Critica Sociale - XXIV - n. 24 - 16-31 dicembre 1914

èRttICA SOCIALE 37i tintesa in ogni trattato, l'acquisto da parte del Belgio di varie aree in Africa costituisce ipso facto, da parte del Belgio medesimo, una viola– zione del trattato che garantisce la sua neutralità. Il discorso del Cancelliere tedesco al Reichstag, nel quale ei riconosceva che invadendo il Belgio la Germania si metteva legalmente dalla parte del torto, ma nel quale egli proclamava che al disop1·a della necessità non v'è legge, era in piena .conformità di questa :filosofia; soltanto dimenticava di soggiungere che· questa necessitq, era stata creata dall'indirizzo politico tedesco. I massacri e vanda– lismi di Louvain, di Malines, di Termonde, di Reims, i bombardamenti di città· non fortificate, il getto di bombe al mero scopo di seminar pa– nico tra popolazioni inermi, l'uso delle mine gal– leggianti anche in acque frequentate da vascelli neutri e non a mero scopo di danno a vascelli di guerra, il bombardamento di ospedali, l'uso dei carri della Croce Rossa per nascondere mitraglia– trici, ecc., sono gesta che in queste due opere trovano la sua completa giustificazione militare: sono strumenti pel trionfo della cultura! Ma le due opere meritano d'essere meditate anche per la luce cbe gettano sulla capacità della cul– tura tedesca a farsi delle colossali illusioni sulla realtà storica. :E;ssecontengono infatti curiose pro– fezie che gli eventi dt questi ultimi mesi hanno terribilmente smentite. Sulle traccie del suo mae– stro Treitschke, il von Berii.hardi dice esplicita– mente che la guerra, in sostanza, sarebbe diven– tata un duello tra la Germania e l'Inghilterra, per là spartizione dell'Impero Britannico, e pro– fetizza la ribellione nell'India, nell'Egitto, la se– ces:iione del Sud-Africa, l'annessione del Canadà da 'parte degli Stati Uniti, ecc.; ed è seguendo questò impulso logico che in Germania si fecero dei calcoli sulla guerra civile che pareva immi– nente in Irlanda. Per di più il von Bernhardi si spinge :fino al punto di profetizzare che tutte le nazioni civili si sarebbero entusiasticamente strette intorno alla Germania per scuotere il giogo tirannico della supremazia navale inglese. Quale mastodontica illusione! Lo scoppio della guerra non ha, viceversa, servito che ad aggiungere im– peto al moto di consolidamento dell'Impero Bri– tannico, che cominciò col concorso delle varie colonie alla conquista sud-africana. Nel Sud-Africa l'Inghilterrn ha abbandonato ogni cosa alla lealtà dei Boeri e il generale Botha, a capo del Governo, ha dichiarato che i Boeri sarebbero stati solidali con la Metropoli e che in ogni caso avrebbero preferito dieci volte il dominio inglese al tedesco; e si è messo senz'altro all'.a testa delle truppe per l'invasione delle colonie tedesche. Dal Canadà, dal- 1'Australia, dalla Nuova Zelanda piovvero invii di viveri e di truppe; in Egitto i Fellah pregano per le armi inglesi; in Irlanda la guerra civile è sfu– mata per incanto e l'home 1'Hle è già legge e forse la più sqlenne seduta fin qui avutasi nella Camera dei Comuni fu quella in cui, fra la commozione generale e perfino le lagrime di freddissimi uo– mini di Stato, fu letto il messaggio del Vicerè delle Indie enumerante· le offerte di servigi _per– sonali, di tesori, di viveri, di ospedali da campo, di truppe, da parte dei varì capi di Stato, nonchè le offerte di voti e d'arruolamenti da parte di .uomini di tutte le classi; gli stessi più tenaci oppositori nazionalisti del dominio britannico nel– l'India acclamarono l'occasione di stringere più intimi legami tra l'India ed il resto dell'Impero. Come mai fu possibile una tanto mastodontica illusione nei profeti dell'imperialismo tede~co? Gli è che, con tutta la loro erudizione, essi