Critica Sociale - Anno XXV - n. 1 - 1-15 gennaio 1915

4 CRITICA SOCIALE la violcnw, e quesfo privilegi_o. l'hanno affidato ai ,,-iudici: co;;i è finilo il soggellw,.smo del dmtLo che faceva ciascuno giudice ,e giustiziere. ed eLern·ava il bellum omnit1m. contra omnes. Non diversamente ha da procedel'e la cosa nella società degli Stati. Se fìssiamo il domma neo-clernocralJco della guerr.a clell'Halia contro la Germania e l'Austria per pumrc queste Polenw e restiluire la libertà a_!Belgio, noi fissiamo che -ogn.i Polema s1 faccia gmchce e g1~1- stiziera cld cli•rilto e della nwrale fr.a l,c Po-Lenze (,ciò ch,e somiglia straname_nte a ciò che già succede), -ognuna, cioè, dovrà insorgere violentemente con tutte l,e ·ue fone ogni qual v-olla una Potenw sembri ad essa eocccl-erc i limit.i del diritto e della morale. Se il domma fosse cioè tiralo ad una praticà co– stante è chi.am che si arriverebbe - come osser– vavan~o- alla guerra guerreggiata in perf!l-ar.wnza, p,;;rchè nessuna Potenza riconoscerebbe la_f{iurispru– derr,.a clelk, consorella, e sentirebbe anzi il dovere dii contraslarvi armata mano. Ciò prova che anche il cliritlo intemazio,n,ale pubblico nasoerà non altri– menti che il diritto privato interno, quando i singoli, cioè le Potenze, rinunzieranno un po' della loro so– vr,rnilà, •ciò che signjfìca, rinunzieranno .a dire, cia– ~cun,a per proprio conto, ciò che è giusto, e ciò che 11011 è giusto, e rinunzi,eranno a far valere i I loro giusto colle armi alla mano. Ma i <.l.cmocralici (?) italiani, ::;-ra,nfautor.i ogn.i al– tro giorno della g,iuslizia internaziorwle, e mnga,ri dell'arbitrato, sono o-ra fermissimi a procJ.amare l'in– tervento militare punitivo clell'Ilalia, come un al-to necessario di fondazione del diritto int,emazionalc. Ebbene, ,nogliono questi egregi babbui,ni tentare con 1Loil'applicazione della loro nuovissima teorica ad un caso, nosl:J•o, per vedere che cosa ne nasce? Ecco: se, qua.nclo l'Italia, uscendo improvvisamente cl.a uno stat,o di pace e di amiciz.i,a con l 'lmpe.ro , Ott,o– man,o,, senza un pretesto qualunque che giustificass,r ki sua vi-olenza, puntava il trombone c-orutro !.~ Tur– chia, gridando,: O la Libia o la vita!, una quafonquc dclLc Potenve presso le quali risuonò .all'urussonu, con la nostra socialista, Laprotesta bo,rghese, si fosse rn,ossa con tutto il suo esercito e con tutta la sua flotl,a wntro l'Italia per insegna1·Le il diritto e ripa- 1,ar,e.alla ingiustizia, che cosa avrebbero detto i de– mocratici libici e eh.e cosa avremmo detto noi stessi. a,11tilibici?Probabilmente, libici e antilibici ci sarem– mo trov.at ,i tutti d'acc-o·rd-oa sospettare il disinteresse ed a ,oppugnare, in ogni modo, quel cavalleresco, id,c;:disiticoi11tervento, quella g,iusta guerra di puni– ·1.ione della guerra ingiusta, che noi avrem1no giudi– calo scmplioemenLe un'..1ggressi,onc a tracEmenlo, da 1-egarc un odio inest,inguibilc, ccl infatti valse il so-lo rnmoro sparso che da qualcuno in !\usi.ria allora si macchinass.c qualche cosa cli simile contro cli noi, per· approfondire il sol·co della inconciliabile divi– sione tra l'Itafo e l'Aus-tria-Ungheria. Presentiamo l'obhiezione. L'esempio non calza, perché il rapporLo dell'Italia e della Turchia per l'imp,,e;,a cli Libia n-on è paragonabile aii rapporti che ùq::ono all'intervento per il Belgio. La Libia 110n è .il Belgio. Ques.to vediamo anche noi . .'Ila l'ar– c,omenl,o noslro non mira a dire che Belo-io e Libia si,ano la stessa cosa. Ohibò! Alti-o noi à-, sumiamo. e cioè che, per la democrazia europe-n, che protestava conino !"opera dell'Italia verso la Turchia, ciò che 1nteressa1·.a non rra il fat.to ciel pos~esso di due pro– cincie turche; se l'Italia le avesse comprate, o barat– tate._ ,o consegurlc con mezzi cliplomntici, la demo– crazia ew·opea ne sarebbe stata contentissima. Ciò che lurbarn l'E11r-opa democratica o la spingeva alla protesta c1·a un interesse ,:issa, più alto che un alto cli violenza internaz.ionale consiclcrato astrattamente che lo stesso trapasso concreto di un lembo cli clc'. s,c,·lo da u,vi stemma ad un altro. L'Europa demo- B1bl1ote a Gino Rieneo