Critica Sociale - Anno XXIV - n. 5 - 1-15 marzo 1914
78 CRITICASOCIALE bioloo-ico e lo psicologico esista un hiatus incolma– bile. La realtà è conlinua; solo noi non possiamo rappresentarci questa c~~tinuità per 13'. natur~ della nostra mente, che s1 e formata i:mgh schem1 della materia, sotto l'impulso delle necessità pra– tiche dell' azione. Ragionando per analogia ed esprimendoci con linguaggio figurato, diciamo che è meno disforme dalla realtà il paragonare la so– cietà ad un organismo vivente, anzichè ad un cono·egno meccanico; diciamo che questa rappre– sentazione discorsiva è la più adeguata a rendere il concetto di evoluzione creatrice, e che è co– mune ai rapporti sociali e a tutto il mondo vi– vente. Dal punto di vista filosofico dobbiamo però ag– giungere che, data l'imperfezione dello strumento di osservazione; data la nooità imprevedibile che può sorgere dall'accrescimento dei valori psichici e dall'accumulazione delle varie tappe evolutive; dato che non possiamo abbracciare nella loro fo. talità le fasi del processo determinanti la nega– zipue de~ capitalismo, - è d'uopo ammettere, in og,n-L,~e0r~zazionerrsocial~, ..in,,<i)gni i(l,e,olqg\a,,,eh~. verta sui rapporti umani, un elemento :fideistico, epistem,otogico. Questo -elemento irrazionale è insito anche nel socialismo, e ciò spiega perchè, per quanti sforzi si sieno fatti, il socialismo non si sia mai potuto ridurre ad un sistema scientifico, e perchè la. scienza sociologica sia in buona parte uha fanta– sticheria romantica. Tuttavia, siccome il nostro sforzo di esseri ragionevoli deve essere quello di fondare le nostre previsioni sul maggior numero possibile di elementi razionali, riducendo al mi– nimo quelli irrazionali o fideistici, così, tra la felie di coloro, i quali credono che il socialismo sarà la risultanza di molteplici trasformazioni graduali, di un cumulo di riforme; e la feite di coloro, i quali credono che il novus orào si sta– bilirà più o meno catastroficamente dopo il gesto supremo della giornata eroica, la nostra scelta propende a favore dei primi; sia per la conce– zione generale che ci siamo fatti della vita e del mondo, sia perchè sappiamo che gli esempi di altre rivoluzioni non sono probanti, ben più ar– duo e complesso essendo il còmpito storico del socialismo che di sommuovere la superficie delle acque; sia perchè vediamo che, in tutto il campo dell'evoluzione (intesa in senso concreto e berg– soniano, non in quello astratto di Spencer e compagni), la gradualità del processo. resta pur sempre la regola,· ove la saltuarietà è l'ecce– zione (1); sia perchè sappiamo che il revisionismo (ben,, (\iverso dal.... cretinismo riformatorio) può indicare molte riforme, che, colla loro acèurhm~,,, zione quantitativa, producono o sono atte a pro– durre un mutamento qualitativo nella struttura, nelle funzioni, nella morfologia dell' organismo sociale. Il socialismo nega e supera il borghe– sismo, come il divenire nega e supera l'essere. *** Prima di finire ci si consenta qualche altra considerazione critica a quella parte finale della conferenza, ove il Mussolini, contrariamente al- 1' opinione dell' Engels, crede alla possibilità di una ìnsurrezione vittoriosa nelle strade. ed af– ferma che, per fare la rivoluzione, basta 'opporre un'audace e cosciente minoranza socialista alla minoranza borghese dominante. A parte le vecchie rimembranze insurrezionali e barricadiere (il mito della rivoluzione, come. (l) Le recenti llorrezlonl, che si sono apportate alla teoria delle mt<taz!on, del Dc Vrles, confermano ciò anche per la biologia. BibliotecaGino Bianco per il Sorel c'era il mito dello sciopero