Critica Sociale - Anno XXIV - n. 11 - 1-15 giugno 1914

1&4 CRITICASOCIA>LE voratrici vadano opponendosi sempre più. tenaci e provocanti le 1,esistenze della dasse privilegiata e d-elle sue rappresentanze sta,tali », riaffermata l'unità ideale e la comunanza di mèta delle organizzazioni di resi– stenza col socialismo e la necessità èhe i d'ue. movi– menti procedano parallelamenbe e in una cordiaJ.e e costante intesa, pur mantenendo la loro reciproca li– bertà di funzioni speci-fiche, - il Congresso affermò ritenel."e « imperiosa necessi-tà per la Confederazione di intens.ificare e accentuare la sua azione accresoenido i suoi mezzi di propaganda, di agitazione e di con– quista, per es-ercitare in mezzo alle masse operaie un più vigile senso del proprio diritto e del proprio· do– vere e un più pronto spirito battagliero, ecc. ». Anche nella modifica dello Statuto, il Congresso tenne conto dei voti delle Camere dissidenti per una più larga rap!}resentanza nell'organismo confederale, e votò, poi, un vibrato or<!linedel giorno di Quaglino sulla ·disoccupazione. : Con questa accentuazione della politica della -Cqnfe– :ie1·azione del Lavoro pare sia in contrasto la dichi.a– .razi@ne {li assoluta indip,end.enza dal Partito s.ociali– s.l:a, proprio ora che -si p-roclama rivoluzionario, fatta .clal Congresso, colla modifiea dello Statuto e coi di– scorsi su La.le materia di par-ecchi cong'ressisti. In real-là il Congresso non ha fatto che esprimere l'anima vera della Conf.ed,erazione, della quale occorre tener conto per giudi•care del signi,tìcato delle deliberazioni, eh.e parrebbero voler signi,ficare senz'altro il propo– sito di una più decisa e permanente azione di cla,sse intransigente. 2. La cooperazione e la resistenza. Proprio come nella vecchia Internazionale, trovia– mo, infatti, unite insieme nella Confed-erazione classi operaie rieHe più diverse condizioni di sviluppo. È ciò ché risulta. dall'-es-ame di quella magistrale Rela– zione, che Rinaldo Rigola ha scrittà per il. Con- gress·o · (1~; · . · Anzùutto, bisogna · rìlevar,e che la Con,f.ederazione ,non abbraccia che una parte esigua d,egli op-erai in– ·canal,a,biJi '.nel movimentò di classe da essa rappres-en– tato. Rigola calcoi-a in 7.850.000 i lavoratori organiz– zabili dall'età dai 16 ai 65 anni, di cui 3.000.000 nel– -l'industria, nel commercio e nei tr.àsporti e 4.850.000 nell'agricoltura·. Di qùesti, nel 1912, erano organizzati nelle organizzazionì, def lavoratori della terra e del– ·J'industria, · 860.5Ò2 lav0rat0ri ·(408.148 della ·terra e 452.354 dell'industria), dei quali 639.670 (286.692 della terra e 352.9.78 dell'industria) nelle organizzai.ioni ca– merali e federali, 108.021 nelle o,rganizzazioni catto– liche, 112.811 nelle Leghe, isolate. I confederati, nel 1913, c'rario 327.312: 83.217 nelle Ca,m,e'.l'e del Lavo,ro 878 nelle Leghe isolate, 85.745 nelle· Federazioni del~ i'indùstri.a e 157.472 nella Federazione dei lavoratori della terra, cioè 269.840 op·erai dell'iri{lustr1a. e 157.472 lavoratori agricoli. L'enorme maggioranza del prole– tariato e buona parte -di quello organizzato in orga- . nizzazioni di classe è fuori· dei -quadri confederali.· Ma nemmeno quella parte che si raccoglie nella Confederac2:ione ha bisogni e tendenze omogenee. ·. Una. pa.rte non disprezzabile è data dalle ·organiz– zazioni cooperative, delle càtegorie operaie a tipo ar– tigiano di quelle. iridustrie· ohe non sono ancora seria– mente minacciate dal]a macchina e nelle quali gli ' (1) R. RIClOLA: La Confederazione Generale del Lavoro nel t,·Lenu•to. 1911-1913. Biblioteca Gino Bian~o òperai, ·p,rotetti dalla necessità del tirocinio contro la concorrenza delle altre categorie, sentono un forte spirito esclusivista di solidarietà