Critica Sociale XXIII - n.22-24 - 16 nov.-16 dic. 1913

CRITICA SOCIALE 359 ebbe egli sentore della •infinita corruzione avvenuta ·jn almeno 150 collegi e dei voti comprati all'asta, a gara fra gli agenti dei var1 candidati, nelle pubbliche piazze, sotto gli occhi dei C[_lrabinieri impassibili? Ebbene, tutti noi lo sappiamo; molti di noi hanno assistito personalmente a queste scene, ed io stesso che vi sto parlando ... (Commenti animati - Vivi' ru– mori).· Vocè al centro. Dove? TURATI. Anche in collegi nelle vicinanze di Mi– lano. GIOLITTI: Li denunzii all'autorità giudiziaria! TURATI. Denunz.iare all'autorità giudiziaria i de– litti commessi sulle piazze p'llbbliche, con grande clam◊re, sotto la tutela dei carabinieri? Sul serio ella questo ci dice? Ma oltre, il fatto personale dell'ono– reYo)e Pansini, ne susciteremmo qui altri 150, se vo– lessimo indugiarci su questo argomento .. Io stesso, quante volte ebbi a dire ai carabinieri e ai loro graduati: « Non vedete come là si comprano voti? Perchè non accorrete e non impedite?»; Ii vidi SO).'ridere placidamente qua:é\i p,ensassero fra sè: que– sto pazzerello è uscito dal manicomio! Ricordo per esempio un certo giorno nel collegio di Legnago. Il denaro correva dapertutto. Vi furono · poi per più giornate dimostrazioni per le piazze, per– chè pare che gli incaricati avessero trt.Ìffatq una parte del danaro promesso. Or io m_i rendo pèrfettamente ragione, e lo dissi in pubblico comizio a migliaia di elettori, che chi intasca così facilmente milioni sullo zucchero, concorrendo alla denutrizione dei consu– mai.ori ital,iani, abbia tutto l'interesse a prodigare, fosse pure qualche centinaio di migliaia di lire, ad ogni elezione per assicurarsi lo stallo in Parlamento d'onde vigjlare... (1lpp·lausi all'estremo sinistro). È un premio d'assicurazione; è del denaro impiegato al mille per cento. Ma questo invece ,non capisco: come si giunse alla corruzione diventata grande indu– stria, celebrata pubblicamente fra il pubblico clamore; GoYerno, magistrati, polizia, tutto questo sparisca, tutto abdichi, tutto si eclissi, e il brigantaggio ritorni e regni indisturbato. Ciò che si deve grida1·e: onestà elettorale e rappresentanza. proporzionale. Or mi, on. Orlando, nulla dite di tutto questo, che pure è di pubblico dominio; dite soltanto che la prova è ,stata felice. Ciò non è sincero; non è degno di chi parla, non è degno di chi deve ascoltare. Ciò che voi tacete noi gridiamo alto di qui. E ag– giungiamo che la Camera nuova ha il dovere di ren– dere impossibili questi obbrobri i per l'avvenire. Per– ciò ·a riuell'anticaglia che è il collegio uninominale e ristretto prometta di sostituire il grande collegio con rappresentanza proporzionale. · (Applausi a sinistro - Bravo! Bene!). Prometta di introdurre nel suffra– gio la giustizia e la sincerità, di impedire che esso diventi strumento di prostituzione e di delinquenza, della corruzione più triste ed ignominiosa, altrettanto ignominiosa come quella compiuta sul fanciullo, per– chè fa sua vittima il contadino, )'artigiano, il misero, l'ignaro, 'l'analfabeta, che non sospetta l'infamia, che ·non conosce difesa. E prometta che fin d'ora i cor– ruttori e i violenti non avranno qua dentro la pace d'un'ora; che saranno svergognati e scacciati senza pielò, che non sarò possibile si ripeta in questa aula che, quando centin:iia di-elettori confe$sano di avere . ' ricevuto il prezzo del volo, essi non saranno creduti perchè ingenuamente discoprono la turpitudine loro; e la turpitudine ben · altrimenti ribalda del corrut– tore sarà inYece onorata e difesa e le sarà assicurata· l'impunità e il mandato politico. Questo deve dire la Camera nuova: e, se non lo dice in ques~a occasione, quando lo dirà, on. Orlando? Voi preferite tacere, dissimulare la piaga; il che equi– vale a volere la co)'rosione profonda degli organismi, la cancrena delle istituzioni! La Libia e le spese militari nel discorso della Corona. E veniamo brevemente alla Libia. Nel primo dei due documenti che esaminiamo la troviamo, come già accennai, quasi ad ogni rigo; tanto che a un mio omonimo scappò detto, in un'in– tervista, che si ha l'impressione di leggere un discorso dell'Imperatore del Fezzan. Nel discorso Reale è dalla Libia e dal suffragio universale, associati e messi sullo stesso piano, che comincia la novella istoria; ma la Libia primeggia cli gran lunga sull'Italia, e questa ha l'aria di essere l'appendice di quella, quasi una appendice, come la Finlandia alla Russia, che possa aspirare all'autonomia amministrativa, Invero è so– pratutto dalla Libia che derivano la importanza po– litica dell'Italia enormemente accresciuta e il suo po– sto fra le altre nazioni. Al quale aumento iperbolico di importanza politica, e alla missione di civiltà che ne deriva, ecc., ecc., devono poi in via principale (allegri, o contribuenti!) commisurarsi i nuovi mag– giori sacrifici per aumentare le forze dell'esercito e dell'armata, e non più, o solo in subordine, a quel preteso misurino della « potenzialità economica na– zionale» - una frase che almeno non voleva dir nulla, ·Si sarebbe detto, insomma, il discorso di qualcuno che, avendo dormito profondamente durante questi due anni, non avesse potuto avvertire nè sospettare le mutate vibrazioni dello spirito pubblico, tantochè non sentiva quanto vi fosse di rancido, di retorico ormai e di superato, . nel rievocare le dimostrazioni ai nostri soldati in partenza, e come l'accenno fatto a un •~ventuale possibile emigrazione <lei nostri con– tadini in quelle terre assumesse, oggi, sapore come di amaro sarcasmo, oggi, mentre l'emigrazione dei lavoratori verso ben altri continenti, sospinti dalla miseria e dalla crisi, sta risalendo alle cifre fanta– stiche degli anni che seguirono l'altra follia militare– sca ai tempi cli Adua, confermando come emigrazione, ossia povertà, e spese militari si richiamino a vicen– da, e come il risultato più certo del nazionalismo sia il fatto della .nazione che cessa e della patria che espa– tria. Non per nulla, proprio in questa ora inaugurale di legislatura, è una gara da tutt.i i settori a presentare interpellanze al Governo sulla piaga sempre più mi– nacciosa della disoccupazione operaia. I taciti emendamenti nell' indi.rizzo di risposta. Tutto questo non poteYa sfuggire alla nostra Com– missione e al fine spirito critico dell'on. Orlando. Ed ecco che perciò dal suo t.esto la Libia è come sparita, o meglio ridotta ai minimi termini, come un arringo che potè soltanto prornre le virtù di sa– crificio del nostro popolo, virtù le q;_iali del resto sa-

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