generale), noi stimiamo che, non ostante la col0ritura ri– voluzionaria, la teoria delle minoranze, che si accavallano e si soggiogano a .vicenda, sia una teoria squisitamente aristocratica, contraria a tutto lo spirito, ~ tutta la tradizione del socia– lismo. Marx era molto avveduto, quando escla– mava: " finora tutte le rivoluzi<;mi sono state · opera di minoranze a favore di minoranze; per i comunisti sarà la maggioranza che farà la rivo– luzione a favore della maggioranza ,,. Non dimentichiamo inoltre che la teoria delle èlites è stata messa in circolazione da accaniti conservatori ed acerrimi avversari del sociali– smo, come il Mosca ed il Pareto; non obliamo che tutte le tirannie oligarchiche hanno eserci– tato la dittatura vantando . di tutelare gli inte– ressi delle maggioranze soggette; non illudia- . moci che la rnaggio1·anza rivoluziona1•ia non . possa indossare anche i paludamenti del super– . uomo di Nietzsche. Singolare ironia della sorte ! Questa pericolosa ; teoria ..:..siamo sicuri di affermare cosa esatta '– venne invocata pure da qualèhe autorevole'1•if'ot9 _mista di "·destra ,, per giustificare una intempe• stiva partecipazione dei socialisti al potere. An-, · che in questo caso si trattava di elites di intelli– genti ed audaci, che do'vevano agire a favore e per conto della massa inerte supina; soltanto tale esperimento si doveva fare al Quirinale, anzichè in piazza. I modi di estrinsecazione erano di.– versi; ma, senza essere tacciati di spirito bizzarro e paradossale, si sarebbe potuto osservare: gli estremi si toccano ! · No, no. Il socialismo, che incorpora ed effettua. la giustizia sociale nel più ampio senso della pa• rola, non ha bisogno di valorizzare e di appro– priarsi. teorie ripugnanti alla propria indole. I socialisti, da un lato, non _çle:vono essere che i· mandatari della· massa, col pieno ed illuminato. consenso della massa stessa; dall'altro, le masse,, coll' autoeducazione, colle loro istituzioni, col-: l'aiuto dei pubblici poteri, devono rendersi sem– pre più degne e capaci di attuare il socialismo .. Nelle difficoltà dell'i.mpresa sta la sua nobiltà. Quanto più si compirà quest'opera di prepara– zione, di avviamento, di effettuazione, tanto meno saranno necessarie la violenza e la dittatura,. tanto meno sarà necessario rimandare ·il sociali– smo alle giornate storiche .. Anche per noi, come· per· il Mussolini, il soda– lismo sarà tl· risultato di sforzi consapevoli. Ri– cordiamo con compiacimento, a questo propos_ito, di essere stati fra i primi a sostenere su queste cò'lonne"il vatore del1'idealismo volontaristico con-· tro il meccanicismo fatalistico; ma, in questi sforzi consapevoli pel raggiungimento del socialismo, pensia;mo si debba agire come se l'atto rivolu-· zionario finale· di:ventasse superfluo, come se la farfalla dovèsse uscire dalla crisalide senza· vio– lenza. Questo non esclude, a pi•iori che la vio– lenza possa affrettarè gli avvenimenti, come una. scossa fa talvolta cadere dall'albero il frutto ma– turo. A nostro parere il rivoluzionarismo è una co– struzione ideologica rispettabilissima, ma ha punti vulnerabili nella sua intonazione catastrofica, nella sua credenza nell'unico " atto risolutivo , , nel suo presupposto che, :pri!113:d_i questo. atto, 'tutto sia· borghese e nulla somahst1co, nella sua dicotomia della storia e d_ella_società in due sfe:re separate da una muraglia cmese e da un abisso. Da que– sta concezione drammatica, pittoresca ma irreale deriva necessariamente una sottovaliltazione di tutti i punti intermedii del processo, di tutto ' jl I
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