Critica Sociale - Anno XXIV - n. 7 - 1-15 aprile 1914

100 CRITICASOCIAU: transigente nel campo elettorale amministrativo, quando contatti ed intese e rapporti .essi praticano, con gruppi ed uomini d'altro ceto e part.ito•, nella verità d'ogni giorno. Questi rapporti, per effetto d'un'attiva lolla eco– nomica, si diradano? Queste intese; per conseguenza degli ultimi eventi politici, si sono rotte? Ebbene: noi non consigliamo di serbarli per forza, contro natura, con danno e menomazione del nostro Partito e- dell'azione proletaria di classe. Noi contestiamo solo che essi si neghino. a priori, o si tronchino artificio-samente per ossequio a un preconcetto teo– rico, anzichè per un obiettivo portato d'una espe– rienza concreta. Sviluppare il Partito con chiara fisionomia socìa– lista; sviluppare l'organizzazione economica con preciso carattere di lotta di classe. Non metter la sordina al primo nè le pastoie alla seconda, pe,r paura cli guastare una situazione elettorale o di dar noia ai vicini. Ma se, con tutto ciò, qualche fec.o,ndo contatto è p,0ssibile,,.se utilifzare qu?,lcp~. ylemen\o I affine per l accetta:z10ne del nostro programma è 1 possibile e giova; perchè non fa.rio? perchè inibirci di farlo, oggi e sempre, qui e altrove, ubicumque e· per omnia saecula? Questi i limiti e lo spirito· della « trànsigenza », che a noi appare non come una dottrina per la quale abbiamo maggior 5limpatia che per l'intransi– genza (chi è quel pazzo che non desideri che il pro– prio partito sia così forte da far da sè, da assorbire .e dist.ruggere i partiti contigui?), ma come un fdtlo,. corrispondente ad altri fatti, men patenti ma ana– loghi, della vita reale. Concreto- con un esempio. L'organizzatore, il leader socialista di paese, leader nel Circolo,, leader . nella Lega o nella Cooperativa, aborrirà dalla tran– sigenza amministrativa, perchè il nome del signor Tal dei Tali, non socialista ma amico nostro, amico· dei lavoratori, d'ella povera gente, quànd' è nell' e– lenco dei candidati del Partito, tutti lo vedono. Ma a quel medesimo signor Tal deì Tali non esiterà a domandare l'avallo per una cambiale dell'organiz– zazione; non ne rifmterà, anzi ne accoglierà e fruirà volentieri l'appoggio materiale e morale in una lotta economica -- perchè tuttociò ufficialmente non ri-– sulta, e non vi•ene stampato sui muri. In altri termini, è assurda ed è anche ipocrita quella rigo-rosa castità d'intransigenza elettorale, quando, nella vita e nei rapporti d'ogni giorno·, vi sono contatti e coUaborazioni meno palesi ma più profonde. · Tale. assurdo. e tale ipocrisìa è q1:1ellache, affligge - pel' dissidi,o cattolico tra la dottr~na pre.dicata· e. l'azione praticata - i dogmatici dell'intransigenza.• * •-~ L'argomento comporta una digressione. A Milano dal compagno D'Aragona, nel Reggiano, a Montec– chio e a Guastalla, si prospettò la tran~igenza sul campo di classe. Quando il Circolo· non ha uomini sufficienti suoi, può prenderne nelle organizzazioni economiche, anche se non hanno tessera. · Pericolosa transigenza quant'altre mai! Non v'è gente più facile a sdrucciolare nel possibilismo, sotto lo stimolo delle urgenti necessità e delle im– mediate spe-ranze utilitarie, dei proletari, e partico– larmente cli coloro che, specializzandosi nell'organiz– .zazione economica, ll'e assorbono facilmente una ten– denza ·al pra.ticismo, nata dal viver .sempre e sol0 in contatto con interessi materiali. · Ad ogni modo, se il :Partito deve ammettere nelle proprie liste di candidati amministrati-vi questi uo– mini del lavoro, non tesserati, perchè non dovrebbe - sia pur con la maggiore misura e col più guar– dingo discernimento - accogliere e utilizzare altri e\eme,nti, anche se non della classe proletaria, che BibliotecaGino Bianco cli fronte alla organizzazione e al vaglio delle loUe economiche si siano palesati e provati fidi e sicuri amici della classe lavoratrice? Non ce n'è? La dura guerra degli interessi li ha eliminati tutti? Magari fosse vero: che sarebbe se– gno che questa guerra, questa vita di classe, è ge– nuina ed attiva! Ma non è vero. Non è vero percr.