Critica Sociale - Anno XXIV - n.10 - 16-31 maggio 1914

154 CRITICASOCIALE 1914) C. Mannheim prospett:a un'altra soluzione del problema « che è precipuamente economico e finan– ziario», con l'azione riscattabile. Tutti i sistemi concordano su questi punti : il capitalista, rimanendo proprietario in perpetuo deUa totalità degli utili di un'azienda della quale egli ha contribuii.o a costituire il capitale iniziale, riceve più di quanto egli è in diritto di esigere. Il sacri– licio, che egli deve consentire, consiste nel rinun– ciare ad una frazione di quegli utili in favore di coloro che li hanno procacciati. Quindi una revi– sione dei rapporti fra il capitale e il lavoro ha necessariamente per base una spartizione di utili. Ma se, oome nei diversi prog,etti proposti, nes– sun compenso è offerto al capitalista in cambio di questo, sacrifi-cio che, riducendo il suo guadagno, aumenta i suoi rischi, egli si svierà anche di più dagli .affari, le iniziative individuali ne saranno sco– raggiate -e l'antagonismo sociale troverà nella con– servazione all'infinito di questa spartizione un ali– mento nuovo di invidia e di discordia. Il Mannheim quindi, partendo dal principio noto che il diritto deffazionista sulla propria azione è intangibile, propone di gravare l'azione di una ser– vitù statutaria col renderla riscattabile con una p.arte degli utili annui deU'azienda. Il primo effetto dell'azione risca~tabile, egli dice, sarebhe quello di aumentare la massa dei capitali disponibili e di in-canala-rla verso imprese nuove, cioè ve,rso gli impieghi più vantaggiosi al bene pub– blico. In secondo luogo, si verrebbero progressivamente eliminando gli azionisti, e si renderebbe disponibile una parte crescente dei fondi sociali, dei quali gli statuti indichereboero i nuovi proprietari. I quai'i sarebbero tutti gli operai e gli impiegati della So– cietà anonima, costituiti in « Soci-età civile », la quale incasserebbe gli interessi e, i dividendi delle: azioni riscattate e ne ripartirebbe l'ammontare fra tutti i suoi soci, per esempio in proporzione ai loro ap– podi, cioè ai salari e agli stipendi, e sarebbe rap– presentata nel Consiglio di amministrazione della Società anonima insieme ai portatori di azioni non anco,ra riscattate; e agli amministratori delle societ;ì.. In caso di liquidazione, la ripartizione dcU'attivo spettante alla Società civile potrebbe esser fatta tra tutti i soci o eredi dei soci di questa società che avessero cessato di farne parte da meno di 10 anni. Per mantenere poi entro alla proprietà cooperativa anche l'attribuLo essenzi.ale della proprietà indivi– duale, cioè la permanenza e l'ereditarietà, i suoces– sori d,ei dirigenti e gli eredi degli operai sarebbero chiamati ad essere proprietari di una porzione in– divisa della proprietà collettiva appartenente alla Società civile. In tal modo, applicando gli utili distratti dalla porzion·e degli azionisti per riscattarne i titoli, e ren– dendo nello stesso tempo non cedibili i titoli riscat– tati, si moltiplica !'.offerta, rarefacendo là domanda. Ne risulte•rà quindi un plusvalo•re artificiale che potrà costituire per il capitalista un equo compenso. Il prezzo massimo del riscatto, fissato• dagli statuti, dovendo avere, d'altro- canto, l'effetto di limitare questo plus-valore, gli azionisti non potranno rin– novare con dei rnimpi~gl~ _lelor? probabilità di gua– dagno, nè saranno qumd1 mdottt a impegnarsi in af– fari nuovi, per modo che i capitali, rimessi automa– ticamente in ciroolazione m.ercè il meccanismo dei riscatti, dovranno, per forza di cose, essere impie– gati nel modo migliore per l'interesse generale del pa,ese. L'attribuzione delle azioni