Critica Sociale - Anno XXIV - n. 11 - 1-15 giugno 1914
CRITlCA:SOCIALE 175 • L'inforiorità dell'Italia, è e·vide)lte; soltanto in Rus– sia e in Austria la m·o,rte· falcia le vite più precoce– mente che da noi. Questa nostra inf.eriorità si manifesta principalmente . per la popolazione femmini-le, ed appare gravissima p,er le età infantili. Queste due caratteristiche risul– tano evidenti dal confronto delle probabilità di morte, p,er intervalli di età, con queJJ.e calcolate per la Svezia (1891-900) e p,er l'Australia (1901-10), paesi di mite m-0rtalità. ·. · V.eggasi di 10.000 sopravviventj quanti muoiono pri– ma di un anno, e di 10.000 sopravviventi a 1 anno quanti muoiono prima di 5 .anni; Da o a un anno Da 1 a o anni maschi 're~mlne mas.chl femmine Italia . 1708 1544 1272 1302 Svez·a ; . 1108 .921 669 643 Australia 951 795 320 300 Ora, hel primo anno di età la mortalità è forti,ssima per mal~tti•e .dell'apparato digerente, e<l è dovuta so– pratutto a condizioni ,estrinseche, suscettibili di ra– p,ida modificazione, come appare a chi ne consideri l'andamento nel tempo .. Essa si è ridotta, da 21_. per, 100 nati (media 1863-82) a 14 (1910) e, secondo il Mor– tara, « no.n certamente ad aurhentata resistenza orga– nica può attr~buirsi un così ceJ.e,r,eregresso; nè può riconnettersi dir,ettamènte (e:hè J.adipendenza indiretta della riduzione della mortalità dall'aumento del benes– ser,e è co,sì ,evidente, che pare'all'A. superfluo insistere su di ,essa) con l'aumento del benessere », es&endo stato lento o nullo in p,erio<li prosp,eri, rapido invece in periodi e•conomicamente sfavor,evoli, come si vede dai •seguenti dati riassuntivi: Morti nel primo Numeri Indici anno di età su della mortalltà. delle condizioni 10 ooo nati vi vi del lattanti economiche 1877-1881 2,069 123,4 63,0 1882-1886 1,968 117,4 79,7 1887-1891 1,92/i 114.8 90,3 1892-1896 1,826 108,9 83,2 1897-1901 1,655 98,7 89,3 190-2-1906 i,665 99,3 104,6 1907-1911 1,517 90,5 130,0 « li miglioramento ,aocertato dev,e att~ibui~si quas\ per intero ad effetto d,el progr,esso sugh ordmamenti sanitarii ed igienici, non 8:ccompagnato, p~rtropr.o, da sviluppo egualmente rapido de.JJ.aeducazrnne 1g1e– nica popola,re ». Più di un settimo delle morti di bambini da 1 a 5 anni è dovuto a morbillo, difterite e laringite cru– pale, iperto·sse, febbri <li malaria e ca,chessia palustre, ·f,ebbre tifoid,e, scarlattina e v.aiuolo, tutte cause che possono esser•e attenuate ,cc c_onprovv:5dimenti ig}en!C'i di interesse g,enerale, m1ghorando 11 tenore d1 vita deHe popolaz,ioni ed eliminando cause di éontagi »; anche fra 5 ,e 10 .anni « un quinto d.e]],emorti è do,vuto a malattie la cui fr.equenza e letalità possono venire gradualmente ridotte coi mezzi, di cui già la scienza dispone». Anche « potr~ ridursi, fra i 1~ e i 20 ,anni, il contributo a.Jle malattJ.e acute, le quali deterlnmano un settimo dell'intero numero delle morti. P,er la ri– duzione delle morti nella popolazione adulta ·occo·rre attenuare le perdite oer tubercolosi, che soJ.e costi– tuiscono più di un terzo della mortalità complessiva fra 20 e 40 anni. · Ma « p,er otten•ere. ·una ragguardevole diminuzione de]l,e malattie tubel'Colari, occor.l'erebbe trasformare radicalmente le condizioni di vita delJ.e popolazioni, All'influsso benefi.co del miglioramento economico con– trasta, nel nostro paese, quello della misera vita con- 1 dotta dagli emigrati all'estero, non pochi dei quali ri– portano in patria i g,ermi della terribile malattia; con– trasta anche il diffond,er-si dell'alcooJi,smo, in gran parte effetto pur esso di abitudini contratte in terra straniera. La progressiva trasformazione industriale di alcune zone, la tendenza delle popo.Jazioni ad ag– glome'rarsi nei grandi centri urbani, concorrono a rendere più ardua la lotta antitubercolare », * ** Quanto influisca sul deterioramento fisico della raz- ;;o;a il lavoro estenuante e, in particolar