Critica Sociale - Anno XXV - n. 1 - 1-15 gennaio 1915

14 CRITICA SOCIALE quillamenle la sua ascesa economie.a. Per rendersi oon'Lo di queslo paradosso, g1oya r,co~·dare la co•nd1- zione economie.a dei due paesi avanti e durante la guerra. . . . " . . Le guerre cli Crimea e contro_ la } urchw _ave, ano rovinalo !,e finanze ru&S•e.TutLavw, 2::>nnrn più t.ard1, all'inizio della guena contro il _Giappone, la Banca impe1·iale russa possedeva una riserva d1 oro cl_1 ben 2450 milioni cli marchi. (La riserrn della Banca impe– riale o-erma·nica, all'inizio della presente gu~rr_a, non era clfe cli 1253 milioni). Tanto incremento d1 r1cd1ez– za nazionale nor1 Y:1 ascritto a. merito degli .nm,m.i,ni– stralori russi, ma si deve .agli in,esauribili tesori J~H– turali e alla sterminata estensione del mel'cato 111- ·lerno,; m<1lg.-ado l'oppressione fìscale, che- impedisce ai contadi-ni di sfrullare razio,wlmente 11Lerreno e li condanna ali-a fame, e malgrado gli enormi sprechi, l'incredibile corruzione, la politica commerciale che, rincarando il ferro, Wglia i nervi aJl\agricoltura come all'in-clustria. Pochi dati illustr,nlivi: gli ope-rai aumen– tarono da 1,4 a 2,4 milioni; il valor-e degli stabili è raddoppiato eia miliardi l, l/2 a 3: la p·roduz,one del c.arbone e del ferro è triplicala, indizio certo del fìo– rire dell'industria pesante, dello sviluppo e de-lla con– centr.azione capitalistica: come, risulta dal raddoppi,a– mento, eia 919 a 2100 milioni di rubli, del capilal•e di fondazione delle più alle forme di imprese capitalisti– che, delle imprese azionarie. Non 1neno di un mili,ar_do ,e mezzo di rubli di ca-pitale industriale era amu1to dall',esLero. La 11ducia de·i cap·ilalisti esteri non venne meno neppure d-uran·le la gue>rra disgraziata, t,rnto– chè, pur dopo la presa di Po'rt Arthu,· e In sconfìtta di Mukden, la Russia potè ,contr<1rre all'estero tre pre– stiti successi,vi, per compl,essivi 681,5 mi.lioni di .rubli, olt"e a 600 altri milioni di prestiti inlerni. La guerra era costata alla Rmssia circa 5 miliardi, ma il den,aro non era mancalo e !'-economia russa aveva sopportale agevo,lmente anche inevitabili forti aumenti di tasse. Be111 altra la situazione del Giappone. La guerra vil- · torio&a contro la Cina aveiva f,rullato, oltre all'isola di Formos.1. un'indennità di 350 milioni di yen; qu.allro vol·le il bilrn1cio anrnu,ale dello Stato. Con qua-I frutto? Le soci,elà commerciali e per azioni crebbero come· i funghi, sino -a 7622, con un capitale, sulla carta, di olt1,e un miliardo. Le Banche fecero affari d'oro; il loro g,uadagno s<1l-ìda 14 a 46 milioni. Si costrussero ierr-0,vie, si e1,essero fobbriche, sì im,po,rtarono quan– tità ,enOTmi di mate-riale greggio e di macchine. Rin– oorarono le me1•ci e i salarI. Ma di-feltava i.I personale odd•estralo, lo smercio all'interno si esLendew1 lenLa– m.enLe, l'esportazioae non offriva sbocco sufficiente, c.ausn gli alt.i p,,eni e la qualità deficie-nt.e della pro– duzione,. Ne nacque lo sfacelo spavento,so de·! 