Critica Sociale XXIII - n.20-21 - 16 ott.-15 nov. 1913

t CRITICA SOCIALE 313 venriero sepolti nelle Banche di emissione, le quélli non li fanno uscire, sicchè è come non esistessero agli effetti dei prezzi. Solo sei miliardi, in dieci anni , sono a ndati a ingrossare la circolazione; con una med.ia quindi di 600 milioni all'anno: cifra in– fima rispetto a1 gigantesco sviluppo degli affari e 'alle colossali immobilizzazioni di capitali per co– struzioni di nuove ferrovie, per impianti di nu-0,vi stabilimenti industriali. Onde a ragione il Roulleau nello studio sopra ricordato, e il Luzzatti, in una sua lucida memoria ali' Accademia dei Lincei, concludono che non solo la produzione aurifera di questi ultimi anni n-0n è stata sovrabbondante, ma che è opportunamente in– tervenuta ad evitare un colpo d'arresto nello svi– luppo dell'attività economica del mondo, Questa conclusione, a mio credere, è innegabile. Essa ha ricevuto proprio ora la conferma del Leroy– Beaulieu, che sull'« Eco·nomiste Français » ha ri– preso per suo conto i calcoli. Egli ha trovato che alla fine del se.condo trimestre 1913 gli incassi com– plessivi dei grandi Istituti di emissione nel mondo ammontavano a franchi 29.029.000.000, di cui fran– chi 23.662.000.000 in oro. Se si pone mente a,,!fatto che la produzione totale dell'oro dopo la scoperta cieli'America non ha superato i 72-73 miliardi_ di franchi, si vede che il terzo circa delroro prodotto nel corso dei quattro secoli e più, trascorsi dal 1492, è finito nei grandi Istituti di emissione: alla quale cifra bisogna aggiungere le. perdite e il -log-orìo del metallo, e la massa cli esso (circa il 30 °/.) che viene usala per scopi industriali. Ouesto movimento banca.rio è stato notevolissimo nelÌ'ultimo biennio. · Alla fine del secondo trimestre 1911, gli incassi aurei ·dei· vàrii Istituti d'emissione del mondo erano di fr.. 21.243.000.000; essi dunque si sono accresciuti in questi due anni di 2419 milioni, il che equivale circa alla intera produzione d'oro di un anno. Quin– di, ove si rifletta che della produzione aurifera di quest'ultimo periodo quasi metà è stata assorbita dai grandi Istituti, e il 25-30 °lo consumato industrial– mente, si vede che resta solo il 20-25 °/ 0 per la espan– sione nell,a circolazione gene-raie e per alimentare i paesi asiatici e quelli nuovi, non contemplati nello studio statistico del Leroy-Beaulieu. Vi è così poco eccesso di moneta metallica che, come ha notato Luigi Luzzatti nel «Sole» dell'll no– vembre, è bastato che l'Egitto chiedesse ora al mer– cato di Londra sette milioni di sterline in oro in una sola volta, per agitare i banchieri inglesi e tornare a farli discutere sulla insufficienza delle riserve me– tnlliche auree. Nè, a nostro· credere, ha peso maggiore il com– plesso ragionamento del Fisher, il quale ha in modo mirabile çlimostrato che, a fianco della maggiore escavazione dell'o-ro si è avuto uno sviluppo di gran lunga superiore nella velocità di circolazione nella moneta creditizia e· cartacea. Il fatto è _innegabile. Ma, a parer nostro, ess.o non dimostra ancora. Per– chè bisogna decidere innanzi tutto se questo gigan– tesco sviluppo del credito, deprimendo il valore della moneta, sia stato causa di un aumento nei prezzi: o non piuttosto, se l'incremento veramente meraviglioso delle industrie e degli scambii inter– nazionali, dovuto anche in parte agli incessanti per– fezionamenti tecnici (ad esempio, proprio per l'oro la recente messa in opera delle miniere più povere è stata dovuta alla scoperta del trattamento del mi– nerale col cianuro), sia stato esso la causa dello svi– luppo bancario e delle maggiori emissioni di titoli di credito, ai quali si deve se quell'incremento non rimase soffocato. -Noi propendiamo risolutamente per questa second~ ipotesi. Crediamo così di avere dimostralo: I O che Ì'au– mento nel prezzo del grano non è illusorio, ma reale in quanto non dipende dal rinvilìo della moneta; 2° che, mentre per molti prodotti i prezzi sono di– minuiti dal 1905 ad oggi, quelli del grano hanno dimostrato una continua tendenza all'aumento, che solo nelle annate di raccolto eccezionalmente felice, come l'attuale, trova il suo arresto per un aumento tale _di produzione, quale in qualunqùe altro periodo storico avrebbe avuto per effetto la discesa precipi- tosa, non la stasi dei prezzi stessi. · La scienza e la pratica contro il dazio sul grano. IL DAZIO SUL GRANO È INUTILE. - I fautori del dazio sul grano affermano che con la pr-0lezionc doganale si è permes,so all'Italia cli accrescere la p1.10duzione cerealicola interna, sottraendo così in misura sempre crescente il paese dalla necessità di pagare per il proprio nutrimento un « tributo » al– l'estero. . Que\li che ancora oggi sostengono tale tesi, sono mv1tat1 a leggere la seguente tabella : Produzione Anni Dazio (In mlgllala Importazione sul grano di ettolltrl) (In tonnellate) 1885 L. 1,40 41.728 S04.944 1886 " id. 41.243 977.943 1887 " id. 42.218 628.372 1888 " 3,- 44.484 895.854 1889 "5,- 38.800 493.763 1890 " id. 38.391 419.011 1891 " id. 46320 953.210 1892 " id. 49.852 631.444 1893 " id. - 40.767 513.337 1894 " 7,- 47.65.J 850.954 1895 ,, 7,50 42.850 429 565 1896 " id. 41.499 941.840 1897 " id. 51.180 421.071 1898 " id. 40.630 540425 1899 " id. 48.400 990.612 1900 " id. 47.130 999.612 1901 " id. 58.000 930.085 rno2. " id. 48.000 1.253.315 1903 " id. 65.000 796.592 1904 " id. 59.074 863.204 1905 " id. 56.561 1.235 835 1906 " id. H2.185 1.373.666 1907 " id. 62.566 932.998 1908 " id. 53.648 789.980 1909 " id. 65.140 1.332.373 1910 " id. 53.525 1.441.749 1911 " id. 67.130 1.391.130 1912 " id. 58.900 1.789.699 Dal quale quadro si vede : 1 ° che, ancora prima che esistessero i dazi protettori, l'agricoltura italiana produceva· largamente cereali; 2° che l'aµmento della produzione interna, incomincialo dopo il 1900 sotto la pressione della maggiore domanda e non già per virtù del dazio protettivo, procede parallelo all'au– mento della importazione.dall'estero; 3° che dal 1900 . stesso ad oggi la ·potenza produttiva di cereali in Italia, malgrado il sussidio del dazi-0, è rimasta in– var-iala. La quale verità ci viene confermala anche dal seguente eloquente raffronto: Produttività media per ettaro coltivato a frumento ' (in ettolitri) Iiel 1890-95 (1) · nel 1908 (2) Italia Germania Inghilterra Olanda 10,8 18 25 2-2 11 25. 32 22 (I) Secondo I calcoli delia Direzione Generale della Statistica. (2) Secondo il trattato del prof. Jemlnn. *

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