Critica Sociale - Anno XXIV - n. 7 - 1-15 aprile 1914

t CRITICA SOCIALE 109 11ipprofittare, compresi quelli' dei mestieri obbligati alla assicurazione, concede sussidi statali a sistema di Gand. Gli operai assicurati sono milioni 2 ¼, dei quali verso la metà del 1913 circa 540.000 erano sindacati. I contri– buti vengono metà dagli operai e metà dagli impren– ditori. L'op('/raio riceve un libretto su cui l'imprenditore applica le marche. La quota dell'operaio può esser de– tratta dal salario. Il contributo dei sei giorni di lavoro di una settimana importa 50 HeUer; di un giorno di lavoro, 20; di due, 40. L'obbligo comincia col 60° anno di età; però sino al 18° anno il contributo settimanale è di soli 20 HeUer. Lo Stato ·concorre per un terzo. Il ver– samento dei sussidi comincia dopo un'aspettativa di sei mesi, il 15 gennaio 1913. Per gli adulti il sussidio setti.manale, che comincia dalla seconda settimana di disoccupazione, è di 7 scellini. Sotto i 17 anni, non si ·ha diritto a sussidio; fra i 17 e i 18 si percepisce la metà. Ogni 5 interi contributi si percepisce una setti– mana di sussidio e la durata del sussidio è di 15 set– timane entro un periodo di 12 mesi. Durante la disoc– cupazione l'operaio non versa contributi. Dopo il 60° anno l'operaio, se è rimasto assicurato durante 500 settimane, può ritirare la somma complessiva dei suoi contributi, de4o~ti i sussidi ricevuti cogli interessi composti del 2 '/, per cento. ' . Il punto debole della legge inglese è nel sistema burocratico d'amministrazione, basato sugli Uffici sta– tali del lavoro. Le funzioni dei Sindacati sono ridotte a ben poco. I 105 Sindacati, cµi appartiene un quarto degli operai obbligati ad assicurarsi, si limit:J,no a pa– gare ai soci i sussidi statali senza neppure ricevere il rimborso delle spese d'amministrazione, e possono ri– chiedere dal fondo disoccupati soltanto i tre quarti del sussidio complessivo versato ai soci. Questa disposi– zione doveva, nel pensiero dei legislatori, incoraggiare i Sindacati a provvedere ad una assicurazione volon– taria, il che non si avverò se non in minima parte. Gli impiegati statali degli Uffici del lavoro si man– tengono in rapporto con gli imprenditori. Il congegno burocratico dell'amministrazione favorisce le vessazioni. · L'operaio che lascia il lavoro ritira il suo libro dall'im– prenditore, e lo porta all'Ufficio del lavoro più vicino, ricevendone,se organizzato, una quitanza, che autorizza l'impiegato del Sindacato cui appartiene a versargli il sussidio. L'operaio deve però poter dimostrare che, negli ultimi cinque anni, ha lavorato almeno sei settimane in uno dei mestieri soggetti all'assicurazione e che cercò, non trovandola, una occupazione adatta. A fare il crumiro non lo si può obbligare. nè ad accontentarsi, nel luogo dov'era occupato, di un salario inferiore; viceversa in altre località, si; se vi si rifiuta, può perdere il diritto al sussidio. Il qual diritto vien pure a cessare se il posto fu perduto per cattiva condotta o abbandonato senza giustificato motivo; se l'operaio si trova in car– cere o in una Casa di lavoro o in altro istituto sussi– diato dal denaro pubblico; se riceve dallo Stato sussidi per l'assicurazione malattie e invalidità. Se egli perde per inc!l,pacità il suo posto, pu,ò venir costretto a fre– quentare un corso d'istruzione nel suo mestiere; se non lo frequenta o non ne trae profitto, deve pure soppor– tare la perdita del diritto a sussidio. L'impiegato dello Stato delibera in prima istanza; contro la sua decisione si può ricorrere al tribunale arbitrale, composto di pari numero di operai e di imprenditori; in ultima istanza decide un giudice nominato dall'Ufficio commerciale. Il quale può anche ridurre il sussidio e la durata dello st~sso. La legge fissa premi agli imprenditori che im– piegano operai durevolmente. Alla fine dell'anno essi chiedono il rimborso d'un terzo dei contributi versati per ogni operaio occupato tutto l'anno; possono anche esigere la riduzione dei contributi propri e degli operai, se questi non vennero licenziati durante lID periodo di depressione .economica e i loro salari non vennero ridotti. -Affatto indipendenti dall'assicurazione obbligatoria sono i sussidi statali ai disoccupati contemporanea– mente istituiti per legge, secondo il sistema di Gand. Lo Stato