Critica Sociale XXIII - n.22-24 - 16 nov.-16 dic. 1913
CRITICA SOCIALE 351 mente dal vos.tro punto di vista, on. colleghi; sulla Yia di aver l'aria (per pruden"za dico · « dt aver l'aria»; ma in politica e in queste materie l'apparenza sa– rebbe disastrosa quanto la sostanza) di volere adul– terare, sofisticare, rinnegare il suffragio, mistificando e lraclenclo il corpo elettorale. Se le notizie che leg– giamo nella ~tampa e che circolano nei corridoi non sono pretta fantasia, la Giunta delle elezioni starebbe distruggendo di proposito gli effetti e la sincerità del suffragio universale. Già appaiono nei giornali, e certo ·appariranno ogni giorno più se lo stesso an– dazzo continua, denunzie sbalorditive di casi di ele– zioni, che sarebbero state convalidate a tamburo bat– tente, senza possibilitù di pubblica discussione, in ciascuno dei quali i brogli, le violenze, le frodi, le violazioni della legge furono cosi evidenti, e sono presso la Giunta cosi documentati, che basterebbero a invalidare non uno ,ma dieci scrutinii; di elezioni, per esempio (toigo il caso da una lettera firmata e molto circostanziata, che leggo i"n un. giornale di ieri), nelle quali, come risulterebbe da proteste e documenti per– venuti alla Giunta in tempo utile, in numerose sezioni furono allontanati colla violenza gli scrutatori' e i rappresentanti del· candidato soocombente, si disper-· sero le schede di lui, si fecero votare gli elettori palesemente e fuori delle cabine; ai seggi, nelle ope– razioni elettorali, si sostituirono i rappresentanti o gli amici del candidato prevalso, e varì elettori avreb– bero votato in più di una sezione e da qualche urna si sarebbero estratte molte più schede di quelle ri– spondenti al numero degli elettori della s·ezione; ecce– tera, eccetera. Le denunzie di tante cause di nullità elettorale non sarebbero state dalla Giunta delle elezioni reputate sufficienti per contestare, e sarebbero profondamente ignorate dalla Camera che ha accolto la convalida– zione. Non si volle, m'hanno assicurato, on. Cappelli, non dirò adottare, ma neppure prendere in esame quello schema di nuovo regolamento interno della -Giunta, che, alla fine della passata legislatura, obbedendo ai mòniti della vostra coscienza onesta, e a un'espe– tienza di quattro anni di lavoro, voi ave-vate prepa– rato, per lasci.arlo in eredità alla Giunta successiva, a salvaguardia da tanti possibili errori, da taJite pos– sibili ingiustizie, anche involontarie, che il regola– mento vigente non dava modo di evitare. Viceversa si sarebbe respinta la proposta di adot– tare, sulle questioni più gravi che la nuova legge presenta, qualsiasi decisione di massima, preferen– dosi deliberare caso per caso, il che significa persona per persona, partito per partito, e senza vincoli di coerenza e di uniformità necessaria. La qual cosa sembra oggi tanto più singolare, dacchè la nuova legge elettorale, coi seggi ufficiali preordinati e con la scheda stampala nella busta ufficiale, ha enorme– mente limitato il numero delle questioni possibili, ri– ducendole quasi tutte a pochi schemi uniformi. Ma ciò che è ancora più grave, si assicura che si discu'ta las~ù già da varii giorni per decidere se si debba o no contestare qualche elezione, per la quale risulterebbero dagli stessi verbali, o da altri docu– menti ufficiali, piccole imperfezioni di questo genere: liste di identificazione completamente sparite: liste di identificazione mancanti delle fi-rme dei presidenti e degli scrutatori; liste di identificazione nelle ·quali non c'è una sola firma di identificazione _accanto ai nomi degli elettori che, secondo i Yerbali e secondo lo scrutinio, avrebbero votato. E inoltre, buste uffi– ciali, per intere sezioni, state numerate a disegno, malgrado tempestive e insistenti proteste, non già sul tallonoino ma sulla busta medesima, in modo che an– cora oggi si potrebbe verificare come ciascun elet– tore ha votato; altrove le buste, dopo che l'elettore votò, messe nell'urna col talloncino attaocato, e non qualcuna per errore, ma, ripeto, sistematicamente e per intere sezioni. E il rosario delle nullità, intac– canti il midollo stesso dell'elezione, dimostranti colla loro stessa varietà la preordinazione intelligente, non sarebbe ancora finito. Orbene, si disputa, ripeto, da una settimana, se si debba o no contestare - dico contestare, non dico ancora annullare - simili modelli cli teratologia elet– torale. Qualcosa di più enorme ancora. Si sarebbe pro– prio ieri deliberato, a proposito di non ricordo qual · caso, che, essendo l'elezione impugnata da ricorso con tutti i requisiti di legge e presentato nei termini, se altri documenti a sostegno arrivano. dopo i venti giorni dalla proclamazione, questi debbano essere re– spinti e sottratti all'esame e alla considerazione della Giunta. Questa enormità mi hanno stamane riferita; ma essa è tale per cui io sinceramente m,i auguro di . essere stato vittima di un errore o di un inganno e di essere al più presfo smentito. Altrimenti converrebbe concludere che la Giunta delle elezioni si sarebbe fer– mamente proposta di ostacolare la Yeritù, di respin– gere la luce, di chiudere gli occhi u belfa posta per non vedere. Quello c,he dovrebbe esser l'organo per illuminarci, per approfondire la verità con ogni cura, per impedirci, nella più gelosa e delicata materia che possa ven,irci davanti, di trascorrere a votazioni ingiuste o partigiane, diventerebbe al contrario uno schermo per impedire a se stesso ed n noi di sapere e di vedere, di deliberare con senso di probità, non dico neppure di giustizia, poichè non occorre far scen– dere per questo l'augusta dea dall'Olimpo. In nessun tribunale, in nessuna Corte di appello si è mai dubi– tato che, presentato nei termini un ricorso, docu– menti, illustrazioni, motiYi nuovi possano venire in seguito. Ma non occorre invocare l'analogia, Basta a ciascuno dì noi interrogare la coscienza. A nessun uomo onesto, in questo mondo, è mai neppur bale– nato di potere ricusare a se stesso rapprendimento della verità, quando deve deliberare sui fatti. Le norme fondamentali della verifiea dei poteri. Convalidazioni e· contestazioni. OnoreYoli colleghi, se le cose ch'io ho accennate, come pur troppo ho ragione di credere, rispondono a verità, io -penso che nessun servigio migliore possa rendersi in questo momento alla Camera, alle istitu– zioni, alla stessa Corona, colla quale questo dialogo s'è aperto, ma soprattutto al paese, che denunzian– dole subito, ad altissima rnce. Nè dovrebbe essere necessario, ma pei divoti del precetto legislativo non sarà inutile aggiungere, che con tali pron·edimenti, non solo si sovverte lo spirito, ma si calpesta anche la· lettera dei regolamenfi che la Camera si è data e che sono guarentigia comune. Il regolamento generale della Camera. in materia di verifica dei poteri, non ammette sedute segrete. Le· sedute della Giunta (articolo 27) sono tutte pubbliche . .E se, in annlogia a quanto aniene nelle i~truttorie
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