non hanno capito nulla nè dello sviluppo nazione.le ~ · ca Gino Bianco inglese nè dell'Impero Britannico. Storici e sol– dati di una nazione sviluppatasi in modo essen• zialmente militare, tra necessità che qua e là giustificarono anche l'impiego di metodi diplo– matici machiavellici, anche se non giustificarono la loro sistematizzazione teoretica; cittadini di uno Stato burocratico erl autocratico, essi non · sono, capaci di concepire la storia di altre nazioni che nei termini dello spirito tedesco. Quindi per essi anche la politica inglese non è che un suc– cedersi di machiavellismi; anche l'Impero Bri– tannico non è che un prodotto della forza, un conglomerato eterogeneo instabile cli razze, di credi, di popoli, che non può non s.fasciarsi al primo urto dal di fuori; per es:i la concessione dell'autonomia ai Boeri è un segno di debolezza e di decadenza; segno di debolezza e di decadenza il non lasciar morire di fame le suffragette, il non trattare coi metodi di Zabern le truppe ribelli del– l'Ulster capitanate dal Carson: per essi nn mini– stro della guerra borghese che non sa cavalcare è un segno cli putre~ine; ufficiali che nou siano 'sempre in clivisa costituiscono· uno scandalo; e via di questo passo. Ora è ovvio che l'unanimità di tutte le parti dell'Impero nell'accorrere. a schierarsi al fianco della madre patria non . i lascia spiegare così semplicisticamente. Essa non è comprensibile se non ammettendo che, nonostante tutti i difetti e tutte le ingiustizie passati e presenti che contri– buirono a rendere l'Impero Britannico quello che è, esso arreca a tutte le sue parti vantaggi di gran lunga_ maggiori: alle parti di esso abitate da razze bianche esso consente piena libertà e autonomia; esse più che colonie sono nazioni al– leate alla madre patria; alle altre esso, oltre che garantire pace e giustizia interna più d'ogni re– gimi;i antecedente, ed oltrechè garantire più libertà di quanto ve ne sia nelle colonie tedesche e forse nella stessa Germania, d_à a poco a poco vie e mezzi di educarsi al regime rappresentativo; e certo ha dato la convinzione che sole alternative attualmente possibili al dominio inglese sarebbero un regime di guerra interna o altre più dure do– minazioni straniere. Ed invero, non può essere altrimenti. L'espan• sione coloniale inglese si iniziò allorquando in Inghilterra il regime assoluto era già stato vinto e il controllo parlamentare conquistato; i gover– natori coloniali furon sempre più o meno tenuti responsabili di fronte al Parlamento; le celebri orazioni del Burke contro la scandalosa ammini– strazione delle Indie nel secolo XVIII da parte del Warren e dell'Hastings, dicono che già allora l'arbitrio dei proconsoli era limitato. Per di più l'espansione coloniale inglese s'iniziò quando le abitudini del sel(-gove1·nment locale inglese già permettevano di avere modelli e tradizioni di governo da trasferire e seguire oltre i mari: ne seguì che le colonie divennero nazioni autonome. Vi è un'altra circostanza anche più forte . che dà un carattere particolarmente liberale e giuri– dico a tutta la tradizione politica e diplomatica britannica. Il fatto che l'Inghilterra è un'isola, anzi due isole, e che il suo Impero è sparso per tutti i continenti e in massima parte extra-eu– ropeo, fa sì che essa sia interessata a che in Eu– ropa nessuna Potenza possa acquistare tale ege– monia da minacciare le sue comunicazioni ma– rittime; perciò essa è insorta contro Filippo II, contro Luigi XIV, contro Napoleone I; perciò ora insorge contro Guglielmo II; perciò essa è natu– ralmente alleata delle nazioni deboli e sostenitrice del valore dei trattati e del concetto d'un diritto pubblico europeo; questo è anche consono al suo

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