Critica Sociale - Anno XXIV - n. 5 - 1-15 marzo 1914
7Ò CRìTiCA sooii\.tt La difesa in istruttoria è dùnque praticamente basata: sul servizio gratuito degli ufficiali giudi– ziari· e sopra la difesa d'ufficio degli avvocati dai quali si pretendono - ma non si ottengono_ -:--· prestazioni improvv_is~ (accessi sul luogo, ~enz1e urcrenti) senza cogn1z1one della causa, senza mtesa col cliente di durata e disagio tali da renderle quasi imp~ssibili, e di natura tale - in molti e.asi .....,.da renderle addirittura gravi e;... gravide di respontabilità da assumersi quasi alla cieca! E difesa d'ufficio .vuol dire .... rimetterci anche le spese! La riforma dunque c'è; m'a imlla carta. Vero· è che i critici di questi giorni, di tutt'altro si S"Ònopreoccupati: della diminuita possibilità di inventar cavilli; della diminuita possibilità di, di– fender male in molti, chi può esser difeso bene da pochi; della peggiorata· condizione della parte civile i cui sacri diritti non dovrebbero però darle. modo mai - a mfo avviso - di interven.ire nel giudizio -penale inasprendolo e deformandolo. (In- .f~t~i ~il ,+si ufi.i.z.i_9 ..rP~ ~a.le €). dii. jn ~t:;r~~.s~., Illt.1:is>HP.ì?.& dovrebbe essere ·guidato ed 1spiri:tto soltanto dal– l'interesse pubblico; e non anche dai rancori pri- vati). · Ma anche se la critica batte soltanto là dove duole il dente dell'interesse professionale, cui si è ridotto il pascolo; ciò non toglie fonriamento alla sostanziale critica nostra. E bisognerà pure che la riforma non resti sulla ca;rta - ed entri nella realtà. Creiamole gli organi. Diamole gli strumenti. Bisogna creare la polizia giudiziaria che oggi non esiste. Bisogna che l'istruttoria " pubblièa ,, .sia ordinata in modo che la difesa dell'imputato vi possa.intervenire sul serio ed in tempo. Se no, avremo· il bis della riforma pei:J.a\e zànar– delliana e del suo grande sforzo di dosatura e di differenziazione delle pene. _ti!:el . tal caso tanti anni, mesi e ,giorni di d,e– tenzione. Ne_l tal al~ro tanti lustri, mesi e giorni d\ reclusione. In quello, con tanto meno; in q~te- sto, con tanto più di segregazione.... _ · Ma in definitiva" detenuti,, e "reclusi"' "vanno all'aria,, insieme nello stesso carcere e.... insieme ·non fanno il lavoro che dovrebbero fare; perchè le pene furono dosate_ e differenziate sottilmente; ma si _dimenticò di fabbricare i luoghi dove farle separatamente e diversamente espiare! ..... U11dubbio atroce ed un po'-anarchico! Forse il legislatore itaUano fa tanto per fare. Forse si incomincia a sentir nell'aria un certo soffio di scettic_isrno per la repressione puniti va in sè stessa. F.?r~~ _s) '. C~H!).)ricif!,_ vf 'ijen,<13:re (_)lie'., .~99aj,~~V-itlei )~ s1 d1sc1plm1 e la s1 attui, quella represswhe rfsulta. Ìmpa:r;i all'ut'ficio, sorpassata, ingombrante. Forse è " sulla carta ,, ormai, non la sola ri– forma - ma lo stesso istituto della Giustizia pu– nitiv·a. G.. E. MODIGLIANI .. A un prossimo num~ro: La· fine dello studio di e, m. su La proteziop.e legale del lavoro in !svizzera. Come la " Critica Sociale ,, commemora a suo modo la Repubblica Romana, del prof. ALBERTO V'ÈDRANJ. La con.quista dell'energia e le competizioni so– ciali, del dott. RAFFÀELE PIRRO. éronaca del lavoro a domicilio, di ST1cus. BibliotecaGino Bianco POLEMICHE IMPERIALISTICHE La u 11enera:,ione che ci.ha sorpassato,, ...