Critica Sociale - Anno XXIV - n.10 - 16-31 maggio 1914
• CRITICA SOCIALE 157 ff'RA LIBRI E RIVISTE Una grande opera sul lav01·0 a. domiciUo. La campagna, che l'Unione Italiana delle donne so– cialiste ha iniziata nel giornale La difesa delle donne lavoratrici, per ottenere un.'inchiesta di Stato sul lavoro a domicilio in Italia e, in seguito, provvedimenti di– fensivi contro questa forma, tenacemente perdurante al di là di tutte le aspettative, di sfruttamento ad ol- . tranza del lavoro umano, ha trovato a un tratto un aiuto altrettanto insperato quanto poderoso. Si tratta di un volume di quasi un migliaio di pagine, pubbli– cato proprio in questi giorni dalla Casa editrice Fran– cesco Bertinatti di Torino (via Cavour, 18-12), al prezzo, veramente mite per tanta mole di lavoro, di L. 12,50, dovuto alla penna di FEDERICOMARCONCINI, intitolato: L'industria domestica salariata ,nei rapp01·ti interni e internazionali, nel quale è scorsa, in lungo e in largo, pel nostro e per tutti gli altri paesi industriali del mondo, la dolorosa materia. E invero, nella sua prima parte, discorre dell'in– dustria domestica salariata nella evoluzione delle forme di produzione, dall'epoca dell'artigianato a quella del lavoro rii fabbrica, studiandosi di ben precisarne il concetto economico differenziale. Ne indaga - nella seconda parte - la estensione e i caratteri salienti nei diversi paesi. Nella parte terza, studia le condizioni di salario, di orario, di ambiente di cotesto speciale la– voro, in rapporto ai sessi, alla maternità, alla fanciul– lezza, alle condizioni sanitarie, all'alcoolismo, alla mo– ralità, e così di seguito. Nella qual'ta parte, muove alla ricerca delle cause dei mali,• o che abbiano speciale rapporto con la mano d'opera (concorrenza fra operaiP, eccessiva divisione del lavoro, urbanismo, inorganicità della massa, deficienze psicologiche della donna ope– raia, ecc.), o col fatto degli imprenditori (subappalti, concorrenza sfrenata, intermediari, ecc.), o con quello, spesso più colpevole, dei consumatori, o con altri coef– ficienti economici, politici, sociali. Attacca infine (parte quinta) il tema ben più arduo dei rimedi possibili, che anzitutto distingue in essenziali e secondari: fra i primi elencando ed illustrando in prima linea l'organizzazione cjei lavoratori, o sindacale, o cooperativa, ma per con– statare come essa non valga da sola a risolvere gli odierni mali dell'industria domestica salariata, e, in seguito, soffermandosi più a lungo sulla indispensabi– lità e sulle varie forme di regolamentazione legale, o sperimentate, o semplicemente consigliate da Congressi, da Partiti, da singoli studiosi, cimentando ciascun esperimento e ciascuna proposta alla cote della critica o teoretica o sperimentale, a seconda dei casi. Dopo di che, e dopo aver tenuto anche il debito conto di altri rimedi secondari, quali potrebbero derivarsi o dal miglioramento della tecnica della produzione (forza motrice a domicilio, elettricità, ecc.), o da altre inizia– tive collaterali, sia private, sia di Stato, giunge alfine alla conclusione: che, stante la grande complessità dei mali che. genera il lavoro a domicilio (sempre.nel senso specifico sopra indicato), e poichè nè l'opera dei lavo– .ratori, nè degli imprenditori, o dei consumatori, o del– l'iniziativa privata, ecc., basta a sanare "il male fon– damentale di questa forma di lavoro, che è l'insuffi– cienza dei salari ,, ; l'unico mezzo efficace e necessario per la riabilita11,ione economica di coteste più tormen– tate vittime della gualchiera capitalistica è l'intervento del legislatore secondo il sistema inglese delle Com– missioni miste pei salari. Era anche, se ben ricordiamo, la conclusione, a un dipresso, a cui giungeva, or non è molto, DEMOSALTOBELLI, in uno studio sullo stesso argomento, pubblicato sopra queste colonne. Natural– mente, la riabilitazione economica dei lavoratori dovrà essere integrata e garantita dalla loro rigenerazione morale. .Su questa pubblicazione, la quale è inoltre arricchita da diversi indici e da copiosa bibliografia, e .la qualt>, come già notammo, giunge mirabilmente alla sua ora - avremo certo non lontane nè infrequenti occasioni di ritornare; e allora ne sviscereremo meglio lo spirito ed il valore. Oggi abbiamo voluto segnalarla senza in– dugio a quanti, nel movimento socialista ed operaio italiano, si occupano. a preferenza di questioni concrete di quelle questioni concrete, alle quali, dopo le al- HotecaGino Bianco !egre scorribande