Critica Sociale - XXIV - n. 18 - 16-30 settembre 1914
i CRITICASOCÌALt 275 della Triplice A1leanza.e l'eternità della Triplice In– tesa, diventata Quad,ruplioe, per l'entrata in essa del– l'Italia, ciò che è, evidentemente, c\:i un arbitrio estremo. Fin qui il punto di vista « nazionaLe », indulgend·o· anche no,i al g-rido « Italia, Italia», e prescind;enclo nell'astmbto eh queste sin,tesi da ogni concr•eto di clas.si . Ma se noi consideriamo la questione dal 'punto di vista nostro, socialista, cli classe, le con– clusioni per il non intervento· sono anche più sicure, Pe11chèla classe lavoratrice di Itali.a dovrebbe dare aUa guerra un inezzo milio-ne di s·oldat1, immolan– done migliaia e mig1iaia? È questa veramente !'-ora di recLama:r.etal sacrifizio? Non dimentichiamo ché siamo in Italia, che la borghesia italiana ha lasciato tutt.i i conui di Libia eia pagare al proletariato, che questi oonti non sono ancora pagati; che cotesta ba-Ida.democr.azia e cotesto nazionalisteggiante rifor– mismo, che fanno fuoco, e fi.amme per la gue·rra s9,no, stati i più furibondi contro il P.artito .socia– lista quando, con !'-ostruzionismo in Parlainento, si sforzava di imporre alla borghesia di fare· onore alle promesse· solenni itera.tç al co,rpo eLettoral,e, per la prima volta, consultato· col suffragio universale, rinunziando all' eso,sa pretesa di ca,cciare i conti deUa guerra sul bilancio orclin.a-riod,eHoStato, man– tenuto-, ,in proporz.ioni così enonnemente· p.I'evalenti, dai dazi cli consumo! Si dice che questa è la guerra 'cl'ell.a libertà contr,o· l'imperialismo germanico e che perciò in'ler-essa tutto il popolo· lavoratore ,e clemo– crabioo. È vero. Ma non sembri -cinismo osservare che· dal punto cl-ivista prol,e-tario l'Italia, con tutte le sue libertà politiche, non ha a•noora potuto in~ durre I-o Stato, italiano a cessare dall'ess-e,re una società d~ così iniqua costituzi,on,e che, ove si t.ro – vass-eJuna soc,ietà privata nella qua.le si spe,cohias– ser,o•Lra i componenti le proporzioni del dare e del– l'avere· che vigono in queHa, sarebbe d:ai tribunali dichiarata leonina e truffaldina.. L'Impero tedesco ha da,to certamente al proleta,riato meno cliritt.i poli– tici, ma a,nche le classi superi,o,ri hanno• ubusato meno dei propri privilegi. Un regime di prevalente imposizione diretta ·sul reddito (e, quando si mac– chjnava !.a guerra, sul capitale) libe.ra notevole parte dei co:nsumi d'el popo•lo tedesco, ed, una fitta rete di .assicurazioni socia-li tutela, come una lucida co– razza, .il pro.]etaria,to, in ogni suo, triste evento. È inoontrasta1io che i latini hanno la libertà e non l'adoperano per la giustizia- e che i tedeschi, .aven– do più giuSltizia, sentono forse meno il bisogno d,eU:al.ibertà. L'assenza di ogni spirito cli giusti– zia ca-ratlerizza anche .la pre-sente .agitazione·. La democrazia italiana, pù suoi rispett.abilissimi ideali « di lib,e,rtà »; _vuole la guerra .- ma non pensa neppure un istante -che possa darne esempio, a mez– zo. c'Li truppe, v-olontarie; vuo,le·!.a fare-eia lo, Stato, -cioè che La paghi il popolo, il quale ha altri ideali. Lo spirito, cli pamssitismo non si e-limÌna•mai, neanche nelle ore di sublime ,entusiasmo-, dalla cl!emocrazia bo·rghese, italiana, la quale tvov.a naturalissimo che pe·r i suoi ideali si .immoli il proletariato. P.er i suoi .ideali e per i suoi interessi, pe,rchè è agevol:e rendersi accorti essere principale interesse e id,eaJ.eborghese che, facendosi la· guerra, si so– spenda, còme nel caso è assoh1tamente necessario che .avveng,a, la lntta di classe. Nella pura dottrina nazionalisLa, questo· è ami l'obbiett.ivo d,e!Laguerra, di ogni guerra: spegnere la sowersiv.a 1-ottadi clas– s~ del l?roletariato contro lo Stato e la borghesia. M.a, per l,o stesso motivo ex adverso, è supremo ideale ed interesse del proletariato mantenere fiera- . mente 1a pTopria lotta, d,i classe, non accettando mai di sospencJ:erla, fùorchè ne,I caso est,reimo,e ben con– statato di vera di{esa del territorio e della irtdiperi– denza nazionale. ' lìotecaGino Bianco Un momento è stato giusto