Critica Sociale - Anno XXIV - n. 9 - 1-16 maggio 1914
CRITICA SOC,IALE 143 meno travagliata siano gli equivalenti delle antiche epidemie popolari d'isterismo collettivo ,,. Degnamente Murri, d_ue anni fa, in un suo' disçorso a Milano, ri– spose. a cosiffatte leggerezze. Le quali non hanno nep– pure il pregio della novità: io non era ancor nato quando il celebre Salvatore Tommasi sentenziava di qua dalle Alpi che " dalla pazzia degl'individui s'è già pervenuti a quella delle grandi masse, che l'è una vera forma di epidemia morale - parlo dell'Internazionale •· Con i dati soprariferiti !iel Kraepelin, la Medicina si i:edime definitivamente dallo stizzoso errore partigiano di questi pregiudizt. Essa attesta ·1a immensa tristezza del comune servaggio domestico, dove le classi son poste immediatamente a fronte, e dove la crudità stessa dei nomi (padrone-serva: oh come le labbra, anche se belle, della signora si contraggono fieramente e brut– tamente quando nominano la serva!) non simula la collaborazione e non dissimula la lotta di classe. Nella quale si sa bene qual'è la parte che soccombe. Chi non ha assistito, non senza di.sgusto, alle misere iliadi e odissee di queste creature, dalle quali si pretende quel che non posson dare: alle quali,"troppo di frequente si lesinano il vitto e le ore del soi;ino: messe a dormire nella stanza buia della casa, strapazzate dalla padrona bisbetica, ubriaca o gelosa, insidiate in miJ.le modi dai vigliacchi di fuori e dai tiranni di rientro : e la cui sorte abbiamo sentita così spesso cinicam1mte derisa· dalla Musa aristofanea dei giornali· umoristici? Per fortuna Octave Mirbeau è stato l'Omero di queste ·rnadi di patimenti ed ha fatta la gran vendetta di questa gente in quelle, come disse Tailhade, " terribili Me– morie d'una cameriera, dove la bassezza dei felici si fa vedere in una scollacciatura cinica, mille volte più crudele delle più• atroci immaginazioni. Tratti sangui– nanti, come il tragitto d'.un bistouri, aprono le piaghe segrete, sbrigliano le purulenze non confessate. Solo forse Gionata Swift ebbe allo stesso grado il dono di proseguire, impassibile e feroce, l'ironia mortale, dando alla giustizia, alla commiserazione -questa ma_schera di disprezzo glaciale e forsennato ,, . Ed io ho anche da capire come mai uno degli uomini .più intelligenti di Italia abbia potuto dire di meravigliarsi, non senza scandalo, che molte signo1,e tengano presso di sè quel libro. Io vo_rrei che lo tenessero sempre, come tengono lo specchio che loro rivela il brutto di una disadatta acconciatura. Non importa nulla se non corrisponde ai dettami delle sedicenti leghe per la moralità o ai di– vieti dell'on. Luzzatti. E ci appulcro la soprariferita pagina dell'insigne psichiatra di Monaco, nella quale si vede quale grande tributo paga alla grande nevrosi questa tipica vittima .dell'oppressione sociale: la sei·va. ALBERTO VEDRANI. I CON6HE55I NAZIONALI 50CIALl5TI Resoconti stenografici. Bologna 8-11 aprile 1904 Firenze 19-22 settembre 1908. Milano 21~25 ottobre 1910 . . Modena 15-18 ottobre 1911. . Reggio Emilia· 7-10 luglio 1912 . Congre'sso dei consiglieri comunali Firenze 1910 . . . . . . . socialisti, L. 1,– " 2,– ,, 2,- ,, 2,– ,, 3,_: ,, 1,50 I set volumi che importano complessivamente L. 11,50 verranno spediti franco di porto a chi manderà L. 7,50 alla Libreria Editrice "Avanti! "' via S. Damiano, 16, Milano. BibliotecaGino Bianco I-t'RA. LIBRI E RIVISTE I principi del Comttnismo. Fra gli scritti lasciati da Federico Eugels, Edoardo– Bernstein trovò, e fa ·pubblicare ora dalla Libreria deL Worwifrts, un breve manoscritto che svolge in forma catechistièa i principi del comunismo. E' questo uno– dei due abbozzi, onde nacque, sviluppandosi in esten– sione e profondità, il Manifesto dei Comunisti. E' la prima volta