Critica Sociale - Anno XXIV - n. 11 - 1-15 giugno 1914

èRITICA SOCIALE tare un· riformismo di destra, il qual,e trova un inci– tamento alla sua azione politica nel.le pressioni delle organizz11zioni di questi grupp,i, e dì cui è in fondo espressione lo stesso ordine del giorno per l'accen– tuazione politica della Confed-erazione, che,· in so– stanza, finisce coll'imp-egnare la Confederazione del Lavoro ad un 'azi0ne. più energica, sopratutto per « obbligare il paese e il. Governo a provvedere con un largo ausilio finanziario e legislativo ad una ener– gica e coraggiosa politica di lavoro att,a a risve– gliare la vita nazionale e mitigare le inasprite pia– ghe-- della _disocoupazione e dell\~migrazione, ecc. ))! Non già ,che queste Cooperative contin-0 molto in 11apporto al proJ.~tariato nel suo complesso. Alfa fine d-el 1910, secondo la statistica ufficiaJ.e, vi erano in Ùalia 1960 Gooperativè di produzione e lavoro ed edilizie lega,lmente costituite, delle quali 1467 conta– vano 217.794 soci e avevano tutte insieme il cospicuo capital,e di 59 milioni di' lir,e, più una ris-erva di 7 milioni! Di dette Cooperative: 564 erano· .Coòpe– rative. di produzione industriale di tutti i generi e di. que~te 398 contavano 70.719 soci; 379 ·erano Coo– perative edilizi,e, .di cui 315 con 49.466 soci; 1017 Coo– p-erative di lavoro, di cui 754 con 94.738 soci. Di queste ultime le più importanti eràno que·lle d,ei mu– ratori, scQlpellini, oementisti, in_ numero di 448,· di cui 337 cçm 27.507 _soci,. e queHe dei braccianti, ter– r?-zzi-eri, cavatori, ecc., in numero di 336,·delle quali 263 con 55.387 soci. Sono pochi relativamente; ma in buona parte sono organizzati e fan capo in parte alla Conf-ed,erazione, nella quale e·sercitano anch'essi la loro influenza. _Di.questo movimento, quelli che aspirano a veder prosperare •un. vero movimento, sindacale si pveoc– cup.a_noa ragione. Rig-ola, nella sua Re.J,azione, ,con– statando l'aument9 di queste Cooperative negli ulti– mi anni, .os·serva come « accanto al movimento sinda– cale si vada ingrossando il movimento cooperativo, so-tlr1:Jce·udo al primo non pochi elementi di vita e di sviluppo,. E soggiunge: « Nessun fatto, è interve– nuto a togiiere la ragione dello scetticismo generico d-ei socialisti verso la cooperazione di produzione. Dovunque ha fatto 1-esue- prove e ha resistito, non ha modificato in nulla i rapporti delle ·classi, perciò i socialisti d'oggi sono, senza distinzione di scuola, piuttosto inclinati a considerarla un fatto di poca o nessuna importanza (1). · In. Itali.a ,i rap·porti tra cooperazione e r-esistenza fo'rniano da_ anni tema di discus_sione µa p~rt~ dei Congressi. operai, senza che .ne es·ca una conclusione définitiva. ··« In certi momenti, continua il Rigola, l'ottimismo cooperatore va fino al punto di predi– car-e che la resistenza non è che un fatto illu:siorristico co·l qual,e_si guadagna cinque in salario e si perde sei in maggior costo dei prodotti; .che essa indica la fase .àrretrata del movimento operaio, mentre la cooperazione ne rappresenta la fase superiore, evo– luta. (2), _·E- ciò fino a quaudo gli stessi ottimisti non sono òbbligati a ricredùsi, o p,er insuccessi indu– striali che li colp'iscono, o per constatati traligna– menti bo-rghesi nella coscienza dell'operaio divenuto cooperatore » (1). 