Critica Sociale - Anno XXIV - n.2 - 16-31 gennaio 1914

t CRITICA SOCIALE 29 mobili dei singoli paesi, stabilendo le seguenti cifre: Aumento 1912 <11111908al rn12 miliardi di franchi Inghilterra 145-150 15 Stati Uniti 135-140 20 Francia 108-115 5-10 Germania 100-110 20-25 Russia 32-35 7-8 Austria-Ungheria 25-26 4 Italia 16-18 6 Auche secondo questo economista francese adun– que, la Germania è il paese che più vede aumen– tare la ricchezza nazionale; anzi l'ha aumentata <li tanto che, sebbene la Francia sia, per eccel- · lenza, il paese dei possessori dei titoli di renrlita, la Germania ha portato il suo possesso in valori mobili quasi alla stessa altezza della Francia. Senonchè è innegabile che tutti codesti calcoli sono sempre passibili di vive e non infondate cri– tiche. Le valutazioi;ii, fatte dagli economisti anche ph.\' 1 a:blli"e 'ìrrìµaTZi'al i, poggiano per lò più su basi tanto incerte, e i metodi di calcoli sono tanto di– versi, che quei confronti internazionali ci debbono lasciare molto dubbiosi intorno alla esattezza dei loro risultati. Basta mettere di fronte i dati sta– tistici, ra cco] ti eia differenti economisti, per con• vincersi del.la incertezza e problematicità delle loro stim e. Per esempio, se lo Hel:fferich fa salire la ricchezza nazionale della Germania a circa 300 miliardi di· marchi, l'amerièano lVIùlhalÌ la calcola invece a soli 165 miliareii. lVIentre il Princivalle fa salire la ricchezza dell'Italia a 63 o 6i miliardi ,ii lire, il Culajanui ritiene che ammonti a 80 mi– liardi. La ricchezza francese, che il Reclus valu– tava a 500 miliardi di franchi, venne calco~ata dallo Sciama a 600 miliareii, mentre poi il Guyot la fece salire soltanto a 250 e il Bodio a 210 e il 'J'héry a 212 per il 1906 e 235 per il 1909, mentre poi Jaurès crede soltanto a 176 miliar,ii.. .. Via, viene voglia <li dare ragione a quei tedeschi, i quali affermano essere la statistica una meretrice che si presta a qualsiasi servizio. Noi abbandoneremo perciò qnesta via, per esa• minare la potenza economica della Germania eia un altro punto di vista, servendoci però sempre dello studio del dottor Helfferich, oltrechè <lei dati - stavolta però inoppugnabili - puhblicati dal– l'Ufficio di Statistica dell'Impero germanico. Prim11, base del grande sviluppo della Germania moderna- è l'aumento della popolazione; infatti. nel 1816 sul territorio formante l'attuale Impero germanico vivevano 25 milioni di persone; ma nel 1888 erano già 48 milioni, e il censimento del 1912 ne dava 66 milioni. Tutto _ciò, sebbene il numero delle nascite vada continuamente e, negli ultimi anni, rapirlamente decrescenri_o. E valga il vero, su 1000 abitanti il decennio 1871-1880 dava 40,7 neonati; ma nel decennio 1901-1910 la cifra era scesa a 33,9 e nel 1911 a 29,5. Se però la na– tività diminuisce in simili proporzioni, la Germania non ha ancora ragione alcuna per allarmarsene, giacchè l'eccedenza deli'e nascite sui casi <li morte importa annualmente 880.000 persone,· cioè a dire, pone la Germania, sotto questo aspetto, alla testa di tutte le grandi potenze europee. Nel 1910 in– fat,tl l'eccerienza delle nascite sulle morti, calcolata per ogni 1000 abitanti, importò in: Germania 13,6 Inghilterra 11,4 Italia 13,8 Austria 11,3 Russia 13,0 Francia 11,S Ungheria 12,1 ibHotecaGino Bianco Questa enorme eccedenza delle nasci te snlle