modo, il la- lioteca Gino Bianco voro industriale delle donne-madri, dimostra, sulla scorta di numerosi,ssime osservazioni fatte in clinica di donne •partorienti, il prof. Giuseppe Vicarelli, che ne dà conto in ·un suo studio su « Lavoro e Mater– nità» (Roma, Stamperia r•eaJ.e D. Ripamonti, 1914) . DaJJ.e risultanze deHe ricerche fatte « rimane accer– t9-to che il prodotto umano delJ.e odierne classi lavo– ratrici è già fisicamente, fino dalla nas·cita, in via di . decadenza », Da una delle tabeHe dimostrative risulta, per esem– pio, che, mentr,e i feti delle madri ospitalizzate prima d,el parto da zero fino a 20 giorni, nati da donne pri– migravide, è rappr,esentato da un peso generale i:ne– dio di g,rammi 2933,6 e da una lunghezza generale media di oìn. 49,50, e, per quelli nati da donne pluri– gravide, un peso medio di grammi 3113,5 e una lun– ghezza media di cm. 50,07; p,er i fèti delle madri ospi– talizzate· prima del parto da 21 .fino a 50 giorni, ve– diamo ri·sultare, per i feti delJ.e primigravide, un p,eso g,eneral,e medio di grammi 3046,5 e_ una lun– ghezza media di cm. 50,36, e, per i f.eti di madri plu– rigravide, un peso medio di grammi 3189,5 e una lun– ghezza media di cm. 50,47. Suddivise queste gravide p,er prof,essione,, si vede emrergere· il fatto che i più sviluppali sono i figli delle donne casalinghe o massaie, delle contadine, e po– scia deHe .operaie a mestier•e sedentario, come J.e la– voratrici nella manifattura• tabacchi, n•ella conf.ezion{l g,eneri alimentari, eoc., neUe· quali, sia p.er l'abituale loro posizione seduta, ,sia per la quasi immobilità del corpo, si veriifica di regola una maggiore durata della g,ravidanza. Il prof. VicaTelli riproduoe alcuni diagrammi dai quali appare che, mentre i neonati da madri casalin– ghe hanno una media in peso di grammi 3127,1 e una lunghezza di cm.· 49,84, i neonati delle madri impie– gate neHe industrie della carta e poligrafiche non hanno· che 2930 g,rammi di p,eso, e quelli delle madri impiegate neJJ.eindustri.e chimiche ne hanno solo 2920; che il peso medio dei nati n~ll'ultimo trimestre di gravidanza è andato progressivamente abbassandosi dal 1875 ad oggi, per concluder,e che cc questo· fatto d·el mino'!' peso e lunghezza alla nascita dei figli delle odierne classi lavoratrici è un fatto che va sempre più manif.estandosi e diffondendosi ed assume il ca– rattere di un v,ero epifenomeno della vita odierna». Coloro che negano la previsione marxista dell'im– mis,e-rimento crescente - anche solo proJ)orzionale - sono pregati di rifl.etter,e su queste cifre. *** A proposito dell'agglomerazione dell,e popolazioni i;i,eigrandi oentri urbani, abbiamo s·ott'occhio << alcuni dati statistioi raocolti dalla Sezi,one di Livorno del– l'Uni,one Femminile nazionale su la casa. d•el povero e la tubercolosi a Livorno•», dove si Legge che 4417 fam~glie visitate, composte di 23.890 persone, abita– vano in 10.994 locali. E fin qui la media di due per– sone per locale non sarebbe grave. Ma il guaio è che J,e famigii,e in condizioni discrete, con un locale per duè persone non erano che 2436, un po' più di metà; ma v,e n'erano• poi 1020 oon un locaJ.e per 3 persone, 506 con uno per 4 persone, 234 con uno per 5 p,er– sone, e persino 221 con un locale per 6 p,ersone. I letti furono numerati in 8496. Orbene, 1637 ser– vivano per 2 persone, 1542 per 3, 674 per 4, 263 per 5 ,e, finalmente, 259 famiglie .erano senza J.etto o quasi. Le d,enunci,e •per tubercolosi, p.erv,enute all'Ufficio d'Igi,ene nel 1913, furono 240, ma -:- osserva I.a r,ela– trioe - esse sono certamente una mfima mmoranza, sia p,erchè il nostro popolo si vergogna di denun– ziar,e la tubercolosi, sia perchè i medici non denun– ciano che i casi conclamati e più gravi. Sncus. Dott. prof. LUIGI CAROZZI L'assicurazioneobbligàtoriaper la malattia, la cronicità e la vecchiaia Centesimi 1.0
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