Critica Sociale - Anno XXIV - n. 13 - 1-15 luglio 1914

l98 CRITICASOCIALE zione, ecco quali .sono i due principali effetti del– l'imposta: 1°) J'.eliminazione di 191 fabbriche; 2°) la costituzione, tra i 10 ·produttori più potenti, di un Sindacato, che ha· assunto importanza· dominante in questa produzione, la cc Società Anonima Fab_briohe Riunite di Fiammiferi ll. L'Anonima di Milano &enti subito forte i.I bisogno di coordinare ed accentrare in una possente unità amministrativa e tecnica tutto il movimento ,ascensionale dell'industria. Ed entrò in lotta con ta!,e preciso programma. Infatti, è irresisti– .biJ.e la sua tendenza all'accentramento. Nel 1899 le fabbriche erano 312, nel 1912 sono scese a 151. Ed è un fatto veramente carotteristico e di alta imr portanza determinante quello che l'Anonima pose in essere fin da principio, e che oggi specialmente at– tua: di esse-re, cioè, divenuta I.a regolatrioe della ,pro– duzione naziona!,e, mentre vige giur.idicf\Ìilente un re– gime di libera· concorrenza. · Divers-e furono !,e cal\rne del successo clell'Anoniìna in c,osì, br,eve spazio di tempo: tra q\l,este non vann.o· dirnentkate Ie mercedi basse che, in- principio, spe– cialmente, si- pagavano agli .op,erai, già trovati adatti ed abili, I-e installazioni di macchinari p-erfe.tti e mo-. derni, l!Il'a continua ·pro.gredienitie specializzazione, e certamente, causa non ultima, l'aum,ento continuo -e fortunato della esportazione. Questa Società, mediante un'àzione metodica, è riu– scita ad accap.arrars'Ì il commercio all'ingrosso, tanto provocando la caduta di vecchi,e fabbriche, quanto ass-orbendo quell-e che riten,eva opportuno acèentrare nel Sindacato. Attualmente il commercio e l'anda– mento dell'industri.a può considerarsi nelle m~mi del, l'Anonima. Nella vendita all'inte-rno e nel commercio con ·l'Estero essa ha un po,sto preponderante. Dal 1911, infatti, l'Anor;t•ima produce 50 su 72 mi– liardi d,ella produzione nazionale, e 'ciò, senza molto abbassare i p.rezzi e dopo av,er affrontato Jelioomente, p,er ben tvedici anni, i rischi dell'oscillazione dei prez– zi nelle materie prime e delle non indifferenti tras– formazioni· industriali. Posto così in luce questo dato di fatto dell'Anonima, visto come la tendenza all'accentramento _dell'indu 0 stria la possiamo constatare fin dal 1892 nella mag– gior parte degli Stati .(Inghilterra, Austria, Germania, Belgio, Ameri,ca del Nord), sembra subito l~gica la conclusione di avviarla v-erso il m-onopo.Jio di Stato, diretto od indiretto. ·-Ragioni che consigliano l m nopolio. Il monopolio di quest'industria .si raccomanda &e– gnatamente per le seguenti ragioni: 1) La consumazione generale e di facile constata– zione; 2) Una molto più sicura prevenzione della necrosi del fosforo e una notevole riduzione dei premi di assicurazi.one contro gli incendi; 3) L'importanza finanziaria dell'operazione, chè, senza alterare molto i prezzi correnti, ap·porl:erebbe allo Stato un'entrata almeno doppia di quella finora perce'pita con l'imposta; 4) Un'efficace ed utile limitazione dei tipi di sca– .tole e di fiammiferi,· attualmente innumerevoli e stra– namente compi"acenti al volubile gusto del pubblico; 5) La facilità di ·addivenire alla vendita, affidan– dola ,e mantenendola esclusivamente ai tabaccai; · 6) Una molto· p_iù regolare e sicura sistemazione degli stipendi e ·dei