pensar.e che· g-li Stat.i centrali, irritati per la nost.ra neutralità, avrebbero; dopo un facile· trionfo sopra i francesi, volto con– tro cli noi le 1o-roarmi. A quel momento Lutti fummo concordi a dire, borghesi e proletari, che dovevamo tene·rci pronti a clifendere la nost.ra n,cutralità; cioè la nostra inclipe·ndenz.a, la no-s:travita. Il caso della difesa era limpido, categorico. Ma quel momento è 1x1ssato: gli Stati centrali non eb– bero il facile trionfo che si attend,ev.ano sulla F1.in– cia e sul Belgio, anzi sembrano• dov-er restare infe– riori e, in ogni evento, sembrano• dover usoire così rott.i, così Cl"Ude-lment-e provati dal!,a mal t.entata aggressione, da non poter.e neppur,e più concepire cl'i rivoltarsi contro di noi. Più segni anzi accen– nano• che essi, accettando la s.orte; auspicano volon– terosamente la· nostra neutralità, come l.a riservca di uri'àlta irriparziale affermazione cli g-iust.izia,;di umanità pe·r tutti, la qual,e,· cont.ro ogni immoderato e crudele conato d:i « annie-rilamento- » di popoii, . ricompong31 su basi civili, sagéamenle conve-nut,e,' n~lla, religione d~i ple~is'Citi, nellà disciplina ?el_l'a-r– b1tr-ato, o-ella mLs'Ura cieliarmamento, la d1sc10lta socièt,a d:eg1'iStati., . . . . No. Il prole·tariato -non può disporsi .a _sosp-en– dere la sua lotta di eia~ pro-vvidenziale, accettand:o il n,e6essa,ri-oassorbimento della sua consistenza di classe nella cliasse borghese che domina· l_o Stato•, per una. guerra, che, manifestamente, non ha i ca~ ratteri della difesa, che sarebbe evidentemente una gu-e,rra cli conquista per il 1-ocùpJ.etamento-territo– riale dello· Stato. Si rimprove·ra (e giustamente -: e· oori particolar,e· comprensibile virulenza d_ai bor– ghesi derri,ocratici e riformisti) 'al soèialism_o tedesco di non· avere saputo resistere al v-ortic_e ctella guerra, seèond,o· i principii sacri deH'Interna7,ionale. Ma il socialismo tedesco rit.i,ene con convinzi-o:neassoluta, in perf.etta bùo-na fede, per qùanto, secondo noi:, errata; cli di{endere l.a p.a,tria nell'Impero, e il. soèia– lisirno nella pa-tria, d.all'invasi,one straniè:r.a·. . . · Quanto più colpeyol.e·, quan.t.o'più autenticame,nt(:) traditore della 'Jnternazìona1e .il socialismo italiano, che, senza quella convinzi:one, ·p,rofessand-o.anzi La convinzione opposta, sospendesse la lotta di cla,s1;;e e, confuso c,on la borghes•ia nazionalista, s.i volg:es$e alla gu,erra cli aggressione che gli si fa balenare davanti! Oh! s,appiamo· che cosa è capacè di fare l'arguzia ~.alettica, elci nost.ri avve-rsari' per dirnostra_– re che· questa sarebhe pur sempre un.a guerra cli di– fosa, rispetto al futiiro; uri sacrifizi-o- oggi oe·r s,c,o•n– giurarne ·uno più grande domani: disgraziatament.e l'argomento è stato, già usato ed abusato ... per la Libia. Una piccola guerra immeclia-ta ci d:oveva sale vare d·a 'una guerra grande,· si·cura nell'immediato futuro, cì doveva fortificare nel Meclite•rraneo, su l'un.a ·e· J'altra so-onclia,in guisa che saremmo• stati cli p-oi invincibili, sì eia p·oter quasi disarmare! Ciò che seguì è noto, è insegna anche a· noi, i <ruah pure non avm(amo oreduto• all'argomento! Non·· ci sono· aggressioni per legittima di{esa futura; non ci sono fuorchè n{jll.amente cfol Grande· Stato M~:i_g– giore tedesoo, il· 9u.ale, nella supp-0sizione che ·1a neutralità del Belgr,o pot,esse essé.re minacciata dalla Francia, le rovesciò st1bito àddosso tutti i suoi reg-– gimenti e i mortai da 420 min., proclamando eh-e necessità non ha legge! Il pro-letariato è una clas:;;e troppo nuova, tro-opo rivoluzionaria. per accogliere queste· sµ.avente-voliduplicità ·c]:ipensiero: La guerrà cui lo si invita, !.a guerra per la quale dovrebbe so– spencl;ere le sue rivendicazioni cl.iclasse, accettando, provvisoriamente, f,enza pro1està,· la signoria poli– tica e l,o sfruttamento economico della borghesia, la guerra per la Quale· dovrebbe· cl•ar,e ·il suo sang-ue e l'ultim:o tozzo cl~ pane dei s110i piccoli fig!juoli. la guerra che lo troverebbe senza alcuna guarentigia
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