Critica Sociale - XXIV - n. 24 - 16-31 dicembre 1914

Biblì 374 CRitI-CASÒCÌALE siamo impedir-e lia.guerra, cioè apipe,na -essa è scop– piata; allOO'ail problema 110n è più Guerra o· Par.e?. ma· il probl-ema è: - Vittoria o disfalla del proprio paese? Certo si può in astratto pensare che anche dopo lo scoppio d-ella guerra un partito agisca contro h gue·rra, senza in-debo.Jire il proprio paes.e; ciò sup– prme un'm.ione clup,\,i,cesimultanea concloUa con lo sLesso-su-cc.esso dalle due, parti; in questa forma -e·ssa non p-otrebbe- condurre alla sconfitta ma a,11apaoe; praticamente però non è mai stato- tentato nient.e di simHe. Noi dobbiamo pertanto pr-escinder-e eia ciò. A guerra scoppiata non r-esta per noi che il dilemma: Villoria o sconfilla! Ora poicht\ com-e·ben si intende, va escluso il caso C'hc si possa attivament-e operare per \<aseo-nfilta del proprio paese, la questione si riduce a v-edere oome ·si stia di fronte alla guerra, se con passione o con sootlicismo, se, con entusiasmo o con amarezza. Ln risposta a taJ.e questione non può in nessun modo -es– sere' -preconcetta; essa dipend-e dal modo con cui la guerra è condotta. Bebel ha molle volte cli,chi-arato e ripe,tè ,anco,ra al Congresso di Essen (1910): « Noi dobbiamo rlifcnder-e In patria, se viene un'aggr-es– sione >>. Questa fu pure l'id,e,a,della grande maggioranza de]· Congresso. Si può anzi dire che essa eia assai tempo domina il moncl-0 e in sè -e per sè non vi si può cifre nulla contro: ma essa non è una direttiva infallibile. L'aggredito può sempre contare sopra un maggior -entusiasmo guerresco, nel suo. popolo e sopra più g.ra.ndi simpatie, tra i neutri, che non l'agg·ressore, il quale, Tomp·e con frivo.Jezzia il bene sup·oomo della paoe. Perciò appunto hanno sempre anche i più v-eri aggressori ce.roato di apparire come aggrediti, nel che essi sono s-empre aiutati dal s-e-greto con il quale si svo,Jgono le trattativ,e diplomatiche e i preparativi d-i guerra. Pertanto ,allo scoppio della guerra i due partili non solo invocano a gran voce lo stesso Dio .n clifesa cl,e!Laloro grande causa, ma. anche la popo– laz.ione eia una parte e cl0.Jl'al.f.rasi immngina allo si-esso mocl,o cli essere aggredita. Questa 1·01ta il decidere fu particolmmente difficile per la rapidilà con cui gli erv-enti preoipit,arono su di noi e per J,e,complicazioni che giorno per giorno si .accrebbero per effetto cl-ella politica delle alleanze. I compagni francesi in uni.one dei compagmi belg; pubblicaro'no un manifesto, nel quale di,ohiaravano c,he essi do·vevano mettersi dietro il Governo,. prima. perchè dalla parte- tedesca << l'ntl.acco... la guerra fu rolnt,a » e poi p-erchè essi di-f.endevano « l'a libertà e · il rliril.l.o >> contro <e l'imperialismo t,eclesco,,. Co-n quo– sla parola imperialismo (si,a d-elto di passaggio) non si deve- intender-e il concetto inglese; -ed OJ'a anche nostro, di tendere ad · un grande impero coloniale (sotto tal rapporto non hanno nulla eia rimproverarsi vioondevo,lmente la Francia, la Germania, il Belgio e l'Inghillerra). Questa parola deve essere presa nel senso francese, cioè come indicazione di una politica cesarea -in contTas,to ad una politica reipubblioo.n-a; in Francia la p'll•rola ha .anche un peggiorativo in bo– napartismo. I compagni frances•i adunque si sentono· obbligati, come repubblicani, a combattere contro l'Impero. Ma lo stesso ciover-e cli lotta sentei]a maggioranza· d,ei so-· cialisti tedeschi, per◊-hè a loro la guerra appare come ·quellia di un Im pero a sufirogio universaile, con· li– bertà· di st: i.mp- a.e di coalizione, ·cònlYo .il, dispotismo· ev\.A 311 IV 81anvv zaresoo. I tedeschi combattono ad un tempo contro lo Czar e l,a