Critica Sociale XXIII - n.22-24 - 16 nov.-16 dic. 1913
CRITICASOCIALE 357 con la fermezza e precisione ch'e tutti gli conosciamo. Perchè l'on. Giolitti /3 tenace anche nella forma delle sue convinzioni; quando ha trovato la formula, sem– plice, comoda, e che gli sembra efficace, non è facile che la modifichi o che l'abbandoni. Quand'anche noi domani gli provassimo che tutta la sua maggiocranza ha giaciuto nello stesso letto - ha « coabitato » per espcrimerci colla parola pudica del codice civile - col conte Gentiloni, egli ci riediterebbe, a proposito dei rapporti del S\IO governo -con la· Chiesa, l'ima– gine delle. parallele che s'incontrano all'infinito. (Ila– rità). Tutti d'altronde ricordano la guena che i migliori amici dell'on. Giolitti hanno fatto a quel progetto di riforma elettorale dell'on. Luzzatti, che era çosì min– gherlino, così modesto ... GIOLITTI. No, io l'avevo appoggiato, invece!. .. l;URATI. Strana c9sa!. .. Strana cosa davvero che i suoi amici le siano tanto infedeli e abbiano così poca deferenza per lei, che ·pure è accusato· cli esa– gerare p~rsino il culto, tanto 4ma,n·o•e gentile, del– l'amicizia: perchè, se una cosa è ben certa e risa,– puta eia tutti, è che allora tutti i suoi amici, quelli che facevano parte cli quel Gabinetto, come quelli che ne erano fuÒri, non hanno fatto che osteggiare, procrastinare, combattere in tutti i modi quel mode– stissimo schema... fino ad aver alla fine inventato quel giuocherellino amabilissimo del voto obbliga– torio, che fu l'argomento principale di cui abbiamo parlato in casa sua, on. Luzzatti, quella tal sera fatale ... LUZZATTI. Ma crede forse di aver sepolto il voto obbligatorio con queste considerazioni? (Ilarità). TURATI. Non io credo cli seppellire il voto obbli– gatorio; ricordo che pur troppo il voto ·obbligatori-o doveva seppellire in uno stesso sarcofago il suo di– segno cli legge e il suo Gabinetto. LUZZATTI. Per carità, ragioniamo più alto cli cose così gravi. TURATI. On. Luzzatti, ella allora volle essere abile, forse lo vuol essere anche in questo momento; ma, in fatto di abilità, creda, quando ci si mette, l'on. Gio– litti è :molto più abile cli tutti e due! (Ilarità). Tutto questo, dicevo, finchè venne la giornata ine– splicabile che tutti ricordiamo, la giornata ciel pro– digio e dello sbalordimento, quando l'on. Giolitti, tor– na.lo qui all'improvviso dal suo rifugio di Cavour, sorse da quel banco che è alla nostra sinistra, e: « queste riforme - proclamò - non si clànno a spiz– zico e col contagoccie. Ben altro, ben altro ci vuole!». L'on. Luzzatti se n'andò, ed entrò il suffragio uni– versale. " Era la riforma ideale ;,. S'era dunq~e l'on. Giolitti convertito d'improvviso alle idee di Roberto Mirabelli? Lp. psicologia· dell'ono– revole Giolitti è troppo complicata perchè sia lecito rispondere con un monosillabo. Vedete: io siedo in questa Camera da oltre quindici anni, parecchi miei amici vi stanno da tempo anche più lungo. Ebbene io confesso che noi non abbiamo mai saputo con assoluta certezza, se, quando l'ono– revole Giolitti ci concede qualche cosa a cui noi te– niamo, Io faccia per secondarci o lo faccia per cor– bellarci! (Si ride). Forse Io fa per l'una e per l'altra cosa insieme ... (l/a,·ità) senza un proposito preciso... dolu~ inrle– termùzatus determinatur ab exitu. Certo, l'on. Giolitti ha dimostrato un'altra Yolla di · non aver paura di certe riforme, come lo aveva . dimostrato a proposito della libertà per le coalizioni operaie. Egli è convinto, io credo, assai fermamente che il mondo è tondo, e non è facile che caschi. Egli sa che la natura è piena di risorse e che gli adatta– menti delle cose sono infiniti; questa tranquilla con– vinzione è la sua forza. Qualche volta può sbagliare anch'egli nei calcoli, ma, infine, questa è la sua bus– sola, questo è il leil-motiv della politica suu. D'altronde, il proletariato italiano è ancora tanto · anetrato! Se cr.olli dovevano avvenire - prol.,abil– mente pensò l'on. Giolitti - sarebbero avvenuti tanto– teQ1po dopo di lui. Siamo tutti uomini: non è yero? ... (Ilarità). E nell'avvenire lontuno ... a qualche cosa è pur giusto che debbano pensare e provvedere i. lon– tani nepoti! Poi, il sufTragio era la sola riforma che si pote:5se dare al popo/o, all'intento cli temperarne le ribellioni. possibili, in coincidenza della Libia. La Libia voleva dire accaparramento a tempo indefinito di tutti gli avanzi e le risorse del nostro bilancio. Dunque, ri– forme che costano, no! Ma il suffragio universale non costava ohe quelle quattro cianfrusaglie di urne, di cabine, di buste... Era la riforma ideale! E infine ... infine c'era lui!. .. le elezioni. le avrebbe fatte lui; ed è ciò, in fondo, quello che persuase la maggioranza della Camera ad inghiottire la riforma. Fincbè c'è lui, si son detti, niente paura!. .. (Ilarità). Ah! se l'on. Giolitti non fosse, come mormo1'ano maligni e gli avversari politici, sulla settantina ... GIOLITTI. Passata!. .. TURATI. Davvero non si direbbe! Se dunque avesse 40 anni invece di 70, e non si dovesse parlare di limiti di età, quanti della sua maggioranza tirerebbero un grosso respiro! La fat'sa gentilonesca. Se meditate queste cose sotto questo profilo, tutto ciò che appare di strano nelle recenti elezioni si spiega mirabilmente. Ciò che non si spiega è che il discorso .della Corona e la vostra risposta non si siano accorti di nulla, e che voi troviate solo eia osservare che il primo sperimento superò felicemente la prova. Come ho testè ricordato, l'on. Giolitti temern, prima della Libia, che· il suffragio universale potesse far troppo gli affari dei partiti di reazione e di oscuran– tismo, di quel cattolicismo politico, che non dice come Gesù: « il mio regno non è di questa terra», ma che anzi nei suoi Congressi invoca la « caparra inter– nazionale » per le guarentigie ciel Pontefice, salvo poi gridare qua dentro (povero Cornaggia, dove sei?, ma, .via, c'è ancora Cameroni) « evviva Roma capitale, eY– viva il Re d'Italia!» con tutto il fiato del corpo. CAMERONI. Sicuro, lo grido ancora. TURATI. Sì, ma non Yai a gridarlo alla Settimana sociale di Milano (Ilarità); ed è là che lo dovreste gri– dare, se foste sinceri e se ricordaste che Dio vede tutto e confronta le parole ai pensieri (Si ride), se insomma non rischiaste di giocare la salu~e eterna dell'anima per le misere cose di quaggiù ... Fatto sta che al:Jbiamo veduto il su.firagio unirnrsale messo al servizio dell'eminentissimo cardinale Merry del Val, a mezzo del conte Gentiloni, i quali non s~
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