Critica Sociale - Anno XXIV - n.16 - 16-31 agosto 1914
ClUttcA SOCIALE rnocratico contro tutti i reazionari di dentro, ed alla difesa nazionale della patria francese, una volta che questa, malgrado il suo sforzo e la sua volontà oi _pace, sia aggredita. dai conquistatori di fuori. · Gigante ct-ella parola, avvezzo a vedere l'id·ea di– ventare intorno a sè vibrazione di anime e consenso di volontà, Jaurès, J?er il suo meraviglioso talento personale, era certo 11 più atto, e forse l'unico a im– primere in modo così possente, definitivo il' carat– tere parlamentare al socialismo. Con lui il verbo si faceva veramente carne; le sue meravigliose dimo– strazioni, in cui egli assommava liricamente le più inaspettate ragioni della persuasione, ed isolava l'in– teresse contrario, togliendogli d'intorno ogni solida– rieLà morale e mostrandolo in tutta la sua orribile nu<lità, vince\'ano gli animi nell'assemblea come in piazza, e sembravano preludere trionfalmente a tulle le riforme, a tutte le conquiste del socialismo. Caduta l'utopia cabetiana sotto i colpi della cri– tica marxista, il socialismo scientifico che era una economia in Marx, diventa compiutamente un par.– lito politico-parlamentare con Jaurès. Non già che egli si erga in antagonisrµo _del Maestro, µi.a, anzi in seguace e continuatore. Se la conquista democra– tica del potere da parte del proletariato, costituito in partito di classe, non pol,eva essere che violenta nella visione del Ai/ani{esto ciel 1818, allorchè la bor-– ghesia stessa doveva cost.ituirsi ributtando i resti della -dominazione feudale, monarchica e clericale, tale conquista ben può concepirsi pacifica e legali– taria una vo!La che il suffragio universale spalanchi alla ascensione proletaria le porte della sovranità parlamentare. Allora la conquista dall'interno ,e in forme successive ben può immaginarsi sostituire la conquista clall'estel'no e in u.n blocco unico. Cn penetrazione riformista, ecco il principio nuo– vo e fecondo al cui trionfo Jaurès ha dato tutto se stesso e la vita ancora. Ciò che il polemista veemente dei primi secoli della Chiesa gridava ai pagani: noi siamo dappertutto, nei vostri tribu nali, nei v ostri eserciti, nei vostri palazzi; noi non lascia.mo che i· vostri templi, ,egli voleva che il socialismo- annun– ziasse dal Parlamento alla borghesia, facendo sl che la borghesia tra breve non possa più fnre un movi– mento senza imbal.lcrsi in un segno, in una lesli– moninnzn della forw e deUa grand,e ,'lmbizione pro– letaria. /\h! che sforzi tenaci, quotidiani cli ingegno, di attività, rli energja, che rinnovamento contÌnuo di st.ucli e cli ric-erche, che industria indomita di esplorazione nella selva selvaggia dei fatti e delln reallà per balLere una simile via! Non bisogna più riarsi un'ora di tregua, bisogna nn7.i moltiplicare, ingigantire il proprio io! Ogni giorno bisogna avere l'anima disposta al sa·crifìzio come fosse l'ultimo della vita ... e rii)I:end-ere il domani, mentre gli upo– sl.oli delJ-a ,catastrofica attesa possono tranquillac mcnLe riposare negli indugi dell'imprevisto della storia ,e del terminale gran colpo di mazza! Per conto· suo, Jaurès iniziava l'esposizione del piano eh organizzazione socialista della .Francia sot– tomettendo al Parlamento il disegno di legge per la difesa nazional•c, l'a.rmée nouvelle, e spiegava colale esordio, osservando essere urgente per il so– cialismo e per la nazione, per affrettare, per com– pire l'evoluzione della Francia repubblicana verso la piena giustizia sociale, per instaurare e, persino, per preparare liberamente un ordine nuovo « dove il lavoro sia organizzato e sovrano» ch_-0 la Francia . aves&e pace e sicurezza. In quella relazione, che co– stituisce un meraviglioso volume, dove· sono tutti gli argomenti per là campagna contro il ripristino cicli.a ferma di tre anni - campagna che egli sigillò col suo sangue - così è sintetizwlo il còmpilo del prolelnrinto (e l'insegnamento ora è una eredità sa– crn): « Clre il proletariato organizzalo e pensante, ibhotecaGino Bianco