Critica Sociale - Anno XXIV - n. 11 - 1-15 giugno 1914
· CRITICASÒCIALE ,prietario di min-ierie-inglesi, « stanco dei dissensi con– tinuamente rinasoenti nelle sue officine». « Tutte le difficoltà pr.o-0edenti dall'antagonismo tra capitale e .persino al tliritto di coalizione, e la avversione ,vi·o~ -l·enta di· Ma,zzini p,er l'Internazionale, dopo che quéa · _st_asi ·era rifi,utat11 di accettar-e come proprio . pro– gramma le sue ricette piccolo-borghesi. ' lavoro sparirono come per-incanto, per dar luogo, da quell'epooo, all'accordo più perfetto». ·. «·Lasciate il sentìme,nto della loro debolezza ·a:· ·co– loro che pretendono fondare le .rivoluzioni sul_l)zione e 1,ugli interessi di una sola classe», scriveva M:az– zin'Ì fin dal 184:1; e quantunque l'anno dope_ ricono– scesse « l'esi-stenza in Italia, come dappertutt9:, ·di due . c(assi d'uomini, gli uni pòssessori esclusiva~e-ii~f de, gli elementi d'ognii layoro, terre, credito o ca"pitali.~ ·gli altri, privi· di tutto fuorchè delle, loro braccia», i primi aventi « principalmente bisogno di una' rivo– luiion,e _politica, i secondi... di un ordinamento s-o– ciale »; purè successivamente, e sopratutto dopo I.a _Comune e l'Internazionale, egli insiste con_tinuamente sul fatto che questa emancipaz.ione degli operai, ch,e egli chiama sintomaticamente classi artigiane,_ « d-eve avvenire pacifkamente, gradatamente, e p,er _l'azione concorde delle classi sociali», tanto che, r-ilevàndo essere ·l'esistenza di vasti centri m.anufattùTieri una delle cause del manifestarsi della lotta tra borghesi·a e proletariato, egli si compiace che questo « sviluppo .esagerato,· anormale d'industria concentrata manchi in Italia, in Ungheri•a, nei pa,esi dell'Im·pero au_striaco, in .·Germania, in Polonia » (1). La classe media ha .tutte J.e sue simpatie, perchè « in essa sono- _latenti i germi del bene isteriliti negli altri. Tolta via una genia di speculatori e di banchi,eri insaziabili ·che con– taminano J.e buone v,ecchie abitudini del commercio e ·pl'eparano crisi tremende ai popoli, ·gli uo~ini delle classi medie furono e sono tutto-ra uomini di favòro e ne sanno il _valore e la dignità ».· Quindi « bisogna tend,ere all'imp,ianto di un ordine di cose nel. quale la proprietà non possa diventar monopolio e non. scenda in futuro se non dal lavoro, nel quale, quanto al presente, le leggi tendano a scemare gradatamente il suo p-ermanente. concentramento in poche mani e si giovino d'ogni giusto mezzo ad agev·olarne la tras– mission,e e il r-eparto » (2). Gli operai, « avversi aUe stolte teoriche d•el Comune di Parigi e alle tendenre, come ci son note, dell'/ nternazionale », vogl_iono « unire nelle mani di associazioni libere e volontarie, industriali e agricole, capit.ale e lavo-ro », e hanno diritto cc _a favore e ag-evolezze di credito nei loro ten– tativi per sostituire a poco a poco al sistema attuale 'del· sa~io il sistem1a dell'associazione volontaria». « Un sistema di Banchi che fonderebbero il, credito locale e speciale, tanto da concedere alla moralità e a11la capacità oc.oertate dalle a•ssociavioni operaie quelle anticipazioni ch'oggi non si concedono se non a firme note di negozianti, un sistema di co_Ionizza– zione applicato ai quattro milioni, o poco meno, di ettari di terreno tuttora incolto in Italia, pochi aiuti e agev,olmente dati al metodo di associazione desti– nato a riunire nelle stesse mani il ·capitale e il l.avoil'o; alcune istituzioni tendenti a costituire giusti giudizi arbitrali tra gji op,erai e gli attuali, detentori di ca– pitali, basterebbero ad accertare pacifico trionfo al moto emancipatore, senza perturbazione alcuna nelle conclizioni economiche ch'oggi sono». . _ In·a]tro punto cita, come esempio da imitare, l'espe– rimento di partecipazione agli utili fatto da un pro- (I) SALVÉMINI: I! pensiero religioso pollt l.co .soclule di !l'· Mazs:1111. (2) MARX (Bdef,oec/os,I) scriveva Invece Il 27 IUl(IIOHeG a Enlj'rlB; • l'er gli operai è naturalmente favorevole tutto Oiò ~he cono,n~ra la borghesia •· · ca Gino Bianco M-ette in guardia, perciò,· continuamente gli operai dall'Internazionale, sòrta di· ril~zzo al moto qorm.ale degli uomini del lavoro, « che minaccia falsarlo nel fine, n.ei mezzi e ruello spirito al quale- vi inspiraste finwa ,e dal quale. -soltanto -otterrete vittoria JJ. « La .p~rte abbi-ente del p,aese, dal grande proprietario ·fino al piccolo commerciante e al proprietario d'una bottega, comincia a so&p,ettare che ogni m-0to op,eraio covi uh.a minaccia ai capitali r.accolti talora per ere– dità, più sp,esso dal lavoro; e ha diritto di essere ras– siourata ii •. « L'Internazionale ·non può 'darci nè uri ·eserc.ito, · nè un teso-ro. Ci dà invece i terrori e la inimicizia di tutta .un.a dasse media, trepidamente buona· in pa,rte e che è ad ogni modo un elemento vitale in Italia». . Qu-esto movimento piccolo-borghese - così teoriz.– z.ato da Mazz.iai - gode, naturalmente, le simpatie delle· classi borghesi, peI'chè può servire a stac_care gruppi operai dal grosso dell'es,ercito proletario e il tentativo fu fatto in passato dai Governi e fu pensato persino da· Bismarck. · Marx, in una lettera del 18· febbrnio 1865 a En– ·g,e,Js (-1), ne riassume una scril.ta allo-Sc)1weitzer, nella quale; dopo aver dichiarato essere le organizzazioni di -r,esistenza importantissime come mezz.o di or·ga– niz.zare la classe op,er-aia per la lotta contro la bor– ghesia, oss,erva: cc Invece la concessione di sussidi del :regio Governo a Cooperative è. una misura -eco– nomica che v·ale zero, mentre, nello stesso tempQ, co11essa· si estende il sistema del patronato, si cor– rompe una parte d,ella classe operaia e si castra il m-0vimento ». E nella minuta cl.i dichiarazione prepa– rata p-er rompere definitivamente ·i rapporti col So-· zialdemokrat, Marx ricorda la sua già espressa opi– nione circa il « regio socialismo governativo prus– siano » e la oondotta che dev-e ten-ere il partito ope– raio di fronte a questo inganno. , È le stesse preoocupazioni per il movimento sin– dacale di classe può inspirare anche quello delle Cooperative di lavo-ro, degli operai e dei braccianti, in gran parte viventi dei lavori pubblici e legate alla benevolenza dei pubblici poteri, anche se fanno tal– volta professione di rivoluzionarismo il più « clas– sista» (1).. Lavori pubblici· e credito alle Cooperative (vecchiume 'Jassalliano e maz.ziniano) sono le cose che maggiormente p-roccupano questo socialismo ru– rale e ·p_iooo-lo-borghese, su cui sopratutto può con- (l) B1•l·ef,oechsel Citato. (2J In senso contrarlo però SI potrebbe citare del Mnrx stess.o le parole quasi ditirambiche In favore della cooperazione di· lavoro nel c~lebr8 · 11uti1·iz;o -tnaugu.raie detL'Assoctazio11t 1,iteniaztot1aie dei -lavoratori (anno 1864). Ivi dopo l'elogio della cooperazione - vit· to,·,a della (Co11omiadel 1avo1·0s11;1aeconomia del!li prop,·letd - è detto che ~l,e esperienze del periodo che dal 18C8 và al 1860 hanno "messo fuori di ogni dubbio che 11 lavoro cooperativo, per quanto " possa essere magnifico In principio e utile In pratica, nnchè rimane "limitato all'angusta cerchia di tentativi occasionali di slngoll·operal ·•· non sarà mal In caso dl f•ontegglare II monopolio chè cresce In ~ ragione' geometrica, di Uberare le nia:sse, 'o di alleviare- R'Oltantò ~-l'ablSBO d~lla loro ml,serta .... Per salua,·e le masse indr<str,a!I, -il • lavoro cooperativo dov,·ebbe esser, svolto in dlmens1011i t1azùmalf, " ~ 1)'1' co11s•11'fenzaesswt fatto con ,11ezzl dellÒ Stati>, ... Perciò Il ·• grando dovere delle 018881operate è quello di conquistare Il pote.e • politico•· Indarno si atgome~lerebbé di esiliare iluno Baldlnl dal marx'8mol. (Nota di VICE).
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