Critica Sociale XXIII - n.20-21 - 16 ott.-15 nov. 1913

CRITICASOCIALE 319 i.li pane (1). Consideriamo una famiglia operaia com– pos ta cli patire, madre e tre figli, ·che consumi da 2 l/2 a 3 chili di pane al giorno. L'imposta giorna– lier-a è di 20 centesimi, il che equivale a L. 72 annue. Se il dazio venisse abolito e si ristabilisse in tal guisa nell'agricoltura italiana l'equilibrio fra la col– tllì'a dei cereali e quella dei foraggi, auspicato da tutti gli agronomi nostri, sicchè il prezzo medio della carne bovina scendesse a L. 1,50 al chilogrammo, quella famiglia potrebbe consumare circa 50 kg. di carne in più all'ann6. Si moltiplichi una cifra con– simile per le famiglie dei consumatori poveri ita– liani e si avrà un'idea del .formidabile impulso che alla sall1te, alla forza e alla ricchezza del nostro paese verrebbe dato, per questa sola voce di con– sumo, dall'abolizioi1e del dazio dei latifondisti pol– tr·oni. Nel settembre, viaggiàndo nel!' Italia Centrale, ebbi l'occasio11e di parlare con parecchi proprietari di possedimenti di media grandezza. Essi, dopo aver– mi dichiarato che nell'.ultimo decennio il largo uso dei concimi chimici aveva accresciuto il reddito nello dal 30 al QO pe.r cen~o, e in taluni casi assai° di più, ag-giungevano però .che la trasforma7.ione razionale completa del podere era resa impossibile dalla re– sistenza dei mezzadri ad abbandonare la coltura del frumento. Fino a quando il dazio ne terrà alti i prezzi - essi unanimemente mi dichiararono - no-i noli potremo umanament.e convincere il contadino a comperare il grano, sostituendovi la coltura più 'in– tensn del foraggio, con aument.o del 'bestiame. Ecco gli rffetti del protezionismo cerealicolo! LA ROVINA DELL'lNGlllLTERR.\. - L'on. Colajanni è innamorato della ·sua lesi al punto da interpretare le statistiche alla rov,cscia. « Mentre· il pl'Otczionismo -- ·egli esclama (2) - ha salvato l'agricoltura della Francia e della Germania (a proposito, Dielzel, Som– bnrt e Brenlano dicono proprio tullo il contmrio .. .), il liberismo ha rovinalo quella dell'Inghilterra». E, · a sostegno di simile lesi, la quale egli stesso rico– nosce « che può sembrare audace», porta questo CJlladretlo: ITALIA 1876 1910 Terra coltivata . a grano . Et,t. 4.737.0<.l0 4.990.000 + 5,30/o Bovini N. 3.489.125 6.218.227 + 78,l,, Ovini ,, 6.977.104 11.162.926 + 59.9,, Eqni11i ,, 918 940 1.344.215 + 46,2,, Suini ,, 1.553.582 . 2.507.798 + 38,0,, INGHILTERRA 1876 1910 Terra coltivata a grano . Ett:. 1.200.366 751.282 _e 37,4 °lo Bovini N. 5.884.141 11.765.453 +101,3 n Ovini . • 28.182.951 31.164.587 + 10,5 n Equini 1.374.576 2.094.687 + 62,3,, " Snini ,, 2.2R3.620 3.661.481 + 55.2 " Ora - a parte il fatto che non si capisce perchè l'on. Colajanni prenda le mosse dall'anno 1876, men– tre il dazio sui cereali venne abolito in Inghilterra nel 18-i'i, ed elevato all'altezza odierna in Italia nel 180'l -- sembra evidente che il quadro statistico so– pra riferito è Lutto a favore della tcsi liberista (3). . (Il Ell'ettlvamente Il gravame è di circa 9 centesimi, percbè Il dazio ha creato una speciale situazione all'Industria molitoria di cui mi occuperò In altra sede. 12) Op. olt., 'l"OI.I, pag. 87. (8) 1'el lavoro dell'on. eolaJannl non sono poche le deduzioni sta– tistiche le quali BIprestano a serie obbiezioni. Ne rilevo una, fon– damentale. L'A., per dimostrare l'Influenza beneftca del protezionismo, con- L'lnghilterra ha diminuito, è vero, del 37/1 "/,, l'esten– sione della superficie dedicala al frumento, ma ha accresciuto assa'i di più l'intensità di coltura. Sicchè i suoi terreni a grano, ·senza difèsa doganale, µro– ducono in med-ia 22 quintali per ettaro, mentre quelli italiani, con lulla la protezione, giungono scarsa– mente alla media cli 11 quintali: il 100 "/ 0 di meno! Viceversa, appunto