educando .a poco a poco la massa ancora inconsape– vole o inerte, la guarisca delle illusioni chauvines, e cieli-e infatuazioni bellicose; che esso denunzi l'q– clioso e il ridicolo della guerra, di cui la funzione nel mondo è rimasta terribilmente ambigua, funesta insieme e feconda, ma che oggi è pienamente anti– quata, assurda e criminosa; che esso minacci seria– mente con un allo di disperazione rivoluzionaria qualunque Governo, così insensato e colp,evole, da scatenK1re ùn conflitto senza avere manifestamente esaurito tutte le risorse della pac,e, - tutti i mezzi di conc:iliazion,e arbitrale e senza avere coperto la patria del verdetto di approvazione della coscienza · universale; che esso metla al servizio di questa mi– naccia salutar,e, patriottica ed umana insieme, la forz.a crescent,e delle sue organizzazioni; che esso stringa coi proletari di tutti i paesi relazioni inl,er– nazionali sempre più strette e istituisca così prati– camente uri principio di umanità operaia capace cti mettere un po' d'ordine e di equità nel caos delle rivalil-à nazionali; che esso intervenga in ogni oc– casione per dare verità e certezza- alle prime ga– ranzie. di pace, sbocciate così timide 1 così ipocrite, all'Aj'a, per -opera dei 'governi stessi; che esso do– mandi in lutti i traLtati da paese a paese l'inclusione di clausole di arbitralo universale e clausole di re– ciprocità per la protezione dei salariati e per creare, mediante il libero consenso delle patrie storiche, una patria Sociale del lavoro; ma che in questa gran– de opera stessa e per condurla .ai suoi. fini esso vi– gili costantemente sull'indipendenza della patria e sui suoi mezzi di difesa; che esso non si tenga a.Ila formola generale della nazione armata, ma ne. pre– cisi per il suo paese il modo più ro·busto di effettua– zione, mostrandone l'eccellenza e l'efficacia; che esso provi con la condotta stess:a dei suo-i militanti e con la loro propaganda tra gli operai, con la loro as– siduità e il loro zelo alle op,ere vive di educazione militare, alle società di ginnastica e di tiro a -segno, alle mano•vre .all'aria libera ed agli esercizi su ter– reno variato - la cui efficacia si sostituisce ali.a stc– rik meccanica dell'insegnamento di caserma, provi insomma con la sua attività allegra che se esso com– /Jatle il militarismo e la guerra, ciò non è al[atlo r,er un pauroso euoismo, 1Jer villèl servile o ignavia /,orghese, ma che esso è allT'cltanto _oronto e risoluto ,rd assicurare il nieno funzionamento di un sistema di armamento ve;·a.mente popolare e difensivo quanto <1 pronto e risoluto ad abbattere i promotori di con– fli"tti; allora esso potrà s[idare le· calunnie, perchè <'.SSO porte,·à i11sè con la forza accumulata della pa– tria storica la for:a ideale della patria nuova, l'uma– nità del lavoro e del diritto », Un grande pericolo gualava il socialismo parla– mentar·e, l'arrivismo. Esso non tardò a profilarsi da– vanti a Jaurès. Mn egli non si sgomentò; non pensò a tut.elare una orgogliosa coerenza formale, ma pron– t.ament,e nell-e file proletarie e nella unità del socin– lismo trovò il rimedio contro la degenerazione della dottrina, allorchè i cinici, come Briand, si mostra– vano disposti ad adoperarla come lo zerbino per prosciugarsi le scarpe. La grandezza morale cli Jau– rè~, che superò quella dell'oratore e ciel giornalista, splendette in quella disciplina sostanziale, non for– malistica,· veramente e profondamente salvatrice. Chi ave\'a tenuto in pugno l'assemblea, e con l'as– sembJ.ea la Francia, non si reputava umiliato nè in– coerente a continuare l'opera sun di penetrazione nella chiostra stessa riel partito in una collabora– zione necessaria con le correnti rivoluzionarie, le quali egli alfine vinceva,· placava con la virtù del– l'esempio personale, con l'abnegazione meravigliosa! Egli è che la penetrazione riformista doveva essere del proletarinto e non degli individui, ed eg-\i"repll– tavn giustamente che valess,c sempre meglio restare •
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