Critica Sociale - XXIV - n. 18 - 16-30 settembre 1914

278 CRITICASOCIALE tare 1e, sue m,e,roie le sue macchine ì,n Lutti i me.reati del mondo? Il rneravi,glio,so sviluppo del s,uo commer– cio est,e,ro, anche dove sventola oondie,ra inglese, non è pl'ov,a che nessuno pe-nsa a so.fToc.a.1·ne le legiLtimc_ iniziative? _ on è, no, la Gerriiania dalla stupenda or– ga,nizzazione coonmerci a,le e indust riale quella ohe al– cu,n,oposs,a deLeslar,e e combatte.re, bensì la Germania· dal rrui,litarismo p1·olervo e sopraff.allor,e, che crede di av-e1'el',u,n·iv,erso, in pirop,ri,a oalìa sol pe.rchè meglio d'alLI'i sepp·e orgarui.zrnre in grande l'a,rLe del ma,celln umJUJno.Questa I.a Geirmania che vorremmo vedere nella polvere, e che merita una lezione storica per-· gua,6re dall,a megalomani.a egemonica. Le vittorie del 1866 e del '70 hanno dato alla tesla ai figli d'Ar miinio, astragga•no troppo dal pericolo immanei1.te che rap– pr,eserrt.a •in EuTopa il formid,a,bile blocco· t,ede-sco. 11 momento è e.mine.nt, e,me nte sto~ ·ico e <U'll sagrificio oggi può rispa,rmiarcene uno ass.ai moggiore, domaru. Mol– lissim,i, còn giusto inhiito dei vari interessi d.eill'Italia, augurano :i,n cuor lo,ro la vioLLori,a del!'« Intesa»; m.) dei platonici augurii la storia ,si ride. Se gli eventi no:n s'Ì de,cidono p·rointame,n,le a favore. degli ,angl.o– fran•co-russ.i, ,i,o,affermo che, a fmze quasi oifanci·atc e coll'inev,itabU,e ,esau~·imenlo d·ei combattenti, anche p,oche oenti,rraia di m~gliaia cli truppe fresche. possono avere import.an.za -decisivo (1). Un argomento dei fautori tJ.eHa neutralità assoluta -è che ossa ci permelt,e,rà, alla fine del confiitto, di agire come, intermediiaTi, rirovaindo così il ma,ssimo e il mondo non av,rà pa,c.e finchè costoro non sie.no rinsaviti. Tanto p,iù è deteslabi·le l'impe.riaLi1Smotedesco, <lac– chè fu de!IlJO!ito l'aforisma che il commercio segwa la bandiera e che occorra aprirsi i mercati a ool,pi di cwrun.one. La l..ermania può po,rlare quanti suoi p,ro– dotti vuo,l,e n,edl,eco,lonie inglesi e franoosi; ma tutto j! mondo civ,i,ie Le è e l,e -deve essere, avverso, quando ,es,sa ,cerca d-i p,romuo,v,ere.l'espa,nsiioni 1 sm~ coloniale a ba·se di conquiste violente. L'InghilL!')rra e la Francin, al contr,ari,o,, assicurano nelle loro colonie La proprieth dei be.ni e l'integrità delle persone; ciò basta ai fini su– periol'i della ,civiltà e .all'incremento naturale del ca– piw.lismo. Non più il mondo deve ess,e,re Lravol,to in gu,e,Ne spaventevoli come l'attuale, solo perchè sia a,p,pag:wtia l,a fame lupina di chrilomelri quadrali ond'è assillata l•a Ge,rm,ania del Ka,iser e de.i Krupp.· La sconfitta della « Dupii,oe » deve ,es,s,ere pertanto aperta e incontrovertibile, oltrechè (occol're aggiun– g,e,rlo?) la ·più ,nap,ida possibile. A dJspetto dell'albagia di un illustl'e storico tedesco, pel quale « n,essuno può dubitare· della vittOII'i.adefinitiva d,elle Aquile impe– riali», noi orediiamo in un certo esito vittorioso cieli.a « Triplfoe In.tesa ll, poichè a ne, ss11.un Pa ese è dato, vin- . cere in blocc10 due nazi,Ò1J1i, di cui. l'una ha l'incon– trastato dominio del mare, e l'al·tra possi,ede una così inesauribil•e mass.a di ,soldati d,a mettere sul piede di guerra e taile vastutà d,i teni.torio, da impedire che mai nes~;u,n colpo possa raggiungerla al cuore. Mn ciò che 1 non vorremmo è che l'orribile tre,ge,nda, in– g-oiant,e, centinaia di migliaia di giovani e fo.rse un cent.iruaio di miljardi., finis·se con una semiscorrfitta degli Impe.ri centrali o, peggio, si croniciz~sse (co– me propendono a c!'edere ,alcumi sorittori _mili.tari) per un tempo indetermi,nato. Non reciso il male alle rad,ici, ben potrebbe, se non Gugli,eilmo, probabil– me, n.te su.o figlio, ri,tent,are l'avven.tura. Il che è nei sup,rem.i fini d,e1Ha ci,viltà e deHa paoe impedi·re aisso– luLa.mente. Quanto alla durata, del1a