Critica Sociale - Anno XXIV - n.12 - 16-30 giugno 1914
CRITICASOCIALE 183 della forza e della coscienza prole-taria e d,elle resi– stenze capitalistiche, manifestantisi in una sempre più salda, più re.azionaria, più. audace ·organizza– ziori-e padronale. Qui, se l'organizzazione resta pro– /cssionale per ragioni tecniche, essa acquista ogni •giorno più coscienza della solidarietà interprofes– s.ionale; le v,ecchie divisioni di mestiere cadono, ma– terialmente colla fusione delle organizzazioni di me– stiere in organizzazioni di industria, ·idealmente colla sempre più larga solidarietà nella lotta, che si tras– .forma, da lotta di categoria, in lotta di classe. « Se il primo fine della resistenza - osservava Marx (1) - non è stato che il mantenimento dei sa– lari, a misura che i capitalisti a lor volta si r.iuni– scono in un pensiero di repressione, le coalizioni, prima isolate, si formano in gruppi, e, di fronte al capitale sempre unito, la difesa d•ell'associazione di– venta più necessaria di quella del salario ... In que– sta lotta - v-era guerra civile - si •riuniscono e si sviluppano tutti gli elementi necessari ad una bat– taglia futura. Una volta giunta a questo punto, la associazione prend•e un carattere politico (2). Anche Rigola pensa che si debba fare anzitutto e sopratutto « assegnamento sul proletariato della gran– de -e media industria, delle miniere e cave e d.i una parte dei servizi: è in queste masse a interessi omo– g,enei che abbiamo la maggiore probabilità di orga– nizzare i battaglioni che a noi spetta di portare· in linea di battaglia cogli altri corpi di esercito». In queste categorie, l'azione politica riformatrice non assume mai il carattere di richiesta di favori o privilegi a speciali gl'uppi; ma· b-ensì di larghe ri– forme ,politiche di portata generale, che non possono essere conquistat~ se non con una vasta, tenace ag.i– tazione di masse, cioè con un'azione d.i classe. Lot– tando per sè, questo proleliariato g~nuino, lotta per il progresso, economico e sociale; la sua azione è so– stanzialmente rivoluzionaria perchè progr:essiva. L'ar– tigiano, .in so-stanza - osserva Bern-stein (3) - anche quando si rihella e per lo più anzi quando si rib-ella, è reazionario; nel proletariato è invece l'antitesi di classe che -rompe lo spirito di casta, e gli fa sentire che il mi,g!.ioramento della condizione d,ella sua classe non può essere cercato se non nel progresso della società ». La politica del proletariato in senso mar– xista è politica di conquista e di battaglia, di anti– tesi sostanziale, anche se adotta contingentemente le forme del riformism-0 pàrlamentare, riformismo di classe e non di gruppi. A difTerenza degli altri paesi in cui il marxismo è una realtà che si matura, perchè non è nelle idee ma nel1e cose, non è un movii;nento di id·eologie astratte, ma di realtà che diviene, da noi il grosso dell'organizzazione confederale è rappre-sen_tato dai lavoratori della terra, i quali costituiscono un blocco di 150.000 organizzati su un totale di 327.312 soci. È questo, certamente, un titolo di orgoglio per la organizzazione operaia italiana, in questo campo al– l'avanguardia del movimento internazionale, e perciò qui maestra dì esperienze, mentre è allieva dei paesi industrialmente più progrediti nei riguardi del mo- (I) ,lfi8trlll d.Ull flloso(la, (S) Sulla grande Importanza ohe Marx attribuiva alle organizza– zioni di resistenza, si veda noi recente e ottimo volume di A. BRUJN: Dle Ge1otrksclln(ttn, ,,.,., E11t1olkl11n11 1md Kcimp(e (Nftrnberg, 1914) Il oapltolo su " ~Cal'x und cllt Gt10,i•kscllo(ttn •· (9) ENOi.Ls: G1·1111dsiil::t dts ·xo111n11,n'8mns; heransg. von E. B,i·11- eltln. - Berlln, I •u. vimento