è questa azione automaticamente selezionatrice purtroppo è ancora infante e malcerta in molti luoghi : non è vero, per– chè il determinismo non è sovrano cosi assoluto degli animi e degli orientamenti umani, perchè qual– che €Ccezione c'è, ed è stolto escluderla dalla teoria quando essa esiste nella multiforme verità della vita. Ma, in questa nostra Italia proletaria, mobile ad ogni a1:1r_a, spira. oggi vento· cli ne_gaziof.le:e· spinge a ·com1c1 eccessi. Nella larga d1scuss1one seguita sull' Ayanti! intorno alla lutta pei Comµni, si arrivò persino,, da taluf\O, .a f:<Onsi_g,liare 11 l'abbar1doT)o 1, (li ·questa forma d'azione e di conquista. Poichè nel Comune non si può attuare, dall'oggi al domani, ~utto il Socialismo; poichè lo Stato, ora più che mai, si pone a traverso del Comune, del suo syi– luppo, del suo cammino, lasciamo i Municipi e le riformette infeconde che vi si possono compiere! A tanto giungono le infat~azioni nel nostro paese, sempre pronto a gridar viva sd abbasso, e così re– frattario a proceder con passo costante e sjcuro per la sua via, contro ogni ostacolo, in ogni forma, con ogni arme: con la scure per aprir la selva, col pic– cone_per sgretolar ]'.ostaco_lo,con la falce per rac– cogliere· la messe! Oh, se si potesse adoperar sem– pTe e solo quest'ultimo arnese, ci starebbero tutti, nel dolce suolo dei poltroni, anche a conquistare i Comuni! Il fatto è che anche nel Comune -- dentro nel grande complesso quad'ro dell'azione socialista - si può fare del Socialismo : il che' non vuol dire che si possa, farvi il Socialismo. IL Comune è un ente di cui ·noi, localmente·, possiamo· impadronirci, ma che vive entro un'atmosfera e. un più ampio o-rga– nismo borghese, vincolato eia leggi, infrenato da tutele borghesi, onde la s ua capacità di ri1mova– mento· socialista è limi 'ta.ta . E non lo sapèvamo an- . che prima? Alcuni anni sono noi andammo nei Comuni" con un programma che allora pareva ardito ed era fie– ramente combattuto, ed o,ggi è talora ac.cettato o fatto proprio anche dagli avversari. Ecco il segno (grida taluno), ch'esso• non è socialista! - No.. Ecco il segno che la forza' d'espansione nostra, la· forza della nostra ragione e del nostro diritto, l'ha· iin– po,sto·, attraverso alla coscienza pubblica, agli stessi avversari. Vero è . piuttosto ehe un ciclo di questo pro– gramma è esaurito, e ha bisogno di rinno•varsi. E, per essere attuato·, ha bisogno di -altri e maggiori mezzi finanziar!. Qui l'urto con lo· Stato, con le sue dighe,_ con la costituzione tributaria vigente, con gli orgam tutori. . Noi ci troviam·o ad una svolta delia via, a un punto di passaggio da una fase a un'altra; e eia ciò le sfiducie, le- esitanze, da ciò, nei fanatici della negazione rivoluzionaria, ]a tesi antimunicipale! Il problema stesso degli uomini ci arresta. Molti dei nostri primi amministratori sono stanchi, in– vecchiati, intepiditi, desiderosi di riposo. Non sem– pre vi sono pronti i nuo,vi a sostituirli. Talvolta i vecchi non vogliono es.sere sostituiti; e identificano con la propria stanchezza la inefficacia dell'opera comunale, dichiarano finita la funzione socialista nei M~nicip~, perchì: sono. finiti loro; traggono dalla propria v:amtà, ombròsa dei successori, una teoria

RkJQdWJsaXNoZXIy