salari peT gli impiegati e per gli Biblioteca Gino Bianco operai, i quali avranno dallo Stato una posizione giu- ridica indubbiamente migliore. . Non si. può aff,ermare che lo Stato possa. esimersi da- ogni ingerenza in un'industria, retta solo appa– rentement_e, ma n·on di fatto, da un regime di liber,a concorrenza. Nella nostra fattispecie vige .un vero r,egime, di monop-olio; il c-ommercio libero esiste solo fino ad un certo punto: si tr,atta solo di tr.asforma'l'e un ,monopolio privato in una amministraz.i-one statale. D'altronde lo Stato, assum~md-o in monopolio l'in– . dustria dei fiammiferi, può sempre conservarle la ne– cessaria agilità e il carattere schiettamente commer– ciale. Nè ci nascondiamo eh.e ci spinge à1-monopolio la questione finanziaria. Va da sè che il. p·rodotto del mo·nopolio dovrà bastare a coprire le spese 'di riscattò · Nè abbiamo .dimenticato che i prezzi da adottarsi dal– lo Sta~o, per un genere di prin:ia neoessità e, di con– sumo così g-enerale, dovranno essère bàssi quanto più sarà possibile. E, nel pr~&•~nts1reu9, pro,getto con– creto di monopolio, jl Governo p-otrà &em,pre, in cifre abbàstanza approssimative, stabili,re quale e. quanto sarà l'utile che ne deriv,erà. Dal lato, poi, della pro– filassi sociale, quest'industri{! conseguirà notevoli ri– sultati, specie per quanto concerne una· più sicura ed ~fficace proscrizione, del fosforo giallo• dalla fab– bricazione. La possibilità della creazione d'un monopolio defiammiferi nItalia. Inoltr-e, allo scopo di meglio delineare l'organizza– zione e, la portata del ·monopolio, noi domandiamo· al lettore ·di seguirci breveìn,ente nella disamina delle seguenti questioni: Qua,le specie di fiaromif.eri ,produrrà il monop-olfo? Naturai mente, i fiammiferi che s,'accendono su tutte le superfici, comprendendo nella sua gestione anohe i pro<lotti similari, come: gli apparecchi d'accensione automatici. Quanto alla vendita, 'a· no,i pare buona norma quella· di consentirla ai soli mercàntJi provvisti di speciale licenia, allo scopo di impedire la fabbri– cazione clandestina .e i-I contrabbando,. Quante fabhriche ocoorrerebhero a;llo- Stato per pro,vvedere al consumo nazionale? Nell'ese;cizi-o. 1911- 1912 su 151 fabbriche, le sole 12 dell'Anonima hanno pro-dott-o in totale 50 milia.rdi .di. fiammiferi, mentre J.e altre 139 f;i.-bbrkhe-·libere ne hanno prodotto oom– plessivamente ·so,Jo 22.mili.ardi. Date queste premesse, ·non "èdifficile, comprendere c-ome lò'Stato, assnme'ndO' il monopolio dell' industria, potrebbe comodamentè provvedere al bisogn-o diel consumo· nàzionaie con ·forse meno,' e ·certamente· non più, di' 20 grandi perfezio– nati stabilimenti, sapientemente distribuiti in varie reguoni. La ]!'rancia, infatti, con sole 6 fabbriche, proL duce 46 miliardi di fiammiferi, da cui ricava un utile netto di 30 milioni di lire, mentre l'Italia, con 151 fab– briche, ne proùuce 64 miliardi, da cui :ricava solo 11 mi'lioni di lire. · Sarebbe desiderabile che lo Stato provvedesse pure alla fabbricazione del legno in tutt~ la sua prepara– zione, concentrando in uno o due stabilimenti distinti la fabbri,oazione delle scatole e ·la lavo.razione del legno. L •andamento deiprezzi e il guadagno deirivenditori. Come verrà regolata la vendita? • · Ora, 1 principali riv~nditori di ·fiammiferi sono i

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