del pro-letarìato industriale. Ma, se tenden– zialmente il nostro glorioso movimento dei lavorat-0ri della terra è socialista, vaga parola che esprime mo– vimenti i più disparati a seconda delle cl-assi di cui esso esprime l'ideologia sociale, esso non ha quella uniformità di elementi, che sola può dar vita ad un rn.oVJ~m<ento dì class•e omog·eneo e compatto (1). Rigola rileva che questo proletariato è meno su– scettivo di irreggimentazione nelle forme sindacali. •«Tra i lavoratori dei campi, i braccianti soltanto pre– sentano spiccate affinità cogli operai dell'industria, ma non è difficile prevedere che il bracciantato è destinato a· r,idursi fortemente di numoro, in parte assorbito daHe forme di contratto che lo fisseranno alla terra per lo sfruttamento di essa, una volta messa in valore - sfruttamento b;isato sulla cointeressenza individuale o collettiva - e in parte dall'industri-n .. li rapporto di salario è tipico dell'industrialismo, e, p-erchè un'industrializzazione della cultura non sem– bra possibile, i lavoratori agricoli si possono ritenere avviati verso soluzioni un po' diverse dei loro pro– blemi di organizzazione». « TUJttoquesto - osserva Rigola - ci dice che non c'è da meravigliarsi se l'organizzazione in Italia pro– ce,de a stenti» e, sopratutto, soggiungiamo noi, spie– g,a come la Confed-erazione non possa esprimere in una formula sintetica il riflesso i<leale dì q·uesti ete– rog,enei movimenti r-eali. Di qui la difficoltà della sua azione e la difficoltà di definire i suoi rapporti col Partito socialista, di qui la deliberazione del Con– gl'lesso di abroga!'e il paragrafo e) dell'a-rt. 3 dello Sitatuto confederale, con cui si impegnava la Confe– d,erazione a « promuovere gli accordi coi partiti po– litici, che accettano la lotta di classe», nello stesso tempo in cui deliberava una accenillazione della poli– tica confederale e men,tre proclamava nel 1° articolo dello Statuto come scopo della Confederazione quello d-i « organizzare e disciplinare la lotta della classe lavo-ratrìce •contro il regime capital'istico della pro– duzione e de.J lavoro». Pare una deliberazione contraddittoria, ed è una deliberazione che risponde alla realtà concreta; la contradd-izione non è nella delib-erozi-one, è nelle cose e ·nel movimento e trova l'autorevole conforto del grande maestro del movimento operaio. 4. Classe e partito. Avviene, in fatti, della Confederazione quel che ac– cadeva nella v-ecchia gloriosa «Internazionale». Marx, nella Circolare del 9 marzo 1869 ciel Consiglio gene– raLe dell'Associazione internazionale dei lavoratori al Comitato Centrale dell'Alleanza bakunìana, ri-prodotta nella famosa « Circolare privata » dello stesso Con' siglio su,He « p·retese scissioni nell'Internazionale» (2), scriveva all'Alleanza: « Secondo l'art. 1° dei nostri Statuti, l'Associ-azione ammette tutte le società « operaie » che mirano allo stesso fine, cioè: al 17:1lltllo appoggio, al progresso e (t) In senso contrarlo si può citare Engels nella prerazlone a La U"trra <lei contadini (anno 1874) In cui sostiene che le diverse cate– gorie di contadini non possono aspettare nulla dalla borghesia e, parlondo del b.-acclm1tl che formano la parie più numerosa detta popolazione campagnuota, dice: • Qui gli operai delle Industrie trovano I loro più naturali e numerosi alleati. Il bracciante si trova di fronte al proprietario o nl grande tltlavoto netta stessa condi– zione dell'operalo di fronte al capllallsla. Le misure che giovano all'uno debbono giovare atl'allro, ecc. •. (Nota cli VICE). (li) L'Importante documento è stai<> ripubblicato nel Mo11vt111tnl soclalislt, giugno-luglio 1918.
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