1900-0l. La mu't,ata politica aggrnvò la silua,,ione. La vittori,a sulla Cina avendo elevato il Giappone a grande po– Lenza, ecco i,nvaderlo la febbre degli arm<1menti. Creb– beTo rapid-amenle le, spese, le Lasse, i d,ebili, la mi– seria. Il presidenLe della Federazione delle Camere di Commercio del Giappone, prima ancora della guer– ra c,olla Russi-a, notava come le vittorie aves&el'o. ue– luse le speranze ed ,esprimeva il _timore che il mili– lk'"rismo deprimesse le ferve vi•Lali della na,,ione. Nè economicarne•nt.e nè fìnanziariam•enle il Giap– pone poiJera misurarsi con la Russia. Ai ca-pitalisti non ofTrira g::tr.;J.nzie suffici-enti: la fiducia nella· sua potenza militare mancava. Prima di rico.rrer,e a pre– stiti 01l'eslero doveva far parlare le armi. nia. date le se.arse riserve, poco poteva aspettare. Ai 2450 mi– lioni di mmchi della Banca imperiale ru a, il Giap– pone non poteva contrapporne che 260. Si comprende come la guerra, benchè vititoriosa, stremasse del Lutto il Giappone. Se non eTa la rivo– luzione a le!!are le mani ali,:, Russia, le sorti si sareb– bero presto invertile. L'1 Bor~a europea dava maggior -peso ,dia solidità economi-ca che <1llamilitare; le s,pl,en– cli•dc v1ttonc gia1)pones1 non riuscivano ad elevare i corsi dei vator_i giapponesi sopra il livello dei prestiti fotL1 alla Russia battuta e dilaniata dalla rirnluzio-ne. E i fat.t_idiedero rag-ione alla Borsa: il Giappone non s1 è poi potuto r1<1lza,,e. Al g,rande slancio economico degli ultimi d-ecennii del secolo scorso subentrò il rist.agno. Un ris"el?lio ne~li ultimi due anni fu tron– calo dalla spedizione di mao-Ciao. La villoria delle armi non rafforzò l'economia giapponese, come la sconfitta non arrestò l'ascesa economica russa. o oteca l:11 c;u La guena russo-giapponese dimostra che butti i succoosi militari sono vani se di-fetta la solidità del– l'economia; questa è di importanza decisiva per i suc– cessi mili,l.ari e il presu-ppost.o imprescindibile dei fìnnnziamenli necessarii; vice,ver,sa i più s,plendidi successi militari non esercitano un'azione risanatrice,. Tutto questo vale molto più per la, gu-erra mondiale oggi scatenata. Quasi lutti gli Stati capiLalis,li più svi– luppati vi sono co,invol-t.i; il commercio coll'est.ero è quasi cessai.o; ogn•i nazione dee ricor,,ere alle sue riso,rse ,wt,umli; il me,rcato esLero dei p1·estiti è assai ridot.to e diffìcilmente accessibile: l'e·conomà-a .d,el p.a-e~e dern p rovr,edere tutti i mezzi fìnanzim·I. Trattasi di v-e,dere fìno a che punto essa possa procac-ciare q,uesLi m-e.zzi in natura; fino a che punto i capi:Lalisti del pa,ese ,si0no -pronti a far credito aJlo Stato, e il Go– v,erno lJOssu ritarck1re i pagamenti, o j,mpor-re tasre sul patrimonio, o bandir-e p-restili forzati, ecc. Com~ ~1i oombi:nii -l'affa•re fra 001pi.t.alisti e Go,re,1,.no, s,e, con ,·invio dei ·paga-meni.i o con pres-titi in-terni o· con au– m,ento di emissioni o intrecciando questi Y{lrii m,etodi, è questione non essonziale di Lecnica fìnanziaria. Di sostanziale resta questo: che lo svolgime-nlo delln guerra dipen-de dalla solidità ec~n,omiea. Vincerà chi economica1nente, e non solo fìn.anziarin,m,ent.e, potrà manLenere il respiro più ,a lungo. Ond-e, la più v-e 1 r.a pr-epai-.azion-e alla guerra consiste nel pTom,uo,verc, men,t.r-e dura la pa,ce, lo, sviluppo dell'economia, nel rafforzarla e nel consolidarla. Senza di ciò nessuna grnssa indennità di guerra salverà dal disrustTo lo stesso vincitore. f. u. FEDERICO NIETZSCHE: Schopenhauer educato1'e, - Prima traduzione italiana di Vincenzo Arangio-Ruiz. - Pe– rugia, 1915. Come il gueÌ'J'i,ero Led·esco - stando a qu.an- to u. serì Ha-u,ptmann -- porta nello- zaino Nietzsch e e S ohopen– hauer, così questo numero -della Critica esca per la sua guer1·a portandosi nello zaino Ni,et.zsche e S·cho– penhauer. Ma, come è verosimile che il guerriero Le– d,e,sc,o,s·i ,liegga s-0110 qwel che fat p,e,r lui e vad,a p,iano e circospeUo a' ma' passi (,li passi ohe sono per il l,ettore tedesco, « m,inati »), Dosì noi non fìc.oheremo il viso a fooclo nella foltezza me-tallioo di questa caval– le,r,i,a pesanLe di period i e ci conLent.eremo di ammi– ra,re di, ,al-cuno la pun.ta l-uciente dell'elmo: quella pun.t.a d'elmo che piac- eva fìn anche ad (osservaLore non oe– nevolo) Enrico Heine... (E,cco un altro aubor,e• che dovrcbbtlro pori.are n,elJo zaino, i guerrieri Ledeschi, specialmenLe quei che furono, fìno a qual-che mese fo, internazion,alisti: quale amaro moi:so all'onesta co– soi-enza e ch·e· melanconia ve-dersi ripassa-re sotto gli ocJchi prorposùti come que.sti di setta,nl'an,ni or SO!IlO: « Non sono così sciooco o c.aLtivo da desi-derare- che i mi-e•i-Tedeschi e· i Fran-cesi, i due popoli eleUi della umanità, si diano sul capo per il maggior bene del– l'Inghilterra e della Russia» - o anche: « L'Alsai,i,a e la Lor-ena io non posso ve1•a,mente in.corpora,rle così cl-i1-eggi,eri, come· v,oi fate, all'Imper-0 germa,nico•: pe'I'– chè gli abitanti di quei pa-esi son<> foo-tement.e attac– cati alla Francia ... a cagione d-i quelle leggi d'eguà– gJ.iani,a e di quene libere isli-tuzioni che p,i,aceiono mol-to al gusto, de1J.a borghesia, ma che lase-iano an– cora mo-1,to,a desiderare all,o stomaco d elle gran-d i molti,tudini. I Lorenesi e g,li Alsa,Ji-ani si riuniran.no alla G-ernrnnia-, quan-do noi compi-r-emo l' opera che i Francesi han com·inciat.a,... quando noi renderemo la sua dignità al pouero popolo diseredalo ... ». O bu•on Enn·ico,, è qu-e.l che stan f,a.ciendo ora,, dop-o s-et- lant'anni, gl'intern0zionalisti tedeschi .... ). . Più prof.elica anima ebbe Nietz.,;,che quando, dopo iii '70, scriveva questa terza «Inattuale» sopra Scho– penhauer -educatore, dcli-a quale abbiamo -oggi la pri– ma versione ,taliana. Vi si l·egge infatti: « Se vera– menle le foreste si spogheranno sempre di più, non J)otrebbe venire una buon,a volta il giorno di usare le biblioteche im·,ec,e di legno, pagli,a e fascine? Certo, l'a ·m<:rggio-rpa rto d ei libri è nata- dal fumo e dal vapore doei cervelli: bi.so~ na che ritorni in fumo e v•apore. E, poiché non ebb e•ro fuoco in sè, il fuoco deve pu– nirli ». Non c'è c.he dire: è un elegante punto di vista, anzi u,na sontu osa tor,re di Nerrone, da cui noi possiamo, magaTi coronali d'alloro e con Poppea a

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