCIALE di illusioni in tema di socialismo. Sarebbe interes– s.ant,e fare la storia delle illusioni dei socialisti. Carlo Marx .attese ansiosamente per tutta la su.a vita lo scoppio imminente della rivoluzion,e socia-le. Engels predisse che questa sa11ebbe immancabilmente avve– nute. verso. la fine.... del secolo scorso, o, lutl'alpiù, rerso il 1912. Il Manifesto proclamò che tufte le rj– voluzioni furono fatte fin qui dalla minoranza a faivor•e della minoranza; la prossima (campa cavallo!) s.a-rit f,att,a dalla maggioranza a favore deHa mil!g·giora!l1z,a. Il Vorwéirts e tutta la stampa socialdemocriatica fino a ieri, e per trent'anni di seguito, affennarono che il capitalismo era ormai entralo nello sta,to .ago,n,ico (1). Il periodo primi.Livo del so·cialismo in Iw.lia fino .al 1898 fu quasi tutto un'illusione, perchè pe1'vaso dalla [ede. di una palingenesi a bre~e scadeinza. Rosa Luxemburg, proprio alla vigili,a della guerro, scriss·e . un J.ibro di 500 pàgine per dimostrare che i.I capi– talismo deve presto morire di morte viol•enta. Turati (tu quoque!) s'illuse, quando credè di raddrizzare le. gambe ai cani e di « riformare >J oerta burocraziài a mezzo di nuovi org;anici .... E il riformismo in genere quali frutti diede dal 1901 ad oggi? Confessiamolo in camera charitatis: scarsissimi e cLigran lunga i.nfe– l'•iO·ria ogni speranza. Una parte di esso degenerò (è Turati d1e lo dice; quind,i un loico osserverebbe che egli si iilluse cred-endo non dovesse d•egenerare); l'altra si illuse di poter v·incere e svuotare• del suo contenuto il vieto rivoluzionarismo, ed og;gi, invece, si trova ad ,essere, voi-ente o nolente, mancipia di esso. :'iè si vede quando il contubcrnio potrà sciogliersi. In verità, in verità, nella vaHe del socialismo è spun– tata spesso, troppo spesso, la pianticella dell'illu– sione.... Il socialismo si è finora comportato come quelle beU.e donne capricciose, che sono procli-vi .a.:.. metter J,e corri.a ai Jo,ro mariti. Da un punto di vista critico, non.. d,ogm.atico, -0he cos'è questa famosa o,rganizzazione po-li.ti• ood,el pro– letariato? Essa è urn'impres,a p.olitico-eco.nomi,ca come tutte le, altr•e, diretta da un'oligarchia più o meno in– t.e,lligen,te, soggetta, c,ome tutte le imprese, alla !,egge dei costi crescenti e dei redditi decrescent:i, 0illa legge di saturazLone e <lene proporz,ioni definite. Adoperia– mo un'immagine poetica per un.a cosa molto pros:a,ica: essa è -un fiore ch,e, a un dato punto, si sfalda. Quali sp-eranz•e si possono fondare ·su di essa? Potrà essere quello strumento di effettuazione socialistica -che Tu– rati pro.fila nella sua poslilla? Qui sta il busillis. In,Lanto, !',esempio della Socialdemocrazi,a, tedesca (la più pe•rf.etta, I.a più vasta, la più numerosa fra le organizzazioni prol 1 etari•e; in Italia e altrove è mia,i pensabi,[.e qualicooa cli simile?) no,n è davv·e•ro c.onfor– Lantc ·e ,eclilìoante. Co·nsiclerata nella realtà, 110111 nel mornclocl-e-Ile nubi e dei passerolti, qual,e fu la pratica della Soci:aldemocra:z.i,a,di questa potenhssima, isti,tu– zione politica, col suo milione di o•rg-anizz.ati,coi suoi 110 deputali e quattro milion,i e· un quarto di voti? Qu•ale essc-nza mise .a nudo cotesta guid:a maestra ispiratrice di tutti i partiti socialisti del u'ion<lo, co~ testa spina do,rsa,Ie della defunta Interrnazionale? Ahi– mè, alla prova dei fatti essa si palesò imbevuta di pangermani·smo fino alle midolla! La sua adesione, la sua dedizione al Gon~rno «prussiano» fu completa e irrevocabile. Il suo idealismo intemazionialistico non era eh-e una lustra: svaml come fumo al vento. So-- (I) Ora Il Vorwlfrts, come scrissi l'altra volta, pare abbia mutato leggermente d'opinione su questo punto. 