Critica Sociale - XXIV - n. 23 - 1-15 dicembre 1914

·.·sso . CRITICA SQCI.ALE e dove,,a diventare un,J na1.ione, accolla nel consesso europeo, che a ogni secondo momenlò si ~en.t.e ri– cordare da 200 anni a~m:eno,. che è destinata a essere divorata, e che se la si lascia viver-O- mentre non ci nvrebbe niiun diritto a !71.reUorigoJ·e - ciò è dovuto sOIILaintoa unia CJ'istianu ben.ignitù, e al t.e,rroT>edi wno S·tato crist.iUJ10 che un .1ltro S•La,toaristiano oc– cupi i Darclia:n,elli, corpo d,i guardia d,e,ll'Eiuropc1? :È . ovident.e che in que·st.e cu, ,cost.an: oo uno SI.alo devie per forza t.romubal'si i.n una sentLna cli intrighi, cli-falsità o cli ,wcorgimem.i, attmverso ,ai qwali esso pos a men– clioare la v.iw. . Pe.r qu.eslo equ,ivoco i noslJ·i naa:iona– tist.i - per ,persuade.re gli Italiani che non facevano peccabo a t.rabt.a.re senza lealtà e riguardi gente simile - restringono ad ar-t.e un grande quadro, quale è quello cli un grande popolo .come il Turco, alla descl'izione cli quel piccolo centro di intrighi che è la Sublime Porla. 01:a la veri.là sulla Tu1,chiia è quella che si è ma·ni– rest.ata p.iù ch•i'1Jl 'amen.t.em ~ll,a uH.ima guerra Balca– nic:n. li 'J)opolo Tu~·co merita rispetto. Es,;,o :__ or,igi– n:uio:clii qwe.Ha razza larta,ric:a c;he.rno,11 manca di p,l'egi a~togeni -,- è venuto, nena sua immigra7Jione-, a t.r.o– va1•e i•ncontatto e a mescolarsi intimamente con popoli a1)parLenent.i aHe rozze più nobili dell'uma:rnità. I Tur– chi di Sal•olùiooo, d,i Cavialla, del-la -Macedon,ia, sono i d_iscendenti di quei prodi ohe con Alessandro diffusero la -ci.vi -11.à ellenica neit mondo. Se;nro offesa •per nes– s.uno, han-no più diritto essi a quel retaggio, che n-0n molli Gre<;i- moderni di discendenro slava o con fOO'lim.i6t'ion:i si.ave nel 5angue. lllJOllre per la rioorca della bellezza femminile - accaparrata dal_ Caucaoo che è il semienzaio della bellezza uman.a - si venne a cost.ilooire una razza della aristocrazia I.urca, che present.a i_ ti-pi piiù perfett.i della bellezza o.elle sue seLezionri,più raffinaLe. Chi•unq,ue - come lo scrivente - ebbe occasione di a,vv,i-ci-narele cla,ssi elev.a•te drella Turchia, non potè sotbrars'i al fascin10 deJ.la i.nbe.Ili·gente bontà clre ne -emana. · Il popolo poi è ded-ito al lavoro e modesto n:el\ie sue cms.si . a-gri_cole. L'Eu-ropa ha molto esage• 1·alo, e molto oon.fus-0, ad art.e o per -ignoranza, nelle clenwl7Jie de.i de !H.ti del faoot.ismo luroo. A-bb.iamo i Curdi, che ·sono ra1Zze feroci e brigantesche. Ecci– tati dia! Governo oerulrale pei suoi fini, essi -massacra– rono g,li Armeni, artl-0st.esso modo che la plebe Russa - che è de1 resto la più mite popolazione d'EUll'opa - eccitata dallo Czar e ubriacata di alcool - fu spinta talv-0lla a ~5sacrare gli Ebrei. Ma - -a.il' infuori_ di questi epiisodii - nilllll popolo è più tolleront.e dei Tu-rchi. È veramente infame sen,bire da parte di po– pola2i-0ni Ca/ltoHche - che sono il fòmite di ogni in– l01Heranza - aocusare di intol.leranz.a i Turrchi-. Io ricordo che il mio Console, cav. MachiaveHi - ne,i ini 1 ei inilli di oor.rieira - mi ri,p,ebe-vaquell-o che lu,bli ·g1 1 i È:urop,ei di bu-001afede che vissero in Lewnte esperimentarono: che l'el,emento Turco è di g:ran .1u,1i,gia, su,p,ériore all'e ,lemen.lo Cri,s·tiano per ·bonlà e loilèraJÙ'Ja e· onèslà. E 1-acosa si spiega _pet fatto, che l'elemento Cri.stirano in Levante è i-I resutt.at.o' d-i rn1 'miscuglio di rnzze e di elementi non certamente rac– ·comandaoili. Il oontegrno dei varii e.serciti nell'ultima guerra balcanica fu una prova chiara di lutto ciò. 