Critica Sociale XXIII - n.20-21 - 16 ott.-15 nov. 1913
312 CRITICA SOCIALE è ntornaLo ad appassiona1·e il_mondo. La q1:1estio: ne, veramenle, non è nuova. Essa aveva agitato 1 finanzieri e gli uomini pubblici inglesi nella prima metà del secolo scorso, e l'ordinamento della Banca d'Inghilterra era stato una delle conseguenze della disputa. Il Toolie aveva lancialo contro gli avver– sari - i quali fanno dipendere i movimenti gene– rali dei prezzi unicamente dalle variazioni nella quantità della moneta - i sei volumi della sua·. classica Storia dei prezzi. Lo scorso anno il FisheT' ha risollevato la cru'e– slione nella sua opera merit-0.mente celebre sulla « Capacità d'acquisto della moneta»; e si va pro– pugnando l'idea - .già accolta da parecchi Stati, fra cui l'Italia - di eseguire contemporaneamente e c on un u nico metodo un'inchiesta in tutto il mon– do ciw.le, per misurare l'entità del rincaro della vita, e decidere sulle cause di esso. Che l'escavazione dell'oro sia aumentata fuori di ogni_ r.roporzione in quest'ultimo periodo, è in_di– scut1b1le e appare anche dal quadretto seguente (in milioni di lire sterline)": Produzione totale Media 1~ I I Anni dell'oro annua _g93-1800 (307 anni) 373 1,2 1801-1850(50 anni) 257 5,14 1851-75 (25 anni) G25 25,0 1876-95 (20 anni) 490 24,5 1896-905 (10 anni) 581 58,1 1906-911 (6 anni) 521 90,0 Negli ultimi tre anni la produzione aurifera è stata rispettivamente di 99,3, di 9(),4, di 97,2 milioni cli slerline. Se dunque fosse vero il principio che i movimenti generali dei prezzi. dipendono esclusivamente da quelli verificatisi nella quantità della moneta, si dovrebbe concludere che, dalla seconda metà del secolo XIX ad oggi, i prezzi non hanno fatto che aumentare. Invece l'Economist, ponendo = 100 i– prezzi del 1891-1900, ci• presenta questa interes– sante tabella per tre nazioni: Inghilterra Germania Stati Uniti 1861-70 146 130 140 1871-80 131 132 137 1881-90 107 108 110 1891-900 100 100 100 1901-910 110 115 117 Si noti che, nel cinquantennio considerato, non solo è cresciuta la produzione dell'oro, ma è cre– sciuta altresì quella dell'argento, è aumentata la velocità della circolazi-0ne della moneta, sono cre– sciuti a dismisura i mezzi di credito _:.., biglietti di banca, chèques, ce'rtificati, ecc. - i quali -funzib• nano effettivamente come moneta. · Vi ha di più. Ove l'aumento dei prezzi dipendesse dalla magg10re quantità di moneta, la tendenza do- · vrebbe essere univoca: ossia i prezzi, in misura . maggiore o minore, dovrebbero tutti crescere, o tutti diminuire. Invece non è affatto cosl. L' Econo– mist, che ha pubblic-ato una magistrale e rapida rassegna dei prezzi, dividendo il suo esame in tre periodi, dal 1846 al 1875 (prezzi in aumento), dal 1876 al 1900 (prezzi in discesa), dal 1901 al 1911 (ripresa dei prezzi), dimostra che l'andamento più capriecioso ha governato i prezzi delle singole •merci-: alcuni aumentano o decrescono assai più della media, altri assai meno, altri ancora proce– dono addirittura in senso inverso. Il che è con– fermato anche da questo quadretto dei prezzi all'in-. grosso sul mercato di Londra, -0ve sono posti . = 100 quelli del periodo 1845-53 : · 1845-58 1871-15 1896-900 1906·910 Commestibili: Caffè . 100 170 110 8G Carni . 100 145 132 140 Grano. 100 103 55 60 The 100 100 58 70 Zucchero 100 74 30 33 1'<1ssili: Seta 100 152 97 102 Lana 100 133 103 126 Cotone 100 123 G:2 103 Lino e canapa 100 112 70 83 Metalli: Stagno 100 150 98 183 Acciaio 100 132 85 86 Piombo 100 122 77 89 Rame. 100 101 68 92 Alt1'e me1•ci: Indaco 100 149 112 96 Cuoio . 100 141 131 121 Legname 100 • 1'25 110 138 Oli . 100 114 72 90 Sego 100 100 95 134 Vi si vede che nell'ultimo periodo, rispetto ai· precedenti, molti prodotti sono diminuiti di prezzo, altri molti sono aumentati, ma in proporzioni sva~ riatissime. Del resto, basterebbe la stari-a del rame e del piombo nell'ultimo quinquenruo per intendere quanti altri elementi, con ben maggi.ore energia della moneta, entrano a còmporre il valore di un pro– dotto. I fautori della teoria quantitativa della monetn hanno dimenticalo moltissimi fatti. Uno fu posto as– sai bene in luce da Yves Guyot. Mentre la media produzione dell'oro nel 1851-55 fu di kg. 199.388, e nel 1906-1910 fu di kg. 554.0,00, ossia aumentò del 277 per cento, quella del carbone nello stesso .periodo crebbe del 1340 per cento, quella della ghisa del 1460 per cento. I manufatti prodotti d-0.lle varie industrie tessili rappresentano, come, media, per_ il periodo 1896-1907, le cifre seguenti: Cotone mi1i~rdi di _lire 23,5 Lana ,, ,, · 4,0 Seta ,, ,, 2,2 Juta ,, ,, 1,9 Lino " " 5,0 In totale, quindi, 36.600 milioni. Il Guyot tiene conto di un'altra serie di cifre, che ricava da varie fonti : 26 miliardi in media di carbone nella sola Inghilterra; dçi 3;(l a I.i -milia,n:ii la -industria siderurgica; una media di 84 milia.rdi di frarichi l'industria degli Stati Uniti; 4.4 miliardi la produzione agricola della stèssa Confederazione. Facendo una ,ipotesi ristrettissima, il Guyot ri– tiene che 1a produzione mondiale industriale annua possa vµ.lutarsi al lordo in 260 miliardi di lire, di cui l'oro non rappresenta che l'uno per cento; troppo poco invero, per esercitare quella decisiva influenza che i partigia,ni della teoria qì.1antitativa della mo- neta pretenderebbero. · E ciò ancora non basta. Dei ventuno miliardi di lire in oro, pr:odotti dal 1901 al 1911, quanti sono . entrati i_n circolazione come moneta? Il Ro11,lleau, in un suo importantissimo studio letto alla Società di Statistica di Parigi, e il_ Roberts, direttore della Zecca agli Stati Uniti, hanno calcolato che,' di quella forte massa di metallo giallo, cinque miliardi furono assorbiti, nel decennio considerato, dai sempre ere- . scenti usi industriali e artistici, ben· dieci miliardi
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy