Critica Sociale - Anno XXV - n. 1 - 1-15 gennaio 1915

CRITICA SOCIALE lS FRA LIBRI E RIVISTE Bestialità e umanità, È c.onoeUo tradiz,ionale - sc,rirc Kautsky nella Neuc Zeit, 23 e 30 oltob1ie - che l'uomo sia per n&tura cattiì,·o •e .an1ttisoci,al·e, abbia, appena oelati, istinti di bes,Lla ferooe sempre pronta ad assalire, v,iol,e-n.tar,e, torm,e,nt.ane, tmcidere i suo•i similj. Soltanto i progressi della civiltà av1,ebbe1,o fatto gei-minare e svolge•1'e a poco a poco i sen>Limenti soc•iaVi, la mètezza, l•a s,oLi– d,'ll!,ietà, l'or1•ore della ci·ud,eltà ,e,del sangue. Dal bru,to si sa,rebbe sviluppalo l'uomo. Molti elnoliogi la pen– srnno ane,ora e.osi. Anche secondo Lombroso il d,e+itto è femom.eno atavie,o, ricaduita al,l,ostato primitiv,o. Per il Na/ul'mensch la guerNt sarebbe un piacere; per l'uomo civile,, non costvetto da necessità di di.fesa, un deli,tto. Ed ,eoc,o che ora è scopp,ia-ta La guerra p·iù asp1,a, e alr,oo e ch e sia mrui stJa:ta. Com.e essa s,i può coin.ci – li<1re e.on la splendida incomparabile as·cension e delk1 nostra ci viltà negl,i td:bim,i due secoli; come coin l,e tradizioni Slto1•ichesulla civiltà? Il cammino ohe, stia– uro perwrr-endo non ci condurr-ebbe forse .a ri•tr:oso, comie disse Grillparzer « von H11ma11iliitcl11l'chNatio- 1wlitéit zw· /Jestialitiit? ». Malgmdo og,ni progresso scientifico, si.amo anc,ora dom,ènati dall,e conoezioni del secolo XVIII, battu,be i,n breoci.a d.a-1marxismo. Nell',ev-oluz·ione·de•ll'um,anità si se.orge sollanto l'evolu,,i,on,e intellettuale, in una data diirez.iion•e,dell'in<lividuo. Ma l'uomo non è uin tr.aU,a-to dri Lo,gi-ca;le sue contraddizioni non pro'\ 1 •e·ngono dia! suo interno soltanto, ma anche dal mondo esterior,e, dal'le :;iltuazioni contraddittori-e in cui vter11e a tro,v.arsi. L~uom·o siingolo ba svariatissi,me inclinazioni, delle quali pochi•ss•im,ehanno ocoasione di svilupparsi. Nes– suno può <lire come agirebbe in una data siluazionc non anc.ora sperimen.tata. L'uomo il più mite può, se ag,gred,i,to, tmsformarsi in una furia. Così si sp·i,ega com.e bravi giovani, in tempo di pace, posoon•o, in guerra, apparire besti.e feroci. Dala que&t0 complessità dello spirito umiano, è im– possibile lm1cciare la linea rella della sua ovoluzi.one ,·erso u:n ideale etico. Con che non si vuol dire eh.e 1·esti climost.i·ato i-I vioev,e,rsa, che il pl'ogresso della civiltà sia in realtà un regresso mo,rale dall'epoca d',oro dell'innocenza e delta pa,c,e alla noslra epoca ferrea della menwgna e della violenza: oppure che gli uomini si s.iano sempl'e mantenuti lo medesime besLi,e, male verniciate di gentilezza, che ogni he,,,e urto dii intrer1-essi s,paz1,a via. Gli organi dello spirito, d<"I senlimenLo e d-el pen– siero, come, ogmi altro organo, non si sviluppano per se stessi: ma si adattano all'ambi,ente. L'uomo si d,i- llingue dall'animale, perchè può reagire contro l'am– bienbe modificandolo e restandon.e a sua volla mod1- ncato,. «Ambiente» non è soltanto il teneno, il clima, ma i mezzi tecnici diall 1 uomo sLesso creabi, g·hi .a 1 nimali, i pl'Op1•i·is,imili. Sp,ecialmenLe la teonie,a e i rapporti sooi-n.liison, fatLorri in continua trnsform-az,io.n:c. T foil.- 1,ori naturali spi,egano lo vari,età di luogo o gcogra– nche, non que·llo di te,mpo o sLoriche, che inOuiscono nsSiai p1iù del'l,e p,ri•m1e ,nl\c quai~i si co-11111-e.Lto.1110 so– pratubLo i sentimenti e le conoezi•oni rno1·ali.. Solta-nt,o il d•ominio dell'uomo sulla natura, le cognIZionn, la l1ec,nica .p1r,ooed,0 1 nio i~ una linea_ qu~si ~iri_tta; \ se-11l;i~ men,,, etici v,engono mvece dom1naL1•1w,ch,••ers.,<Lemp, eia fattori varì e contraddiLLorii. Chi volle Li-rare una linea r,elLa si afl'ret,lò troppo a gene.1·nliz7_,are, -0oslrue11- do su un pe,·i•odo cli qu•o,lche seoolo, trnppo bl'l3/l'•C pel' la siLOO"ia umana. (;iii òl p,mLo dli partenza: be.~tiali-tù, sa.r-ehbc sba– ul,iaLo o 8Jim1eno 1von docume.ntaito. Non nbb1a1no tl Pi-n.001:.e- di conoscere i 1~ostr_i antenati l:estie, 1~a quel·lo ;i noi più iaf'fìnc, In sc1•mmi,a,. è quasi_ ,esclus1vt~n~,e!1,l:~ ve-g;etnri~noe, se non aggr,echlo, è pt1c.1lìco. _Agl 1 1 m_1zJ1 della c,i,·,ilità l'uom,o inventa le pruno armi, acqUJ1sta fl'l,iorga,ni e con ,essi !,e funzioni e gli ,isti,nt.i J,ella ru: piirn. Le 1;]'1'1111 1 gl\J sc·rvn·ono pr1~a _a chfcsa conlro g-1'1 ,rninuuli: poi all'offes•n per sp_oglim·li clel_l<i pelle e ci<>ll,c cairni. Così i·l v1eg.eitairiano s1 fece carrn voro -e cncc1n– . Lo!'e·.La c.aoe;ia, il s-aingu,c, ! 1 u•ccisione ci.iv, ennc una– volultà. V,e,nn,epo,i la guerra: non la so l.a zuf fa _in fa- ir11ig'li,n., rl•egn,adegh an.imali; ma la lol,ta f1·a le d"aersc comunità, formahe,si coi progr,ess i de -Ila l.crnioo ,e, collo sviluppo d,e,lpalri,m,onio linguist ,i.oo ; la lo,t:l.:1, cioè, c:i– raLLerisLioo degli uomi,ni o cli i nsot. 11iassai p,·ogrecl ili eome 1,efol!'michc. La ciresoe•nl,ecivi-1,tùrend,e,va l'uom" più sanguin,ario. La possibili'l:'1 cli assoggettar-e gli ani– rrua1l.i e i prop,ri s.imili gen-erò <llt~e forme cl,icruddtà. Sorgono al tempo st,esso tencl,0nz,e,-oppos,te. L'es,ten– der;,i dell'agri•coltura allo,ntnna l'uomo, dalla oo,cc,ia, dalla vi,olenz.a, dalla earn•e, dal sangue. Ma l,a,mi.tezza chie ne consegue non rimane ca-raLt,.er,e· sociale gene– rale &e non in pl.aghe isolate, al sicuro da ogni p,e,ri– colo cl'i'll-v,as ione. I popoli p,a,cinci p,er dife•ndersi deb– bono forme.re una casta di guerrieri prof,ess,iona•li. Nel– le In di,e o,·ien 'l.ali, l'Hinclus agri,col'Lo1,erifogge p,ers'Ì<n.o dall'rnooider,e. un a:ni,m,a.\.e; ma su di esso domin.a una ai•istoorazia d.i guerrieri crudeli. Qui I.a soci.età s'è cl,i– Yisa nettame,ll'Le,il lavo,ro: da una pmte l'unrnni.Lù, cl<il– l'altra la bestialità. Non esiste un prooes&o netlo dalla mi,tezza alla bru– Lali'lào vi-oeversa. L'organismo, formGz,io ,nre as .%tioom– pl,essa, contiene i g,ermi d,ell'una e clell' .alt.ra , i quali si sviluppano, secondo le circos-tanze. L a sto ri0 ciel– l'umanità offre le tendenz,e più diverse: la bestialith e l'umruni<tàprevalgono a vo-ltaa volta. Se pe,rò oozzano fra l oro è l'umanità che soccombe. L'uomo più paci– fi.co d-el m,onclo non può dif,endersi da un aggr.esso,m bruta ie che facendos•i brulal-e a suia v-oHa. Ln Europ,1, l,a tencle·nza alla mibe,zza è cosla-nte dal se·c-olo XVII, colla sua guerra dei. tr0nt'anni, aJ se– colo XIX. Ma non ci è lecito g,eneraliz7la•re, prolun– gando, qu,est.a li,ne,a,,nè indi,etro nno all,e 01·igini d-ella razza uman.a, ,nè, d 1 isgrazialam,enle, v-erso l'avvic'Ilir,e. La guerra .atlua-le sa,crifica moite p,iù villi-me che non qu,ell'e d,ei Lempi di Napoleone e di Clau&ewitz e sca– -tena pas sion,i , più selva gge. Il p eri.colo cli un sucoes– sivo rinc ,ru.di• m,enlo d-ei coslu.mi esiste, ma non è ine– YitahiLe, . L,e oonLrot,end ,enze so, pravvivo,no,; sopravvive l,a nec.essi•tà cli un sempre più esteso commercio i.n- 11enn,azi,onale,sciie1l'tifìco ed econom•i,co. Sopravviverà, più i•mporlrunte~nCo•r.a,I.a de•m,ocrazia so·ci•al,e,che ne– gli ul,tirui clecernnl diffuse fra le mas&e l'amor-e clelln p;:,oc, la sol-ida·rietà inter11azionale, i'l ris,pelto della ,·il.a um0na. Non ebbe, forz,a sufficiente, è vel'o, per i1 miped1ire l a guerra, ma il suo, LavoTonon pruòes.sere ;;l ,a.foinut.il ,e. - Gli onori della guerra possono 0Uu11- d1 e1ro i senL im,e,n,tidella vita pacifica, ma agiscono an– che i•nsenso opposto d,estaHdo la nostalgi,a cl,ella pac,e. F-ra pochi -1nesi aLt.endiamoci un grande- bisogno di paoe clm,evo>l-e.Si può spe,r,are che, a,I prossimo Con– guesso i1111lernazi,onale, i Governi m,eno i,ndiJ}endent.i dal volere dei popoli stabiliscano un equilibrio cosi snido, ct,a clura11eal,men10 quanto quello sucoedu-to <1! Con,gr-~sso di V.iennu. Ma, se la pace dur.a cinqua11- t',a,nni,dovrebbe dur::u.-,e im eterno. Il p-rolcLm~iato iavJ·,·, potuto, tanto progrndi1·e d,a foggiare il mondo seooa1do i pmpri bisogni. La guerm e lo sfrultamenrLo scom– parira1w10 insiem 1 e. E nllora il progresso della .civiltà poLrà perd,ere la parlc più brutta, la bestiale, riel suo duplice aspcllo. f. u. Potenza m'ilita,re e potenza econo1nicll,. Il oelebre motto di Montecuccoli: « alla guerra oc– corrono lre cos·0: d•en.aro•,denaro, denaro)), conservu a-nco,roggi Lutto il suo v,aloPe, &ebbene gli -ese,rciti non sian,o pili oomposli cli m.c1·ccnari. Convi.cne per ali 1•0 soggiuug-erc che le nn.anz,e <li un paes•e sono condizio– nale dalla .sua potenz·ialilù economica, che influisce sull'esifo d'una guerra almeno quanto la poLenzialilù militare. L',esilo, inve-oc,,d•ell,aguel'ra non ha sull',e~o– n0mia di un p.aes,e l'influenza che si cr,ecle. Eloquente - dimostr.a Gustavo Ecksliein ne·lla Neuc Zeif - è i11 proposilo la storia della fl'U<l·l'J'a russo-gi,appone-sc. Ounnclo il Davide nippo111•coabbattè il Golia mosco– ri1:1, [urrono grandi onrn·q,uc l•e meravigli-e. Cr,ebbero qu,nndo il Giappon<i, dopo !,ante spl,endide vittorie, e _gli •enormi sacl'ific.i pe-r la p1,esa 'di Porl Arlhur, -e dopo aver quasi a11ni,entalo la flolta russ.a, dovctLc cont.enlarsi di modeste condiz·ioni di pa, ce e p arve 1,1·osl1ralo ,0co,no111i,ca1nic1nl.c e fìn:1nzia1·i,an1 ,en.tc su llo il peso clcll,e sue viltori•e; menlre la Russia sconfi tLa, <' mi-n.ala per giunt,a dalla rivoluzione, ripr,endeva lran-

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