che si viene a· conoscere la preparazione del documento più importante della storia del socia– lismo e riesce assai interessante rintracciare come il làvoro individuale dei due autori ~i sia fuso, concetto e stile, in una unità indissolubile. Lo scritto di Engels, come Bernstein nota nella prefazione, è una volgariz– zazione dell'idea fondamentale del Manifesto e di questo · è anche in certi punti un completamento (1). Già la prima domanda del catechismo è significativa: "Che cosa è il comunismo?,, - Risposta: "Il comu– nismo è la dottrina delle condizioni di liberazione del proletariato ,,. Ji]cco una proposizioncella l\he, senza averne l'aria, varca d'un tratto con uno slancio, per quei tempi abbasta11za ·ardito, la distanza che separa le terre dell'utopismo da quelle della lotta di classe: Lo scopo finale, che è il comunismo, non è più un or– dinamento fìOCialeperfettissimo, escogitato da un qualche gran cervello e che escluda ogni evoluzione ulteriore, ma è semplicemente la risultante della lotta di classe · proseguita fino alla vittoria decisiva del proletariato. Le condizioni di questa vittoria e del suo sfruttamento per una liberazione duratura, cioè per l'abolizione del proletariato, dipendono dal progresso della tecnica, <iallo sviluppo economico, dalle lotte delle nazioni e delle– classi, costrette ad una evoluzione continua ed appaiono sempre più chiare. Quindi anche il comunismo stesso, come dottrina, si trova in contin~a evoluzione intellet– tuale, conseguenza di quella delle condizioni materiali di liberazione del proletariato. -· 'l'utto questo sta rac– chiuso nella modesta proposizione del catechismo di Federico Engels. L'opuscolo è molto atto alla propaganda: non pre– suppone grandi cognizioni storiche, si fonda su fatti universalmente noti, è Remplice, rappresentativo, a tutti intelligibile. Bernstein ha il merito di averlo aggiornato– e qua e là completato con opportune noticine. In ta– luna delle quali _però non consente il Kautski, nel,la Neue Zeit del 28 marzo. Rernstein, osservando, ad esempio, che i ti·usts e i ca1•telli limitano la lotta di concorrenza fra i capitalisti e mutano il carattere delle, crisi di affari, che, inoltre, anche in altre classi rorga– nizzazione progredisce, e che le aziende statali e co– munali vanno aumentando, ne concludeva che la ten– denza al comunismo si limiterebbe per ora :a campi speciali e in una forma attenuata, e ne desumeva che perciò le lotte interne dureranno. Kautski obiett.a che la caratteristica dell11, fase odierna del capitalismo è il dominio delle organizzazioni degli imprenditori e dellii,,gr.osse Banche,, ossia .del capitale finanziario. -Ciò non significa tendenza, neppur tenue e limitat~, verso un crescente comunismo, bensì crescente <iominio dei monopoli privati; nonchè perdurare, le lo-tte interne si acuirebbero ·sempre. Vi concorre inoltre la crescente comba~tività del proletariato sempre meglio orgaaiz-. z~~ r~ Quel che resta del ma1·xismo. Edoardo Bernstein tenne, il 15· marzo, a Budapest, una· conferenza; che la Rivista del socialismo austriaco, Der' Kampf, considera come il punto fermo che chiude il movimento revisionistico iniziato sedici anni fa dal Bernstein stesso con una serie di articoli sui Problemi del socialismo. Certo, le teorie marxiste verranno ancora e sempre saggiate alla pietra di paragone della realtà: e lo stesso Bernstein non rinuncia ai risultati dei suoi Htud'.isulle crisi economiche e sul procedere· dell'accu– mulazione dei capitale. Ma la loro imporb,wza è oggi, ben diversa da quella di un tempo. Quando, or fanno (1) La nuova edizione che la Lib,·erl11 deU'AVANTI-1· sta alle•tendo, del Manifesto dei cimumlsti, conterrà anche questo ,catechismo del- l'Engels. (No/11 del!/1 CRITICA).
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