Critica Sociale XXIII - n.20-21 - 16 ott.-15 nov. 1913

318 CRITICASOCIALE in lai guisa l'arca santa de.Jla politica doganale ita- liana. . In tulle le trattative commerciali, i produttori agri– coli italiani hanno trovato co11tro di sè l'impaccio instlperabile di' questo dlizio privilegiato. E· ciò han– no l'ilew1to perfettamente due dotti meridionali, che sono per giunta agricoltori : gli onorevoli Giusso e Dc Viti de Marco. E poi, quando noi chiediamo l'abolizione di que– sto dazio inconcepibile,. si ha l'arte di venirci a so~ stenere che è il Nord industriale che si eleva contro il Mezzogiorno agricolo! ' UNA vÙCCHIA Fl;\llA. - L'equivoco non potrebbe essere più grossolano. a) Innanzi tutto, esso· suppone un Nord dedito esclusivamente all'indusfriu e che quindi compera lutti i suoi commestibili, grano compreso, dal Mci~ wgiomo. E questa è una prima sciocchezza. . Diamo qui la statistica della produzione del fn.{- mento: · 1-- . '.Compartimenti Piemonte. Liguria Lombàtdia Venet'ò. Emilia. Toscana Marche .<Umbria Lazio . Abruzzi e Molise. Campania Pugiie. . Basmcata Calabriè . Sicilia . . Sardegna. Superftole (ahno·_191S). Ettari 3Ì0.300 23.400 278.600 311.600 485.500 390.000 279.400 199.600 190.600 357.900 330.500 406.800 157.500 181.100 676.900 ·212.soò Regno 4.792.200 Pl"OdU~)pn~m·ed\a": qujnquennlo 1909-91!1;\ ' Quintali 1•!11; 4.021.000 222.000 . 4.353.000 4.588.000 7.375.000 3.646.000 2.718.000 1.664.000 1.517.000 3.161.000 2.669.ooo· 3.454.000 1.3'~6.000 1.278.000 6.022.000 1.830.000 49.876.000 Si vede chiaramente che, ad esempio, la Lombar– dia-. ossia l'a regicine·più industrializzata del Nord - produce più grario_ di qualsi~si Compartimento meridionale, esclusa la Sicilia : la quale però a sua volta- vieiie superata dall'Emilia, regione questa pure intensamente industriale, Quindi non è vero che ii dazio sùl grano interessi in guisa quasi esclusiva il Mezzogiorno d'Italia. L'unica differenza consiste nel fatto che -l'inclustria agricola nelle tre parli del Regno si è specializzata a seconda delle condizioni naturali del suolo e del clima. Così nel Settentrione è più sviluppata la col– tura del riso, della barbabietola da zucchero, del gelso, della canapa (largamente coltivala però anche nella Campania);. nel Mezzogiorno invece predomi– nano gli agrumi, i legumi e l'olivo, diffusissimo an– che nell'Italia Centrale; sparsa clovurique è la pro– duzione dell'uva e ciel vino. Ouindi il Settentrione è interessato non meno del Mezzogiorno a lutti· i problemi dell'industria .agri– cola, incominciando eia quello ciel grano. e) Vice-versa, dal punto di vista commerciale, _se il Settentrione, nella questione che ci occupa, fosse animato - c.ome lo si accusa da t.'lluni - dal' più nero egoismo, dovrebbe non propugnare, ma combattere ad oltranza l'abolizione ciel dazio sui ce– reali. Per due ragioni semplicissime: 1 ° che in tal guisa ostacola l'esportazione dei· prodotti agricoli d·el Mezzogiorno, e per consegU'enza li ottiene a ·un prezzo .più basso; 2° perché, costringendo il· Mez– wgiorno a• vtmdere precipuamente suì ·mercnt.i 'del ' Nord ita-liano, Io obbliga a comperare··da esso i pro– dotti industriali. Per contra-rio, l'aboiizione del dazio sui cereali, ·per ciò che riguarda l'esportazione dei frutti del