riscattate a Società com– poste di tutti i lavor-atori intellettuali e manuali di un'azienda, sostituirà progressivamente, alla pro- BibliotecaGino Bianco prietà collettiva attuate che non raggruppa che dei capitali, una proprietà cooperativa, la quale, avvi– cinando gli uomini e unendo i loro sforzi, sembra atta a diventare un utile fattore di pace sociale. « E se, come il Mannheim propone, si dà ad ogni funzione, ad ogni posto nell'azienda industriale, il carattere di una specie di carica ereditaria, il ca– pitale, pur rimanendo collettivo, cioè impersonale, diventerà di fatto trasmissibile; il p'adre vedrà suo figlio godere• cLe,l frutto accumulato col suo lavoro, e, succedergli nella sua parte e nei suoi diritti; e così il lavoro possederà ». Questa espropriaz.ione a dosi infin-itesimali, fatta col superfluo degli utili, ha l'aria di uno dei tanti espedienti che s•i escogitano nell'illusione di portare la pace dove· necessariamente è lotta e vi sarà fino a quando non si sia arrivati alla. soppressione delle classi colla espropriazione totale della borghesia ca– pitalistica. Essa ricorda un poco la costruzione proudhoniana « di far del denaro con ni,ente e di assicurare a tutti i lavoratori le gioie del cielo», fatta oggetto del sar– casmo di Engels e di Marx nelle lettere ora pubbli– cate e riprodotte dal Mouvement Socialiste (gennaio– febbraio 1914), e sulla quale Marx conclude•va: « Più rivolto questo fango, e più mi persuado che la ri– forma della agricoltura, e per conseguenza deU'in– fetta proprietà ba!'-ata su di essa, è l'alfa e l'omega della rivoluzione futura». A preparare la quale, il proletariato tedesco vi.ene veramente acc~mulando i suoi capitali in modi e in forme, che preoccupano il capitalismo, ben più che non le proposte e i disegni di legge sopra indicati. In seguillti _all'incidente dell'impiegato della Deul– sche Bank, che, minacciato di licenziamento se con– tinuava a capeggiare J'.organizza;zione, provocò l'in– tervento, del Comitato dei Sindacati liberi, i quali tolsero dalla Banca stessa 20 milioni di depositi, calcola-va il Berliner Lohalanzeiger (18 dicembre 19J3) che il capitale del quarto stato, in quote ver– sate agli istituti di assicurazione J?.Ubblicie privati, in depositi neHe Cass~ di Risparmio, in azioni delle Cooperatve di credito, in beni immobili, in com– merci e in industrie da esso condotte, ammonti a non meno di un settimo o di un ottavo della ric– chezza nazionale, e aumen,ti ogni anno nella misura di un· quinto a un sesto dell'aumento generale. Economicamente, questo capitale torna in ogni modo all'irn:/.ustria e al commercio sotto forma di pensioni attribuite agli operai o di investimenti o di ipoteche, dei quali profittano lo Stato, le città o i privati, e quindi non colpisce troppo gravemente la vita economica del paese. Ma, dal punto di vis·ta politico, si domanda A. Bourlier nella Revue politique et parlementaire (10 aprile 1914), data la disciplina del socialismo tedesco e delle organizzazioni e-conomiche, la cosa può diventare temibile se gli op.erai organizzati si mettono a fare I.a concorrenza all'industria privata come hanno già cominciato a fare, àd es-empio, fon– dando una Società di assicurazione sulla vita con– trapposta alla Victoria. Domani p.otrebbero fondare delle Casse di rispar– mi.o e di deposito, e potrebbero venir contrappo– nendo• una completa organizzazion-e finanziaria a que!La della società borghese e capitalista. Nessuna meraviglia se ciò fanno e faranno con quelli e ~o~ alt_ri mezzi, poich~ è appunto questo il loro obb1ett1vo: creare una società nuova, che svuoti la società attuale e vi si sostituisca. STIOUS.

RkJQdWJsaXNoZXIy