'Le •rersùl'banwedella Commissione d'inchiesta Oarnegie ' ·portarono· in luce coo l'CiSerci1.oturco 'si condusse as– sai •più u.n:mnàinente che gli allri, e non si macchiò èlelle ·on-te saiigui'11a<firedi ·cu.i si resero colpevoli i è1,èci ·e-·i 'Serbi' è.. i 'Bulgari. E sì che ·si lraltava ct:i .I un esercito aggredi>lo e vinto, e spiinto p,orciò ,più fa– cilm.entio alle ,·encloUc! Tulli nella nostra giovinezz.-i abbiamo sentilo echeg– gi·rwe il g,rido cli doboro e cli esecrazione dei Crert.el<i co.nL,•o l'oppressi.one Tuo·c-t1.Io non voglio 11,egaròC cho nel 1500, t11\'epoca della con'quist;a co-nt.ro Venezia, i Tu-rchi -abbi,ano commesse orudeHà orl'encle,. C-0111osc,o t,,oppo ,il mi,o Bot'la por non av,erne ancora un~i im 0 1wes•s,ione v,i,vn. Ma irl ,ca.r. Miachiav-è'lli, che ,era stato dieci anni Consolo alla Oane,1, mi diceHl: u 01,nwi siamo al caso c01nbrari-0. Nell'isoln cli Creta ogn,i ec– cesso è penmesso a.i Crist.i~nii cont~·o ai Turchi. Pecr·– chè questi san.no per esperienza che, se reagiscono e ammla,zwno un Cri ·tiano, hanno tut.t.a l'Europa ad– dosso». Quando io ero Viceconsole al Cairo, era P1-esidelllle del Con.si-gl-io Nurb,a,r Pascià, Crist:iano e Armeno. So qureste mie righe sa-rall!no !elle da l1lll a7Jion,aJisla, mi pare di sent.i,re eh.e egli di,rà: • Che ignoranza è que-sla di confondere l'Egitto colla. Turchia!». Ma la verità è che le classi diri•gen.t.i in Egi-Mo sono tu-t.te apparben,enli al\ia al"is1.ocrazi~1 I.urca. La famiglia di Merhemet-Alì veni-va eia Cavalla in Macedonia. E Nu– b~r Pa,scià fu il padrone d,e\l'Egi.U.o per venti anni. A Costa'lltino'J)roli gli. Armeni el)trava·no come funzio– n.a,rii in luJUlii dicaisteJ·i: mentre ne!J.a pr.Qlvinoia suc– cedevaai.o i massacri Armeni. Sono oontroddi-ziooi che \'•engono da cause complesse. E a.n,cora era crutcepibil.e che l'Europa trattasse sub– d,olame:nte wn A-bdul-Hamid, e ool suo si$1.ema ti,ran– nico di Governo. Ma infine è certo che la riv-01-uzi.one, che introdusse la Costilu2i-0no in Turchia, ero guidata da elementi ri,spetlabi,li. I Giovan•i, Turchi dei primi a:nmi·- quelli che a&su,nsero il po't.ere negli inizii - erano lut.~i uo– mi,ni i1nsigni, che avevano vi•ssuto lunghi anni esuli i.n Ewropa, e avevanJO legami di coosuelud'ine am,iche– vole ai nostri uomi·ni porlit.ici di Francia e d'Ing,hil– Lerro, L'Eurl'opa-, ,s,e fqsse s'l <at.ai 'll buon-a fede, aveva i'I d01V,eredi .seconda:re 1a loro o-pe.:ra.,e di co,orp-e-ra·re a ohe 1.i coslitui ·s.se sul Bosforo• un Gove-rno illuminalo e pr,og!'essiv-o. I.Ja ve ,rii.tà fu il contrario. T,ullo il mon– do Crisliano si schi,erò conlro la Gi•01Vin~Turchia. Sotto apparenze lusingan'li cominciò un'opera di sg.re – tolamen,lo. Tu.tti glr elemenli clericali - che sono sempre di nascooLo i dominatori i'll Europa - si spa• ve.n-taTono al pensieiro che potesse costitui-rsi in Eu– ropa uno Stato Civiie noo Grisliano. Bisogna sempre tener presente- queslo principio che di sottomano guida tutta la condotto dell'Europa: che s.i,dCiVepersuadere il rmmdo che l'unico elemento vera,m,e,nrt,eumano, è l'elemento Cristiano. Tutto ciò che è fuori del girone Crislia-no, deve rarppresen1.are un eleme,nlo i,n satt'o,rdine, che è um~mo, per mod-o cl.i dirre, rma che nell'l\.lma.nilà ha un diril!Lo d·i cl-U,ad,i– n.anro suoordinat.o,. Pe,,ciò oo.nt.ro la Turrchi,a tut.U si -c.oalizza·rono, peo· fru6iln·are i tentativi dei generosi ohe si erano sobbar– caLi all'op,era oosl grave della rigenerozione. ·solo fo!rse, -in Italia si trovarono uomimi politici ch-0 ebbero un, momento irl petrisiero di colfaoorare oolla Turchia. Rammento Luigi Luzzalti e Guido Fusùnato, i quali·, pel rioordo de~le simigLianti sventure che a-vev.an.o abbruli-m la ·plebe Napolita!}a sotto il mal– governo e -per lucide v,isioni di lradiz,ioni Venete che potevano far sperare generosi ci,fiorimenli di oom– memci levan;i,ini, si adoprarono a incamminare cor– re!ùl,i di traffici am.ici.

RkJQdWJsaXNoZXIy