cr,,Lit,a nel colpo dell"ltalia vedeva la ripel.izi,0110ag– gravata ciel colpo dell'Austria sulla Bosnia_-Erzegn– vin,a, e in, tutti e due questi colpi vedeva l'1rrcparn– bile caduta delle spcranze che essa, l'Europa dc1no– craLioa, aveva messo nelJ.a Giovane Turchia, come l'unioo org,ano cli diffusione in Asia e in :\frica dcli~ idee della civillù occiclcntalc. Dal nostr,o indimenti– cabile Jau,·ès ,d Clemenceau, da Lu.ig.i Luzzatti a Emilio Vandcrvelde, cl-aTeodoro Curti a Llo,ycl Geor– ge, tutta !.a clemocrazia liberale e socialista cli Eu– ropa ,si era volta a s.ostenere quell.a crenzione forse ,effimera, certo generosa, della Giovane Turchi.a - la sola che poteva parlare per l'Europa a 200 mi– lioni di mussulmani - contro le diffìcoltù che doveva necessariamente opporle il fan,atismo nazionale e religioso dei vecchi Tuéchi, i quali troppo avevano in sospello i loro ,europeizzanti c.orreligiona-rì; troppo li crede1,ano più ligi alle logge a-t.eizzanti e all'Eu- 11opa che alla Mezzaluna e all'Asia. Ora, che l'i\u– stria, prima, e poi, più viol,entemente, l'Italia ap– p-rofìttassero clj quella crisi di clcbol-ena della Tur– chia sotto i 1wimi Governi costit.uzionalj, per spo– glia-r-Ladelle provincie, agli occhi della democrazia europ,13a era un aperto servire ai Vecchj Turchi, un lavora-re per la r,eazione mussulmana, per l'irrigi– dirsi dell'islamismo, per il rigurgito- d,cll.a guena santa, con irreparabile jat.Lurn delLa tr.asformazi.onc 1mcifìca dei contin.enLi secondo i bisogni e le •jdee della civiltà -europ-e,a. Ben potevan,o pertanto cotesti alti motivi sembra.re a taluno, tali da l-cgitt.irn.are, nel– J'inleJ'esse cieli.a civiltà ciel mondo, e per il più tran– quillo evolv,ersi del liberalismo I.ureo, un inlervenLo punitivo contro, l'Italia che rompeva il sogno ma– gn,animo e dissipava le liete speranze concepite ... Ma tutto ciò non avrebbe rimosso il giudizio cli alcun italiano sopra l'inizia-tiva che fosse stata pnesn eia alcuna Potenza di interven-ire nel -con,flitto in so– stegn,o armato della Turchia ... Ci pare quindi chiaro abbasl.anza che la s·olidarietil dovuta dagli Stati ,1; confratelli oppressi in guc,rru non possa a priori essere una solidari,età d'armi, La qual,e nulla g·aran.tisce che ristabilisca il diritto e non allarghi jnve-ce la rovina, la devastazione e 1'-01-0- causto: ma .assai più utilmente possa essere una soliclarictil di ausilio giu1·idico-cliplom.atico, da es,pl.i– carsi ne.ll" i.nterno della. società degli Stati con op– portune mcdi-azioni etiche e diplomatiche, con prov- 1·idenze di consiglio, con .azioni severe di pe•rsua– sion,e, p·olùtica, con pressioni e sanzioni giuridicl11•, le quali possono- anche· non essere soltanLo plato– niche, le quali possono andie tradursi in sanzioni positive diiplom.atiche, commerciali, ecc., tali eia dai·e rnlorc, anche agli occlri dei più violenti, alle m– gioni dei più dèboh per il senso che se ne esp,·ime, che il calpestarle potrebbe volgers,i in improvvidlo danno, del prepotente stesso. Che in guerra s.i spen– g.a con la guerra, -che gli incendi si estinguano ap– portanclo,vi nuove fascin,e è opinione tutta ili clemo– cra.tici ,e degli allegri compari delle Socielà italian" pe,r la pace; i qual,i, come è risaputo, con coerenza eia carnevale sono sempre i primi cosi ad appl.au- . dire. l'ultimatum italiano alLa Turchia, al .con[ronito del quale la nota cieli'Austria alla Serbia è un passo del Vangelo, come a invocare il più impronto " proditorio intervento in guerra cont.ro gJ.i alleati!. .. Per tutti gli alt.ri , e spocialmcntc per no,i socialisti. la guerra n,011 si spegne con la guerra, si spcgn<· con la pace, si spegne creando le concl·izioni intcr– rna;,,ionali del diritto, le quali si fo,-m.ano 11cll'inle'lw1 cli ciascuno Stato, portate dalla lotta cli cl.1sse pr·r la conquista proletaria elci potere, e so110 invee,· fieramente ripudiate se vengono por-Late dallo stra– niero sulle ali della guer-r'-' vittoriosa ... -democra– tica. Fa bisogno ricordare tohe compie ora il secol" che la Santa Alleanw, sollo la sua greve mora.

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