Critica Sociale XXIII - n.22-24 - 16 nov.-16 dic. 1913
344 CRITICA SOCIALE mente sbagliato; è un metodo che sacrifica all'ap– pai·enza dell'intransigenza la realtà, alla (oi·nia la sostanza dell'intrausigenza. Quanto all'impres– sione del Partito e delle folle, che non Si· vuol ne– gare potesse essere nel primo momeuto quella che i.l Gruppo temette, essa doveva poi correggel'si con la chiara propag·anda delle " condizioni di am– biente,, in cui si rlihat,te l'azione parlamentare, che ha esigenze, necessità sne proprie di vita e di sviluppo, alle quali il Partito e le folle, se vogliono veramente il l'ai·lamento, debbono assolntamente rasse)..('narsi, perchè il ribellarvisi è co1itradrtitto1·io -con lo i:iCOpo, è ostruziouismo antiparlameutare, della spl-'Cie che la mozione Cermaz ri p_udia. ·Iu ogni modo, il Partito e le fui le sarel.,bero state per sentirsi meglio ,:ervite dal Gruppo parlamentare, quando questo, nelle sue lotte più gag! iarri e, alla Ca.– meri:),,avesse le spai.le difese dagli arbitri evt->ntuali di una Presidenza, che già si conosce partigfana . e nemica, e potesse attingere alla sorgente più grossa e più sicura del c,ontrollo parlamentare, la· Giunta del Bilancio. · L'errore tattico dei socialisti è subito stato sfrut– tato dàgli avversari. La maggioranza, per escludere i socialisti dalla Giunta del Bilaucio, si bipartì; una parte, la maggiore, continuò a fungere da maggioranza, l'altra si -travestì per un momento da minoranza, da Opposizione, e portò via al Par- · tito nostro i posti che, come minoranza, doveva, per diritto di Regolamento, avere. Sì, è stata una inciegna pastetta; una manovra turpe, pari a quelle che le lercie camorre amministrative sogliono ado– perare nelle italiche Roccacannucce per scroccare . i posti riserbati alla minoranza. Ma la protesta, contro tale misfatto parlamentare. che il nostro valoroso Orazio Raimondo portò alta e vigorosa davanti alla Camera, fu una protesta .... morale. In diritto po:sitivo non poteva concludere a nulla, percbè il diritto positivo non definisce chi è mi– noranza; poi, se anche il Regolamento lo definisse, non c'è Cassazione e non ci sono Ufficiali giudi– ziari e carabinieri per fare eseguire, in ipotesi, la sentenza che riconoscesse il diritto violato. E la protesta morale ha erticacia tra gente .... morale; tra i cinici della magg-ioranza, creata dalla tri pii ce volontà di Giolitti, di Gentiloui e di Caio da Ponte, suscita .... l'ilarità. A buon conto tutta la stampa, anche quella che sfog·gia virtù, è _stata concorde a proclamare il ben r·ubato. · E, in un senso, bisogna pure dare ad essa, ed– agli avversnri nostri,·ragioue. Perchè i nostri po– te1·i dobbiamo esercitarli fieramente contro di essi, non possiamo attenderli dalla loro buona grazia, dalla loro lealtà, ecc., ma solo dalla noRtra forza;· forza di numero e forza di accortezza. Ed ecco la giustificazione di ogni accordo formale t,ra Gruppi diversi che serva a cia,icuuo· per sviluppare più intenso ed audace il sostanziale dissenso da tutti gli altri. Ed. eccG, conseguentemente, come, tra Gruppi avversi, possa determinarsi contro altri Grnppi UJHt, solidarietà <li cui l'obbietto è procac– ciare ai Gruppi uniti delle pmiizioni strategiche migliori in couf'ro11to degli altri. Ciò, del resto, apparirà ben semplice, appena si con sicleri che il regime parlamentare non è che un sistema di equi– libi i, <licontrappesi, che tra di loro si possono, per così esprimerci, defluire solidali all'inverso, cioè solidali nella convenzione cii combattersi. E non va taciuto un altro fatto. L'opposizione \lei partiti e del le classi fuori del Parlamento è impersonale, ast,ratta e tutt.a materiata cii