Critica Sociale - Anno XXIV - n. 11 - 1-15 giugno 1914

L72 CIUTICA SOCIALE tendere di monopolizzare per-. sè e per i propri amici cJngegni di politica ~ociale, quale ·quello che governò magistralmente il nostro Mòntemartini; ora neppure potrebbe l'arida burocrazia asservire quei congegni agli automatismi de' suoi organièL ·' ' Istituti come questi non possono· v-ivere e prosperare che in una atmosfera di fìducia delle forze popolari; • non possono venir governati che da chi si senta ani– mato da un profondo amore per le classi lavoratrici, -nutra una illimitata confidenza nella ava1izata del pro– letariato, sia a~sistito da una salda convinzione della indispensabilità della legislazione socia~e. In Giovanni· Montemartini tutto concorreva a fon:– dere in una squisita armonia l'uomo e la funzione: la scienza,· la politica, l'italianità, il civismo, la tolleranza. La scienza economica gli suggeriva questo Leil-motiv che' corre in tutta l'opera sua: " L'ascendere del. pr.ole– tadato, lungi dall'essere vantaggioso alla sola classe .dei )avoratori, avrà come effetto ..un. più elevato tenore ,di •,vita di tutta la collettività,,. Pensiero ;chlegli ancor meglio così precisa: ·u Il proletariato ascende e si rigenera portando scritto suila sua bandiera; lotta di classe, ma maggiore armonia finale f1·a le classi sociali. Contraddizione ap– parente di termini, perchè il molto significa che la lotta di clas~e è legge ineluttabile, a cui non può sfuggire l'umanità nella successione delle fasi economiche che attraversa, che dalla lotta di classe si deve sptJrare l'av– vento delle progressive organizzazioni future,• che' la maggiore armonia si potrà solo ottenere dove e quaudo tutte le clasHi avranno assicm:ate eguali condbiioni per la libera estrinsecazione della propria atti vilà, per l'af– fermazione dei pt opri interessì ,,. . La convinzione politica lo porta a suscitare, a mol– tiplicare e a. disciplinare la forza delle classi lavora– trici: forza di muscoli, di cervello e di spirito ch'egli vuol impiegate nella trasformazione graduale degli or– dinamenti della società. " Sono unilaterali e parziali punti di· vista - ammo– nisce il MonttJmartini - quelli di color0 che vorrebbero solo rivolgersi allo spirito o solo alle .condizioni mate– riali dell'esistenza. Non può e!eva1:si ,la sola anima quando le condizioni dell'esistenza sono inferiori, e vi– ceversa. Eleviamo anima e corpo, ma sopra.tutto ob– hlighiamo i lavoratori all'esercizio delle loro facoltà. Non vale la predicazione; necessita solo lo stimolo, il pt1ngolo di agire, perchè razione sociale è la conoscenr.a del mondo, la conoscenza degli attriti, lo sforzo· per redimersi. Tuffiamo i I lavoratore più che sia poss_ibile nell'esercizio della vita collettiva, nell'esercizio della vita pubblica: con questo svilupperemo, elevandola, tutta la sua anima ,,. L'italianità vibrava intensa in questo credente negli accordi internazionali. " I collettivisti vogliono una quarta Italia procla– mante in facci.a _al mondo il _trionfo del lavoro, non_più asservito all'imperio, al papato, al cii.pitale. E' l'ideale più luminoso di patria che mai. abbia vagheggiato oc– chio di est1le. L'armonia degli iutere\jSi ,in un'armo11ia tutta italiana, la libertà economica in un ambiente ar– tistic9. La patria libera non solo politicamente, ma eco- nomicamente ,,. · · Il giovane professore che nel gennaio del 1901 rivolge _queste parole a colleghi e a discepoli tn una severa aula universitaria, undici anni dopo in Campidoglio avrà bene il diritto di ricusa1:e l'adesione a una impresa ch'ei considera contraria agli -interessi della nazione, balzando però in pieùi - pallido di magnifico sdegno .