Critica Sociale - XXIV - n. 18 - 16-30 settembre 1914

• ClnTlCA SOClAtE 281 zicmali,s,ti (ge,n.e ,railm:eniteclerioaiJ.eggi· anti), se n,e,gano valor,e ,giiuridi'Co al diritto in1iernazi·onale•, d:ovrebbero den,eg.a,r-J.o pllll'e al diri.tto <:!,ellachiiesa, al dicr-itto• ~ nonico, propriamente detto, per-chè - quain<lo aHa chie:sa, taccia d·i.f.etto il br-a,cci.o secola!"e, il· braiccio regio - le ,sue se,nzion,i sono cond·a,nn;ate a restare i na p,plicmite. Si dice: ebbene, che faranno i signori pTofessori cli diriitto internaz,i-o.n,ale, dopo aver constatato le vio– lazioni del di,ritto commesse d•a questo o da quel- 1',e"S·erci,to, da q'll,es.too da quel ·sovrano-? Da:ranno uno z,e,r-o in oon<lobba allo Cza,r- o a Guglielmo Il? Condan– n,e,ranno... la storia? La s.toria, la qu.aile ci dimoska che, se, n.ei rappor-ti inte,rni, vi è un ordine, costitui·bo, co.n prredisposte sanzioni ·contro, J,e sue v.io ,hazioni, nei ra.pp ·orLi intemazionali l'unico di.riilto vi,gente è quell.> della. forza, l'u1nioa sanzion,e è quella lucente· deHa spada? Superfluo oss,e,rv,ar,eche nelLe cr-i,ti,cheal diritto in– te,m,az.ion;aJ,edel ve,ro, c'è. E<l il vero è che una sa:ri– zione gi•UJr-idi,c,a alJ.e vio'1azionii d.ell.e norme dell'oroine gi,uTid,ico internazionale non c'è, e non c'è neppur-e una così s,a,l<laco,soienza gi,uiri,dkia -i-n,te·rnazionale eia servir di base ad u,n ordine· giu.ridi,co, inte.rn ,ai.i-onal,e. Ma I,e criti<che !'eltativiean.a immaturità di tale co·sd,en– za non cosUtu,iooo,mooerto un,a r-agi.onieS1Uffiòenteper deipreoare l'avvento di un o,rdi,ne, ,gi,u,riidico interna– zionale; costituiscorno, i-nveoe, una buona ragi,one p,er intens,ificair-e i r,appor:ti fra i popoli affinchè una tale so,ci,età internazi,on,a,l,e si oos.tituisca e, funzioni. Jo non voglio di·ve, com,c,iò, come, innumeve,voli volte s,i •è detto, che· Ì'l <li,r.i<lto i,nt,e,rnai ,iona.le è p·u'.l'amente un diri"tt-o in formazione·: ho osse,r-v,a,to, alkove che il d,i,ritto interruazionaJ.e, per ·qua,nto di efficaci-a pos-s.ano a,c•quistm•e J,esu,e, n,o,rme e le sue sanzioni, non potrà m0ii ,camhiiar d:i ruait'U'ra: il gio,rno,, in cui div,e,ni:s&e un di,ritto f,edeval·e, no,n sarebbe p,iù quello, che è. No; io, di•co che i-1diTi-tto internazi,o,nal,e• p-uò iacqui-sta!"e di effic:aci,a, ,restando queLlo che è Siemp,re stato e conti– nua ad ,es,seT,e,:cioè, un sistema di- norme e di rela– zi.ooi, l~beramenbe accettate, J.e prime, hl:>er-amenle·i·n– treoc·iate le second,e, f.m Sta.ti sovva<n-i,indip,endenli l'u,no da<ll'ialbro. E non s,i di•ca.che, J.e norme, ohe, gli Sta.ti adottaino per regolare i loro reci.proci rapporti, sono -n,o,rme morali ,e non già norme giuir,id,iche. P-erchè, a tace•re d'altr-i caratteri, le norme morali sono norme a.uto– nome ed un,i.J,a,te,rali,mentre, J.enorme giu.r-idiche sono norm,e e.teronOim>ee bilaterali. Sono norme morali q·uelle che comandano di c.ompiere un oeir-to d-over-c senw, c'!'Bare i,n altri soggetti urua pretesa corr,ispon– d,ente; so.no , nor:me moraJ.i q,u,el!,e,che sorgono nel-la cosciimza s·bessa del soggetto che deve ob-bedini, an– zic:hè ,sgo,r-gu,re dia una fonte dive,rsa. Gli S-bat:inon ·sono te,n,uti dunq'\l,e ,ad osservare nor– me momJ.i? e so•no ve.rame111te giuir-i!diche, o non pi,ut– tosto llllJOtra,li, q,u,elle che ·rego-lano i ,]oro veciproci mp– pO!l'ti? RiSipornde,remo col vec.chio distinguo d,elrla souo.la . Diistinguo-, du,nique,. Se pur- si può, metafori.camente, p•arlare· di urna co,scienza coHettiva, di una coscienza mo,va,le - così come, di una cos,c~enz,a giuri<lioa - degli Stati non meno che degli individui., non v'h,a dubbio che,, anche per gli SLati, ,e nei lor-0 recip1roci r.a,p,porti•,si può fare una disti,nzione fra norme mo– rali e nor-me giuridiche. Norme morali sono quelle che irmpongonl() certi doveri a,gli S,tati (così nei rap– porti interni come nei rapporti -internazi,on,ali) s-enza ' a Gino Bianco che vi si,a, in .akurn a·ltro sogg,etto, una, pretesa cor– r.i·spondente; norme ,morali son,o, quell-e che gH Stati da s-è s'iimpongono, s•eni,a esse!'e costretti ad obb-e– di:rv~ da alcun a,ltro soggetto, nepp,ure da un soggetto colJ.etti,vo, di cu,i essi med,esimi facci,ano parte. Nell'ordirne interno, p1.11r ruon ,e,ss,endovi e non poten– do.vi ,esser,e alcuna pretesa nei cittadini a che lo Staito J.egi.feri, e le.gi.f.eri in un modo piuttosto che in un altro,, lo Stato, che è un orgirnismo eti·co, prima c.Ji ess·e,!'e un sogge,tto di di,riitto, ha iii dovere morale, -e non gi'l.l;ridico, di legiferair•e, e di 1-egiferare i'll m<Xlo da contri<b-u;Ì!real progresso del poose,, ,al benessere dei ci.tLadini. Dov•ere mo.ra •le, e non giurid·ico, arn,che perohè un La.le do-ver-e.è autonomo, cioè spontanea– m:ente ,s,entito dallo Stato medesimo, sen7,a ohe aloun .altro sogg-etto poss,a, ad esso, aulon.omo ,e sovrano, impocr-1,o. N,ell'or-di,ne inte,rn,azional,e, sono, in<lurbbiamenLe, nOTme mora,li, e non giruricli,che, lult,e quelle della così deitla cornitas genlwm o coFtesia i,nternaziooale, tru!Jt,e, quelle norme che impongono cioè certi partico– J;ari r-igua,rdi ne,J t.rattamento di oe-rte persone, oome, ad ,esempio-, tutte que,!le norm,e di gentil,ei,za che ser– vono di oo,nto,rno aUe norme p•ruramen,te,giuridiche ohe gl.i Stati de·vono osse,rva,re nei rapp-0,rti con gli amba– sci,a,tori., norme giu.ridicne a,lla cui osservanz,a gli am– basciato-ri h,a,nrn.odiritto, mentre no,n- h,anno alcun diritto, ,alla ,os,serva,nz,a de.ne norme di pura cortesia. Pu;r durrante la guerra abbiamo veduto alcuni Sla-ti mettere· a, disposi-zi,one d,egl,i a.mbrascialor,i dei conlro~ belligeranti ,e· dei nie ,utra.li s,eo,rte, treni speciali, ecc. Ma fotto ques•Lo _sarebbe, in verità, un po.' poco. E, indubbi,=•ente, una, no,rma monaJ.e, ,e, non giuvidica, quella da oui d•eriva agli Stai.i il dovere - elico, e non giU!r-idico - di a<leri,re a, certe· convenzioni, ci·oè di fa.r parte della s·ocietà i-nter-naz.i,onale degl-i Stati. E -sono- <lov,eri m,ora!-i, e non giu,ridi,ci, quelli che r•egolano i rapporti f.ra gli Staiti così cle:tli oivili e i popoli. ,selv,aggi, che non fa.nno parte della sooietù internazi 1 onal•e de-gli Stati .. P,er-ohè'/ Perehè le no,rme da cui scaturiscono quei dov.er· i,sono - -eccezion fatta. per queUe, ad esempio, reLalive all-e sfe,re d 'influe.nz ,a, da cui sorgono ne ,g.li Stati doveri giu·r-idici, non di fmnte ai p,opoli s,e,lvagg-i, ma .agli a.Itri Stati, facenti pair-te della società internazionale - nol'me aiulonome, ci:oè norme sorte neHa e d:allQ cosci,enza deHo· Stato autonomo e sovra,no,, e non a lui. imposte dalla sode,tà in.Lernazil()n.aLe degli Stati. E s·ono norn'l,e unilaterali, in, quanto impongono a chi le ossea·va oorti doveri (doveri e.ti, ci, di uma,nit.à), s·enza che ne sieno deter– minate corrispondenti -pretese neglL altri soggetti del r.ap, po·rto. Così, in v,erità, pare a me vada intes·a, giuridicamente, la bilatemli,tà; e non nel senso, a-ttri– buitol•e, ne,J meno felioe d,e·i suoi scritti (a proposito della gu,err-a nostra), dal compianto Igino P,elrone, il quale di,cev,a non potervi essere rapporti giuTidici fra i popoh ci,yil,ied i popol,i selvaggi, ,pe,nchè questi · non sono atti a ri<Sl]) <ett.ar- e i ·patti coi popoli cicvili. Non è q,uesto: non vi sono rapporti gi'llri<lici, peirchè ai dove·ri dei popoli civili non possono corrispondere prete.se dei popoli selvaggi. Ce,rto pe.rò l'osservazione del Pet.ron-e - ine,sa,tta dal ,pu,nlo di vista giiU.r-i<lico - ha la SU{! im,portanw. sotto l'aspetto politico. Per ott.ene,re la tutela giuridica bisogna farsi valere come soggietli di diJ·itto, mostr.iwe ·cioè che si è atti a far rispetla!'e le proprie pretese e si è alti a soddisfa.re le ,propir-ie ,prestazioni .. Vera società giu.r-i<lica non si ha che fra eguati. E questo appunto spiiega, u,na

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