Critica Sociale - XXIV - n. 22 - 16-30 novembre 1914
CRITICA SOCIALE 349 ii' quale (scriveva Engels fin dal 1866) aveva già pa– recchi anni prima espresso il proposito di portare la Germania sotto l'elmo prussiano, contro i francesi, per costituirla in unità ,,. Marx, dopo le grandi vittorie tedesche, rileva perciò con compiacenza: " noi due soli s'è capito, fin dal prin– cipio, tutta la mediocrità di Bonot1·apa (Napoleone III), vero showman; i suoi momentanei succ~ssi non ci hanno mai ingannato! ,,. E Engels trova " magnifico che siano proprio i Te.deschi a .buttare all'aria, d'un colpo, tutto questo trucco ,,. Sull'esito della lotta Engels non aveva dubbi: " La mia fiducia nei successi militari dei Tedeschi cresce ogni giorno più - scrive il 31 luglio-. Il piano di Moltke tradisce la assoluta certezza di affermare, fin dalle prime battaglfe, la schiacciante superiorità dell'esercito tedesco ,,. E ancora il 10 agosto: " Tu vedi come avevo ragione di scorgere in questa organizzazione militare prussiana una forza enorme e, in una guerra nazionale come la presente, assolutamente invincibile ,,. " La dé– bacle - scrive il 15 agosto - sembra orribile. Tutto ~perperato, venduto, rubato. Gli chassepots sono mal lavorati e spesso inservibili; non ce n'è più e bisognerà riesumare i vecchi fucili,,. Ma, delle manifestazioni guer– rai nole in Germania, Marx ~criyeva il 28 1 uglio: " Il filisteo tedesco sembra esultante di poter senza scru– poli abbandonarsi alla sua nativ_a serv.ilità .... Per for– tuna tutte le dimostrazioni partono dalla classe media. La classe o.peraia, tolti i diretti partigiani di Schweitzer, vi è estranea. Per fortuna, la wa,· of classes è, in Ger– mania come in Francia, tanto innanzi, che nessuna guem-a abroad può far retrocedere seriamente la ruota dellà storia ,,. Scoppiata la guerra, i due amici si trovarono in con'flitto con Liebknecht, il quale considerava la guerra uu affare tra Governi, mentre la Direzione del _Partito - creata l'anno prima - la giudicava una guerra di difesa. Chiamato arbitro da questa, Marx provocò e quindi fece proprio il parere di Engels, favorevole alla Direzione. Nella importante. lettera del 15 agosio 1870, circa la condotta da tenersi dai socialisti di fronte al contlitto, Engels nota che la Germania fu cacciata da Badinguet in una guerra per la sua esistenza nazionale e giudica che una vittoria di Na'J)oleone rafforzerebbe il Bona– partismo in Francia e rovinerebbe la Germania. In tal caso non sarebbe più da parlare di movimento operaio autonomo, la lotta per la ricostituzione dell'esistenza nazionale assorbirebbe tutti e, nella migliore ipotesi, gli operai tedeschi andrebbero a rimorchio dei francesi. Se vince la Germania, rovina il Bouapartismo, cessa l'eterno baccano per la creazione dell'unità tedesca, gli operai tedeschi possono organizzarsi nazionalmente in misura ben più vasta e i francesi, quale che ne sia il nuovo Governo, avranno un campo ben più libero che sotto il Bonapartismo. " La massa del popolo tedesco di tutte le classi ha qapito che si _tratta in prima linea dell'esistenza nazionale e si è perciò subito dichiarata per la guerra. Che un partito politico tedesco in queste circostanze predichi, come fa Wilhelm (Liebknecht), il totale ostruzionismo .e ponga ogni sorta di considera– zioni secondarie al disopra della principale, è cosa che mi pare impossibile. " Aggiungi che Badinguet non faceva questa guerra senza.lo" sciovinismo,, della massa francese - borghesi, piccoli borghesi, conti;dini e proletariato edile impe– rialista, di origine contadinesca - cr.eato nelle grandi oteca Gino Bianco