Critica Sociale - Anno XXIV - n.3 - 1-15 febbraio 1914

38 CRITICASOCIALE produttivo nazionale. Uesportazione libera _d~i ~a– pitali in colonia, la li berta compl~ta al~e rn~z1at1v~ individuali e. collettive dei colom e 1mm1grant1, indipendentemente dalla loro origine. naziona~e, la perfetta libertà degli s?ambi _fra la metr~poh e la colonia e fra la coloma e gli altn paesi vec– chi. ecc.: .sono questi i tratti caratteristici rlella colonizzazione libera. Ma essa non attuerebbe il programma imperia– lista che cova tante bramo<;;ie che chiedono d'es– sere appagate. VerriL perciò vivamente avversata, sopratutto col pretesto ch'essa ri tard8'. e remora di troppo i lavori di stabilimento colomale. III. 11. - L'oi·gani.zzazione potitico-amminist?·a– •tira della colonia - che dovrebbe seguire e non precedere l'organizzazione coloniale (1).- ha gr~nde influenza sulle sorti del popolo c.onqu1stato L idea <li rlarle ~base comunalistica ed autonoma fo11se ,tr@– verebbe propensi i nostri ambienti parlamentari, se il potere militare, bramoso d'una sua più diretta eo·emonia, non abbindolasse il Governo, lasciandogli c;edere che mù,mministrazione civica e decentrata, sciolta da og·ni dipéudenza dal COI\1ando militare, comprometterebbe il mantenimento e la durata del possesso. Fra i mal i maggiori del colonialismo uf ficiale moderno è il rafforzamento appunto della influenza dell'elemento militare nel funzionamento <lei poteri dello Stato. Il progetto d'una Colonia autonoma con amministrazione propria e con le– gisla7.:ioue e bilancio a ·sè è stato accarezzato dal marchese Cappelli ( 2 ), ma ha fatto ·subito stridere i denti ai Bettolo e consorti dell'Istituto Coloniale, a giudicarne dall'opera del Franzoni, membro d~l Con~iglio esecutivo e già ufficiale consolare 1n America; il q,uale non fa il. viso amaro à un tale disegno (3) ma ne dà una interpretazione di gros– solano materialismo che ne snatura lo spirito. Un bilancio proprio deve tener conto di tutte le spese sostenute e da sostenere per l'acquisto e pet· l'as– setto definitivo, in manierfL da poLe.rne addebitare nn gi9rno gli oneri alla nuova economia che si verrà formando in Libia. Ma pel Franzoni deve il bilancio autonomo essere propugna_to segnata– mente perchè il patrimonio demaniale che si for– merà come diritto di conquista resti a credito e arl esclusivo beneficio della colonia ( 4 ). Se non andiamo errati, il bilancio c'oloniale autonomo, per futura memoria 11ella colonia ventura, non potrà fare as– segl\_amento per ora sull'alienazioue onerosa di tale ·demanio in formazione, perchè le terre spo– destate avranno un valore potenziale e prospettico incommensurabilmente mag·giore del prez~o at– tualmente corrente che resta irrisorio .. Chi antici– perà dunque le spese d'impianto coloniale rli cmi si gioveranno gli italiani d'oggi, che espatrieranno in colonia? Col sistema ufficiale di colonizzazjone queste spese dovranno essere sopportate dallo Stato me– tropolitano. E dove attingerà queste spese? Lo constatiamo con mano proprio di qnesti giorni: (') Così come l possessi, anche nella logica imperlallsta, dovreb– bero seguire, non precedere, In penetraziùnc comrnerclale: second'o In. ripetuta formula ùlsmarclttana; "la bandiern. segue 11 commer~ cio ,,. 1 soclRlist1 ttallnnl che osteggiarono l'impresa trlpoltna sopra– tutto per ragioni sentlmentali, credettero cli pronunciarne un graVe atto cli acr.usa, notando la parte promotrice che si è assunta in essa Il nnnco dt noma. ln\•ece, u110 del dtfetti prluclpall dell'avventura 1·ecente è la mancanza appunto d'una preliminare ope1·a <li prepara– zione mercantile, bancaria, ecc .. di forti assoctazlont e società com– mercto.It U.allane. È così che si è capovolto l'arorlsma btsmarckia.no in qu~llo opposto: .. il commercio segue la bandiera n· C') Scritto citato. t:i) f'RANZONI: Coloulzzazlone t 111·op,·ietii. foi1dla,rla, Lu