obbedendo alla legge del mi– nimo costo, l'Inghilterra ha accresciuto la sua pro– duzione equina, s~1ina e bovina, giungendo per que– st'ultima a più del doppio. Nè l'Italia può davvero consolarsi col suo aumento di ovini. li fallo che essa occup:1 pe,· le capre il terzo posto in Europa non è rallegrante, perchè dimostra l'estensione eccessiva data al pascolo brado, nuova riconferma di una agri– coltura arretrata. Mentre, per le pecol'c, l'Italia è al quinto posto,' con 38,0 1 1 pecore per kmq., laddove l'Inghilterra è al secondo posto, con 117,63 pecore per kmq. • è ciò basta. Se noi teniamo conto del valore del bèsliame, Yediamo la superioritù dell'l nghilterra de– linearsi assoluta. Lo stesso on. l;olajanni riconosce il ur-0'1.iodi perfezione a cui è giunto quel paese nel raffinamento delle r:izze. I suoi suini sono quelli che dùnno il piil alt.o rendimento in carne e in lardo. I cav:-illi dell'Inghilterra godono fama mondiale. Il bue inglese sui mercati nw.ionali costa, a seco.nda delle patti, da L. 0,50 a L. 1 al chilogramma di più del bue importato dall'estero, malgrado che n carico rii questo stiano le spese di trasporto. Per un paese « rovinalo dal liberismo» non c'è poi malaccio! Quanto al problema del lnlifondo, a cui accenna !'on. Colajanni, egli sa perfettamente che l'argomen– to è troppo complesso per accogliere una spiega– zione semplicista. A me ·basta di ricordare che il latifondo_ imp,erava, con tulle le sue conseguenze col– turali e sociali, in lng-hilterra, assai prima del 181-1, prima cioè della nbolizione dei dazi sui cereali. Infine, per ciò che riguarda la « decadenza del– l'agricoltura inglese, veramente spaventevole, docu– mè1Jtata dalla cnonne diminuzione del reddito della t-~l'l'a», che l'on. Colajanni ~coprr confrontando il fronta le cifre del movimento commerc!Rle primi, del 18S7 con quelle degli scambi lnternazion•II In questi ulllml anni e ne trae le con- clualonl. Il metodo non potrebbe essere più errato. Il dazio doganale è uno solo del molti elementi che Influiscono sul commercio, e Inoltre, dopo un certo periodo, viene In parre parallzzato da altri fattori. rn ogni modo, anche llmltàndoèl all'esame puro e sempllce delle cifre del movimento commerciale, abbiamo (in milioni di lire): Anni Import. Esport. Tot~Je Anni Import. Esport. Totale 1881 1210 1165 2405 1891 1126 877 2003 1882 1227 1152 2379 1892 1173 958 2131 1888 1228 1186 2414 1893 1191 964 21,, 18H 1820 1n11 2391 189t 1095 1026 2121 1881> 1460 950 2t10 1895 1181 1038 2225 1886 145H 1028 2466 1896 1180 1002 2282 1887 1605 1005 2610 1897 1191 1092 2283 1888 1175 8•2 2067 1898 1413 1203 2616 1889 1391 951 2842 1899 1506 1431 29S7 1890 1320 896 2216 1000 1700 1388 ao3s Not possiamo fnre alla tesi .avversarla lf\ concessione di non con• slderare le cifre degli anni 1886 e 1887, perchè probabilmente In essi. In· previsione della nuova tarlll'a, 1 comlnerl"lantl ltallanl ferero degli approvvigionamenti eccezionali all'estero. sta In via di fatto che, prima delta tArlll'a· protezlonlstÌt, Il com– mercio !tallano toccava I UOO mlllonl. Subito dopo Il 1@87:, esso di· scende preotpttosamente, tanto per l'Importazione quanto per l'espor– tazione. E non riprende le cifre antiche, speéle per l'esportaz1one, se non nel 1898, quando, agli ell'ert1 del trattati di commercio nego– ziati nel 1891-92 con le Potenze centrai!, &Iaggiungono qoe111del modus vivtndi, conOlueo tn quell'anno medesimo dall;on. Luzzattl con la Francia. Ossia, dopo • fieri colpi i>1ferliqU dallo tnrifft1 pro– ttzi.onista dd 1881 U 11ostro comme,·do st risollt va solo quando le co11vtnzioui - a base a, larghe cottcusi.oui. rtdproche - ntutraUz– zano ;.u. pa,·te le malefatte dl q11ena. Ma la verità vera, ripeto, è più complessa e noi la vedre..,,n n ~no tempo.

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