Critica Sociale - Anno XXIV - n. 7 - 1-15 aprile 1914
CRITICA SOCIALE 103 contro la minaccia reazionaria della militarizzazione non risolve la questione che deve essere esaminata a fondo. È indispensabile che il Gruppo Parlamentare si tracci una sicura linea di condotta. E bisogna far presto. Perchè l'eventuale precipitare degli avvenimenti non colga i socialisti d'Italia alla sprovvista. FRANCIC.SCO BUFFONI. fili ALLEGRI CONTJ DEL TESORO Per laLibia mancherebbero soltanto ....quattro miliardi I Il prof. Cabiati, nel s·uo ottimismo intorno alla esposizione finanziaria dell'on. Tedesco - direi meglio, nella esaltazione che ha fatto di qùesta e nel suo ,ottim_.ismo sul ~ab_bisogno dello Stato (1) - ebbe g1a, a distanza d1 circa un mese una prima smentita dallo. stesso Ministro del Te~oro. I~fatti, _il_ conto ~ell,e spBse }ibiçl).~,prospe,tt~to nell espos1z10ne finanziaria fatta nel dicembre è di L. 1.007.200.000; mentre l'altro conto dov~to presentare alla Camera il 3 febbraio u. s. è di L. 1.149.757.564,09; sicchè, abbiamo o-ià una non lieve differenz9: in più di L. 142.557.564,09. Ma, pur troppo, qui non è tutto: le spese non sono -contenute nemmeno in quest'p.ltimo estremo del– l'on. TedRsco. · Qui però non è il caso di fare della scherma– glia, e di opporre cifra a cifra: noi affermiamo che il consuntivo delle spese libiche a tutto il 3_1· d~cembre 1913 1 si aggira intorno 'ai due mi– llard1 : penserà pur troppo il pettine, al quale deb~ono t:ar capo tutti i nodi, a darci fra breve ragione d1 queste nostre affermazioni. Perciò oggi· accettiamo la discussione anche sulle cifre del Ministro del Tesoro e del suo esal– tatore, prof Cabiati. * ** ~asciando _ad a:ltrt, _pi~ ?ompetenti, una confu– taz10ne tecmca, _10m1_hm1t~rò ad una risposta, fatta, per cosi dire, a braccia, da buona massaia. Nel conto delle spese libiche, per essere esatti ed ~ posto cogli esercizi finanziari, è necessario agi;mngere le spese riflettenti il 2° semestre del– l'esercizio 1913-1914; poichè tanto il Tedesco quanto il Cabiati - forse .per' maggior disinvol– tura nelle loro conclusioni - l'hanno completa– mente dimenticato. Infat~.i la base dell~ spese libiche per il calcolo fatt_o tanto dai Cabfati, _quanto dall'òn. Tedesco, è. d1 L. 1.007.200, che p01, attraverso al Conto li– bico, pag. 64, sale invece a L. l.149.757.564,09, a tutto il 31 dicembre 1913. · E' quindi chiaro che da questa base è escluso il 2°. semestr~ 1913-914, che fa invece d'uopo con– teggiare se s1 vuol esser precisi. Se _durant~ ~l ~ 0 se~estre 1913-1914 furono pre– levati 242 m1hom (pagma 7 del conto sulla Libia) :-- e forse_ molti p~ù furono. ·spesi, o, per lo meno, 1~pegnat1 - è logico che altrettanti, per lo meno, se ne spenderanno nel successivo semestre sia pel. C?rpo di occupazione, sia per proseguire' i la– -yon m corso. La totale spesa, al 30 giugno 1914, (I) In Ct·lllca Sociale !9U, n. 1, pagir. 