paga a tutti i Sindacati senza· eccezione un sesto - contributo un po' magro - del sussidio da questi versato, sino all'importo di corone 2,4. Si può affermare che in Inghilterra l'assicurazione obbligatoria statale abbia fatto buona prova? La Rela– zione governativa è ottimista e l'ottimismo è ispirato I BibliotecaGino Bianco sopratutto dal fondo di riserva di 1.610.000sterline. Ma il periodo di esperimento è stato troppo breve e l'espe– rimento bisogna vederlo in un periodo di depressione economica. Finora le critiche delle classi lavoratrici sono specialmente rivolte contro il meccanismo buro– cratico. Nel recente Congresso del Partito del lavoro a Glascow fu presentata una serie di proposte di mo– dificazioni. Per accontentare la classe operaia, la legge dovrà venir trasformata radicalmente. Ma almeno nella Gran Bretagna un nucleo suscettibile di svolgimento vi è. I nuovi metodi. In Germania - scrive P. Umbreit sui Sozialistische llfonatshefte - dalla lotta sul principio si è passati allo stadio della lotta attorno al metodo migliore. Il Governo imperiale non rigettò l'interpellanza socialista del dicembre 1913, ma la discusse: disse la cosa non matura, dover essa venir preceduta da studi statistici e da una trasformazione degli Uffici del lavoro; si pro– mmciò contro il sistema di Gand, contro sussidi statali ad associazioni di mestiere che sono, anche per con– fessione propria, di battaglia; contro un allacciamento d13llo St!j,tO ai Sindacati, che potrebbe significare ob– bli/Fo per gli operai di organizzarsi. 'Il sistema di Gand si e dimostrato sinora il migliore, ma è sospetto al Governo e, dal nostro punto di vista, ha lo svantaggio di non contenere nessun obbligo di assicurazione e di escludere quindi sempre una grande parte della classe operaia e precisamente quella che dell'assicura– zione più ha bisogno, percllè le manca la forza di aiu– tarsi da sè anche valendosi dell'aiuto pubblico. Il si– stema di Gand non può che rappresentare una soluzione provvisoria, uno stadio di passaggio all'assicurazione obbligatoria quanto più possi_bile estesa, quale può essere istituita ed organizzata soltanto dall'Impero. Anche il Congresso socialista ed operaio di Copenhagen del 1910 fu di questo parere. Ma tutti riconoscono che le difficoltà sono gravi. E non- si possono intanto ab– bandonare i disoccupati, in attesa che lo Stato sia in grado di preparare un'assicurazione più perfetta di quella che le associazioni di mestiere hanno già saputo organizzare per 2 milioni e mezzo di operai. Gli occhi son rivolti al grandioso esperimento inglese, ma è troppo presto per avventurarsi a seguirne l'esempio. Mentre si discutono le possibilità d13ll'assicurazione obbligatoria (Paul Umbreit ci promette· ,un contributo di ricerche sul metodo migliore) ci si àccontenterà per gli anni prossimi di modificazioni al provato sistema di Gand. (Berlino). f. v. l'organizzazione operaia egli ultimi studi Per gli studiosi del movimento operaio non sarà inu– tile riéordare ail.cune pubblicazioni recenti, che •riguar– dano il movimento sindacale in generale o di alcuni singoli paesi. • Per il movimento sindacale internazionale, l'opera re– cente più completa è quella di W. KuLEMANN: Die Berufs• ve1·eine (Le Unioni professionali), in 6 grossi volumi; 2a edizione, interamente rifatta, di un lavoro pubblicato nel 1900 (1). Tre volumi, usciti nel 1908, riflettono l'or– ganizzazione operaia e pad ronale in G ermania (2) e tre altri, usciti l'anno scorso, trattanol.in 1447 pagine, del– l'organizzazione professionale in 1 Dghilterra, Francia, Belgio, Olanda. Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Nor– vegia, Austria, Ungheria, Svizzera, Italia, Spagna, Russia, Finlandia, Serbia, Bulgaria, Rumenia, Stati Uniti d'Ame– rica, Canadà, Argentina, Australia, Nuova Zelanda e Giappone (3). L'ultimo capitolo è consacrato all'organizzazione in– ternazionale, cioè alla vecchia Inte-1'nazionale, ai Con– gressi socialisti e operai internazionali, all'odierna or– ganizzazione socialista internazionale e all'organizza– zione internazionale dei Sindacati operai di classe, di (1) Dle Geooerkschaflsbt101qung (Jena, Ftscher, 1900). (2) Die B•rufsv,relt1• (Jena, Ftsoher, 1908). (S) Verlag von Leonllard Simlon Nt.; Berlln, 1915.

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