idee e di interessi collettivi; dent1·O del Pa1·lamento, invece, la stessa opposizione (a tacer cl'altro) si esprime attraverso il concreto delle persone che si avvicinano, e il cui corpo a corpo, ostile quanto si voglia, presuppone regole comuni che bisogna sempre far salve se si vuole raggiungere lo scopo , prefisso. Il perchè l'autonomia non può essere l'iso– lamento e, in ogni caso pegg·iore, l'isolamento non pnò essere fnoruscita dalle leggi di vita che gover– nano l'organi>1mo di cui si fa parte. l\feglio, mille volte meglio, rifare il processo al parlamentarismo e, magari, condannarlo, come fanno _gli anarchici, in toto, a11zichè accettarlo senza accettarne le con– rlizioni di vita. Allora la natura violentata si ven– dica sopra gli audaci violentatori e la sua vendetta ine~orabile importa fatalmente diminuzione del– l'effetto utile del la loro azione. E bene, in obbedienza a queste chiare necessità, che la questione, risollevata in seno del Gruppo parlam~ntare socialista, e risoluta ora contro la sna tradizione, è stata già., in tutti i Parlamenti est:eri, <liscnssa e definita nel senso più favorevole agli accordi tra Gruppi diversi per la conquista delle cariche parlame;ntari, le quali, si bl:l,di, non sono onni•i, sono guarentigie, e l'abb!l,nclonarle non significa solo una diminuzione di potere, ma significa un guasto, un turbamento nel sistema, un ostrnzionismo reazionario al regime parlamentare, con l'effetto certissimo di diminuire, di soffocare il controllo, di favorire insomma l'egemonia politica della classe borghese e capitalistica sopra il prole– tariato. UNO DEI 50. DUE LEZIONI DA6LI INCUNABOLI DELL'AUTORITÀ difngels - L' INDlffERE HZA INMATERIA POLITICA diMarx I due articoli - Dell'autorità di F. Engels, L'in– differenza in materia politica di .K. Ma1·x - che la Critica consegna qui all'attenzione dei suoi lèlto1·i - non sono inediti. Neppui·e sono esuma– zioni dagli incunaboli germanici. Questi due a?'– coli ebbero vita e battesimo in Jtalia. Nostri sono, e il loro richiamo ci squaderna una intei·essante pagina della pur cosi. recente preistéwia del so– cialismo italico. Il quale nella vita della Inter– nazionale è sempi ·e stato modesto, troppo modesto, fbi·se. I nunziatoi·i, i precui·sori, gli ei•oi della vigilia non raccontarono se stessi. Avevario altro a fare. Però le loro vicende, non raccolte con ce1·tosina od alemanna pazienza, trasvQlarono via fbndendos~ · anoniine nella g1·ande storia del proletariato italiano ed inter·nazionaze. Ma un po' di giustizia, ini:iieme a un .po' di luce e di simpatia anche sulla loro semiscono– sciuta ope1·a, com.incia a venirci dalla Germania. Un.russo, N. Rjasanoff, sulla Neue Zeit reca come · contributo alla storia clell'internazionale i due ar– ticoli di Engels e_di Marx che i lettol'i trovano p;ù olt1·e, ripi·oducendoli da l'Almanacco· repub– blicano per l'aon? 1874, Anno terzo, Pubblicazione della "Plebe,,, Compilatore Enrico Bignami e facen– doli precede-re da una pre(a.zione illustrativa dei. tempi e delle cii·costanze in cui vennero pubt,ti– cati, la qurile ci offi·e uno specchio lucente di quel mitico decennio 1867-1877 ·in cui il socia– lismo italiano, scoss0 il ter1•ibile vassalloggio del g,..ande fuscinatore Bakunin e della Federazione del Giura, att,·averso- alla sosta eclettica e l:ienti– mentale del malonismo, si avviava all'adozione definitiva del comunismo scientifi-co, del socialismo "autoi·itario" rii Mar·x e di Engels. Qua·nd.o.ll1ar·x ed Engels mandavano· a Enrico Bignami gli ar·ticoli sull'autòrità e f,m-ll'in<lifferenza in materia politica, Andrea çosta é .Carlo Cafi,ero ' ,I I
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