Libia, 1012. l', Idem, p. Si. BibliotecaGino Bianco dall'foasprimento 1iscale della tassazione della ric– chezza (1), in maniera che una parte cospicuft. d~l risparmio nazionale è costretta violentemente a d~– strarsi dagli impieghi stimati più produttivi dalle libere economie private per convertirsi in fondo ·ai anticipazione nelle spese di fondazione coloniale. La sincera costftuzione dell'autonomia amministra– tiva e finanziaria della colonia libica deve all'op– posto fondarsi sul principio della: colonizzazione privata, promossa da _associazioni e dai singoli avventurosi. Questa via è la sola conveniente per le classi detentrici di capitale produttivo: la colo– nizzazione itfficiale è invece in. cima ai desideri del capitale finanziario improduttivo, perchè gli apre un largo campo di taglieggi, di bindolerie e di parassi ti che forni ture; è in ci ma ai pensieri del funzionarismo avido di allargare i propri quac)ri e di pompare altri soggetti di scelta al campo della produzione. . L'autonomi~ amministrativa della colonia col 1 sistema incondizionato de.J:governo locale (come.~ ormai il tipo rlelle colonie inglesi più avanzate) presuppone un bilancio coloniale che attinga alle sue risorse, e non a quelle della madre-patria. Quest'ultimo bilancio pnò agevolare quello colo– niale in via provvisoria; ma. una nazione che come l'Italia, nel suo attuale stato di sviluppo, soppor– tasse con passività imbecille che fossero prodigati lontano i suoi sudati risparmi estorti da una pres– sione tributaria, già fin da ora insopportabile e nemica cli accumulazione, meriterebbe bene come suo castigo la inevitabile decadenza rlella propria fortuna che ne seguirebbe. 12. - Il bilancio coloniale autonomo, non deve essere una partico.lare sezione del bilancio gene– rale della madre-patria, ma dev'essere fondato su una economia pubblica particolare àlla colonia. Ciò implicherà tutta una serie di .conseguenzé: 1 ° L'ordinamento legislativo ci'ella colonia deve gradualmeD.te essere avocato al g0verno locale, il quale resterà in rapporto d: dipendenza solo agli effetti del diritto internazionale e della potenza militare. 2° Il tipo dei vari meccanismi amministrati vi deve essere valutato e votato dal le rappresentanze locali e non dai poteri assentei~tici e incompe_tenti della metropoli. · 3° Lo Stato italiano non ha alcnn llove1·e'. (come il buon senso dovrebbe bastare a far comprendere se non operassero i torbidi internssi. rlelle classi che vivono di sr,agliazione dello Stato) a fare opere pubbliche in, Libia. La spesa pubblica è infatti un ramo del bilancio totale del paese; vecchi'ò o giov'arie che sia. Essa attinge, proporzionandovisi, ai vari rami dell'attività, economica della popolazione. Solo i militanti del guacla.gno illecito e scandaloso delle avventure coloniali, ponendo a profitto le passioni. riscaldate dai deliri vanesi d'un nazionalismo in– genuamente sincero e ig-nora.nte, solo queste buoue lane possono inventare una lor posticcia E:ionomia p.er sostenere che le spese pubbliche sono i I pre– ·$upposto dell'Economia coloniale, mentre è piut– tosto il contrario ch'è vero. In Italia i servigi di conrìutture e distribuzionB sono iI). uno stato così fortemente arretrato da i·eri.,iere quintupla di quella inglese la mortalità per febbre tifoide. Qnesto ingrato stato di cose trova la sua spiegazione nel fa.tto che (a parte i fattori perturbativi dei poteri pubblici) il foudo disponibile esige, pel massimo benessere, ch·e esso sia versato in ( 1 ) Le spese pei· la guerra -- dl natura straordinaria. - si <10,·reb– bcro saldMc con entrate egualmente straordinarie (accen•lonc di nuovo debito). J,e entrate ordinarle nuove che lo Stato procura ora di formarsi servono appunto a fare largo al nuovo margine <l'uscita normate che provooherà la colQnlzzazlonc utflclale . . i/

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