guerra, ognuno capi1&cie coime séa neicessario· ohe si•am.o liberati a,l più presto possi,bile dall'i.ncubo most.ruo.so sotto cui ge– miamo. Perciò, ,e quale con,seguenza della mi.a premessa - che, cioè, sia utile indebol•ire .al massimo la potenza della « Dup.Vice )) - i,o sono p,ersonalment,e, de,ll'avvJso che la nostra neutralità non diebba int,e,nders i come rinuncia prevenLi~'a ed ,assoluta a qual,s,iasi ncist.ra aziooe ulteriore, bensì quale avvirunierulo a un inter– vento ,positivo a favore della « Tri,plioe Intesa». Il m.om, mto e il modo dell'intervento -non si possono ora preci-sa,re; basti f=idiia.rizza.rci col,1',ideadella sua )J'l'O– babil,e niece1Ssit.à p,er uscire pl'ontamente dai guai del– l'oggi ,e isveinla·rruedi peg:giori neH'avvenire. So le obiezioni, e il loro peso; ma penso che esse Biblioteca ~,no 01anco ' p·rofilLo col minimo di sag.nifici. Tirovammo quest'.a,r– gomento anche in qualche, ·giornale tedesco mollo le– nero del nostro bene ... Col pretesto dii averci interme– diari, si Leinderebbe a le,gairci anche per l'arvvenire alla « TripHce Almnza », fonnalmente ancora in vita, e così saremmo sempre i dupes degli Imperi cenLrali! Treint'anrri di esp,erienza doJ.orosa non ci avrebbero an– co-ra 1e,vwLa la bendia dagli occ!hi; l'i,n,cosoien~e e conti– n·ualo :traid,imie,rrt'O agli inte.ress•i dell'Ual-ia che fu co:te– sta iinn.aturale Alleanza (so,lo un di:p.J'Omatico dell'•aaume di un San Giuliano poteva ,affrettarne Ja r,in1J1ovazione!) si pe.rpeitue.reibbe peir un tempo inde.finito! Questa sola prospettiva dovrebbe bastare a ,p=uooerci che n,on sarà un gr,an maLe se la funzi,one miedioa!lricespetterà, anziohè a noi, agli Stati Umiti d'Ame:rioo. Nell.ia fu– tura co,s.tell,az.iorre u,rop,e,a,il' nostro ori,em<tamenlop,re– ciso e siC1Ur,onon può esse.re che v.erso la « Tripliiee Intesa», anche pe.r metle~cii al s1icuro d:aille possibili rappr~gli,e e <laiHe premeditate vendette, dei nostri ex-alle.ali, che ora, pur masticando ama•ro, sono astretti a spu:tar dolce. È l'isolamen:to chre·dobbiamo evjta,re . a qu,alu:nque co.s.lo, e all'isoLamen:lo non potr,emo sfug– gire se· non iaipp-0:rtamdo •ra il nostro conlri•buto po,si– tivo a f.avo,re delle Pote,nz,e dteill'e< Intesa ll, che già ce ne fecero ,sollec- ita:z.io ne. Per seducenti che appa,iano le àrgomentazion,i dei neutralisti .ad oltranw, non dimentichiamo che l'ina– zion,e ai togt.ierebbe di assestare ,il colpo mo,rlale al pangermanismo e di .a.tTr,eLt.are la soluzione del con i!ilto nel senso più fa,yorevole al nostro Pa,es,e e rulla causa della pace. A dispetto della fonte, no,i consen– tiamo con 1o·Spcctator e col Duily Telegraph, i quali sostengono che un'azione dell'It.alia per te,rra e per mare contro l'Austria, riperc1.10tendosi sulla posizione d,ell,a, Russfa verso la Gerrn:a,n~a., decide1,e1bbe alla svella l,e sorti della guerra. E ci permetterebbe di comp,J,etare i nostri confini ori,enfali secondo il prin– cipi-O di naz,io,rralilà, fondamento doeii rapporti intern:i– zi:ona1i dell'avveni~e. Per me, insomma, la lezione che si sprigiona dagli avvenimenti odierni è che occorre isola,r;e e sg;retoktre il blocco tedesco, sottraendo al suo giiogo tutti quei popo.li di nazi,onalità non tedesca che servono agl,i Imperi centrali pei loro fmi imperi,alislici. Se la carta d'Euro,pa sarà modifica!Al giusta queste, direltiv,e, ci avvieremo alk1 diminuzione dei gravami milita:ri; in i (I) È quasi certo che Il nostro Intervento armato provocherebbe anche quello della Rumenla, la quale ha un esercito tult'allro ohe disprezzabile ed ha pure - come noi - delle legittime rlvendloa– zlool territoriali da far valere contro l'Austria-Ungheria. Le ostilità Italo-rumene a•rebbero tanto maggior portata '1n quanto ostrulreb• bero al tedesohl le vie di r!fornlmento dal lledlterraneo, ,dall'Adria– tico e dal Mar Nero.

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