Critica Sociale - Anno XXIV - n. 6 - 16-31 marzo 1914
90 CRITICASOCIALE ben presto che lo stato di sfruttamento in tutte quante le sue svariatissime forme non polrà cessare se non il giorno in e-ui la macchina, il mezzo di produzione non passi dal possesso del padrone capilalisla a quello della collettività operaia, * ** E questo lo slalo attuale delle cose. Le classi ope– raie, loUando continuamente, lenacemenle, sono riu– scile ad ottenere notevoli vantaggi. Ma lo scopo ul- · limo è la conquista che deve segnare la fine completa dello sfruttamento. Dalle circostanze che accompa– gnano l'esercizio delle industrie parr_ebbe che la lotta debba essere ancora lunga ed accanita. M[!.a quanto si prevede nel campo della scienza sembra anche che in tempo più o meno lontano si potranno verificare avvenimenti i quali, se non contribuiranno ad acce-. lerare la fine della lolla, certamente modificheranno le posizioni lispettive dei combattenti. Il grande sviluppo dell'industria ha messo nel più ·gral'\çle rilie;vo il prob/em:r di .iHt.\nger~ quan40. più è ·possibile di•rettamente alla natura, per l'energia da trasformare in lavoro utile e ciò per una quantità di ragioni di o-rdine tecnico, e di ordine economico che qui sarebbe troppo lungo enumerare. E a questo. soopo si è. anche parlato di studii e di esperimenti volti a trovar!) il modo di sfruttare la forza meccanica dei venti e delle maree e· l'enorme quantità di calore irradiata dal sole. In questo ordine di idee si prevede però che fra non molto l'uomo giungerà alla soluzione del pro– blema in modo addirittura insperato. Da qualche anno a questa parte la fisica ha dimo– stralo che il principio della conservazione della ma– teria non è rigorosamente esatto. Non è vero che la materia si conservi eterna attraverso le svariate vi– cende delle innumerevoli trasformazioni cui è conti– nuamente sottoposta. Non è vero che i cosi detti ele- . menti siano costituiti dalle forme più semplici della materia. Non è vero che l'atomo costituisca il limite insuperabile nella suddivisione della materia. Le va– rie forme di questa e-he noi conosciamo derivano tutte · da una forma unica, primordiale nella quale si deter– minarono vari periodi successivi di condensazione e tendono a ritornare allo stato primitivo, attraverso una_ disgregazione lenta, impercettibile, ma continua. Questo processo di disgregazione, come si sa da leggi ormai notissime di fisica, mette in libertà l'energia che fu necessaria a determoi~are. lo s~~o ~di c90.9en~a-' zione attuale, energia rappresentata da quantità addì~ rittur-a enormi. Essa, nelle condizioni presenti non è utilizzabile perchè nel processo di disgregazione spon– tanea che si compie nella materia viene liberata molto lentamente, troppo lentamente in quantità addirittura trascurabi,le rispetto agli effetti vantaggiosi che si po– treb_bero ricavarne; ma il giorno in cui l'uomo riu– scisse a trovare un proce~so ·atto. a deteirminare il ri– torno istantaneo della materia dallo stato di conden– sazione attuale a qu-ello primitivo, egli avrebbe a sua disposizione riserve di energia di una ricchezza tale che non è possibile, allo stato delle nostre conoscenze in materia, farcene la più lontana idea. Ebbene, ad una inchiesta che va compiendo in que– sti giorni il Temps presso i più autorevoli scienziati di tutti i paesi, per sapere quale sarà la prossima ri– voluzione scientifica, uomini come il Gustave Le Bon, com:e Charles Mouren ed altri hanno risposto non so-lo ammettendo la possibilità, ma formulando addirit- BibliotecaGino Bianco tura la speranza che presto o tardi l'uomo giungerà a trovare un modo qualsiasi di accelerare il processo di disgregazione della materia, di desintegrazione del– .l'alomo, venendo così a disporre di riserve di energia fantastiça~ente doviziose. *** Sarà veramente una rivoluzione della quale non è possibile calcolare oggi la portata e Le' conseguenze, ma dalla quale deriverà certamente un cambiamento nelle condizioni della lotta fra capitale e lavoro per la conquista della ma~china. Perchè, nelle circostanze odierne si verifica che l'energia ha· un'importanza se– condaria, sotto vari punti di vista e, per varie ragioni di fronte alla macchina; invece allora verranno. evi– dentemente scambiate le parti, passerà l'energia in prima hnea ed assumerà una funzione secondaria la macchina, aggiungendo che i depositi di energia, la fonte a cui sarà dato· atting,ere la;rgament-e,; saranno a dis,posizione di tutti, a, portata di mano, senza ·càe sia riecessar.io come ioggii,. per il, e-arli>pn.fossile ad esempio, scendere nelle :viscere della· terra, op!}ure per le cadute d'acqua pròcedere a speciali capital,iz– zazioni e costruzioni di gTandiosi impianti. In che modo dunque verrà impostala· la lotta :fu– tura fra le collettività operaie ·ed il capitale? Noi rion abbiamo gli elementi per addentrarci nell'esame .mi– nuto dei particolari di questa eventualità; noi .possia– mo soltanto prevedere, come abbiamo fatto, che ne saranno spostate e modificate le posizioni relative delle parti in contesa e constatare come p,iù che m:ai nell'avvenire la storia delle conquiste dell'energia si identificherà con quella delle competizioni sociali. RAFFAELE Pmno. IGIENE CAPITALISMO Il programma minimo dell'azione antitubercolare. La tlllhercolosi è diventata una fissazione·'univer'sale. Qualche maligno potrebbe anche pensare che gli igie– nisti hanno il loro tornaconto nel ripétere sino alla noia l'elenco dei dolori, delle ·lagrime, dèlle vit– time innumeri, del dann~ ~conomico calcolabile ·a mi– liardi che ogni anno la tubercolosi cagiona. Ma. non è una fissazione .sciocca: e nell'urlare entrà· rin ,p·oco ~nche. 'unq quistiorìe di or1,'oglio e 'd\ diirnHà, se'~ti- --:1 · • ·: " Jt i ~- 'r·· 1 ·1 9rr._ -~li Ci· (j0·1qQ'T 'Jd") me·nti èhe ·spdntanei' insorgòno rn'narlzi -an~ sola a- lattia fnfettiva Che;l tenacemente ha. resistite( doritrò' gli assalti della ci;viltà. . · ,. I· ' Inoltre i rilievi numerici sui danni' della tuberco– losi ·so~o tr0rppo potenti;~~erchè ,non p'aia logidò I'~r– lare e ·il mettere in guardia le società civili ·contro il pericolo che ci si spalanca innanzi. E dicono· le cifre i due mi_lioni di vittime sacrificate ogni anno, il da~no delle sòle morti sommante a 4 o 5 miliarwt,9.u~llo della malattia, toccante forse i 15 od i 20, ripetono i'agitazione· morale e materiale di qualche milione di famiglie, innanzi alle quali sta ,perenne lo spettro di una tristissima morte ... Sarebbe per questo un errore considerare il mo– vimento anti'tubercolare alla streg,ua solita dei feno– meni sentimentali e delle preoccupazioni filantròpi– ohe: si tratta di un vasto e grave fenomeno, che in– .vece di essere ridotto dalla civiltà nelle suè conse– ~enze. dannose, pare anzi ne, venga esaltato; e so•
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