Critica Sociale - Anno XXIV - n. 11 - 1-15 giugno 1914

CRITJCA SOCl.M,;E 163 nazione. Cr.e1h1,a11cora il prof. Rocco: gli in.teressi economici individuali si sommano 'io quanbo sono ùi natura omogenea; di qui viene che è possibile un'economia di classe (i lavoratori eia una parte, i capitalisti dall'altra) e·non è possibile un'economia di nazione, in quanto questa confonderebbe cose dissociabili, gli interessi dei debitori e dei credi– tori, degli imprenditori e dei salariati, ecc. Per economia nazionale puossi appena intendere il concetto essenzialmente intellettivo del risultato di tutti i rapporti individuali e sl:ndacali di dare e di avere in tutte le direzioni.- Cott ci0 noi non vogliamo neppur dire che non ci sia auche un " bene nazionale "' ma questo sta al di fuori delle singole contrattazioni e, se si coglie, balza auto– maticamente fuori dalla più aspra e intransigente competizione degli interessi privati. Quanto volte non abbiamo, noi sociaHst\, pro– vato che, dall'ostinato incalzare del proletariato sul la borghesia per strapparle conciizioni migliori di· salario e di vita, la borghesia, nell'intenzi•o11e cii rifai:si su ciò che è costretta a lascia-re, è in– dotta a _migliorare e à perfezionare i metodi pi•o– dutti vi, giovando, senza dubbio, a tutta la s_ocietà nazionale e.... internazionale? La lotta di classe, sotto tal punto di vista., è certamente di benefizio uni versale; ma sarebbe ri~oltante ipocrisia (sarebbe, cioè, ipocrisia borghese e nazionali sta) se il prole– tariato- affermasse di organizzarsi ·e di combattere per un fine che sia al tutto fuori di se stesso. Tali proposi ti troppo santi non possono che professarsi da imbroglioni troppo profaui. Già! non possono professarsi che dal partito nazionalista nell'atto della sua fondazi·one, mentre gioisce ancora delle vittorie elettorali, vinte col valido e disinteressato a1woggio del famigerato Caio da Ponte re di Panico (tutto pe1• la pa– t·ria.1) e mentre lancia la società editrice del suo prossimo futuro giornale quotidiano, dove primi azionisti e più cospicui appaiono i canapifici ita– lici e i rappresentanti cosmopoliti delle fabbriche internazionali di materiali da guerra,!. .... IL VICE. Il [onueno ~ella [onte~eralione ~el avoro · Organizzazione operaiae Partito socialista 1. La crisi e l'opposizione operaia. ·I\· 4° Congresso della Confederazione del LavoJ"o, che ebbe luogo a Mantova dal 5 al 9 rriaggio, è stato in gran parte dominato dalla qu,estione dell'indirizzo confederal,e, e ciò fu l'eff.etto sopratutto della crisi, che ha colpito così duramente la classe lavoratrice e ha diffuso, colla miseria e colfa maggior· difficoltà del– l'azione e deUe conquiste sindacali, un s,enso di ma– lesoor,e neUe masse proletari-e, un più accentuato- spi– .rito di opp,osizione alla politica gov,ernativa e al ri– formismo parlamentar:e, tanto nell'organizzazione po– litica quanto i,n quella economica, sì nei oentri rurali che in quelli urbani. Tale è sempre !',effetto della crisi, ed è anzi su questo efT,etto che Marx ed Engels, in attesa allora di una imminente ripr,esa rivoluzionaria, contavano, p,rima del 1860, come sulla necessaria premessa di un movimento rivoluzionario. Il 24 settembre 1852 Eng.els scriveva a Marx (1): « Gli operai sembrano, (1) Bl"lefw1chsel zwtschen F. E,ig,ls 1md K. Ma,·x, 1814-1883. - Btuttgart, Dletz Nachf., 4 volumi. lioteca Gino Bianco après. tout, completamente imborghesiti per. la mo– mentanea prosper.ità e la prospettiva della gioire de l'Empire. Ci vorrà una duva