11capitalismo ha dinnanzi a sè ' lndeftnlte possibilità di sviluppo •. BibliotecaGino Bianco cialisti e Junker si fusero in un blocco monolitico. Il Vorwarts constatò con gr,ande compiacenza che « lo Stato tedesco non so.Jo possedeva la miglioN organizzazione finanziaria, industriale, commerciale e prol,etaria, ma anche il miglior apparato di guerna e di dominio >J. li girornale più importante dei coo– peratori (diffusissimo tra le cl.assi popolari e ope·raie) affermò che « iad ogni costo dovevia esse-re conser– rnta al mond·o la bene<liz.ione (!) deJl'ImpeJ'O germa– nico,». E il J(orrcspo11denzblall, organo centrale dei Sin.daca:ti operai, dopo cinque mes:i di guerra, ancora esalta la « be-lla gesta», e dice che tutti i lavorato·ri tedeschi devono otten,ere la vitto.ria senza badare a sacrifici, dovesse pur la lotta durare pe,r anni i•nteri. « Tutti gli organizzati sono imp.egnati a fondo nellra vittoria, perchè la sconfitta sarebbe fatalment,e seguita dalla di•soccupazione e dalla miseria». La pralioo socialdemocratica, osserva perianto ret– tamente il Michels, indi-ca che è affatto iD11I11iag.inrari.a la conc-ezione di u;n proletaria.tè e di UJna borghe-siia orizzo,n,talrue.nte conoèpiti come l'uno di f.ronle all'al– tra; rivela che c'è unra comunanza profon<l.a di i:nte– r.essi. __: nonosLan.t-e J.e scaramucce quotidiiane, - tra bo,rghesia e prol,etariato n,a,zional>i-Il concetto social– d,emocra:tico di classe cond u,ce il ·proletariato a 1 1la ooHaborazione nazionale, patriottica e mrilit.are. « Men– tre prima s:i credeva rag;g.iun,g,ere Ira solidari-età del ge,n,e.11e umano sotto la gtli<la d·el prolel!ariato rivo,J,u. zionario e sulle rovine della borgheisia e dei G-0v-erni niazi.onali, la ·pra:tica del socialismo tedCISCoooud.uce, i.11Nece, :alLa g,r ,andez.za dei'la patria e alla ·flo·r.idezza del proletariato e della borghesia di essa sulla ro– vina- diel prole-lariato e della borghesia delle paLrie :iLLruli ». Tale è, a pare,r mio, la dura e ostica .rea,ltà. Dob– biamo nasconde,re la testa sotto le ,ali, o confortarci rnell'idea che, se le cos-e non van:n.o come dovreb– be,oo andare, è pe•rchè l'orgam-izzazion.e proleta,ri,a (n,azionalè e intemaz:ionale,) è ancor bam!bin,a, e che, per atting•ere la meta, non si tratta che d.i pro-seguire sulla medesima linera di sviluppo? N.o, no! L'odier111acrisi :mon.drale è anche w1•acrJsi radicafo del soci-alismo e dei partiti socialistici·. Non illudiamod, ,non iHudiam-0, p-rocl.aruando che quesita ci'Ci-0pica c,rociaLa di popoli s·ia soltanto do-vut:a·alla malv-agi.tà e .all'astuzia dei oopitalisti. Essa è qoo:lcOEa di ben più profondo, e reclarrna anche d'a parte del– l'iazione e della teo,rica' s-0cialistioo una: pr.ofonda 'mo– d:i.ficazione. Il ·socia!i,smo è una dottrina di vii.a, e la vita è sempre varia, sempre nuova, sempre ri'llno– v.anLesi, negatrice·spietata d-ei nostri schemi', .ricettairl, filosofemi -e formular!. Il socialismo hon è indissolubilme'!lte l,egato iad al– cun si.sterna: è Jegato solo alla vita, che è un « labile ,equillibrio• » (ein lebendig-labiles Gleichgewicht - cLice Simmel). Con ciò si asserisce fors,e che esso v.ad ,a lra-vo.Jto per sempre nel cataclisma? Affatto.. Il socialismo è urna forza immanente nella ooscienza moderna, un'insopp,rimibile aspirazione verso la giUr stiz-ia sociale nelle sue i,ndefinite incarnazioni a:pp,ros– simative. Per quanto inn,IJ1llerevoli, g.NI.Vi e diefe.tiga.nti sieno e continuino ad essere le difficoltà della sua effettuazione progressiva, ci sono e ci sarann-0 6e111pre uomini, che non si rassegneranno ad essere meri transiti di cibo, e senti,ra-nno prepotente il bisogno di ~avorare intorno a qualcosa che soeialmente tra– scende e supera il loro piccolo io. Il socialismo, per– tanto, si rinnoverà e vivrà.

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