Critica Sociale XXIII - n.22-24 - 16 nov.-16 dic. 1913
CRITICA SOCIALE La Libia nel discorso ·e nella risposta. Fra un travisamento, una reticenza e... il nulla. Ora il discorso reale che cosa fu esso, se non l'e– saltazione ad oltranza dell'impresa di Libia? Essa è tutto il discorso; in esso non vibra altra nota. Anche là dove, a un certo punto, sembra che scan– toni e torni in Itali.a, se leggete con attenzione, con quell'attenzione reverente che dovete alle parole del Re, voi vedete che ·è ancora la Libia il protagonista effettivo. La risposta della Commissione, la risposta dell'al– tro Vittorio Emanuele (Ilarità), questa risposta, vi– ceversa, sopprime la Libia. La Libia non esiste. più. Ho fatto un calcolo statistico; ed ho visto che la Li– bia, nel discorso della Corona, è nominata, se non erro, una dozzina di volte; nell'indirizzo di risposta una volta· sola (si poteva tacerne di più?) per ram– mentare, a buon ·conto, che in· quella terra anche· i legionari di Roma, al loro tempo, hanno lasciato la pelle! ' · ' Così, se il primo testo capovolge la realtà delle· cose, il secondo è una reticenza, abile forse e cortese, ma una reticenza. La nazione, che dovrebbe rispondere, non risponde; sfugge e sottace. Fra un travisamento e una reticenza, quale è peggiore? Noi perciò non. potremmo votare la vostra risposta. · Neppure oredo che presenteremo degli emenda– menti; se non forse qualcuno lo faccia per semplice spediente regolam_entare, per assicurarsi la facoltà di ·parlare dopo una eventuale chiusura della discussione. Perchè si tenta di emendare ciò che sostanzialmente si accetta nello spirito; noi dovremmo tutto capovol– gere e tutto rifare. . • La vostra risposta, on. Orlando, non è una para– frasi: voi (l'ho già detto) non siete uomo da para– frasi, nè forse i vostri colleghi della Commissione. La risposta vostra è piuttosto un emendamento; ma un emendamento tutto negativo. Quello che nel testo regale era già così vago e indeterminato, cosi pro§– simo al nulla, nella prosa della Commissione evapora sempre più, si fa nebula, si fa etere puro; vince il nulla;· lo supera. A lei on. Giolitti, fanno talvolta l'accusa d'essere pedestr~; ma ecco che ella è ben vendicat~. Poichè qui si sale talmente sopra le nuvole, che nessuna au– dacia aviator,ia, on. Orlando, vi potrebbe seguire. ' Il suffragio "elargito,,. Se la Libia è scomparsa, rimane nella vostra rispo– sta il suffragio universale; esso anzi vi è esaltato per– sino negli effetti che ha prodotto. Queste nuove classi, voi dite fino a ieri assenti, ignorate, reiette, eccole irrompe~e nella storia ci~ile, sfatando le prevenzioni e le diffidenze, superando felicemente la prova del suffragio universale. Esse infatti ci hanno_ raddop– piati; e noi del compiacervene ché fate d~~b1amo rm– graziarvi come di insigne cortesia (llanta): solt~nt? non so se con ql!e&to rendiate con tutta fedelta 11 pensiero ,prevalente della maggioranz~ ~el:a Camera. Una voce a destra. Ha le stesse orig1m. TURATI. Ma il suffragio universale, se qui verbal– mente ed in astratto è esaltato, non è concretamente sentito, nè difeso, nè rispettato. Ed io me ne_domando il perchè, e vorrei tentare di spiega_rmi quest~ fen?– meno: giacchè il capirlo o non c_ap1rlo, o capirlo m un modo, anzi che in un altro, m1 sembra veramente l problema fondamentale, e tale da decidere delle no– stre direttive in questa e nelle prossime legislature; da d~cidere di quelle direttive alle quali si connnet– tono quei destini d'Italia, che, nel chiudere un cin– quai~tennio glorioso e nell'iniziarne un altro, auspi– cato anche più glorioso, voi invocate. Perchè voi, mentre lodate il suffragio uniYersale, sottacete le parole che ha :pronunziato? perchè dissi– mulate le offese che ebbe a patire? Credo che la spie– gazione sia questa. Il suffragio universale, in Italia, non venne dato per ragione della sua indole demo– cratica, per i fini democratici suoi; bensì per altri fini e per vedute diverse. In realtà, ad essere sinceri, fu un espediente; fu un atto di accortezza e di abilità. Non venne. dall'Italia per l'Italia; non venne dal P::ir– lamento, che lo accettò obtorto collo e vi pose la sab– bia; venne essenzialmente dall'on. Giolitti, dalla sua grande autorità, quasi dittatoria; venne anzi, a tra– verso di lui, dal continente nero, che più volte già s'è immischi\lto nella nostra politica interna. Io chiedo a voi la sincerità e impongo a me la mo– destia nel dire queste cose, perchè il suffragio uni– versale era pure nei programmi di questa parte della Camera, proclamato ripetutamente dai repubblicani per ragioni principalmente di diritto naturale, accet– tato dai socialisti, prima un po' vagamente, poi in modo più concreto e caldo, quando si convinsero che la soluzione ciel problema della democrazia implicava la soluzione del problema del Mezzogiorno, le cui pia– ghe erano insanabili senza il suffragio universale. Ma, per quanto fatti convinti di questa verità e fer– vidi assertori di questa esigenza suprema, noi erav::i– mo ancora ben lungi dall'avere noi conquistato que– sto istrumento, il quale, in altre nazioni, era nato dal sangue delle commozioni civili, o almeno era stato lo sbocco di decenni di tensione dell'energia popolare_ In Italia, al contrario, esso veniva « elargito » (la pa– rola è in l:111 documento quasi ufficiale di un interprete molto autorizzato del Presidente del 'consiglio, l'ono– revole Falcioni), octroyé, come già si disse dello Statuto del Regno; e tutto .ciò che è elargito - lo Statuto si tentava ancora di truffarlo dopo cinquanta anni! - certo non può avere, per coloro cui dovrebbe presidiare, e che presidiarlo dovrebbero, tutto il va– lore e la efficacia che avrebbe se conquistato. La qual cosa non lo rende certamente spregevole; significa soltanto che dovrà essere ancora conquistato dalle classi che vi hanno interesse; ma io sono ben disposto a concedere che più facilmente e rapidamente si con– quista, nella viva ·sostanza, ciò che, come forma, è- già nella legge. . Già altra Yolta l'aver fatto alla Camera questo ri– ·lievo, abbastanza banale del resto, mi procurò clal– l'on. Giolitti un'arguta risposta. « L'on. Turati - mi rispose egli a un dipresso - preferirebbe aver di fronte un Governo che non previene, non provvede, non va incontro alle esigenze popolari, un Governo debole insomma, che oede alle pressioni quando l'ac– qua gli è salita alla gola». Risposta arguta, ma non rnra: non si trattaYa di questo. Perchè quello, a quel momento, non fu af– fatto, come già dissi, un provvedimento sapiente, pre– so per venire incontro a una necessità della vita nazio– nale, ma fu, e questo è d'altronde convincimento co– mune, uno spediente ad altro fine, un ::iccorg(mento escogitato dalla vostra abilità personale, a dispetto ciel Parlamento, che lo subì.
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