morti, nonostante la diminuzione delle natività, potè es– sere raggiunta in Germania grazie al fortissimo regresso de-Ila mortalità, la quale fu, nel decennio 1871-1880 di 28,8 per 1000; ma nel decennio 1901- 1910, era già scesa a 19,7; e nel 1911 fu di 18,2. Ciò prova dunque che la popolazione della Germa– nia, la quale è 0ggi d'un terzo più grande di 25 auni fa, si è anche fatta più robusta e più sana. S'ag– giunga poi che ormai tutta questa popolazione, di continuo crescente, trova ariesso lavoro e mezzi di esistenza nella stessa patria, sicchè l'emigra– zione tedesca, che nel 1881 fu di 220.902 cioè del 4,89 per 1000, da allora in poi an<lò sempre de– crescenrio, fino ari essere rii soli 25.531 emigranti, ossia 0,39 per 1000 nel 1910. Onde, ponendo le ci– fre dell'emigrazione di fronte a quelle dell'aumento di popolazione; si ha la seguente tabella: Nel decennio 1881-1890 1891-1900 1901-1910 Ercedcnzn. delle Dfl8Clte 5.500.000 7.300.000 8.700.000 F.mlgrRzlone 1.342.000 528.000 220.000 Anzi, non solo è diminuita l'emigrazione, ma la Germania è diventata paese di forte immigrazione; siccl.Jè, mentre nel 1890 gli stranieri abitanti nel-· l'Impero germanico erano 433.254, la loro cifra era salita. nel 1910 a 1.259.873. E non basta. Quei censi– menti infatti vengono eseguiti nel mese di dicem• bre, quando un numero gran,lissimo di operai, co– stituenti l'immigrazione transitoria, sono ritornati in patria; ma nella primavera e nel giugno si può calcolare che il numero degli stranieri lavoranti in Germania è molto più grande. Per esempio, mentre il censimento generale <lei 1910 segnava in Germania la presenza di 104,204 italiani, il cen– simento per mestieri nel 1907 ne registrava 147.034. La Germania è dunque diventata campo di la– voro anche per un forte contingente <li lavoratori stranieri. Ma. 1 come è naturale, in seno alla stessa popolazione e aumentato di molto il numero degli operai e pur troppo anche delle operaie. Quale sia questo crescen<lo di braccia lavoratrici, appare dalla seguente tabella, in cui sono comprese tutte le persone che lavorano nell'in,iustria, nell'agricol– tura e nel commercio. Lavoravano cioè nel 1882 persone 16.203.300 pari a 35,4 °,' 0 della popolazione 1895 ,, 18.912.400 ,, 36,4 ,, ,, ,, 1907 ,, 24.617.200 ,, 39,7 ,, Chi poi abbia segtlito anche da lontano lo svi– luppo della vita economica germanica in questi ultimi tempi, potrà facilmente immaginarsi che contemporaneamente a quell'aumento di popola– zione lavoratrice è avvenuto anche uno sposta– mento nei vari rami del lavoro. In questi ultimi ~5 anni la Germania, che era sempre stato uno Stato prevalentementé ag-1:ario, è diventato uno Stato prevalentemente ineiustriale. Così, tra il 1882 e il 1907, consideran<lo la percentuale della popo– lazione occupata nell'agricoltura, nell'industria e nel commercio, si ebbero i seguenti spostamenti : .Agricoltura Industria Commercio Percentuale deUn. popolazione 1882 1891> 1907 42,0 35,o 28,5 35,1 28,!l 42,5 9,9 11,5 13,3 Se c10 sia un bene o un male. se cioè ahbiauo ragione o torto gli agrari, i quaii versano amare làgrime perchè le inrlustrie e le città strappano continuamente braccia lavoratrici all'agricoltui-a e alla campagna, non è qui il c aso di rice rcare. L'agricoltura però non ha che da compiacer.si dello

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