professionale, sono fortemente organizzati, .hanno sviluppata largamente la mutualità sindacale, e, coll'azione diretta della loro salda organizzazione, riescono a coµseguire miglior.a.: menti n·dtevoli, s-enz-asentir il bisogno di una az-ione extra 0 pro.f.essi,ona!,ee d·i una politfoa di classe. In que– ste categorie, la natura ancora proval,entemen-te arti– giana dell'in<lustria, la quale fa sì che padroni e ope– rai apparbengano per lo più ali.a stessa categoria so– ciale, imp,edisce che i conflitti tra operai e padroni assumano carattere di confl,itti di classe, e la orga– nizzazione, anzichè contribuire necessariamente ad un'antitesi permanente tra capitalisti e lavoratori, favorisce piuttosto una comunanza di interes,si, che trova · 1.a sua espressione più classioa nella comu– ni,tà di tariffa dei tipografi tedeschi: la famosa ta– riffa nazional,e del 1896, coHa quaJ.e, mentre veniva miglioratGI,-e nesa p'ii;i sicur? .Ja. condizione .degli ope– rai, dando vita ad organi misti p,er la dif.esa e la appli-cazi-one della tariffa (Comitato nazionale di ta– riffa e Ufficio di tariffa, Uffici r-egional.i e Corti a,rbi– tràli, ,e di conciliazione) e a Uffici di •collo,caroento ta– riffari, .J.e p.a,rti si impegnavano a collabora!'e i-nsie– me per combattere la concorrenza crumira, si.a tra gli operai che tra i padroni, ·dando recipI'ocamente la p,referenza agJ.i organ-izzati (1). Accanto a queste org:;1nizzazioni tipiche co-rporative, che hanno una notev-0le influenza in oerte località e che, per dirla col De Rous·iers, rappre·sentano il pas– sato del movimento operaio - sono, cioè, organizza– zioni professionali e non di classe - esistono· nume– rose organizzazioni locali di op,erai artigiani o della piccola e media industria, nei pìccoli e grandi oentri, .le quali sono la base di quel movimento tipico ·pic– colo-borghese, che è la- cooperazione di p.roduzione. Questa for.ma di organizzazione, coll'ideologia poli– tica che .me deriva, specifica degli operai dell'artigia– nato in tutti i tempi e paesi, trova largo favore da noi, dato il nostro arretrato sviluppo_ industriale e mal– grado gli insegnamenti internazionali, e ha e tenta di aver,e, ad onta della sua s.carsa portata per il mo– vimento proletario in genere, un peso politico e sin– dacale. molto superiore ai suoi meriti e alla sua forza reale, e se, pur riconoscendone la necessità e razio– nalità contirlgente,' non si.a mantenuta nei suoi limitati conf;ìni,,p,otrà compromettere l'avvenire del movimento di classe, come è avvenuto in pass.ato i~ altri paesi. Si ripete oggi in It.alia quello che accadde in Inghila terra· cogli owenisti e in Francia coi proudhoniani. Questo -soci.ali_smopiocolo-borghese, d:i cui. in Italia fu asserto,r,e Mazzini e ç,he è eff-ettivamen:Le da no,i in gran pàrte sociali-sta di nome e mazziniano cli fatto, è indotto, per la S\lJanatura e p,er le necessità della sua wta, a fare una politica che non ha nulla a che ved,ere con una politica di classe .. È, anzi, -p,er sua ess,enza, ·magari s·enza che ne sia consapevole, un moviroeinto essenzialmente antitetico al movimento di clas·se · in senso p:roprio, come lo dimostra !'·osti~ lità degli owen,isti al movimento di classe del char– tismo e di Proudhon all'organizzazione ·sindacale e (I) BE°J!NSTEIN (La grèv, et re 1ock-01<t en ÀU.e,nagt1e; Parie, 1908), a proposito di qneeta _che eglt considera una • vera alteonza tra padronl e operai organlzmll ., ·non BInasconde che II sistema po– . trebbe, In altre Industrie, trasformarsi In una specie dl trust, for– _nendo al p~dronl un mezzo per trascinare gli operai ad un'intesa In vieta di erruttare. Il pubblico mediante un aumento di prezzi,·

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