• La discussione antilibica ha irritato gli spir,iti, ha inviperite le penne e convertiti in vel':l'no gli inchio– stri delle spettabili redazioni imperialiste. Tornano in iscena rimèscolati tutti i logori putridi luoghi comuni su la bellezza della guerra, i). V!!,loremorale della guèrra, l!j, virtù redentrice della guerra, la funzione storica della guerra - con il solito appello alla solita pagina di Carlo Cattaneo, che è poi sempre quella che· Car– ducci rinfacciò à Colajanni e che è contraddetta da altra dello stesso autore - con le solite istrioniche in:vettive 'contro la democrazia - con i soliti " nietz– sc!Ìeiani',, mattoidi rov'esèiamenti delle tavole dei va– lori - con i soliti superamenti della· generazione posi– tivista e socialista mercè i meriti splendenti della. ge– nèrazione idealista e ·imperialista. Soffiate, o venti di parole, e fate schiantar le vostre gote! ' Vomitate, o cateratte e trombe nazionaliste, fi.nchè abbiate soriJ.- 1 niJrso \ •vostri dàmpahill e''Uìtrlegdto'1."gfilli 'iiA'è vi éoni/ in cima ! O voi, fulmini della nuova generazione, bru– ciacchiate la grigia testa della superata generazione positivista e socialista! E tu, tuonò antidemocratico di Francesco Coppola, ·che tutto scuoti, schiaccia la spessa rotondità del "pantano. um(init(frio ,, nel fo. glio, che dicono ufficioso, del Governo, che dicono de– mocratico e umanitario! Romba quanto n'hai in corpo contro " la. informe polvere -umana ,,, contro (tu, sa– pientissimo) contro "la tracotante -igno1·anza socia– lista,,,· Sputa; o Francesco! 'vomita, o Coppola! E tutto ciò (la.sciando in pace Re Lear) mentre, nel · Carlino del 16, l'intellettualità filosofica si asside in mezzo alla barbarie positivista a· sinistra e al nazionalismo etico, _ religioso, antisocialis.,ta a destra; calcando quello e soi– lev.:ando ques~o - e, nella Tribuna dello s•tesso giorno, un altro signore ,torna alla carica contro la generazione degli uomini nati intorno al settanta (che, a quel che pare, è anche la generazi0ne del su' babbo) - e li sva-. Inta come "piccoli uomini tranquilli e con piccole lotte , da fo1·mich'!, sotto i vasti ombrelli sentimentali e reto- , 1'içi · deU'umanitarismo e della pace universale. • ~ ed imputa loro due delitti - , e dice ·che, loro ·ragazzi di vent'anni, in mez~o a noi altri rei di due delitti; si sentivano tutti superuomini. · Senti tè, brava gioventù: pensando come sòn modeste le vostre opere e superfi– ciali le vostre ferite (perchè è di voi altri s'crittori - la parte piit viziata della nazione, dic.eva Carducci -· che 'qµi, si tratta: 110,n ;.iei miljfari che .vanno e muoiono ! llft\idi'ÉÌiHi a,)ie legl) rg'éòi:;sid~rand~ che 0 ~:i1''i:;oa-~t1etè~ incomÒdate le Walchirie a, portar via la vostra propria èarcassa da quei campi della gloria verso,cui si· tèn– dono così spasmo.dicamente i ,vostri spiriti, un po' meno i vostri corpi - tutto questo considerato, noi potremmo ricordarèi di un'invettiva carducciana: ".o generazion:.. celluccia-di stoppa, ricoperta· dt una mano di gesso tinto color di ferro! ,,, 'e· chiedergliela in prestito per la ri– torsione. Ovvero, ·dacchè ci. agguagliate a Belacqua, potremmo rispondervi: "va su 'tu, che se' valente! ,, e ridere delle vostre "·magnifiche sorti progressive ,,_. Ma preferiamo invece la via, per noi più comoda, alla vostra inim,icizia: vi studiamo (quale orl'ore !) positi- visticamente. · * ** · Cantano i ml.ti attraversq là prosa poetièa di Gio- vanni Borelli, "L'Università, disseccato l'alveo socia-
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