lezi-0ne, per. opera della crisi, perchè tor,nino. presto a esser capaci di ~he cosa ii. Il 13 nov'.embre 1857 scriveva nuovamente: (( È necessaria una d-epressione cronica, che duri per. un certo ·tempo, p-er riscaldar,e la massa p9p-o.Jare. Il.pro- . letariato si batte meglio, con miglior-e connaissance de cause ... Le mas-se devono ess-ere diventate terribil– mente· Letargiche___per la lunga prosperità». E ancora il 17 di.cembre 1857: (( Per ora non c'è molto sp·irito rivoluzionario nel proletariato; la lunga prosperità lo ha tremendamente demoralizzato! ii. Anzi, nell'-estate del 1852, Engels scriveva a Marx: ((Anche l'Australia ci danneggia... per l'emigrazione della popo'ì'azi-one •esuberante di qui, at. tlie raie o/ 5000 a week!>>. Vero è che i fatti si sono incaricati d_ismentire il prof.eta e lo stesso Marx, in un.a lettera del 13 f.eb – braio 1863, dichiarava: (l Le illusioni. e l'entusiasmo quasi bambines-co, Mn cui noi salutavamo prima del · 1848 l'era della rivoh.~zione, sono andati. al diavolo ... Sappiamo ora qual parte abbia l'imbecillità nelle .ri, voluzioni e come· queste siano sfruttate dalle ca– nagìie >>. L'opposizione all'indirizzo conf.ederale, per quanto formata di elementi e di corr-enti eterogenee, espri– meva sostanzialmente cotesto stato d'animo della mas– sa organizzata, del quale fu indice eloquente l'accoc glienza glaciale fatta ai socialisti riformisti, da quello st·esso Congresso che cancellava dallo Statuto federale, tra i còmpiti dél!a Confederazione, qùello di « p·ro– muovere gli accordi coi partiti politici, che accettano la lotta della classe lavoratrice contro il sistema ca 0 pitalista ii. L'oppo•sizione era rapp·resentata dai dele– gati dei centri rurali più minacciati dalla disoccupa– zione, che reclamano più insistentemente una ener– gica azione per ottenere provvedimenti immediati àtti a lenirne .le più gravi conseguen:ue, e· da delegati dei g,randi centri urbani, ove più netta e definitiJ..è l'anti– tesi fra borghesia e proletariato, premessa· di ogni vero movimento di cla•sse, e ove il proletariato, in_a– sprito in questi ultimi tempi dalle violenti battaglie per la di.fesa delle posizioni conquistate e malamente organizzate, è trascinato· dalla pr9paganda · sindaca– lista, che minaccia l'organizzazione confederale e in– duce i dirig,enti, preoc.cupati di non perdere il con– tatto colla grande massa proletal"ia, ·ad acoentuare la lo-ro' p.Zione ed a l'eclamare una azione più· intransi– gente e battagliera. Di queste tendenze conv,ergenti, per quanto dispa– rate - transitoria la prima, permanente la se,conda - erano esponenti specialmente diverse Camere del Lavoro, come gli organismi che, raccogliendo insi,eme organizzazioni di tutte Le professioni, rappr-esentano, piuttostochè i bisogni e le aspirazioni professionali, !,e asp·irazioni di classe, e ubbidiscono perciò, fa-eil– mente, a tendenze più radicali di quel che non fac– ciano le F-ederazioni. Queste Camere del Lavoro re– clamavano, anche, una più larga influenza sulla vita confederale. , P,er quanlo l'opposizione abbia raccolto un numero . non molto riJ .evan.te di voti, pure le sue domande sono state in parte accolte dal Congresso. Nell'ordin~ del giorno sulla Relazione morale, - te11uto conto « della grave situazione in cui si trova, per la disastrosa po– litica esp.ansi.onista e militaresca, la vita economica d'Italia », considerato come « di fronte a questo stato di cose, alle contrastate 'rivend-icaZJionidelle classi la-

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