suo-lo, gioverà sopratutto al Mezzogiorno, _poichè, colne le statistiche commerciali dimostrano eia tanti anni, la massima parte dell'esportazione agricola ilaiiana proviene dall'Italia Mericlionale. Mentre il Settentrione dovrà adattarsi a pagar più caro· gli agrumi, gli 011; i vini da I.aglio, gli ortaggi, le frutta. Dal momento che, a corto di argomenti, certi pro– le7.ionisti spingono il loro affetto in pro' del· dazio sul grano al punto da risollevare a beneficio di esso ·persino le viete e odiose ·questioni regionalistiche, era pur necessario che noi qui dimostrassimo su qùnli basi di ca-i1apesta esse hanno, rij)osato· sin qui. La fiaba di un Nord industriale contro un Mezzo– giorno· arr.ricolo era diventala oramai un artieolo di fede: tutti la accoglievano 'se1Fa critica. Le cifre cli– mostra110 thé là fiaba è tùlto lavoro• cli schietta fan– tasia. b) Nè meno falsa è l'affermazione che l'Italia Settentrionale presenti una importanza agricola mi-' · nore·.di quella Nferidion~l'è, come si rileva dal' pro-' 1 -fpetlo presente: , d) E, ancora, un ultimo pregiudizio d'è1sfatare in proposito. Dicono i fautori del dazio: « Se il Mez– zogiorn9 dovesse abbandonar.e la coltura dei cereali, sarebbe costretto• a produrre altre derrate .. !\1a ciò esigerebbe largo impiego cli capitali, mentre cl"allra parte non si snprebbe· dove trovare maggiori sbocchi. ai nuovi prodotti». E, giunti a ·questo _punto, essi sfoderano cifre. su cifre, per dimostrare che la con– correnza mondiale è giunta a tale da non permel– teJ"e ormai più il maggiore smercio di ).lll eltqlit,o di vino; 1_1è di una cassetta cli Hmoni..-.. ' ' · '·'····-u· Veramente queste lamentele noi le..udiamo clù ol- tre dieci anni, e, malgrado esse, le nostre esporta– zioni agricole sono in continuo ·au.menlo. Ma poi il ragionamento prova troppo. Perchè, se fossè esalto, 1101 dovremmo· imprecaI"e àl progresso. Ogni per– fezionamento colturale, ogni intensificazione cli col– lùra, ogni ribasso cli tariffe, ogni nuova maccJ1ina, ogni to1mellata cli fosfati significherebbe la crisi com– merciale, il disastro. DlvlBIODI ;eografiohe Italia settentr. Italia centrale Italia merid. e Sùpel'ftole agraria e forestale Ettari 9.127.240 6.772.065 Isole .10.472.302 26.371.607 Valore aimùo della produzione agraria e forestale ' CoinpleBBIVO Per Per ettaro ablt" : Lire Lire Lire 3.393.142.613 371 238 1.326.265.628 195 191 2.096.269.840 200 185 6.815.678.081 259 209 . Hisulla chiaro che il Nord d'Italia - la cui su– perfkie ge6graffoa è rriinore di quella del Mezzo– giorno e isole - dedica all'agricoltura altrettanta area e, per valore dj riroduzione, è _altrettanto, se non pil'.i, interessato alle sorti di quella. La verità ·si è che l'umanilà aumenta di numero e cresce così rapidamente in ricchezza, che la ne- . cessilà di produrre col minimo dispendio si fa ogno– ra più spasmodica.· Guai a noi se la tecnica ·non facesse incessanti progressi, se la terra non crescesse senza posa in potenza produttiva! Allora davvero la stasi della. ·civiltà sarebbe irreparabile. . Prendiamo un esempio. L'italiano ·è, <'!oìlle ·si sa, uno dei più poveri consumatori'di carne. Il dazìo sul grano pesa per· 7,5. cent. sul prezzo del chilogrammo

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