Critica Sociale - Anno XXIV - n. 7 - 1-15 aprile 1914
CRITICA SOCIALE 105 mutamento nel modo di ripartizione dei guadagni della perchè, aumentando artificialmente il prezzo dei prodotti lavorazione della terra; • protetti, riduce il potere d'acquisto dei consumatori. 3° Il sindac11,lismo è per il mezzadro il migliore La protezione doganale è uno dei! coefficie~ti della strumento di em·ancipazione e di miglioramento delle formidabile ,potenza dei trusts, in quanto dà loro un sue condizioni. Debbono le Leghe dei mezzadri esclu- potere di sfruttamento del consumatore senza pericoli dere i braccianti? Nel caso affermativo esse godono di e quasi senza limiti.- una maggior Hbertà di azione; nel caso opposto godono E non è vero, come dicono certi sindacalisti, che il della forza del gruppo dei braccianti; punto· di vista operaio non è quello del consum9, ;ma 4° I mezzadri hanno il più grande interesse a pra- è quello della produzione, in quanto l'operaio è essen– ticare la cooperazione nelle sue diverse forme di con- zialmente un produttore. Bisogna infatti non dimenti– _sumo, di credito, di' affittanza della terra, ecc. care gli innumerevoli impiegati delle amministrazioni Per quel che riguarda quest'ultima forma di coope- pubbliche e private, e gli operai delle industrie. non razione, i mezzadri ed i braccianti, divisi sul valore protette, ecc., i quali subiscono il contraccolpo del pro– deMa .mezzadria " che mette i lav:oratori in condizioni tezionismo senza partecipare in alcun modo ai suoi di disuguale resistenza e nuoce alla sol-idarietà ope- pretesi benefici.. In secondo luogo convien domandarsi raia ,,, sono d'accordo sui vantaggi reali delle affittanze se col regime protezionista la produzione nazionale non collettive con o senza mezzadria. _sia compromessa e l'operaio danneggiato, non solo come La cooperazione deve avere lo scopo di sottrarre il consumatore, ma anche come produttore. In terzo luogo mezzadro momentaneamente alla necessità di doman- non bisogna dimenticare che l'operaio produce per con– !l,are'il concorso oneroso del proprietario o d·ell'inter- sumare, e· che non gli servirebbe a nulla veder aumen– mediario. Essa deve sbarazzarlo radicalmente da que- tare il suo salario nominale se la sua capacità d'acquisto ·st!ul·timo~pallassi:ta; , , ,. , •. , ,.', e, quindi, 'il suo salario .reale vengono diminuiti,. An- 50 Per mezzo dei contratti colle.ttivi il mezzadro ·cora: il protezionismo suscita o mantiene industrie o acquisterà i maggiori vantaggi della sicurezza e del- colture artificiali; aumenta il costo di produzione delle l'indipendenza. Quando si sarà ottenuto un migliora- industrie e rende loro la lotta più difficile tassando le mento mercè l'azione di tutti, ognuno vigilerà alla sua materie prime; diminuendo la capacità d'acquisto degli conservazione; operai, porta a una contrazione nociva del mercato na- 60 Si nota infine che la posizione politica presa dai zionale e ostacola la capitalizzazione, non servendo in ·mezzadri conferma quanto l'A. ha detto su la lotta di fondo che ad assicurare degli extra-profitti a certe classe e la mezzadria. I mezzadri propendono verso il .categorie di produttori privilegiati. socialismo, con tanto maggiore nettezza e for.za.quanto È pure un' .affermazione erronea quella dei protezio– più sono in buone condizioni e liberi dalla pressione nisti che la protezione è un rimedio contro la disoccu– padronale. È così dappertutto: in Sicilia, Toscana, Ro- pazione. Nella Germania protezionista la disoccupazione magna, Milariese, Bourbonnais, Landes, Tarn, ecc. assume proporzioni non mai raggiunte nell'Inghilterra Il Partito socialista ha fatto una parte capitale nel- liberista. È del pari inesatta l'asserzione che la prote– l'organizzazione e nell'azione dei mezzadri, riconosciuta zione migliora il regime del lavoro, poichè questo non dagli stessi suoi avversari. è più sfavorevole nelle industrie non protette, che in I democratici cristiani hanno partecipato anch'essi quelle protette, e vi sono delle industrie gelosamente alle principali agitazioni coloniche. Ma quando i pro- protette nelle quali esso è difettosissimo. prietari fondiari ebbero un po' a soffrire pei loro inter- In ·conclusione, osserva il Laskine, la protezione (e vento, ottennero facilmente dal Vaticano che dèsse loro sopratutto la protezione agricola) conduce a una cat– consigli di moder·azione e ordini di disarmare. tiva ripartizione. È ingiusta in quanto avvantaggia i ).l p1•ote:Zionisnw e i socialisti in Ft•ancia. La questio~e doganale che suscitò già dibattiti in– teressanti fra Schippel e Kautsky al Congresso di Stuttgart nel 1898, ,e tra prote.zionisti .e liberisti del Laòour Party e del Clarien in Inghilterra, comincia solo ora ad essere ogg\),tto di un es3-me metodi!)O dei socialisti francesi. I Ne ha fatto un'analisi, che la Revue Socialiste (15 mar– zo 1914) definisce " coraggiosa e netta,,, Laskine, in una riunione del Gruppo dei Cahiers du Socialiste. Riassumiamo rapidamente gli argomenti essenziali della relazione del Laskine perchè il tema è di piena attualità anche p.er i socialisti italiani. In realtà, osserva il Laskine, il protezionismo non favorisce, come esso preten!le, la prosperità nazionale; è vero inv..ece che esso sacrifica senza scrupoli l'inte– resse nazionale. Per esempio, la pratica del dumping, che il protezionismo suscita e favorisce, ha l'effetto di saèrificare consQ.pevolmente il consumatore nazionale e di avvantaggiare in proporzioni spesso scandalose il con11umatore straniero, ledendo così, in certi casi, gra• vemente, la produz ione nazionale. Ed anche nel c1; 1.so eh .e esso riesca a proteggere il pro– , 4uttore nazion_ale,non lo fa che a danno del -consumatore, ibliotecaGino Bianco produttori in ragione inversa del bisogno che essi ne hanno e in ragione diretta dei loro mezzi. Le industrie non protette soffrono della protezione accordata agli altri, senza goderne affatto. Nelle stesse industrie pro– tette, il numero di coloro èhe se ne avvantaggiano realmente è molto meno notevole di quel che si pensa, poichè sale al mas~imo al!' 8 per 100 della popolazione agricola ed ,al 5 per 100 dell' i)'.ltera popolazione della Francia. Sopra una popolazione industriale di 7 milioni di persone circa, l'industria protetta non ne comprenda più di un milione. La protezione ha lo scopo e l'effetto di mantenere o di aumentare il tasso · dei profitti, e quello della rendita fondiaria., aggravando così le ine• · guaglianze sociali. Perciò ostacola ogni politica socia– lista e anche ogni politica democratica. Non è impos– sibile che trovi dei difensori in alcuni socialisti, ma ·è sperabile che la democrazia socialista francese, senza lasciarsi pigliare dalle loro obbiezioni, si associ alla lotta che conducono, con sicuro istinto, per il libero scambio, la democrazia tedesca, italiana, inglese, ame– ricana, svizzera. La conservazione o l'instaurazione dei dazi protettivi è la parola d'ordine dei Junkers prus– siani, dei Lords inglesi, dei grandi capitalisti americani. Il libero scambio è la politica doganale della democrazia. st.
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