'Rigola ·pensa. che la cooperazione di produ·zione, e s-op-ratutto · quella di lavoro, ha molte probabilità di svìluppo; ma non vorre-bbe che essa sottraèsse forze al m,Òvimentò di resistenza, e vorre:O·be inv-eoe che si inquadrasse nel ·movimento g-enerale sindacale e po– litico d-ella classe lav,oratrioe -e non fosse che un'arme di più nelle mani della ·classe. Ma ossierva su,bito: « È ciò possibile? A giudicare da quanto avvi-ene· in pratica e dal vento di fronda che spira in taluni ambienti cooperat.ivisti, si do– vrebbe concludere che la nostra è pura ,e s-emplice po,esia (2). MiHe indizi ci portano a pensa.re che il rrio-vimento cooperativo sia indotto dalla propria in- . tima natura a separarsi dal movimento. sindacale, non pure nei riguardi tecnici, commerciali, indu-. stri-ali ed amministrativi, cosa che noi ammettiah10 perfettarnenbe, 'ma anche in queLJ.i morali;. che, p,er spingersi tra la compagine della produzi-000 capita– lista, vi rimanga impigliato e diventi un 'mov-imento neutro tra. J,e due cla·ssi in conflitto. Tuttavia repu– tiari1-0nostro dovere co.ntinùare a combattere per 'dis– sipare i malintesi sorg-enti dalla coesistenza delle due forme di organizzazione, e questo dovere compi– remo almeno finchè i fatti, piiÌ forti dellè teo•rie, non ci avranno d•imostrata l'inanità d-ei nostri sforzi)), (La fi11e al prossimo 11w11ero), FAUSTO PAGLIARI. essi hanno loro. preparato con tanta previdenza 1 ... Malgrado gli economisti e l soolal!stl, malgrado l manuali e le utopie, le coali– zioni non hanno cessato un momento dal camminare e dal crescere, collo sviluppo e 001 progresso dell'Industria moderna. Talchè, li grado a cui è arrivata la ooal!zlone In un paese segna ora netta– mente 11 grado che esso oooupa nella gerarchia del mercato Inter– nazionale•· (I) In senso contrarlo, almeno per quel ohe riguarda l'Italia, si può rilevare che l soclal!stl, senza distinzione di scuola, debbono rico– noscere che In notevole misura Jl loro Pnrtlto rome organismo di azione elettorale e di propaganda pol!tlca è vissuto dal proflttl' dello Cooperative. La storia dclÌ'Av<mU I ·e dl molto elezioni documenta In proposito. (Nota di VIOE). . (2) In nota Il Rigola rl•hl!'ma uno sintomatica de!lberazJone dell Commissione centrale di vl,;-llanza sùlle Cooperativo; olle so.nzlona lo stupefacente principio di non ammettere a godere del benefizi accordati dallo. legge Io Oooperatlve che lnolòono nello Statuto la obbligatorietà P<\I loro soci di Iscriversi al'a Lega. di res1s·tenza, confortando la propria deliberazione eon una scrio di constdera.zlonl, "In cut et dloe, ln sostanza, ohe, rappresentando 11movimento coo• peratlvo una" rase ·superiore ed e.v~luta,, di organl~zazlone, è ripu– gnante alla llbertà:.t> alla coscienza e contrarlo all'essenza del 1 prln– clplo cooperativo Il pretendere che ohi è arrivato n questa rase su– periore continui arlinanere nella" forma arretrata" della resistenza"' ~e_nzacommenti I Proudhon t~,it pur! In Giugno u~cirà la seconda edizione dell'opera di CARLO KA:UTSKY: Il Programma ,Socialista-- Princfpl fondamentali del socialismo, (I) È molto Interessante e Istruttivo su tale materia un recente Edizione rifatta ed accresciuta da una· nuova -prefa- st~dlo del WEBB: Co-operative p,-oduction and p1•ofii-$har111g, pub- zione. dell'autore. bhcato eome supplemento nel numero del 14 t~~bM-lo del New Sta- tesmt1m• e -di cui cl occuperemo In un prossimo num·éro. , . SOMMARIO: I. La rovina della piccola azienda. - II. Il . (2) Sono le vecchie asinerie proudhonlane, messe In ~ldlcolo da· . proletariato. - III. La classe capitalistica. - IV. Lo ,Marx {-Mlse,·!a dena filosofia) fln dal 1847,che. le giudicava "Idee che Stato futuro. - V. La lotta di classe. - Volume di non possono sbocciare che nel cervello di un poeta Incompreso"' ·· 400 pagine L. 3,- " I socialisti -.- -osservava Marx, e con tal nome, allora, lndicav,a , ------'- appunto quel -movimento - vogl!ono· che gli operai lascino In pace · Ordiuazioni e importo alla Lib1·eriaEditrice" Avanti! la vecchia società, per poter meglio entrarè nella società nuova che via S. Damiano, 16, Milano, " BibliotecaGino Bia co

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