-- a gridare tre volte: Viva l'Italia! E questo profondo e austero amore alla propria terra - temprato n.ella poesia garibaldina della famiglia - BibliotecaGino Bianco anima l'elaboratore della legislazione sociale ge~ideroso. di far occupare un posto d'onore al proprio ·pae!ile nei convegni internazionali per· la protezione legale dei la– voratori. Come que' suoi· occhi dolci .e buoni si -accendevano quando poteva neile·riunioni internazionali mettere i,n evidenza qualche caratteristica nota della nostra. legi– slazione ! Fiero era il suo. civismo; tale che gli consentiva, con la stessa· diritta anima socialista, di partecipare a uua arroventata riunione popolare e di salire poi alla Reggia per discorrere col capo deflo Stato di iniziative - come l'Istituto Internazionale d'Agricoltura - di pub– blico interesse. Lo spirito equanime e tolleranttJ rendeva, possibilA e proficuo, nell'Ufficio del Lavoro, la convivenza e la col– laborazione di funzionari di· convincimenti politici di– versi : una vera policromia formata da socialisti e eia cattolici praticanti; da nazionalisti e da sindacalisti,; da individualisti e da collettivisti, Ai collaborato1 1 i egli chiedeva competenza tecnica e- sentimento di dovere. · Una nomina storic;i. Per comprendere il significato· della assunzione di Giovanni Montemartini al governo dell'Ufficio del La– voro bisogna.inquadrare nel s~o _temp'o H fatto: e in quella lt1ce il fatto si allarga e si innalza _ad avveni– mento. Quando lo storico si accingerà a fissare i tratti ca– ratteristici della vita italiana all'alba ·al questo secolo, gli elementi glieli fornirà sopratutto l'acquisto di citta– •dinanza del lavoro organizzato. Altri, sulla riva opposta alla nostra, nello esprimere a cuspidi e ad avvallamenti la· linea della politica italiana rappresenti come decadente il periodo che· va dalla caduta di Crispi dopo Adua sino all'ultimatum . dell'Italia alla Turchia. Noi riqordiamo e ric:orçleremo che in quel periodo il proletariato e la democrazia hanno scritto pagine che non morranno: le pagine ,che dànno ai primi anni del regno di Vittorio Emanuele III carattere di aperto, violento contrasto a quello della fine del regno di Umberto I. Quelle istituzioni che lungo il decennio 1890-9Q0· er~no state gettate più volte attraverso la via dell'à-vimzata proletaria vengon fatte servire intorno al 1901-902 a un.a politica ùi riconcjliazione delle masse con . )o Stato. Nel paese si accampa vittoriosa la Lega: nel Governo vien cost\tuito l'Ufq.cio del L,avoro. " Anche l'Italia - scrive il Montemartini - colla legge 29 giugno 1902, arriva alla istituzione del suo Ufficio del Lavoro, la cui vita ed. il cui funzionamento sono incardinati su ~n Consiglio Superiore del Lavoro, spina dorsale, propulsore di tutti gli studi, ·10 inizia– tive, le interpretazioni delle leggi di lavoro. E in questo Consiglio trovano la loro rappresentanza gli interessi dell'industria, del lavoro, della scien)l:a e della pubbli~a amministrazione. Penetra adt1nque nella vi~a pubblica il concetto di rinforzare le virtù· de1l'indipendenza delle diverse classi; e il legislatore si orienta verso quei tipi di pubblica amministrazione, che negano _la.teoria del Governo patriarcale e che reclamano il controllo e l'intervento degli interessati ,,. · Contrasto, fra i due decenni, quasi drammatico: ad accentuarlo concòrse la nomina di Giovanni Monte– martini a direttore dell'Ufficio del. Lavoro presso il Ministero di agricoltura, industria e commercio. Il rilievo è dato dall'uomo e dalle origini sue. L'uomo: il socialista che professa apertameµte ·1e dottrine, con

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