Critica Sociale - Anno XXIV - n. 6 - 16-31 marzo 1914

Critica Sociale fi/VIST .Il QUINDICIN.1/LE DEL SOCI.1/LJSMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4, - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 DIREZIONE:Milano._Portici Galleria,23 - AMMINISTRAZIONE·Via S. Damiano,16 - · Milano Anno XXIV - N. 6 Il Numero separato Cent. 40 Il Milano, 16-31 marzo 1914 Coloro che non avessero ancora rinnovato l'abbonamento alla nostra Rivista so·no viva- • . . mente pregati a provvedere di conformità en- tro la quindicina andante, rimettendo vaglia po– stale intestato alla Oritica Sociale, via S. Da– miano, 16, Milano. _Trascò·rso ,detto tèrmin-e senza che sia per– wenuta la quota di rinnovo, si procederà alla t!missione di una tratta, per l'importo di L. 8, corr-ispondente al_prezzò d'abbonamento armuo .alla Rivista. , . L'AMMINISTRAZIONE. SOMMARIO Politica ed Attualità. Dopo l'amaunzlo mortt,arlo (IL VICE). U11 po' cl'oralne neua g!ustlzia (UN MAGISTRATO). Studi economici e soclologlcl. I aannl aeue assict1razlolli soci.ai! ? (f. p.). La cot1qulsta aeWe,ae,-gia e le co,npetlz101 ,1.so ',!afi (R,H~'AELE PIRRO). Igiene e capltaitsmo: 11 prog1·amma m!n'lmo ctql'azione aJ1tit1<be1·co- lare (Pro!. E. BERTARELLI). Filosofia, Letter.atura e FaUI s~cfall. Cont.-o le 1111vole: Preghiera per un risveglio antlfllosoflco (Dott. AL· BERTO VEDRANI). Spese mllUari e ·Imposta progressiva (ST1cus). , Come ia " CriUca Soctaze n commemora, a modo suo, u, Repubblica Ramataa .... (Dott. ALBERTO VEDRA.NI) . .F'1·aLlbr/. e Riolste: " Giolitti " di Palame,igM-C1•isp! (x. y.). oo,o --L'lftftUBZI0 M0HTURRIO L'annunzio mortuario che da tre quindicine attendevamo è venuto. ll ministe,ro Giolitti ha rassegnato le sue dimissioni al capo dello Stato. La crisi di successione è aperta. Noi abbiamo il buon gusto di risparmiare ai nostri lettori qual– siasi espressfone che abbia l'aria di un grido di trionfo, tanto per la nostra chiaroveggenza gior– nalistica, quanto per la efficacia della battaglia del nostro gruppo. Nulla ci sembra più stolido che gridare: vittoria, vittoria! quando così di– stanti siamo da ogni concreto vantaggio 'di ri– forme per il proletariato, quando, anzi, la " vit– toria ,, nostra non è, in ultima analisi, che il si– gillo della verità delle doloranti profezie in cui, si substanziò l'opposiz-ione nostra a,l Governo della " bella guerra ,,. L'on. Giolitti ha pregato i docili e servizie'1'oli radicali di provarsi ad 'abbatterlo perchè non si sentiva di reggere alla situazione creata dall'impresa di Libia, la quale il retorico iblibteca Gino Bianco e pletorico voto di maggioranza (senza fiducia) sopra i conti e sopra la necessitata facoltà di spendere non rendeva nè più tollerabile nè più agevole a superarsi. Centinaia di milioni all'anno e per molti anni ci vogliono in aggiunta del bi– lancio. Quanti, esattamente? Nessuno lo sa. L' on. Giolitti non l'ha. voluto dire. Escogitò odiosi espedienti fiscali. E si accorse- ehe eran9,.,.. espedienti'. E pure essendo tali, cioè, -i:Asu:ffieien– tissimi, sollevavano guaiti di dolore. Per uscirne, sarebbe stato necessario addivenire ad una ri– forma ·audace, organic:;i,, radicale, espropriatrice,. proprio. quella che i ceti portati in auge dalla guerra, il .nazionalismo antidemocratico e autori– tario, non vogliono.. Et pour cause. L'onorevole Giolitti, piuttosto di mettersi - adesso, cioè in ritardo - contro quei ceti, preferì cedere a quei ceti il potere, chiedendo per la delicatissima ti- . sogna la specialissima cooperazione dei radicali. C'è in tutto ciò una sorda, oscura coerenza. L'o– norevole Giolitti si vendicò di avere servito mili– taristì e cons_ervatori gettàndo loro addosso la croce delle estreme conseguenze. Il perchè mili– taristi e conservatori sono furenti contro di lui. Vedete 0ome spasima di cbllera il Corrie1~e della Sera:? Eff.ha ragione anche il foglio ctei capit!).,- 1,isti insubri,- perdio! Non era proprio questo il pèriodo ehe più faceva comodo che la politica di .reazione fosse fatta dai democratici? Finchè si trattava della " grande poiitica mondiale ,,,_ app:;i,– riscente, gloriosa, vanagloriosa, che tira in piazza anche il popolino a gridare " viva, viva! ,, e fa uscire sulla porta delle botteghe anche gli eser– centi a chiedere alla musica militare il fatidico Inno a Tripòli, finchè, insomma, durava il tempo felice dell'imbroglio e dell'ebbrezza, era bene, ma forse non era al tutto necessario che fossero l'o– norevole Giolitti e i radic3ili a guidare la Welt-~ politik. ( Ma ciò era così carnascialescamente italiano in confronto della quaresimale austerità p1·0-boers dei democratici inglesi! ...) Però ora che si tratta di pagare le note, anzi, di farle pagare al popolo italiano, esonera:o,do il più coscienziosa– mente possibile la borghesia, ora che si schiude il peri0q.o della crudele espiazione - e f.orse non del tutto immeritata - per il popolo italiano, a fare da boia e da aguzzini, secondo militaristi e conservatori, nessuno era più adatto che l'on. Gio– litti e relativi pedissequi radicali. Si capisce quindi che cotesta crisi sembri un tradimento ; una ribel- _lione; un impertinente ricalcitrare ed un inalcye– rarsi alla soma; uria fuga vergognosa davanti a responsabilità precise, di cui quelli truffarono la fase più lieta degli onori, degli evviva, della po– polarità e del facile inganno. La ragione che esa– spera il Corriere della ~era, quella stessa inno– centa l'on. Giolitti e i conp.e~si radicali. A corsaro, corsaro e mezzo, or più italianamente, da galeotto a marinaro. Si badi bene: la· disputa non è an– cora sul terribile: Chi paga ? Pare, itnzi, che la concordia regni ancora tra tutti i paftiti borghesi

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