nei cieli dell'idealismo semplicista e protestatario, sarà pur ri'uopo, un dì o l'altro, di far ritorn.o, se si dovrà fare della vera e concludente " azione ,, socialista, ed educarvi il Partito - affinchè essi si allietino di questo significante contributo alla possibilità di un loro 1\avoro ben presidiato e, di con– seguenza, efficace. Concludiamo riproducendo la breve e sintetica in– troduzione, con la -quale ACHILLELoRIA· accompagna e raccomanda il volume. (***). AL LETTORE . Coloro i quali sono avvezzi a 1·affigurare l'evoluzione , economica con un g1·aduale ed ascendente pi·ogresso si t1·ovano seriamente imbarazzati nel constata1·e, fra'm– mezzo a._llemerav_iglie della grande industria moderna, la persistenza di quella forma a1·1·etrata e rachitica che è l'industria capitalista a domicilio; la quale per– petua, in seno alle più civili manifestazioni della pro– duzione e del lavoro, gli immobilismi più barbari. Ma anche gli spiriti più snodati e più snelli, che s'accon– ciano agli andirivieni della storia e sanno accogliei·U opportunamente nelle proprie architettazioni, non oiun– gono sempre a debitamente classifi,care quella forma d'industria e d'economia. Infatti, è ben vero che si tenta ravvisare nell'industria domestica un fenomeno di sopravvivenza, o di arresto di sviluppo, e di appli– cargli una delle tante etichette che la sociologia tiene raccolte in copia nei suoi magazzini spi1-ituali. llfa sono designazioni forzate, e di cui .riesce evidente a primo tratto l'incongruenza; perchè può parlarsi di un fenomeno di sopravvivenza quando ci si ti·ovi in– nanzi alla perduranza· di un fatto, accompagnata alla completa scompa1·sa delle sue cause generatrici; perchè l'a1·resto di sviluppo si connette a cagioni che hanno operato in passato ed ora han cessato di esistere. Ma invece l'industria domestica è un fenomeno it quale persiste, non già pe1· una semplice prosecuzione po– stuma di una vitalità già percossa o spenta alla pro– pria radice, non già pe1· una interruzione 1·epentina ed estrinseca di un processo natu1·ale di evoluzione organica, ma pi·oprio per ta persistenza di un insieme di fatto1·i, che la 1·endono proficua ad una classe so– ciale, e per l'r.wpunto alla classe dirigente dell'indu– st1·ia contemporanea. Perchè ormai non è un mistem ad alcuno che la petsistenza mode1·na dell'industria capitalista a domicilio si deve al fatto ch'essa procaccia singolari profitti e vantaggi al grosso c apitale; il quate, g1·azie ad essa, pe1·viene ad esimer.si dalle spese dei costosi edifici, si prosciogtie dalle molestie della vigi– lanza gove1·nativa sul lavoro e previene alfine quelle intr;se ribelli che ge1·mogliano dai grandi agglomeri di operai in uno stesso edificio industriale. Non si t1·atta pertanto, ognun lo vede, di un feno– meno cti sopravvivenza, di un arcaismo, di un anacro– nismo, destinato a soccombern: si tratta di una espli– cazione particola1·e e specifica di quel toi·naconto indi• viduale, che è l'anima dell'economia e che, in questo, come in t1·oppi altri casi, perviene acl ingrossare il pro– fitto del capitale passando sul corpo all'evoluzione tec– nica, all'igiene proletai·ia ed at benessere sociale. Di tanto dunque è più pi·essante ed ui·gente lo studio di questo grande fenomeno di degenei·azione industi·iale, di tanto esso s'impone all'analisi del pensatoi·e e al– l'opera riparatrice dello statista civile; perchè non si tratta già di una escrescenza o deviazione accidentale e prepostera, che una scrollata ·di spalle dell'evoluzione basti a cancellare dalla vita ed a precipitare nel nulla, ma t1·attasi di un elemento integ1·ante dell'assetto eco– nomico, che solo uno sforzo possente della scienza e della le_qislazione varrà una buona volta a divel/ei·e dalla scena della storia. Perciò, nel presentare al pubblico questo notevole libi·o, io non soddisfo soltanto al desiderio gentile del– l'auto1·e, ma appago ad un tempo un sentimento mio proprio di studioso e di it~liano; e so di esprimere nulla più che l'intimo convincimento e la più schietta certezza, afl•e1·mandoche questo libro s'impone alla me– ditazione pi·ofonda degli studiosi e degli statisti del no– stro paese. E così il ve1·bo dell'auto1·e possa fai·si carne e tradu1·si nei fatti e nelle pi·ovvidenze civili! Cosi l'uomo di Stato si inspfri a queste pagine sapienti .e ne ti·agga forza a combattere quella g1·amigna dell'indu– stria, che avvelena colle sue ramificazioni nefaste il
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