4 e seguenti. - Riserviamo, beninteso, la parola, per eventuali rettlflohe e chiarimenti, sia, In• nanzl tutti, al prof. Oablatl, eia ad altri competenti, che sappiano trovare un filo di Arianna securo In questo dedl\lO della llnanza goverhatlva Italiana, ohe diventa sempre più Infido ed Impraticabile per Il comune .... eeneo comune. (N. d. D.). ibliotecaGino Bianco secondo i calcoli governativi - non certo secondo i nostri - sarà di 1 miliardo e 400 milioni circa. · Alla_ ?Opertura, quindi, del debito, computata dal ~Iimst_ero del Tesoro in L. 1.007.200.000, de– vons1 aggiungere quasi 400 altri milioni nel conto corrente secondo la legge del 17 luglio 1910. Qu~sta col!e~tura viene praticata, secondo i. cri– teri del Mm1stero del 'resoro con avanzi di bi– lancio e con emissione di Bubni. . Qui è necessaria una breve parentesi. Adagio un momento colle rosee previsioni di avanzi di bilancio. · Vero è che anche queste si sono sempre esal– tate; ma non si è mai detta la verità vera sulla ragione d'essere di quegli avanzi apparenti. No~ a _torto_ l'on. Luzzatti afferma che il po– polo 1ti:1-hano,m fatto di tasse, è il più paziente d1 tutti. Negli ulLimi anni, fra i balzelli seQ"Uiti al terremoto, quelli del Ministero Sonnino e ";.1tri introdotti come di straforo, il bilancio dello Stato pose la nazione a dura prova. Se i prospetti mensili del Tesoro non ubbi– dendo all'inc_arico tendenzioso di esalt~re il sempre ·c11escente s'v1luppo del nostro bilancio avessero considerato a pa!te quei nuovi cespiÙ, ognuno a_vr~b?e p_otut? nl~vare che, detraendo questi ul– .tim1, 11 b1lanc10 cl entrata, anzichè in aumento si trovava in perdita. ' Gli avanzi di bilancio, a tutto l'esercizio 1913- 1914 - e quelli relativi a quest'ultimo esercizio ancora da accertarsi - coprono un debito di 230 ~ilio~i. Sui 1400 spesi, secondo il Governo - c1 temamo a questa costante riserva - ri– mangono dunque da coprirsi l l 70 milioni. . ~l Mi_nistro on. Tedesco, con una disinvoltura pm umca che rara, affermò che 476 milioni sa– ranno coperti cogli avanzi dei bilanci successivi fino al 1918;-19 C01:fipreso. Per le ragioni già ac– cennate, no1 neghiamo a prio1•i che il bilancio dello Stato possa dare in quattro esercizi un tale utile netto, tenuto conto altresì della crisi eco– no1:fiic~_che si va ogni giorno più accentuando. Qumd1 11 debito di 1170 milioni rimane scoperto quasi pe~· i:riter~, la~ciand? a qualche ipotetico a~anzo d1 b1lanc10 d1 coprire gl'interessi del de– bito stesso, per quanto riflette i Buoni del Te• soro, ecc. Con non minore disinvoltura il Ministero del Tesoro fissava senz'altro in 80 milioni il nuovo carico medio per il futuro settennio finanziario 914-15 .a 920-21, per le spese libiche. Disinvoltura inverosimile, quando lo stesso prof. Cabiati am– mette che,_ per., qualche anno ancoz:a, occqrrerà spendere circa mezzo milione al giorno. La forza dislocata in Libia al 1 ° o-ennaio 1914 secondo quanto affermò il Govern; nella Rela~ zione del conto delle spese relative, era di 72 mila uomini. Ques~a for:Za,. a _no~tro parere, non può essere per van anm d1mmmta, posto che il cri– terio an!matore del Governo è quello dell'a-(ondo fino agli estremi limiti del deserto. Noi neghiamo i criteri d'incivilimento di messa in valore delle nuove terre. vantati dal' Governo e da tutta l'accolita nazional-imperialista. Ma ponendoci per un istante, sul terreno del Go'. yerno, affermiamo che, per mantenere il nostro impero sulle popolazioni libiche, è necessario dis– s~~in9:r~ iD: ogni piccolo centro altrettanti pre– s1d1 m1htan che, oltre costituire nuclei di forza atti a reprimere ogni eventuale rivolta, servano anche come centri di attrazione e- di civiltà. Orbene. Una forza di 70 od 80 mila uomini non è solo neoessaria, mentre siamo tuttora mal- . , -
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