città da Bonaparte. Finchè questo " sciovinismo "· non sia bastonato di santa ragione, la pace tra Francia e Germania è impossibile: Si poteva sperare che questo còmpito se lo assumesse una rivoluzione proletaria; ma, dacchè la guerra c'è, non resta ai Tedeschi che far ciò essi stessi e subito "' Che questa guerra sia comandata da Bismarck e con– sorti, è certo una cosa scabrosa, ma non si può mutarla. " Elevare però l'antibismarchismo a unica norma, sa– rebbe assurdo. Anzitutto Bismarck fa comunque, ora, come nel 1866, una parte del nostro lavoro; a suo modo, e senza volerlo, ma la fa. Ci crea strada più libera. E poi non siamo più nel 1815. I Tede~chi del Sud entreranno ora necessariamente nel Reichstag e rappresenteranno un contrappeso al prussianismo. Inol– tre, i doveri nazionali, che a questo incomberanno d'ora innanzi, rendono impossibile a priori un'alleanza colla Russia. Insomma, voler fare retrocedere, alla Liebknecht, tutta la storia dal 1866 in poi, perchè non gli piace, è stupido. Ma noi conosciamo i nostri meridionali "' Il suo parere. è che i socialisti: " 1° aderiscano al movimento nazionale, in quanto e finchè si limiti alla difesa della Germania (ciò che non esclude, sotto certe condizioni, l'offensiva fino alla pace); 2° facciano nello stesso tempo rilevare la differenza tra gli interessi tedesco-nazionali e quelli prussiano-dinastici; 3° si op~ pongano ad ogni annessione della Alsazia-Lorena; 4° propugnino una pace onorevole appena a Parigi prenda in mano il potere un Governo repubblicano non " sciovinista "; 5° affermino continuamente la solida– rietà degli interessi degli operai francesi e tedeschi, che non hanno approvato la guerra e che non 'si com– battono; 6° contenersi verso la Russia come nell'indi– rizzo internazionale. " È amusante là pretesa di Liebknecht che, perchè Bismarck è un ex complice di Badinguet, il vero punto di vista sia di restare neutrali. Se questa fosse l'opinione generale in Germania, avremmo presto anche il Rhein– bund e il bravo Wilhelm vedrebbe poi che parte vi avrebbe e dove andrebbe a finire il movimento operaio. Un popolo che non fa che prendere bastonate e pedate è proprio quello che ci vuole per fare una rivoluzione, e per giunta nei piccoli Stati tanto cari a Wilhelm ! " Wilhelm ha calcolato manifestamente sulla vittoria di Bonaparte, solo per liquidare il suo Bismarck.- Tiri– cordi come ha sempre minacciato coi francesi! Tu sei, naturalmente, dalla parte di Wilhelm ! ,,. 'Ma Marx, il 17 agosto, nella sua risposta,· scrive che Liebknecht " crede di essere perfettamente d'accordo con noi deducendolo dall'indirizzo dell'Internazionale è dal fatto che ho approvato la sua dichi3:razione e di Be.bel al Reichstag. Era quello un momento in cui l'af– fermazione dei principi era un acte de courage; non ne segue affatto che tal momento perduri e ancor meno che la condotta del proletariato tedesco, in una guerra che diventò nazionale, si riassuma nell'antipatia di Liebknecht contro la Prussia. Sarebbe come se noi, p11rchè al momento opportuno elevammo la voce contro 1~ libtJrazione " bonapartista,, dell'Italia, volessimo ret– tificare la relativa indipendenza che l'Italia ne derivò,,. Quanto alla annessione dell'Alsazia-Lorena, Marx di– chiara che " sarebbe la più grande sventura che po– trebbe colpire l'Europa e specialmente la Germania ,,. Il 10 settembre si lamenta, però, che la Direzione del Partito tedesco, non solo abbia pubblicato testualmente la sua lettera, ma anche degli accenni, come quello sul trasferimento del centro di gravità del movimento ope-
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