Repubblica e i Francesi contro l'« im– perialismo»· tedesco e per l'assolutismo russo. Dove si va allora a collocare l'interesse del proletariato e deJ.la democrazia? In ogni caso noi troviamo che il contrasto tra i so– ciulisti tedeschi e francesi non sta nel criterio, nella concezione di principio, ma nella di;ersa concezione dell-a situazione·, che risulta ai giudicanti dalla di- 1ersiti1 della, po,sizione geografica. Questo contrasto non sarà superato per tutto il tempo ohe durerà In gue-r·m, ma, non -essendo un conbr,asto di principii, ma un contrasto pal'l,ico-lare balzante da una speci-n,I,e sil.uazi-0ne, non sopravvi·ve,rà alla situazione stessa. Na,I.uralmente l'opinione dominante nel Partito so– èial>ista tedesco non deve con.fondersi con il pregiu– dizio, popola,r-e, così cl iffuso ancora in Germani.a, che Iut.ti i Russi 'non siano che cos.acchi e calmucchi, st1·u– menl.i inconsci dello zarismo. Nel nostro Partito si sa cl-egnament;e a.ppr-ezzare. la I.ras.formazione co-los– snle· avv,enuta nell'ultima generazione nel popolo rus– so e che tr-0vò la sua ·e,spr-essione nella Rivoluzione · del 1905. Noi sappiam-0 che in Russia .Ja· democr-azia è in marci.a, che essa, già prima cl.e.Haguerra, era visi– bile nei ge,rmi sparsi tra le masse proletarie, ed anche nella borghesia; noi non cr-edi-amo punto che un.a guerra contro la Russia sia neoossaria per spezzare !,a potenza d,ello- Czar o per p,rotegg-ere la democra– zia -occidentale. Al contrario, la guerra fra la Germa– nia e la Russia può - non de•ve - portare con ,/> inciampi alla democrazia dei due p.aesi, quale abbia ad essere il vincitor-e. Ma l'id,e,a.ohe la gue-rra contro la Russia è una calamità come qualunque altra guerra 11-011 .contra<ldi,c.e tuttavi.a alla co,nvinzione,· che, una volta scoppiala la guel".l'a, la p.iù, fu-ne s,ta c li tuitte• l,e- sue. oo·ns-eguenze sarebbe la vi.Lto,ri,ad, e.JI, oCzar. Ma ammettendo che nè il criteri,o· dell'attacco, nè quello dell'inter-esse clel prole.tariato-, possono, nel– l'attuale si.tuazi:one, dare ai compagni di tutti i paesi una id-e-augualment,e c:hiara ed avv_incente, ·resta ·un terzo e decisivo criterio: si discuta- qu,anto si vuo·le sopra -chi è stai.o l'aggr,essore e ohi l'aggr-edito, su che cosa è più minaccioso p-er la democrazia.· d'Europa, una vit:t.oria de,11,aGermalflia o deHa Francia; una oosn è chiara, che ogni popolo ed anche il proletariato di ci~scun popo]'o ha stringente inter-esse a impedire che il nemico del s uo P aese ne 11aliclii i confini, p,er– chè in qu,es,to caso g. li orro,ri e !,e desolazi,on.i. cloll.n guerra, assumoillo ,I.a. 101'0forma più sp-a~ 1 entevole, quel– In della invnsion-e -nemica, ed in ogni Stato ruazi-onale .anche il proletariato deve dare tutta la sua ernergin per-chè la consistenza e la invi-olabilità d-el l,erritorio nazi.on.aie sia.no salve, ess·endo anche questo un p-ezzo sostanzi.al- e cl-ella democrazia, la base neoessriria per la lotta e per la vittoria del proletaria1.o. Per lascioar.e,che l'-iTISuocessoguerresco ·ciel c·oYerno porti il nem~co in oo.sa , perchè lo smembramento cieli-a nazione o la, signo,.ria s-Lraniera possano s em bra-i"e-un mi,n-0r male al proletariato, deve questo versa.re in ·condizioni veiram-Emte,assolutamente disperate. Anche un pop-010 du,ramenle: op!)Tesso, ohe pu1;e accusi la _politica del Gove-rno di averlo portato alla guerra, si -volgerà con .-energia contro il nemie-0 invasore. Nep– puTe in Russi-a è oggi la si'tn.azi-one del proletaria,to tale,, che esso pos,s,a attendere la sua sal:vezz6. dalla vHitoriia de-l 11emioo di fuo,ri. Come for-maTs,i il ooncett-0 esatto òella nee,essaria

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